Sara la studentessa 1

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SARA

Sara è una studentessa modello, iscritta alla quinta liceo, è una ragazza determinata e caparbia. Affronterà a breve la maturità e il suo impegno scolastico ha dato tante gioie ai suoi ricchi genitori, che per il 18esimo compleanno le hanno regalato una bella auto nuova.
Sara sta per essere ammessa ad una prestigiosa università americana, il sogno della sua vita per cui ha passato giornate e giornate sui libri. I colloqui preliminari sono andati bene ed adesso attende il voto di maturità per presentare domanda ufficiale.
Sara ha un fidanzato, Andrea, si frequentano da qualche mese ma senza troppo impegno,  per non avere distrazioni dallo studio.
Sara è una bellissima ragazza, alta 1.65, bionda con gli occhi azzurri, un culetto sodo e una terza abbondante.

L'inizio.

Sara sta andando in biblioteca, oggi ha scelto di prendere il bus per non dover cercare parcheggio.
Indossa un nuovo vestitino a fiori, comprato online la settimana prima. Il vestitino ha una generosa scollatura, troppo ampia per i suoi gusti acqua e sapone, e offre una splendida visuale sulle sue tette ai molti uomini presenti sul bus. Sara sente i loro occhi scrutare le sue tette, analizzando e gustando ogni centimetro di pelle offerto alla loro vista. Per il disagio cerca di raggomitolarsi nel suo sedile, incrociando le braccia nel tentativo di coprirsi.
Scende finalmente dal bus e si dirige verso il suo bar di fiducia per acquistare una bibita fresca prima di chiudersi in biblioteca. Arrivata alla saracinesca nota però che il bar è chiuso per lutto. Nota allora un altro locale, il classico bar di quartiere frequentato da pensionati, operai e alcolizzati. Decide che per oggi potrà andar bene e varca la soglia.
Arredamento anni 80, odore di sigarette, bancone e vetri sudici, proprio come se lo aspettava. All'interno 3 uomini bevono una birra al tavolino e il barista scrolla annoiato su qualche social.
Sara sente immediatamente tutti gli occhi su di se e prova un grande disagio per il suo abbigliamento, vorrebbe indossare un burqa mentre invece buona parte del suo corpo è esposto allo sguardo di questi porci.
Si avvicina al bancone e chiede frettolosamente un thè al limone, il barista indica un vecchio frigo in fondo alla stanza. Sara si avvicina e nota che è rimasta una sola lattina di the, in fondo al ripiano più basso. Sente lo sguardo dei quattro uomini addosso, ne percepisce la carezza viscida sulla sua pelle. Si china per prendere la lattina ma il movimento scopre la parte bassa del sul bel culetto, offrendo ai quattro uomini una celestiale visione del suo perizoma nero. Appena realizza l'errore Sara si alza di scatto e si gira. Vede distintamente uno dei tre uomini al tavolo che si tocca la patta dei pantaloni. Paga frettolosamente la lattina ed esce.
La giornata trascorre tranquilla ma  Sara continua a ripensare con disgusto a quanto successo.
Alle 19 la biblioteca chiude e Sara si appresta a prendere l'autobus. Presa dalla foga dello studio non è mai andata in bagno durante tutto il pomeriggio e quando si è resa conto di avere un forte bisogno di urinare i bagni della biblioteca erano già stati chiusi e ora Sara  si trova alla fermata stringendo le gambe mentre senta la sua vescica premere, gonfia come se dovesse esplodere.
Controlla l'orario di arrivo del bus e scopre con orrore che non sarebbe passato prima di 25 minuti. La ragazza realizza che non sarebbe arrivata a casa in tempo e che il bar sarebbe stato l'unica opzione per non pisciarsi nelle mutandine.
L'urgenza si fa sempre più impellente, entra nel bar e trova solo il barista dietro il bancone, un uomo sulla 50ina in sovrappeso e dall'aspetto trasandato.

