Sottile vendetta
di
Michela47
genere
tradimenti
Mi chiamo Michela, ho 47 anni e sono sposato con Marco di 49 anni. Il nostro rapporto lo considero soddisfacente sua dal punto di vista conviviale che sessuale. Per puro caso venni a scoprire che aveva avuto, tempo addietro, una relazione extraconiugale con una donna dello stesso paese dove viviamo. Avevo letto sul suo cellulare delle vecchie chat che non lasciavamo dubbi, che lo inchiodavano, per cui gli chiesi spiegazioni. Non potendo negare i fatti, confesso tutto, giustificandosi che il tutto era nato per gioco. Ero su tutte le furie, volevo cacciarlo di casa, ma in quel momento decisi di uscire a prendere un po' di aria, per sbollire la rabbia. Mi misi a girovagare in macchina, raggiunse un paese ad una quarantina di km per non avere occhi indiscreti su di me. Non avevo intenzione di rientrare per la sera. Avevo già pianificato di dormire in auto. In verità dovetti cambiare programma, in quanto faceva un po' freddo, era un giorno di ottobre, per cui girovagando notai un locale illuminato con tanti giovani in attesa di entrare. In realtà si trattava di una discoteca, pensai quindi di trovarci riparo.
Era pieno di ragazzi giovani, non mi sentivo a mio agio, per cui mi sedetti su una poltroncina e rimasi li guardarli mentre ballavano. Mi sentivo osservata, in tanti mi guardavano, avranno immaginato che ero in cerca di avventure avventure, insomma mi sentivo fuori luogo. Un ragazzo, in particolare, sui 25 anni, si avvicinò e mi chiese:
"Come va? Come mai sola?"
Gli risposi:
"Bene, volevo stare in mezzo la gente".
Si presenta:
Mi chiamo Carlo e tu?
E io:
"Michela, piacere"
Lui:
"Allora perché non balli, su dai fammi compagnia".
Mi alzai e mi misi a ballare, nel frattempo ero tempestata da domande.
Era molto socievole, simpatico, ma soprattutto educato, per cui poco alla volta mi aprii nelle confidenze. Gli spiegai i motivi del mio pessimo umore, delle mie delusioni di coppia. Mi ascoltava con attenzione ed annuiva, sembrava comprendermi, eravamo molto in linea con i pensieri.
Mi presentò il suo amico, Giuseppe, con cui stava condividendo la serata, erano due studenti universitari, frequentatori abituali di questa discoteca. Di tanto in tanto riuscivano a strapparmi qualche sorriso con le loro battute. La serata volse al termine e mi toccava rintanarmi nell'auto nell'attesa del mattino.
Carlo si fà avanti e mi propone, di ospitarmi nel loro appartamento, avendo a disposizione di un terzo letto.
Ho un attimo di titubanza, cercavo di capire se c'era un secondo fine, e alla fine accettai la proposta, ritenendo di potermi fidare di loro. Una volta in casa mi indicano il mio letto, e nel frattempo continuiamo a parlare del mio stato d'animo. E già tardi e ci mettiamo a letto. Mi sento sola e non riesco a prendere sonno, la mia mente è piena di pensieri, cerco di capire dove ho sbagliato, ma non trovo alcuna motivazione. Mi convinco che da questo momento devo pensare a me stessa. Entro nella stanza di Carlo, dorme sul suo lettone, letto a 2 piazze, lo sveglio e gli chiedo se posso sdraiarmi accanto a lui e fargli compagnia. Carlo, sorpreso mi chiede se sono sicura di quello che ho chiesto. Gli rispondo di "si". Sarà la mia vendetta per l'oltraggio subito da Marco. Non ho il pigiama, quindi mi infilo nel letto solo con l'intimo. Le mie forme sono chiaramente visibili, e questo gli crea un certo turbamento. Carlo si pone su di un lato, con un braccio piegato che gli regge la testa, e l'altra mano che mi accarezza il bacino. Mi confida che è imbarazzato, e per lui una situazione nuova, avere una donna accanto molto più grande di lui. Gli faccio capire che non deve farsi problemi e di fare solo quello che si sente. Mi si avvicina, sento il suo corpo aderire al mio, il suo calore fondersi con il mio. Sento la sua mano salire verso su, raggiungere i miei seni ed accarezzarli con dolcezza. Il mio corpo è percosso da fremiti, una sensazione nuova, piacevole. Allungo la mano e cerco il suo pene, è già eretto, inizio a menarlo. Anche la sua mano scivola in giù, sorvola il mio pube e con le dita inizia a stimolare il clito. Sono cosciente che sto per scopare con un ragazzo che potrebbe essere mio figlio, ma in quel momento volevo pensare solo a me stessa. Un attimo dopo e sopra il mio corpo, mi bacia sul volto, sulla bocca, mentre il suo pene pulsa sul mio basso ventre.
