Orgia 1donna 3femmini 3maschi

di
genere
orge

Tonia Sonia Monia i femmini troietti
Aldo e Mino i maschi cazzuti
Nando il Padrone Domino
Fiona la puttana sub dai caprlli rossi

La serata, col buio che scendeva con calda morbidezza in quella prima estate milanese, invitava alla troiaggine. I tre troietti Tonia Sonia e Monia erano usciti soddisfatti dal bordello di mamma Jole. I loro culetti piccoli e sodi come hanno da essere quelli dei femmnucci e le bocche ornate di belle labbra carnose , erano ancora pieni della gustosa panna fornita da due mister libanesi dotati e resistenti che, oltre a riempire i loro corpicini, avevano anche generosamente riempito i portafogli dei tre belli.
Avevano le mutandine fradice e le bocche incremate ma piene di popper decisero di finire la notte alla grande. Per fortuna che la loro tana era a due passi perché già lungo la strada i ragazzini avevano delle erezioni violente e alle loro provocazioni fatte di ancheggiamenti sculettanti e mutandine abbassate, rispondevano menandosi i loro duri adolescenziali cazzi.
Coraggio bimbi che, quando avrete un po' di soldi vi farò assaggiare il mio culetto scherzò Sonia. Arrivate a casa si spogliarono e prima di fare la doccia assieme, si regalarono la visione dei loro corpicini con la crema che dai buchini del culetto strapazzati scendeva copiosa lungo le cosce mentre con le mani si pizzicavano i piccoli capezzoli e i cazzettini. Ma i capezzolini, culettini e cazzattini da dieci centimetri riflessi nello specchio. erano di due, Tonia e Sonia. Biondi e sottili cuciolini smancerosi con una fighetta anale e una fighetta orale sempre pronte. Due troietti veramente femminucci con i loro 160 di altezza e 45 dipeso. Monia era invece una anima maschiaccia bisessuale e dominante in un corpo da donna con delle tettine tonde e sode ornate da capezzoli grossi e rossi come fragoline primaverili. La sua altezza di175 unita a un peso di 56 le regalava gambe lunghe sottili e cosce muscolose frutto di lunghe ore di ginnastica che la avevano dotata di un ventre piatto ornato di un ombelico ammiccante. E, a differenza di Tonia e Sonia, non aveva un cazzetto che sembrava un clitoride grosso, ma un cazzone di 17 centimetri ornato da due belle palle. Per farlo meglio risaltare era accuratamente rasata .
Tonia sbuffò. ”basta lesbicare” disse allontanando Sonia che la stava leccando. “Ho voglia di una orgetta, ma molto perversa.” Ma è tardi dove li troviamo” rispose Sonia che delle tre era la più saggia. Monia si era distratta. Ripensava, guardando le amichette lesbicare alla delusione di quel pomeriggio quando, i due libanesi avevano sfondato culetto e bocca dei troietti mentre lei era stata rifiutata perché con un cazzo così era troppo maschia. Per consolarla Mamma Jole che al lavoro indossava una cintura di castità le aveva infilato nella fighetta anale un dildo di otto pollici e permesso di tirarsi una sega. Il ricordo le fece drizzare il cazzo. Sonia strillo “Monia, che pensi?” “O sì” rispose Monia ,” ho una idea , chiediamo un indirizzo a Sissy”.
Sissy di nome Marino, era un femminuccio scrittore che aveva fatto i soldi trasformando i racconti dei te troietti in libri erotici pieni di sesso perverso che si vendevano benissimo. Occasionalmente Sissy ripagava con pranzetti e regalini molto carini come vestitini e scarpe.
Monia fece il numero al cellulare. Era occupato. Monia scrisse ritelefona. Il tempo di farsi una boccata dalla canna che si stavano passando che Sissy ritelefonò. Monia che eccitata si stava strizzando un capezzolo, spiegò il loro desiderio di una fine notte e inizio mattino con orgia perversa.
“Ciao Monia ti do l’indirizzo di Fona, una stellina rossa irlandese.” “Una donna? Puah” obiettò Monia.
“No! aspetta che ti spiego”. Riprese Sissy “Fiona è una giovanissima
Puttanella, bella benfatta troia. Disponibile a tutto e più. Come lo so ? mi ha raccontato la sua storia. Tienti forte e non toccarti.
