Cena con Greta e Maria

di
genere
dominazione

Ciao da Alessia tv.
Ormai dopo l'approccio con la donna in palestra, la mia fama di rotta in culo iniziò a dilagare, anche perchè Greta, così si chiama la valchiria che mi aveva approcciato, iniziò a raccontare la sua serata di sesso con me.
Greta era conosciutissima nell'ambiente del fitness e aveva anche molte conoscenze con proprietarie di vari locali sparsi per la città.
Quando mi presentavo in palestra con il mio attillato body, la maggior parte delle donne che prima si limitavano solo a scrutarmi di nascosto, ora, mi salutavano come se fossimo delle vecchie conoscenze.

La mia performance aveva fatto breccia e qualcuna, forse, voleva avermi tra le lenzuola.
Certo, non sapevo sotto quale veste avrei dovuto presentarmi, se come Alex o Alessia dato che a Greta, alla fine, gli piaceva il cazzo come me.
Una sera, mentre si parlottava del più e del meno con Greta, si avvicina una donna di colore, pure lei ben messa fisicamente e un pò più alta della mia amica.
Dapprima saluta Greta e poi mi porge la mano come se dovevo baciargliela.
Io, da buon galante poggiai le labbra sul dorso della mano e avvertì un odore inebriante e con fare leggero assaggiai con la lingua pure la sua pelle setosa.

Maria, così si presentò davanti a me, si accorse della mia mossa alquanto sfacciata e con fare tranquillo replicò che se dovevo leccare lo dovevo fare su qualche altra parte del suo corpo.
Risero insieme e parlottando tra di loro si avviò verso la sala.
Greta mi disse che avevo fatto colpo e che stasera volevano organizzare una cenetta a tre al lume di candele.
Accettai senza farmelo dire due volte anche perchè sapevo come sarebbe andata a finire e poi perchè avendo un'altra donna a disposizione la cosa si sarebbe fatta interessante.

A casa dopo un riposino e una doccia rilassante con annessa pulizia di ampolla rettale iniziai a prepararmi scegliendo della lingerie in pizzo da indossare.
Iniziai con un reggiseno a balconcino che sorreggeva e teneva sù i capezzoli come se fosse una seconda di misura; un perizoma che conteneva il cazzo ma che risaltava il mio culetto lasciandolo libero per potere accarezzare i glutei sodi e lisci; delle calze autoreggenti di colore bianco come tutti gli indumenti di prima che risaltava la pelle liscia e depilata; per finire una mini gonna leggerissima che copriva a malapena i glutei.
Prima di indossare il tutto, dopo la doccia spalmai una crema idratante per rendere tutto il corpo liscio e profumato.
Alla fine, siccome non sono mai uscito en-femme tranne un paio di volte e di sera con taxi a Roma, indossai una tuta da ginnastica per nascondere il tutto.

Mi mancava solamente il trucco, ma avrei completato la vestizione sicuramente a casa di Greta per poi aspettare Maria per la cena.
Eccitata dalla situazione, spalmai del lubrificante nel culetto e indossai un plug anale di dimensioni discrete per allargare e prepararmi alla sicura monta della serata.
Il plug anale già mentre camminavo mi dava delle sensazioni inebrianti e sentivo il culo pieno e caldo; anche lo sfregamento delle natiche mi dava una sensazione di piacere a tal punto che ero tutta bagnata.

Giunta da Greta, dopo i saluti di rito, abbracci e baci, tolsi la tuta e lei rimase estasiata per la mia presenza e senza darmi un attimo di tempo mi mise la lingua dentro la bocca afferrandomi i glutei.
Con le dita tra il solco si accorse che avevo il plug anale e sorridendo mi disse che era stata una bella sorpresa e non si aspettava tale giochino erotico, anzi, mi disse che avevo fatto bene perchè da lì a poco mi avrebbero allargata di brutto e il plug mi preparava a tale evento.
Andai in bagno per truccarmi e indossare la parrucca bionda che lei mi aveva procurato.

Durante la preparazione stavo seduta sullo sgabello davanti allo specchio e i pensieri mi frullavano nella testa nel senso che non sapevo bene come si sarebbe svolta la serata; il plug esaltava quelle sensazioni che mi facevano trasalire e iniziavo a muovere il bacino per ampliare il piacere di essere tappata sotto.
Finito in bagno indossai della scarpe con tacco e mi presentai in sala.
Entrai con movenze da femmina troia ancheggiando in modo esagerato e con sorpresa trovai Maria che era al fine giunta a casa e sorseggiava seduta sul divano un calice di vino.
Lei sorrise e spalancò gli occhi nel vedermi; io accennai a un dolce sorriso come per fargli capire che ero lì pronta all'uso per loro due.

Mi venne incontro una stangona di colore truccata in modo pesante e senza darmi il tempo mi baciò sulla bocca con due labbra carnose rese più grosse dal rossetto colore rosso fuoco.
Dopo i complimenti di rito da parte di tutte noi iniziammo a cenare e ridere anche senza motivo dato che il vino già aveva preso posto dentro ognuno di noi e ci rendeva più aperti a tutto.

Ancora con il calice in mano ci spostammo in sala dove una musica in sottofondo aveva allietato le nostre orecchie durante la cena e iniziammo a baciarci su tutto il corpo.
Maria non mi staccava la lingua e con le mani poderose perlustrava ogni linea del mio fisico fino a quando, con sommo stupore, vide il plug dentro di me.
Con una mossa fulminea, dopo averlo roteato per un pò, lo estrasse di colpo facendomi gridare sia per il dolore che per il piacere e iniziò a infilarmi la lingua leccando il buco aperto per risalire sulle natiche e per poi leccare il solco fino alla schiena.

