Lanotte da sorella perversa - 1
di
Maddie00
genere
incesti
Immagino che a dare modo a mio fratello di fare ciò che ha fatto sia stata io.
Non avevo sonno, quella notte. Ed ero molto eccitata perché mi ero lasciata andare a un po’ di preliminari con il mio ragazzo, ma senza venire. Tra l’altro ero ancora vergine a diciannove anni, anche se sapevo che sarebbe mancato poco a farlo.
Comunque, quella sera ci eravamo masturbati nella sua auto, a vicenda, e alla fine gli avevo fatto un pompino.
Dopo essermi esploso in bocca mi aveva riaccompagnata a casa, senza preoccuparsi di farmi avere un orgasmo. Così, una volta a letto, decisi di pensarci da sola.
Mi feci un ditalino in fretta e in silenzio, cercando soltanto di venire il prima possibile. Non potevo rischiare: mio fratello, di due anni piu grande, dormiva nel letto davanti al mio.
C’ero quasi, quando lui si mosse di colpo, facendomi sobbalzare. Vidi la sua gamba destra scivolare fuori dalle lenzuola. Mi voltai nella sua direzione. Lo vidi sollevare il bacino e poi, a terra, caddero i suoi boxer. Se li era tolti.
Sentii il cuore sobbalzare nel petto. Mio fratello era sveglio. Era possibile che mi avesse vista? Mi stavo masturbando sotto le lenzuola, ma il movimento del braccio era inequivocabile. Sì, avrebbe potuto capire cosa stavo facendo.
Guardai ancora verso di lui e vidi la forma della sua erezione sotto il lenzuolo.
Oh, cavolo, pensai. Che cosa ho combinato….?
Non ebbi il tempo di perdermi in altre congetture, però. Mio fratello mosse un paio di volte il polso su e giù sotto il lenzuolo, poi si fermò. Scese dal letto. Vidi la sua erezione nuda, grossa. Il cazzo era rigido, dritto.
Camminò fino al mio letto mentre sentivo il respiro sempre più corto. Sfilai le dita dal perizoma e rimasi immobile, fingendo di dormire.
Si avvicinò fino a che non mi fu davanti, a pochi centimetri dal mio viso.
Avevo gli occhi chiusi ma tenevo aperta una fessura che mi bastava per vedere il suo membro quasi attaccato alle mie labbra. Da così vicino sembrava ancora più grosso e più duro. Ne potevo sentire l’odore, tanto era poco lo spazio che lo separava da me.
Iniziò a segarsi lentamente. Sentivo il rumore bagnato e appiccicoso dei suoi umori, che riempivano la sua pelle.
Ero immobile, paralizzata ad osservare quell’immagine. Sentivo gli umori riempire la vagina e il perizoma, ma non potevo fare nulla se volevo continuare a fingere di essere addormentata. E tuttavia le cose andarono diversamente.
Mio fratello smise di masturbarsi, l’erezione ancora al massimo del vigore, la cappella completamente scoperta. Fece un ultimo passo verso il mio letto e rimase immobile a fissarmi per un lungo momento. Scostò il lenzuolo che mi copriva. Poi, senza che me lo aspettassi, abbassò la mano con cui si era toccato e scese fino alla mia maglietta. La sollevò e dal momento che in estate non portavo reggiseno, i seni scivolarono fuori mostrandosi a lui. Esitò per un attimo e infine, lentamente, li toccò. Prima uno e poi l’altro. Sentii altri umori riempirmi la vagina. Sospirai. Lui li palpò con più insistenza e avvicinandosi ancora, il suo pene scivolò contro la mia guancia. Sentii la sua eccitazione, calda e appiccicosa, sul viso. Non era venuto ma era molto bagnato. Premette un po’ fino a che la cappella mi arrivò sulle labbra. A quel punto, non riuscii più a fingere di essere nel mondo dei sogni. Era troppo. Aprii gli occhi e mi mostrai prima sorpresa, poi sconvolta.
disse lui, portandosi un dito davanti alle labbra.
sussurrai, coprendo i seni con il lenzuolo.
Esitai. Aveva ragione. Eppure la sua erezione parlava da sola.
Indicò con la testa il mio perizoma.
chiese.
Mi sentii avvampare. Ero imbarazzata ed eccitata al tempo stesso.
Sorrise.
domandò, indicando il cazzo ancora durissimo a pochi centimetri dalla mia bocca.
