La tempesta dei sensi

di
genere
bisex

Quell’anno facevo avanti indietro per la costa smeralda a scarozzare turisti ogni settimana su un bel veliero di 16 metri, una barca comoda che conoscevo bene e che portavo da solo. Gli ospiti salivano al venerdì e fino al giovedì successivo li portavo a visitare le cale più affascinanti della Sardegna.
Questa volta erano due coppie che avevano prenotato separatamente. Ero un po’ preoccupato, “speriamo che vadano d’accordo”, pensai, perché lo spazio è quello che è, se c’è qualche antipatia diventa un incubo .
La prima coppia Claudia e Marco era sui 35 anni, lei una donna affascinante, non una bellezza straordinaria, capelli lunghi e lisci, castani, con un viso malizioso da porca e un deretano rotondo come un cocomero, alto e sodo. Lui era un tipo evanescente, carnagione chiara e fisico da elfo, un viso effeminato con le lentiggini e i capelli lunghi chiari.
L’altra coppia, Marta e Attilio, sui 40 lei e sui 50 lui, sembravano persone tranquille ed equilibrate, lei mora, caschetto, non molto alta e un po’ in carne con un seno prorompente, sempre in camicioni larghi e lui un omone con un po’ di pancia e un sorriso gioviale.
Come al solito tutto era stato organizzato con cura, in cambusa vini in abbondanza e prodotti locali sopraffini avrebbero deliziato gli ospiti per l’intera settimana…non mi aspettavo che ci avrebbero atteso ben altre delizie.
Dopo un primo assaggio di navigazione a vela che tutti gradirono enormemente ci fermammo all’ancora in una baietta dalle acque cristalline, e tutti si buttarono in acqua mentre preparavo il pranzo: spaghetti alle vongole e vermentino di Gallura. Spazzolarono tutto in men che non si dica, il vino fresco andava giù che era un piacere, tant’è che eravamo già tutti un po’ brilli quando mi alzai per andare a preparare l’anguria. Claudia e Marta si offrirono di aiutarmi e scesero con me in cucina. Si sa, la barca è stretta e per spostarsi in cucina il contatto è quasi inevitabile. Mentre prendevo le coppe, Claudia,che cercava i cucchiaini, si struscio’ sul mio pacco con il suo bel culo, indugiando più del dovuto e provocando un’immediata reazione. Il fratellino fece un guizzo inaspettato e al passaggio di ritorno quando si struscio’ per la seconda volta per passare, apri’ la bocca per lo stupore . Marta che stava armeggiando con l’anguria si voltò e seguendo lo sguardo di Claudia mi guardo’ il pacco e intuì tutto al volo. Ci guardammo l’un l’altro e scoppiammo in una gustosa risata, a quel punto avevamo rotto il ghiaccio e, complice il vermentino, cominciammo una serie di battutine reciproche a cui Marta, per non essere da meno, diede seguito passando nello stretto corridoio e rivolgendomi la sua quarta abbondante. Sotto il bichini i suoi capezzoli erano duri e appunti e non mancò di sfregarli sul mio petto con un po’ di malizia. Ridevamo come matti tanto che i mariti chiesero cosa stava succedendo. Claudia e Marta sfregandosi il petto una contro l’altra mimavano lo scandaloso vai e vieni nel corridoio della cucina, un bel gioco che le fece visibilmente eccitare. I capezzoli di entrambe spingevano sui costumi e Claudia, che aveva un bel seno ma più contenuto, tocco’ spudoratamente quello di Marta.
Travolta dall’ eccitazione, Marta ricambió con un tocco delicato, poi si mise un dito in bocca e spostato il lembo del costume di Claudia le accarezzo’ il seno con lievi movimenti circolari intorno al capezzolo per poi strizzarlo delicatamente e prenderlo fra le labbra carnose. Claudia ebbe un fremito e sospiró di piacere, l’atmosfera si stava surriscaldando .