Fiona è arrivata a sedici anni a Milano per seguire il suo Daddy. Il Daddy a Milano faceva il protettore e ha pensato di sverginare Fiona e metterla al lavoro. Lei si è rifiutata. Allora il Daddy l’ha sberlata ben bene su culo figa e tette. Poi la ha incatenata nuda a una panchina dei giardinetti con figa e culo in vista . Non ci ha messo molto a sverginarla con il suo cazzo per godere quando camminavano Mandingo. Poi le ha sbragato il culo e fatto bere la sborra che le aveva sparato in bocca.
Finito, ha chiamato i ragazzini del quartiere perché la ripassassero. Gratis ovviamente e per farle tenere la bocco aperta per bere sborra a non finire le ha messo una pinza sul naso. Mi ha detto che prima di svenire aveva contato 22 scopate inculate e sbocchinate. Da allora è diventata la più disponibile e volonterosa cavallina della scuderia del Daddy.
Monia parlò con Fiona e si accordarono per visitarla da lì una ora. “Su ragazze vestiamoci, ma prima facciamoci belli.” Tonia e Sonia si laccarono le unghie di rosso e in tono usarono un rossetto della stessa tonalità sfregandolo un poco sui capezzolini per renderli vivaci. Le due avevano deciso di essere femminucci slave e decisero di vestirsi in coppia. Entrambi con reggipettini e string di trasparente pizzo rosso. Questi nascondevano le gabbiette di castità a misura per i loro cazzettini che erano piuttosto delle grosse clitoridi. Da dietro spuntavano i fermi dei plug ,corti ma a testa tonda che infilati nel buchino li facevano godere come femmine quando camminando sculettavano. Le gambe inguainate in calze rosse tenute su reggicalze in pizzo dello stesso colore. Lo string in tizzo rosso e trasparente delineava con precisione la dimensione della gabbietta di castità la cui chiave pendeva maliziosamente dalla molletta che stringeva il capezzolo destro. Come vestito avevano deciso per delle camicie da maschio per ricordare che erano maschietti. Ma quando si muovevano la camicia di leggero cotone trasparente, faceva intuire il loro corpo femminile e in messaggio di sottomissione che intimo rosso, gabbiette e plug. Il tocco finale era dato dalle scarpe in cuoio rosso con tacco di sei centimetri.
Monia invece non aveva ancor deciso cosa essere a casa Fiona. Come schiava era stata respinta dai libanesi e il ricordo la eccitava come una ubriacona a cui si sia rifiutato un bicchierino. Al pensarci sentì il suo uccello indurirsi, ma d’atra parte le era nato il desiderio di essere Domina. Si chiedeva quale delle due Monie schiava femminuccia sottomessa o domina trans dovesse soddisfare Alla fine decise per la Domina, tanto pensò a dare via il culo a un padrone c’è sempre tempo. Si liberò della presenza di Tonia e Sonia che stavano facendo esercizio di sottomissione menandole il cazzo sempre più indurito e leccandole il buchetto del culo che, in verità, grazie a quelle leccatine si apriva e chiudeva spasmodicamente.
Monia aprì l’armadio dove teneva il dress Domina. Fedele al otto Dominare significa soffrire, per prima cosa indossò dei strizza capezzoli dentati che penetrarono ella carne facendola piangere. Guardò compiaciuta l’immagine riflessa. Bene le tette sono posto passiamo al cazzo. Tonia e Sonia accorsero per aiutarla Sonia le leccò la cappella facendola poi entrare in due anellini che sotto di lei la fecero raddoppiare di dimensioni. Tonia invece aiutò Monia ad infilare i grossi coglioni negli anelli, 10 per la precisione finché Monia non ebbe due cazzi ,uno di 17 centimetri con una cappella a fungo e uno di 14 con una cappella enorme formata dai coglioni stretti e una asta di anelli di ferro. Il davanti era a posto. Sonia completò scrivendo con il henné Troia sub ma domina sul pancino di Monia. Un cazzo ben disegnato completava l’opera. Per i dietro, Monia infilò nella sua fighetta anale un plug elettronico che ogni tenta secondi si allargava riempendole lano e toccando in fondo alla fighetta quel punto g che i gay hanno. E quando il punto G veniva toccato il cazzo di Monia si drizzava come volesse sborrare verso il cielo. E poi le chiappe tremolavano di piacere. Camminare così era una tortura ma la troietta così conciata amava questo gioco.