"Buonasera, posso usare il bagno?"
"Certo cara, aspetta però fammi controllare che sia in ordine, sai è tutto il giorno che viene utilizzato dai clienti"

Sara in quel momento avrebbe pisciato nel peggiore bagno del mondo, ma per non dare a vedere la sua urgenza ringrazia con un sorriso.
Il barista scompare lasciando Sara appoggiata al bancone con le gambe serrate, la vicinanza del wc ha aumentato la sua urgenza.
Passa qualche minuto e Sara è ormai al limite, sente alcune gocce di urina inumidirle le mutandine quando il barista riappare

"Prego, vai pure"

Sara non riesce praticamente a muoversi e cerca di dissimulare al meglio la sua urgenza ma il panico ha preso il sopravvento su di lei. Si stacca dal bancone tenendo una mano in mezzo alle gambe, mentre zoppica verso il corridoio che porta al bagno.

Arriva davanti alla porta e cerca di aprila ma niente, la porta non si muove. Sara è disperata sente le lacrime che iniziano a bagnare i suoi occhioni azzurri. Tira la porta con tutte le sue forze ma niente, non si apre.
Prova afferrando la maniglia con entrambe le mani, piantando i piedi a terra, ma lo sforzo ottiene come unico risultato un copioso fiotto di urina che bagna il suo perizoma nero e inizia a colare lungo le sue giovani cosce sode. Sara non riesce più a trattenersi e in lacrime abbandona ogni resistenza. Una fiume di urina scorre lungo le sue cosce e si espande sul pavimento.
Sara si volta verso l'ingresso ma il barista è fuori dal suo campo visivo, almeno nessuno la vista mentre si pisciava addosso.
Guarda poi la pozza a terra e sobbalza, sotto la porta un piccolo tacchetto fermaporta impediva l'apertura della stessa. Sara si china, lo toglie e la porta si apre agevolmente.
Il bagno è molto piccolo e Sara decide di poggiare lo zaino fuori dalla porta per avere più libertà di movimento.

Il perizoma è zuppo di urina ma il vestitino, essendo abbastanza largo, è tutto sommato asciutto. Sara si leva le mutandine e si asciuga sommariamente con la carta igienica. Ora è presentabile e può pensare alla pozza lasciata in corridoio.
Quando riapre la porta il mondo le crolla addosso. Il barista è in piedi davanti a lei. In mano ha il suo cellulare e il portafoglio di Sara.

"Bene bene vedo che hai fatto un bel disastro Sara."

Sara è ammutolita per la vergogna mentre tiene in mano il suo perizoma fradicio di urina, come fa a sapere il suo nome? Cosa vuole da lei?

"Vedo che hai perso la parola, lascia che ti spieghi. Quando ti ho visto entrare ho capito che non potevi resistere a lungo e ho deciso di farti questo scherzetto."

"Perché..."

"Perché sei una figa da cinema e oggi mi hai lasciato con il cazzo duro tutto il pomeriggio"

Le parole dure del barista risvegliarono Sara dal torpore in cui era sprofondata

"Ma chi cazzo sei, come ti permetti?"

Il barista non si scompone neanche un attimo

"Faresti bene a moderare i termini, vedi il tuo piccolo incidente è stato ripreso  dal mio cellulare, appoggiato laggiù"

Sara trasalì e rimase in silenzio

"Inoltre ho dato un'occhiata al tuo zaino e dai tuoi documenti ho trovato il tuo profilo Instagram. Vedi?"

Il barista mostra alla ragazza il proprio cellulare con il profilo Instagram in bella vista.

"Vedi questo video interesserebbe molto ai tuoi contatti non credi?

Sara è terrorizzata. Ha curato per un intero anno il suo profilo sapendo che l'università americana avrebbe scandagliato anche i suoi social. Inoltre ha diversi contatti di assistenti e professori tra i suoi follower. Quel video poteva rovinarla.
Tutte le emozioni spariscono dentro Sara lasciandone solo una: un profondo e cieco terrore.