Scosse la testa.
dissi, indicando la porta aperta.
rispose, e andò a chiuderla. Osservai il suo culo, sodo e muscoloso.
Tornò da me, di nuovo in piedi davanti alla mia bocca, il pene che sembrava sempre più grosso.
domandai in un sussurro.
Lui mi sorrise ancora. Strinse il pugno intorno all’asta, poi fece su e giù un paio di volte, lentamente, torturandomi.
Mi sentivo esplodere. La figa era piena di umori, che avevano reso il perizoma aderente alla pelle.
Strinsi appena le cosce ed ebbi un brivido.
disse mio fratello.
Socchiusi le labbra. Lo guardai.
>
Esitai. L’eccitazione mi stava annebbiando. Ero un lago.
Simone si strinse nelle spalle.
E così, senza più pensarci, allungai la mano e glielo strinsi. Sentii l’asta dura, sembrava di acciaio. Il suo pene era caldo e umido, bagnato dai suoi umori. Feci sue giù lentamente e lui sospirò.
>
Si sedette sul bordo del letto, allargò le gambe ed io continuai a masturbarlo. Poi fece scivolare la mano tra le mie cosce. Sul perizoma. Premette. Sospirai. Sentii gli umori allargarsi dentro l’intimo.
sussurrò.
dissi,aumentando il ritmo della sega.
Gemette un po’, poi mi fermò. Mi mise la mano nel perizoma. Rabbrividii quando le sue dita si posarono sul monte di venere e poi sul clitoride.
Strinse il pene nell’altra mano e lo indirizzò verso la mia bocca. Aprii le labbra e glielo presi dentro. Lo succhiai per un minuto, giocando con la lingua sulla cappella gonfia e riempiendomi di nuovi suoi umori caldi e appiccicosi, che mescolai alla saliva e poi mandai giù. A quel punto mio fratello mi fermò e lo tirò furoi. Mi masturbò più in fretta, sfregando il clitoride che era sempre più gonfio e duro, e gemetti sottovoce.
Ma non resistevo. I sensi erano annebbiati. Sentivo solo il corpo carico di eccitazione e pronto ad esplodere, e in bocca avevo ancora il sapore salato del suo cazzo.
Tolse la mano dal perizoma, me lo sfilò e lo getto a terra. Si sdraiò accanto a me, poi mi si mise sopra. Sentii la punta gonfia della sua cappella premere contro la mia entrata. Stava per mettermelo nella vagina.
Strinsi le cosce, bloccandolo.
Annuii.
Mio fratello si allontanò, rialzandosi, l’erezione pronta a scoppiare.
Annuì.
sussurrò, rimettendomi la mano sulla fica.
Allungai la mano sul suo cazzo mentre lui si rimetteva a stimolarmi il clitoride. Stavo quasi per venire quando mi bloccai.
gli dissi.
Mi guardò con espressione interrogativa.
Non mi sarei mai messa a parlare in quel modo, in un altro contesto. Ma adesso… ero troppo eccitata per realizzare ciò che stava succedendo.
Mio fratello si alzò, camminò fino al comodino e prese un profilattico.
Tornò da me.
dissi, e lui obbedì.
Lo guardai, poi mi voltai, girandomi a pancia in giù.
Lo guardai, ed era sconvolto. Sorrisi.
disse. Poi si mise sul letto sopra di me.
Si sputò nel palmo della mano. Una volta, due, tre. Prima infilò un dito. Lo spinse piano nel mio buco stretto. Bagnato di saliva, scivolò dentro con facilità.
Gemetti sottovoce, attenta a non far rumore.
sussurrai. Intanto portai una mano sotto la vagina e iniziai a premere.
Mio fratello andò avanti per un po’ con il dito. Quando il buco fu abbastanza dilatato, ci sputò dentro. Più volte. Poi, sentii la punta della sua cappella fare pressione contro la rosa dell’ano. Trattenni il fiato. Cercai di rilassarmi, come mi aveva detto di fare. E l’attimo dopo, lo spinse dentro. Il suo pene mi entrò nel sedere piano, con delicatezza, ma arrivò a fondo.
Ma quando mi sembrò di non resistere, il dolore gradualmente diminuì fino a svanire quasi del tutto. Nel frattempo lui mi ficcò la mano tra le cosce e iniziò a masturbarmi la fica che colava di umori, stimolandomi in fretta e con decisione il clitoride.
Sospirai a fondo mentre spingeva il cazzo nel mio culo.
Lo faceva arrivare più giù che poteva e poi tornava indietro.
