Engel

di
genere
sadomaso

Rientravo a casa dal Messico ai controlli dell'aeroporto sulla mia valigia successe qualcosa di strano, il personale di sicurezza mi chiese di aprire la valigia per un controllo più approfondito e, una volta aperta, trovarono al suo interno un pacchetto di polvere bianca.
Immediatamente mi misero le manette e mi portarono in una stanza per interrogarmi. Io ero completamente all'oscuro di come quella polvere fosse finita nella mia valigia, ma il personale non sembrava credermi.
Da un'accurata ricerca e un test sulla sostanza trovata si accorsero che si trattava di cocaina, era un Kg e mezzo di ottima qualità.

Dopo esser stato arrestato, mi caricarono su un'auto della polizia e mi portarono al distretto di polizia più vicino. Qui fui processato, presero le mie impronte digitali e le mie informazioni personali. Successivamente fui trasferito in un furgone della prigione e condotto al carcere della contea. Il viaggio fu lungo e angosciante, con le sbarre delle finestre e il rumore dei detenuti nelle celle circostanti che rendevano l'atmosfera ancora più inquietante.

Una volta arrivato in carcere, fui immediatamente sottoposto a un processo di registrazione e controllo, fui completamente denudato e perquisito per consentire agli agenti di esaminare attentamente ogni parte del corpo alla ricerca di armi, droghe o altri oggetti vietati, in seguito mi fu assegnato un numero di detenuto e una cella. Le guardie mi frugarono nei vestiti e confiscarono oggetti personali non consentiti, come telefono cellulare o cinture.

Mi hanno fatto indossare la divisa era composta da un pantalone e una maglietta di arancione, con delle bande riflettenti per garantire la visibilità e un paio di infradito ai piedi.

Mi sentivo smarrito e spaventato, circondato da persone che non conoscevo e in un ambiente alieno. La vita in prigione si rivelò molto diversa da quello che avevo immaginato, e la realtà dell'arresto e della detenzione iniziò a farsi sentire con tutta la sua gravità. Non sapevo quanto tempo sarei rimasto in quella situazione, ma sapevo che avrei dovuto trovare un modo per affrontarla e superarla.

Questo carcere si rivelò essere un mercato di schiavi, mi resi conto immediatamente della crudeltà di ciò che stavo vedendo. Venni preso dalla mia cella e messo insieme ad un gruppi di uomini e donne e tenuto in catene, costretto a stare in piedi in attesa di essere venduti come merce.

Gli acquirenti vagavano tra le fila di prigionieri, esaminandoli con occhi avidi e spietati. Alcuni schiavi cercavano di nascondere la propria paura sotto uno sguardo impassibile, mentre altri piangevano silenziosamente.

Le urla disperate dei prigionieri, imploranti misericordia e libertà, si mescolavano con il suono dei soldi che scambiavano mani, mentre il mercato continuava a operare senza sosta. Era un luogo dove l'umanità veniva ridotta a poco più di una merce da comprare e vendere, un luogo di disperazione e dolore che mi lasciò con il cuore spezzato e lo stomaco rivoltato.

Fui comprato anche io e condotto all'interno di una miniera di carbone. Mi fecero togliere la divisa del carcere e al suo posto mi fecero indossare solo un perizoma come divisa. Ero circondato da altri schiavi costretti a lavorare in condizioni estreme. Il lavoro era duro e pericoloso, ed ero costantemente sorvegliato da guardiani spietati pronti a infliggere punizioni severe in caso di disobbedienza.

Ti resi conto di essere stato privato della libertà e condannato a una vita di schiavitù e sofferenza. Mi domandi come ho potuto finire in una situazione del genere e provavo un profondo senso di impotenza e disperazione.

Tuttavia, nonostante le avversità e le difficoltà che affronti ogni giorno, mantenevo viva la speranza di un giorno riconquistare la tua libertà e porre fine alla mia condizione di schiavo. Sognavo una vita migliore, lontano da quella miniera di carbone e dalla schiavitù che ti opprime.

Ma finché rimanevo imprigionato in quella condizione, continuavo a lottare e a resistere, nella speranza che un giorno la mia schiavitù possa essere messa fine e che possa finalmente tornare a essere un essere umano libero.

Una notte mentre dormivo delle guardie mi presero e mi portarono in una stanza buia e sporca. Ero terrorizzato, ma non potevo fare niente per difendermi. Mi strattonarono e mi legarono a un pancale caviglie e polsi in modo che non potevo muovermi lasciando il mio culo alla loro mercè, ridendo in modo sadico mentre io piangevo disperato.

Mi violentarono senza pietà. La loro brutalità mi lasciarono con il corpo dolorante e l'anima devastata, mettendosi in fila per abusare di me, rovinandomi per sempre.

Quando finirono, mi lasciarono lì, privo di dignità e di speranza. Ero solo un’altra vittima del potere e della crudeltà di chi si sente al di sopra di ogni regola.


scritto il
2024-07-08
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