"Hai un'alternativa"

Le parole del barista risvegliarono Sara

"Succhiami il cazzo, qui, adesso. Ho chiuso la porta del bar, nessuno ci disturberà."

Sara come un automa si china mentre le lacrime scorrono a fiumi lungo il suo viso.
Il suo cervello ha smesso di funzionare in modo razionale, avrebbe potuto correre via e chiamare la polizia, minacciare quel porco di denuncia e convincerlo a lasciar perdere il suo perverso piano.
Invece no, nessuna di queste opzioni le sembra percorribile.
Sara con gli occhi sbarrati apre la patta dei pantaloni e rimane immobile.
Il barista allora abbassa l'elastico delle mutande e tira fuori il suo cazzo molle, probabilmente per l'età e l'emozione.
La puzza dell'uomo riempie le narici di Sara che risponde con un conato. Le lacrime le annebbiano la vista.

"Che aspetti? Prendilo in bocca troia"

Sara spalanca la bocca e l'uomo le spinge il cazzo in gola. Nonostante le dimensioni ridotte Sara è sul punto di vomitare.
Il barista inizia a muoversi dentro la sua bocca, la saliva cola a terra dalla bocca spalancata di Sara mentre il cazzo dell'uomo non accenna ad irrigidirsi.

Dopo pochi minuti che a Sara sembrarono un'eternità l'uomo emette un rantolo e riempie la bocca della povera ragazza con un copioso getto di sborra calda.
Sara rimane immobile con la bocca semichiusa, mentre la sborra dell'uomo le colava fuori dalla bocca e lungo il viso, sporcando il vestito che indossava.

Il barista sembrava rabbioso per la mancata erezione e l'eiaculazione precoce. Si rivestì rapidamente e fissò Sara con un ghigno.

"Stupida troia, davvero pensavi che sarebbe finita così? Non pensavo fossi così scema."

"Ti prego, cosa altro vuoi da me?"

"Vedi i miei piani sono molto più perversi di così, questo pompino non serviva a soddisfarmi, oggi ho già sborrato 3 volte dopo che sei entrata nel bar"

"Lasciami andare maledetto porco"

"Non credo proprio ragazzina, vedi ti ho ripreso mentre mi succhiavi il cazzo, vuoi che aggiunga anche questo video nel messaggio ai tuoi contatti?"

" Cosa vuoi che faccia? Vuoi scoparmi? Fai pure!"

"No cara, non mi interessa svuotarmi le palle ora, voglio averti in mio potere. Le fighe come te credono che tutti gli uomini siano ai loro piedi, ma questa volta sarai tu a strisciarmi davanti "

"Che cosa intendi, cosa vuoi farmi?"

"Voglio divertirmi con te, sarai la mia schiava per tutta l'estate, darai sfogo alle mie perversioni. Se riuscirai a resistere fino a Settembre avrai la libertà e potrai continuare la tua vita, altrimenti questi video finiranno ovunque e sarai rovinata. Tu non vuoi essere rovinata vero?"

"No farò qualunque cosa"

Sara pensava che qualche scopata con quel cazzetto valeva la sua libertà, ormai era nei guai fino al collo, non poteva permettersi che quei video girassero online la sua vita sarebbe finita. Tanto, viste le scarse prestazioni, non sarebbe stato un problema dare qualche soddisfazione a quel porco. La determinazione di Sara stava di nuovo venendo a galla.

"Bene, dammi il tuo telefono, ora installerò un app che mi permette di vedere i tuoi messaggi e la tua galleria, servirà più avanti."

Sara consegnò il telefono sbloccato al bastardo che smanettó per qualche minuto per poi riconsegnarglielo.

"Bene, esci da qua adesso, mi farò sentire io. Domani."

Sara corse fuori dal bar e arrivò in strada, l'autobus stava arrivando. Salì e si accasciò su un sedile. Arrivata a casa fece una lunga doccia e pianse nel suo letto sino ad addormentarsi.

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bobbafottete@gmail.com
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scritto il
2024-08-28
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