Sospirava, eccitato, e continuava a spingerlo dentro e fuori, dentro e fuori, mentre con le dita non smetteva di tormentarmi il clitoride. Che infatti esplose. Con il suo cazzo infilato nel culo, gli venni sulla mano, riempiendola di umori. Strinsi forte le cosce, più forte che potei, e sollevai i fianchi, più e più volte, in una serie di scatti devastanti. In questo modo, il pene mi entrò ancora più a fondo nel sedere, e mio fratello non resistette più.
Si sfilò il preservativo e un attimo dopo sentii i getti bollenti del suo sperma riempirmi l’ano, mentre con le mani tenevo i glutei aperti per facilitarlo. Mi schizzò dentro tutto il suo piacere, mentre la fica ancora mi batteva e pulsava.
Tolse la mano fradicia dalla mia vagina, mostrandomela. disse, sorridendo.
risposi, ricambiando il sorriso.
Mi girai sul fianco, mostrandogli ancora una volta il sedere. Sentii parte del suo sperma uscire dal buco e scivolare sul lenzuolo, sporcandolo. Portai il dito dietro, e ne raccolsi un po’.
gli dissi, guardandolo mentre si asciugava il pene ancora piuttosto eretto.
Mi diede un fazzoletto. Pulii davanti a lui lo sperma che ancora mi colava fuori dall’ano, poi lo accartocciai e mi alzai, diretta verso il bagno.
mi domandò mio fratello mentre gli passavo davanti, dopo essermi rimessa il perizoma e gli shorts del pigiama.
Sorrisi.
Esitai per un momento. Lo guardai. In quelll’istante, ancora eccitata e appagata dall’orgasmo intenso e dal fatto di aver perso la verginità nel sedere, non pensavo a ciò che avevamo fatto e a quanto fosse sbagliato o proibito. Lo vedevo come un maschio eccitato e appagato; non come un fratello. E immaginavo che era così che mi vedesse anche lui. Una ragazza che aveva appena goduto, che aveva appena raggiunto un grosso, fortissimo orgasmo. Con lui dentro il culo.
Mi tolsi i pantaloni del pigiama e sfilai il perizoma. Strinsi l’intimo tra le dita. Era ancora più bagnato di prima.
Glielo lanciai e lui lo prese al volo.
Strizzai l’occhio.
gli dissi,
Non avevo sonno, quella notte. Ed ero molto eccitata perché mi ero lasciata andare a un po’ di preliminari con il mio ragazzo, ma senza venire. Tra l’altro ero ancora vergine a diciannove anni, anche se sapevo che sarebbe mancato poco a farlo.
Comunque, quella sera ci eravamo masturbati nella sua auto, a vicenda, e alla fine gli avevo fatto un pompino.
Dopo essermi esploso in bocca mi aveva riaccompagnata a casa, senza preoccuparsi di farmi avere un orgasmo. Così, una volta a letto, decisi di pensarci da sola.
Mi feci un ditalino in fretta e in silenzio, cercando soltanto di venire il prima possibile. Non potevo rischiare: mio fratello, di due anni piu grande, dormiva nel letto davanti al mio.
C’ero quasi, quando lui si mosse di colpo, facendomi sobbalzare. Vidi la sua gamba destra scivolare fuori dalle lenzuola. Mi voltai nella sua direzione. Lo vidi sollevare il bacino e poi, a terra, caddero i suoi boxer. Se li era tolti.
Sentii il cuore sobbalzare nel petto. Mio fratello era sveglio. Era possibile che mi avesse vista? Mi stavo masturbando sotto le lenzuola, ma il movimento del braccio era inequivocabile. Sì, avrebbe potuto capire cosa stavo facendo.
Guardai ancora verso di lui e vidi la forma della sua erezione sotto il lenzuolo.
Oh, cavolo, pensai. Che cosa ho combinato….?
Non ebbi il tempo di perdermi in altre congetture, però. Mio fratello mosse un paio di volte il polso su e giù sotto il lenzuolo, poi si fermò. Scese dal letto. Vidi la sua erezione nuda, grossa. Il cazzo era rigido, dritto.
Camminò fino al mio letto mentre sentivo il respiro sempre più corto. Sfilai le dita dal perizoma e rimasi immobile, fingendo di dormire.
Si avvicinò fino a che non mi fu davanti, a pochi centimetri dal mio viso.