Lo prendo per mano e lo guido sulla mia figa, poi lo afferro per le natiche e lo tiro a me. Scivola lentamente dentro, mi sento riempire del suo pene. Inizia a scoparmi con dolcezza, mi succhia i capezzoli, chiudo gli occhi e ascolto le mie sensazioni, sono uniche, meravigliose. Nel mentre si rivolge a me e mi dice:
"Sei sempre convinta di quello che stiamo facendo?"
Rispondo:
"Sì certo"
E lui:
"Avrei una richiesta da farti, potrai anche rifiutarla "
Ed io:
"Ogni tuo desiderio è il mio desiderio".
E lui:
"Ti dispiacerebbe se condividessimo questo momento con Giuseppe?"
Lo guardo, sorrido, non mi aspettavo una richiesta simile, qualche secondo di attesa e gli faccio cenno di si.
Ero decisa ad andare oltre, a trasgredire, volevo pensare al mio piacere, anche solo per un giorno. Carlo chiamò Giuseppe, venne di corsa, si spoglio in un attimo, gli feci spazio accanto a me. Con la mano libera raggiunsi il suo pene, iniziai a menarlo, dal suo volto traspariva piacere. Che serata, non immaginavo uno sviluppo del genere, si compiva la mia vendetta, non uno bensì stavo godendo con due ragazzi in contemporanea. Portai il pene di Giuseppe alla mia bocca e iniziai a praticargli un pompino, mentre Carlo mi scopava con foga. Si scambiavano i ruoli, erano entrambi dolci con me, mi facevano provare sensazioni mai provate prima. Avevano una fantasia unica, mi sembrava essere tornata ai vecchi tempi, quando si sperimentavano nuove situazioni. Ad un certo punto mi pervenne una richiesta inusuale, mi proposero una doppia penetrazione, li guardai con occhi allibito, ma il coinvolgimento era tale che non seppi dire di no. Giuseppe si pose supino sul letto, io sopra a smorzacandela, mentre Carlo, dopo avermi bene lubrificato l'ano e stimolato con le dita, si indossò il preservativo, iniziò a spingere. Avvertii un po' di dolore fino a quando la cappella non oltrepassò lo sfintere. Sentivo distintamente i due cazzi muoversi e strofinarsi tra loro dentro di me, mentre uno andava indietro, l'altro andava giù . Ero in preda a spasmi di piacere, ed anche loro ansimavano con foga. Il ritmo si fece più serrato e sentivo che anch'io stavo per raggiungere l'orgasmo, fino a quando sentii riempire i miei due canali con il calore del loro sperma. Fui pervasa da continue contrazioni che sembravano non finire, un orgasmo che coinvolge ogni parte del mio corpo. Ci addormentammo soddisfatti ed esausti.
Al risveglio li abbracciai e li ringraziai per avermi fatto trascorrere una notte coinvolgente, di puro amore.