Come abbigliamento, a parte le giarrettiere rosa e le ballerine rosa ai piedi per indicare che era una femminuccia dentro, aveva tralasciato mutandine e reggipetto optando per una minigonna plissettata color fiamma che lasciava intravedere la gabbietta di castità per i 17 centimetri della mazza e lo scroto allungato da dieci anelli di ferro che terminava con due grossi testicoli pulsanti, e un gilerino di cotone aperto sulle tette. Il tassista che Tonia aveva chiamato era fighetto molto bello. I jeans a vita bassissima eccessivamente aderenti lasciavano indovinare delle chiappette belle sode e tonte e una ragguardevole dotazione la cui punta lottava per superare la cintura Certo pensò Tania, con quel ben di Dio che si vedeva avrebbe dovuti fare il puttanello e guadagnare bene invece di fare il tassista per quattro soldi. Si accomodarono nel taxi e dettero l’indirizzo. Tonia si era seduta davanti e sbadatamente faceva scendere la manina sul pacco del tassista che diventava sempre più eccitato e nervoso. Arrivati a casa di Fiona, Tonia sfacciata gli disse “Senti bello , non ho soldi ma posso pagarti in natura. Al tuo cazzo non piacerebbe essere sbocchinato? e gli apri lo zip facendo uscire una bestia d venti centimetri che si infilò in bocca. In solo cinque minuti il ragazzo venne. molta crema andò sulla faccia e bocca di Tonia e molta sul parabrezza. Comparve Fiona, “siete arrivate ! e tu che ci fai con quella faccia impiastricciar di sborra? “Oh ma è bona” rispose Tonia raccogliendo la crema con la mano per poi leccarla. Dette un bacio al tassista e salì con le altre all’appartamento di Fiona.
Troiette nude, in ginocchio faccia alla porta lì in attesa dei padroni cazzuti.! Tu con i coglioni inanellati sei Monia? Stai qui nuda e fammi da schiava mentre mi preparo.”
Gli occhi di Monia si spalancarono sbigottiti per lo spettacolo del corpo denudato di Fiona. Gi il contrasto fra la pelle bianchissima e i capelli rossi era arrapante, ma poi partiva dal collo stretto dal collar da cane in oro lo spettacolo: seguivano le grosse mammelle belle alte e sode con i capezzoli perforati da anelli, l’ombelico con incastonato uno zaffiro. il clitoride lungo un mignolino serrato in una fedina nunziale di oro ferma dalla sbarretta dorata che perforava il clitoride stesso.
Le grandi labbra della bella e grassa figa erano perforate da tre anelli oer parte mentre le piccole labbra avevano ciascuna un brillantino incastonato. Il pene di Monia iniziò, gonfiandosi a premere dolorosamente sui lati della gabbietta di castità. “Ah, sei anche maschio rise Fiona liberando il cazzo di Mona dalla prigione. E in cazzo di Monia, lungo grosso e indurito trasmise il messaggio che in fondo alla troietta stava vigile un maschio. “Dai” disse Fiona “Aldo ,Mino e il mio cazzuto amore Nando non sono ancora arrivati. Puoi darmi una ripassata sado prima che arrivino. Ma io non voglio che tu goda. Perciò ti rimetto la gabbia. Sei arrabbiato? Sculacciami dove vuoi. “ Monia incazzata calò pesantemente le mani sulle tette, la figa il culo strappando a Fiona grida di dolore e ululati di godimento finché lo squirting eruppe dalla figa come una fontanella bagnando il pavimento. “Troiette pulite tutto” gridò Fiona come invasata “Leccate bene, fuori tutta la lingua!” Intanto si era ficcata la mano di Monia nella vagina arrossata. Finalmente Aldo, Mino e Nando arrivarono.
Tonia e Sonia erano già pronte, nude in ginocchio porgendo le tettine ad offrire le bocche ai cazzi. Cosa che fece piacere ad Aldo e Mino che, mentre si facevano spompinare, si erano denudati. Poi all’unisono presero Tonia e Sonia sulle ginocchia e le sculacciarono brutalmente. I troietti ululavano sentendosi le chieppette infuocate mentre i cazzetti indurendosi sembravano chiedere la loro dose di botte. Giocando con le tettine. Piangevano . Nando disse” è giusto dovevano punirvi. Non avete salutato i vostri padroni. Però io sono buono e permetto che vi sbraghino il culo e lo riempiano di sborra. Poi una leccherà la sborra dal culo dell’altra. Vedo cara Fiona che il cazzuto ingabbiato ti ha già punita. Mi piacciono le tue tette strapazzate e il culetto rosso. Su vieni dal tuo padrone. Apri la boccuccia che voglio infilarci la mia bestia.”