Avevo gli occhi chiusi ma tenevo aperta una fessura che mi bastava per vedere il suo membro quasi attaccato alle mie labbra. Da così vicino sembrava ancora più grosso e più duro. Ne potevo sentire l’odore, tanto era poco lo spazio che lo separava da me.
Iniziò a segarsi lentamente. Sentivo il rumore bagnato e appiccicoso dei suoi umori, che riempivano la sua pelle.
Ero immobile, paralizzata ad osservare quell’immagine. Sentivo gli umori riempire la vagina e il perizoma, ma non potevo fare nulla se volevo continuare a fingere di essere addormentata. E tuttavia le cose andarono diversamente.
Mio fratello smise di masturbarsi, l’erezione ancora al massimo del vigore, la cappella completamente scoperta. Fece un ultimo passo verso il mio letto e rimase immobile a fissarmi per un lungo momento. Scostò il lenzuolo che mi copriva. Poi, senza che me lo aspettassi, abbassò la mano con cui si era toccato e scese fino alla mia maglietta. La sollevò e dal momento che in estate non portavo reggiseno, i seni scivolarono fuori mostrandosi a lui. Esitò per un attimo e infine, lentamente, li toccò. Prima uno e poi l’altro. Sentii altri umori riempirmi la vagina. Sospirai. Lui li palpò con più insistenza e avvicinandosi ancora, il suo pene scivolò contro la mia guancia. Sentii la sua eccitazione, calda e appiccicosa, sul viso. Non era venuto ma era molto bagnato. Premette un po’ fino a che la cappella mi arrivò sulle labbra. A quel punto, non riuscii più a fingere di essere nel mondo dei sogni. Era troppo. Aprii gli occhi e mi mostrai prima sorpresa, poi sconvolta.
disse lui, portandosi un dito davanti alle labbra.
sussurrai, coprendo i seni con il lenzuolo.
Esitai. Aveva ragione. Eppure la sua erezione parlava da sola.
Indicò con la testa il mio perizoma.
chiese.
Mi sentii avvampare. Ero imbarazzata ed eccitata al tempo stesso.
Sorrise.
domandò, indicando il cazzo ancora durissimo a pochi centimetri dalla mia bocca.
Scosse la testa.
dissi, indicando la porta aperta.
rispose, e andò a chiuderla. Osservai il suo culo, sodo e muscoloso.
Tornò da me, di nuovo in piedi davanti alla mia bocca, il pene che sembrava sempre più grosso.
domandai in un sussurro.
Lui mi sorrise ancora. Strinse il pugno intorno all’asta, poi fece su e giù un paio di volte, lentamente, torturandomi.
Mi sentivo esplodere. La figa era piena di umori, che avevano reso il perizoma aderente alla pelle.
Strinsi appena le cosce ed ebbi un brivido.
disse mio fratello.
Socchiusi le labbra. Lo guardai.
>
Esitai. L’eccitazione mi stava annebbiando. Ero un lago.
Simone si strinse nelle spalle.
E così, senza più pensarci, allungai la mano e glielo strinsi. Sentii l’asta dura, sembrava di acciaio. Il suo pene era caldo e umido, bagnato dai suoi umori. Feci sue giù lentamente e lui sospirò.
>
Si sedette sul bordo del letto, allargò le gambe ed io continuai a masturbarlo. Poi fece scivolare la mano tra le mie cosce. Sul perizoma. Premette. Sospirai. Sentii gli umori allargarsi dentro l’intimo.
sussurrò.
dissi,aumentando il ritmo della sega.
Gemette un po’, poi mi fermò. Mi mise la mano nel perizoma. Rabbrividii quando le sue dita si posarono sul monte di venere e poi sul clitoride.
Strinse il pene nell’altra mano e lo indirizzò verso la mia bocca. Aprii le labbra e glielo presi dentro. Lo succhiai per un minuto, giocando con la lingua sulla cappella gonfia e riempiendomi di nuovi suoi umori caldi e appiccicosi, che mescolai alla saliva e poi mandai giù. A quel punto mio fratello mi fermò e lo tirò furoi. Mi masturbò più in fretta, sfregando il clitoride che era sempre più gonfio e duro, e gemetti sottovoce.
Ma non resistevo. I sensi erano annebbiati. Sentivo solo il corpo carico di eccitazione e pronto ad esplodere, e in bocca avevo ancora il sapore salato del suo cazzo.
Tolse la mano dal perizoma, me lo sfilò e lo getto a terra. Si sdraiò accanto a me, poi mi si mise sopra. Sentii la punta gonfia della sua cappella premere contro la mia entrata. Stava per mettermelo nella vagina.