Rientrata a casa, Marco non c'era, era già andato al lavoro. Rimasi sola a riflettere su tutto ciò che era successo, non avevo rimorsi, mi ero solo preso una rivincita, ero più serena con me stessa. Appena rientrò, lo feci sedere sul divano e iniziammo a discutere. Gli feci un discorso serio sulla fedeltà con la promessa che l'avrei perdonato se avesse ammesso il suo errore, e non ci avesse più riprovato. Mi chiese scusa ed acconsentì. Tornammo ad essere una coppia felice, anche se a volte mi tornano in mente quei momenti belli vissuto con quei due ragazzi, devo dire anche grazie a lui. Sarà un mio segreto che non dovrà mai saperlo.
Era pieno di ragazzi giovani, non mi sentivo a mio agio, per cui mi sedetti su una poltroncina e rimasi li guardarli mentre ballavano. Mi sentivo osservata, in tanti mi guardavano, avranno immaginato che ero in cerca di avventure avventure, insomma mi sentivo fuori luogo. Un ragazzo, in particolare, sui 25 anni, si avvicinò e mi chiese:
"Come va? Come mai sola?"
Gli risposi:
"Bene, volevo stare in mezzo la gente".
Si presenta:
Mi chiamo Carlo e tu?
E io:
"Michela, piacere"
Lui:
"Allora perché non balli, su dai fammi compagnia".
Mi alzai e mi misi a ballare, nel frattempo ero tempestata da domande.
Era molto socievole, simpatico, ma soprattutto educato, per cui poco alla volta mi aprii nelle confidenze. Gli spiegai i motivi del mio pessimo umore, delle mie delusioni di coppia. Mi ascoltava con attenzione ed annuiva, sembrava comprendermi, eravamo molto in linea con i pensieri.
Mi presentò il suo amico, Giuseppe, con cui stava condividendo la serata, erano due studenti universitari, frequentatori abituali di questa discoteca. Di tanto in tanto riuscivano a strapparmi qualche sorriso con le loro battute. La serata volse al termine e mi toccava rintanarmi nell'auto nell'attesa del mattino.
Carlo si fà avanti e mi propone, di ospitarmi nel loro appartamento, avendo a disposizione di un terzo letto.
Ho un attimo di titubanza, cercavo di capire se c'era un secondo fine, e alla fine accettai la proposta, ritenendo di potermi fidare di loro. Una volta in casa mi indicano il mio letto, e nel frattempo continuiamo a parlare del mio stato d'animo. E già tardi e ci mettiamo a letto. Mi sento sola e non riesco a prendere sonno, la mia mente è piena di pensieri, cerco di capire dove ho sbagliato, ma non trovo alcuna motivazione. Mi convinco che da questo momento devo pensare a me stessa. Entro nella stanza di Carlo, dorme sul suo lettone, letto a 2 piazze, lo sveglio e gli chiedo se posso sdraiarmi accanto a lui e fargli compagnia. Carlo, sorpreso mi chiede se sono sicura di quello che ho chiesto. Gli rispondo di "si". Sarà la mia vendetta per l'oltraggio subito da Marco. Non ho il pigiama, quindi mi infilo nel letto solo con l'intimo. Le mie forme sono chiaramente visibili, e questo gli crea un certo turbamento. Carlo si pone su di un lato, con un braccio piegato che gli regge la testa, e l'altra mano che mi accarezza il bacino. Mi confida che è imbarazzato, e per lui una situazione nuova, avere una donna accanto molto più grande di lui. Gli faccio capire che non deve farsi problemi e di fare solo quello che si sente. Mi si avvicina, sento il suo corpo aderire al mio, il suo calore fondersi con il mio. Sento la sua mano salire verso su, raggiungere i miei seni ed accarezzarli con dolcezza. Il mio corpo è percosso da fremiti, una sensazione nuova, piacevole. Allungo la mano e cerco il suo pene, è già eretto, inizio a menarlo. Anche la sua mano scivola in giù, sorvola il mio pube e con le dita inizia a stimolare il clito. Sono cosciente che sto per scopare con un ragazzo che potrebbe essere mio figlio, ma in quel momento volevo pensare solo a me stessa. Un attimo dopo e sopra il mio corpo, mi bacia sul volto, sulla bocca, mentre il suo pene pulsa sul mio basso ventre.