Tornammo in coperta a mangiare l’anguria e finimmo la bottiglia di vermentino, dopo il caffè le ragazze si buttarono in mare per rinfrescare corpi e animi … tempo perso, non so cosa sia successo in acqua ma gli animi uscirono dall’acqua più inquieti di prima mentre si scambiavano sguardi complici sdraiandosi sugli asciugamani.
“Marta” chiamo’ Attilio dalla cabina matrimoniale “ dove accidenti hai messo il mio costume?” Marta scese sotto coperta e sparì in cabina tirandosi dietro la porta, ecco, pensai, bella scusa!
Mentre stavo lavando e sistemando la cucina eccola che arriva, Claudia, con il suo sorriso malizioso, il costume bianco ancora bagnato e le tettine turgide, un po’ di pelle d’oca non so se per il fresco o l’eccitazione la rendevano ancora più desiderabile. “Ti aiuto “ disse guardandomi negli occhi con sguardo porco. Prese lo strofinaccio e cominció ad asciugare le stoviglie, si avvicinava sempre di più e i tocchi non sembravano più tanto casuali. Ebbi un’erezione che lei notò subito e allungo’ la mano carezzando il mio pene gonfio attraverso i calzoncini, mi guardava e infilava la mano dentro accarezzando dolcemente. Sempre guardandomi intensamente mi prese per mano e mi portò verso prua, nella sua cabina. Quando entrai rimasi sorpreso di vedere che Marco era lì, sdraiato sulla cuccetta doppia che guardava il telefono. Si giró a guardarci per nulla sorpreso appoggiando il telefono, lei si sedette sulla cuccetta e mi tolse calzoncini e mutande davanti a lui. Ero davvero in imbarazzo tanto che non riuscii a dire una parola. Prese il mio uccello e cominció a menarlo guardando ora me ora lui, poi lo appoggió alle labbra e prese a succhiare delicatamente il glande. Piano piano, guardando Marco, se lo infilò tutto in gola , leccava e succhiava sempre più veloce e sempre più a fondo lasciandolo coperto di bava. Prese Marco per i capelli e lo bació con forza leccandogli la faccia e spalmandogli tutta la bava sul viso, poi sempre tenendolo per i capelli gli porto’ la testa sul mio uccello e gli disse, dolcemente ma con decisione, di leccarlo. Guidato da Claudia, Marco cominció a leccare il mio pene fino alle palle “ succhiale amore , lo so che ti piace….prendile in bocca e succhiale … bravo così…. Adesso infilalo tutto in gola ….” E così dicendo gli spinse la testa sul mio cazzo con brutalità facendoglielo ingoiare tutto e tenendogli con forza la testa attaccata al mio pube. Nessuno aveva chiesto il mio parere ma non nego che la situazione aveva del sorprendente, era la prima volta che un uomo mi succhiava l’uccello ma quella maiala della Claudia lo faceva sembrare una cosa del tutto naturale, la bava usciva copiosa dalla bocca di Marco ma lui sembrava gradire quel trattamento.
Claudia mi accarezzava le palle e con l’altra mano muoveva la testa di Marco finché, vinta dall’eccitazione, non lo sdraió sulla cuccetta faccia in su e sfilando lo slip si inginocchiò a cavalcioni su di lui sfregando la figa piena di umori sulla sua bocca e muovendosi avanti e indietro. Io ero senza parole, il mio cazzo era duro come la pietra, lei lo afferrò e lo sfregò sulla sua fessura, era un frutto maturo che grondava il suo miele in filamenti vischiosi. Marco succhiando il clitoride si accarezzava l’uccello attraverso il costume.