Strinsi le cosce, bloccandolo.
Annuii.
Mio fratello si allontanò, rialzandosi, l’erezione pronta a scoppiare.
Annuì.
sussurrò, rimettendomi la mano sulla fica.
Allungai la mano sul suo cazzo mentre lui si rimetteva a stimolarmi il clitoride. Stavo quasi per venire quando mi bloccai.
gli dissi.
Mi guardò con espressione interrogativa.
Non mi sarei mai messa a parlare in quel modo, in un altro contesto. Ma adesso… ero troppo eccitata per realizzare ciò che stava succedendo.
Mio fratello si alzò, camminò fino al comodino e prese un profilattico.
Tornò da me.
dissi, e lui obbedì.
Lo guardai, poi mi voltai, girandomi a pancia in giù.
Lo guardai, ed era sconvolto. Sorrisi.
disse. Poi si mise sul letto sopra di me.
Si sputò nel palmo della mano. Una volta, due, tre. Prima infilò un dito. Lo spinse piano nel mio buco stretto. Bagnato di saliva, scivolò dentro con facilità.
Gemetti sottovoce, attenta a non far rumore.
sussurrai. Intanto portai una mano sotto la vagina e iniziai a premere.
Mio fratello andò avanti per un po’ con il dito. Quando il buco fu abbastanza dilatato, ci sputò dentro. Più volte. Poi, sentii la punta della sua cappella fare pressione contro la rosa dell’ano. Trattenni il fiato. Cercai di rilassarmi, come mi aveva detto di fare. E l’attimo dopo, lo spinse dentro. Il suo pene mi entrò nel sedere piano, con delicatezza, ma arrivò a fondo.
Ma quando mi sembrò di non resistere, il dolore gradualmente diminuì fino a svanire quasi del tutto. Nel frattempo lui mi ficcò la mano tra le cosce e iniziò a masturbarmi la fica che colava di umori, stimolandomi in fretta e con decisione il clitoride.
Sospirai a fondo mentre spingeva il cazzo nel mio culo.
Lo faceva arrivare più giù che poteva e poi tornava indietro.
Sospirava, eccitato, e continuava a spingerlo dentro e fuori, dentro e fuori, mentre con le dita non smetteva di tormentarmi il clitoride. Che infatti esplose. Con il suo cazzo infilato nel culo, gli venni sulla mano, riempiendola di umori. Strinsi forte le cosce, più forte che potei, e sollevai i fianchi, più e più volte, in una serie di scatti devastanti. In questo modo, il pene mi entrò ancora più a fondo nel sedere, e mio fratello non resistette più.
Si sfilò il preservativo e un attimo dopo sentii i getti bollenti del suo sperma riempirmi l’ano, mentre con le mani tenevo i glutei aperti per facilitarlo. Mi schizzò dentro tutto il suo piacere, mentre la fica ancora mi batteva e pulsava.
Tolse la mano fradicia dalla mia vagina, mostrandomela. disse, sorridendo.
risposi, ricambiando il sorriso.
Mi girai sul fianco, mostrandogli ancora una volta il sedere. Sentii parte del suo sperma uscire dal buco e scivolare sul lenzuolo, sporcandolo. Portai il dito dietro, e ne raccolsi un po’.
gli dissi, guardandolo mentre si asciugava il pene ancora piuttosto eretto.
Mi diede un fazzoletto. Pulii davanti a lui lo sperma che ancora mi colava fuori dall’ano, poi lo accartocciai e mi alzai, diretta verso il bagno.
mi domandò mio fratello mentre gli passavo davanti, dopo essermi rimessa il perizoma e gli shorts del pigiama.
Sorrisi.
Esitai per un momento. Lo guardai. In quelll’istante, ancora eccitata e appagata dall’orgasmo intenso e dal fatto di aver perso la verginità nel sedere, non pensavo a ciò che avevamo fatto e a quanto fosse sbagliato o proibito. Lo vedevo come un maschio eccitato e appagato; non come un fratello. E immaginavo che era così che mi vedesse anche lui. Una ragazza che aveva appena goduto, che aveva appena raggiunto un grosso, fortissimo orgasmo. Con lui dentro il culo.
Mi tolsi i pantaloni del pigiama e sfilai il perizoma. Strinsi l’intimo tra le dita. Era ancora più bagnato di prima.
Glielo lanciai e lui lo prese al volo.
Strizzai l’occhio.
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