Lo prendo per mano e lo guido sulla mia figa, poi lo afferro per le natiche e lo tiro a me. Scivola lentamente dentro, mi sento riempire del suo pene. Inizia a scoparmi con dolcezza, mi succhia i capezzoli, chiudo gli occhi e ascolto le mie sensazioni, sono uniche, meravigliose. Nel mentre si rivolge a me e mi dice:
"Sei sempre convinta di quello che stiamo facendo?"
Rispondo:
"Sì certo"
E lui:
"Avrei una richiesta da farti, potrai anche rifiutarla "
Ed io:
"Ogni tuo desiderio è il mio desiderio".
E lui:
"Ti dispiacerebbe se condividessimo questo momento con Giuseppe?"
Lo guardo, sorrido, non mi aspettavo una richiesta simile, qualche secondo di attesa e gli faccio cenno di si.
Ero decisa ad andare oltre, a trasgredire, volevo pensare al mio piacere, anche solo per un giorno. Carlo chiamò Giuseppe, venne di corsa, si spoglio in un attimo, gli feci spazio accanto a me. Con la mano libera raggiunsi il suo pene, iniziai a menarlo, dal suo volto traspariva piacere. Che serata, non immaginavo uno sviluppo del genere, si compiva la mia vendetta, non uno bensì stavo godendo con due ragazzi in contemporanea. Portai il pene di Giuseppe alla mia bocca e iniziai a praticargli un pompino, mentre Carlo mi scopava con foga. Si scambiavano i ruoli, erano entrambi dolci con me, mi facevano provare sensazioni mai provate prima. Avevano una fantasia unica, mi sembrava essere tornata ai vecchi tempi, quando si sperimentavano nuove situazioni. Ad un certo punto mi pervenne una richiesta inusuale, mi proposero una doppia penetrazione, li guardai con occhi allibito, ma il coinvolgimento era tale che non seppi dire di no. Giuseppe si pose supino sul letto, io sopra a smorzacandela, mentre Carlo, dopo avermi bene lubrificato l'ano e stimolato con le dita, si indossò il preservativo, iniziò a spingere. Avvertii un po' di dolore fino a quando la cappella non oltrepassò lo sfintere. Sentivo distintamente i due cazzi muoversi e strofinarsi tra loro dentro di me, mentre uno andava indietro, l'altro andava giù . Ero in preda a spasmi di piacere, ed anche loro ansimavano con foga. Il ritmo si fece più serrato e sentivo che anch'io stavo per raggiungere l'orgasmo, fino a quando sentii riempire i miei due canali con il calore del loro sperma. Fui pervasa da continue contrazioni che sembravano non finire, un orgasmo che coinvolge ogni parte del mio corpo. Ci addormentammo soddisfatti ed esausti.
Al risveglio li abbracciai e li ringraziai per avermi fatto trascorrere una notte coinvolgente, di puro amore.
Rientrata a casa, Marco non c'era, era già andato al lavoro. Rimasi sola a riflettere su tutto ciò che era successo, non avevo rimorsi, mi ero solo preso una rivincita, ero più serena con me stessa. Appena rientrò, lo feci sedere sul divano e iniziammo a discutere. Gli feci un discorso serio sulla fedeltà con la promessa che l'avrei perdonato se avesse ammesso il suo errore, e non ci avesse più riprovato. Mi chiese scusa ed acconsentì. Tornammo ad essere una coppia felice, anche se a volte mi tornano in mente quei momenti belli vissuto con quei due ragazzi, devo dire anche grazie a lui. Sarà un mio segreto che non dovrà mai saperlo.
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Commenti dei lettori al racconto erotico