Se lo infiló dentro piano, voleva gustarsi la penetrazione. Non riuscii a dominarmi e non appena la cappella gonfia e rossa fu entrata lo infilai tutto dentro facendole inarcare le reni e schiacciando le palle sulla faccia di Marco. Claudia si sdraiò mugolando su Marco in una eccitante posizione a 69. Cominciai a pompare il mio cazzone dentro di lei, era un lago di umori e la sensazione era stupenda. Mi muovevo lentamente tirandolo fuori tutto e riempiendola nuovamente fino in fondo mentre Marco le succhiava il clito e beveva i suoi succhi. Gradatamente aumentavo il ritmo, dentro e fuori in quella fica fradicia e stupenda che a ogni colpo scorreggiava rumorosamente facendomi eccitare ancora di più. Era sdraiata col viso sulla patta di Marco e gli calo’ il costume scoprendo un pene completamente glabro, lo inghiottì tutto e lo tenne in bocca mentre mugolava di piacere. Con la bocca così piena di quel pene da elfo godeva e muoveva i fianchi avanti e indietro per sentire il mio glande batterle in fondo, spingeva dentro il mio uccello e premeva il clito sulla bocca di Marco. Andò avanti a lungo assaporando cazzo e lingua, poi si sollevò un poco, si bagnò le dita nella sua bocca e prese a torturarsi il buchino, prima inumidendolo bene con sapienti movimenti circolari e poi infilandosi due dita e muovendole velocemente. Quella rosa delicata che si schiudeva sotto i miei occhi aumentava la mia eccitazione al punto che temevo non sareibriusito a resistere ancora molto. Lei grugniva mentre godeva e succhiava il cazzo di Marco; ora si allargava le natiche con entrambe la mani , ora tuffava due dita nell’ano muovendole veloci, poi di nuovo si allargava e si dilatava l’ano con le dita, era infoiata, in preda a una eccitazione sfrenata che le faceva perdere ogni inibizione. Con i due indici si allargò il buchino…” mettimelo in culo ti prego …” disse “ voglio che me lo sfondi con il tuo cazzone….spingilo dentro dai … fammi godere “ . Non me lo feci ripetere e sfilata l’asta dalla figa grondante appoggiai il glande a quel bellissimo fiore aperto, pronto a sciuparlo e a riempirlo, lo feci lentamente ma senza fermarmi, lo infilai tutto, sembrava che non finisse mai e lei urlava di piacere riversando il suo miele nella bocca di Marco che lo succhiava avidamente. Lei raccoglieva gli umori che colavano e bagnava l’asta e mugghiava, sbavava , si contorceva . Mi prese le mani e le mise sui franchi perché la tenessi bene aperta e la sbattessi contro il mio cazzo gonfio. Stavo per scoppiare quando la sentii spingere più forte e più veloce per farmi aumentare il ritmo. “ spaccami …siii…così…più forte…mmmm….dai, sborrami nel culo bastardo …..aaaah ….siiii …. godo…godo…godo….aaaaah ….. sfondami ….siiiii….ora…aaaaaaah” . Fu un esplosione incontrollata, mi aveva sentito arrivare , lo aveva sentito gonfiarsi e contrarsi e aveva goduto come una porca, urlando e spruzzando nella bocca di Marco ripetuti fiotti di liquido lattiginoso che lui beveva goloso e che gli colavano dagli angoli della bocca, una scena così eccitante che continuavo a pomparla con il cazzo duro, uscivo per guardarle il buchino dilatato colante di sperma e di nuovo lo infilavo facendo uscire crema bianca in bocca a Marco. Era bellissima e così porca, sudata con i capelli attaccati alla faccia che le andavano ovunque, si girava e mi guardava accarezzando i bordi dell’ano dilatato, guardava il suo uomo mentre leccava tutto quel misto di umori, gli metteva le mani in bocca per farglielo leccare dalle dita, una troia vera, pazza di amore e perversione. Marco si stava masturbando, era al colmo dell’eccitazione, accarezzandogli i testicoli avvolse il suo glande nelle labbra e roteando la lingua gli diede il colpo di grazia, godette nella sua bocca con una serie di sospiri liberatori e lei, ghiotta, bevve il suo nettare senza sprecare una goccia .
scritto il
2024-08-08
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