Io iniziavo a gemere di piacere sotto i colpi di quella lingua che sembrava un serpente che voleva mangiarmi e ansimando la pregavo che volevo di più.
"Non ti preoccupare Alessia, ti darò qualcosa che non ti scorderai per tutta la vita e ti farà piangere prima ma poi mi pregherai di volerne ancora"
A queste parole non diedi tanto peso mentre di colpo mi ritrovai stavolta inginocchiata per terra e poggiata ad una specie di materasso semi rigido a forma di un trapezio rovesciato che mi faceva inarcare la schiena verso il basso ma mantenendomi con il culo per aria e gambe spalancate.
Era un attrezzo preparato da Greta per l'occasione e che lei era solita usare durante i suoi incontri infuocati.
Presa dai fumi dell'alcol non riuscivo a capire bene cosa mi stesse succedendo ma mi ritrovai nel giro di un paio di minuti a culo per aria con gambe aperte a dismisura e braccia aperte verso il basso dall'altra parte del materasso.
Legata sugli arti riuscivo a malapena ad ancheggiare lievemente ma non potevo opporre alcuna resistenza.

Ero lì con il culo per aria a mezza altezza e chiunque avrebbe potuto abusare di me senza che potessi sganciarmi o fare altro.
Sentivo un liquido che mi colava dentro dal buco aperto dal plug e dopo iniziarono a strofinarlo lungo le natiche e le gambe massaggiando anche la bassa schiena.
Le dita iniziavano a penetrare il mio corpo e il liquido lubrificante scivolava nell'intestino e continuavo a gemere di piacere.
Ad un tratto vidi Maria che si era spogliata ma non era una donna, ma una trans con un cazzo di colore che mai avevo visto prima.
La cappella di un roseo pallido già umida per l'eccitazione e di una grossezza simile ad un birillo del bowling.
Davanti la mia bocca si presentava questo fardello di carne che accolsi con naturalezza data la mia voglia e troiaggine di quel momento.

Iniziai a leccarlo e farlo mio in gola ma non ci riuscivo: gli facevo male con i denti in quanto troppo grosso e non riuscivo ad ingoiarlo.
Ad ogni pressione si faceva sempre più turgido e grosso che inizia a sentire conati di vomito.
Maria, ormai al massimo dell'eccitazione, me lo tolse dalla bocca e mi punto lo sfintere aperto con una leggera pressione prima, per poi proseguire una lenta ma continua spinta senza mai fermarsi.
Io iniziai a lamentarmi per il dolore che sentivo e lo sfintere si stava lacerando sotto quell'allargamento continuo di quel palo di carne.
Era un treno di carne che entrava nel tunnel posteriore senza sosta o fermata e ogni centimentro che andava avanti io gridavo di fermarsi.

Giorgia mi tappa la bocca con le mani e sussurrandomi che poi sarà tutto un godimento iniziai a lacrimare guastando il trucco dei miei occhi.
Centimetro dopo centimetro inizia a sentire il ventre di Maria che aveva toccato i mie glutei e dopo un paio di secondi iniziò a tirarlo fuori.
Era come il treno che entra nella stiva di una nave che fa avanti e indietro per posizionarlo sui binari e poi spezzarlo in più parti.
Solo che al contrario qui il treno è lungo e largo ed è intero smuovendo le mie viscere per accogliere quel cazzo asinino di Maria.
I movimenti si fanno più veloci e mi rimanevano solamente le lacrime; non urlavo ma gemevo piangendo non so se per il dolore o per il piacere.
Lo stomaco in subbuglio sotto quei colpi poderosi e il culo inerme aperto e voglioso.
Maria mi aveva afferrato i fianchi e ogni tanto mi tirava a sè per aumentare la spinta schiaffeggiandomi i glutei per far affluire il sangue e sentire più caldo.
Lo sfintere era ormai infuocato per quello sfregolìo di cazzo e intestino e il culo si era decisamente allungato dentro di me.

Il ritmo aumentava e capivo che stava giungendo al termine e infatti, tolto quel cazzo dal culo, Maria punta sulla mia bocca e una copiosa venuta mi inonda la gola.
Due, tre, quattro schizzi di liquido seminale mi arrivano dritti in gola, con la bocca tenuta aperta da Greta in maniera forzata con una mano, che io immediatamente ingoiai perchè accaldata e assetata.
Il rimanete liquido lo assaporai di più perchè iniziai a leccarlo sul prepuzio e sul glande come lecca lecca dal sapore dolce e aspro.
Ero sfinita ma appagata; il culo per aria che pulsava ancora e la voglia che non finiva.
Maria si complimentò con Greta per la serata che aveva organizzato e mi diede un bacio assicurandomi che ce ne sarebbero state altre se io avessi voluto.

Andò via e io rimasi legata ancora e sfinita.
Greta, dopo aver accompagnato Maria alla porta, venne da me e mi disse: " hai goduto come una troia; però io ancora non ho preso parte alla festa se non guardando Maria ti ha fatto felice; ora tocca a me".
E baciandomi e pulendo quel poco di seme che era rimasto sulle labbra e la guancia, mi lascia legata e scompare nell'altra camera.

To be continued
la vostra Alessia tvagain


scritto il
2024-08-10
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