Fiona si slogò la mascella cercando di prendere quanto cazzo possibile così come voleva Nando. Sentiva quel cazzo carezzarle ogni angolo della bocca. Il dentro- fuori la faceva sussultare mentre tirava verso l’alto gli anelli dei capezzoli. Anche la figa e in culo seguivano il ritmo del pompino, aprendosi e chiudendosi intorno alle dita delle due mani che Monia aveva lì infilato. Fiona sperava che Nando le venisse in bocca per poter mandare giù quella deliziosa crema, ma Nando da sadico si era fermato lasciando Fiona fremere insoddisfatta. Per dare ritmo alla orgia tutti si servirono dei popper e del Viagra contenuti nella ciottolona in argento.
Rinfrancati ripresero ad amarsi. Moana, che era preso dal corpo di Fiona, sentì le mani di maschio accarezzare le sue tonde natiche, picchiettare la sua fighetta anale e poi salire a strittargli con forza i capezzoli. Gemendo per il piacere, Monia si piegò in avanti e sentì la mostruosa bestia di Nando strofinarsi sulle crespe del suo buchino che si stava aprendo. Monia passò da maschio per Fiona alla sua vera natura di puttanello femmina. Sentendo la grande cappella di Nando tentare di intrufolarsi in lei, spero che dando un colpo forte tutto il cazzo di Nando potesse entrare il lei trattandola da puttana da inculare. La voce di Nando risuono chiara e dominanre.
“Monia, la povera Fiona è vuota dentro e aspetta di essere riempita. Fai il maschio e ficcale la tua mazza in tutti i suoi buchi e pesta senza pietà che a lei piace.” Monia uscì dal sogno di essere femina sottomessa e menandosi il cazzo ingabbiato e le palle inanellate si avvicinò a Fiona che gli aprì la gabbietta e prese a succhiargli la mazza. Stesa sulla schiena sopra la panca da ginnastica, la puttana schiava, tenendo le caviglie con le mani allargò le gambe e inarcò la schiena mettendo bene in vita la sua grotta d’amore liscia e ricca di anelli , grondante di succhi di femmina e lo sfintere crespato che aprendosi e chiudendosi mostrava un buchino roseo che chiedeva di essere riempito. Nando approvò menandosi la bestia e Fiona gridò “fottimi duro”.
Cosa che avvenne, ma come mai avvenuto prima, lasciando Fiona rantolante di godimento. La sua fighetta ricevé una strana mazza fatta di anelli di ferro con una cappella dalla forma di due coglioni. Il coso la penetrò lentamente, senza fretta, assaporando ogni centimetro della fighetta sino a che le palle colpirono brutalmente il punto G facendola urlare e ansimare Con ogni movimento il cazzo di Monia si sfregava sul clitoride anellato di Fiona facendolo indurire. Nando con uno sguardo invitò gli altri a partecipare. Aldo e Mino non persero tempo e ficcarono i loro cazzi nella bocca di Fiona. Le mani di Fiona si impossessarono dei cazzetti di Sonia e Tonia menandoli. Mentre i due troietti strizzavano con forza i loro capezzolini, imitando Monia che straziava i seni della troia schiava torcendo con forza gli anelli che adornavano i suoi capezzoli grossi come fragole.
Pausa! Fermi! Raffreddatevi “Gridò Nando. Urlate con me ”Siamo tutti bestie, lo pigliamo e lo diamo e ci piace! Siamo pronti a fottere e farci fottere. Bene, respirate forte riprendiamo.” La pausa aveva dato vigore e ritardato la fine del godimento. Aldo e Mino sostituirono le loro mani a quelle di Monia per torturare le tette di Fiona, mentre lei gemendo succhiava alternativamente i loro cazzi. Sonia e Monia si erano girate e si masturbavano avendo chiesto a Fiona di lisciare con la lingua le crespe dei loro buchini.
Monia mise un cuscino sotto le il fondo schiena di Fiona e fece incrociare mani e caviglie , così la mano destra teneva la caviglia sinistr e quelle sinistra la caviglia destra. Il corpo di Fiona aveva assunto la forma di un uovo con i buchini di culo e figa ora ristretti dall’incrocio e messi bene in vista dal cuscino inserito.
Toccavo ora a Monia dare il ritmo e decise di stimolarla usando quanto colava dalla figa di Fiona le allargò con le dita la fighetta anale. Fece entrare due, poi re e quattro dita . Quando sentì la fessurina ben allargata, vi spinse con forza il bastone formato dallo scroto inanellato con la cappella formata dai due coglioni. Entrò tutto e Fiona rise “Lo sento nello stomaco” .
Il cazzo di carne e quello di anelli erano penetrati fino in fondo dentro la figa e il culetto di Fiona. La donna, sentendosi piacevolmente sfondata, a loro semplice movimento lanciava urletti di piacere.
Monia faceva il maschio, ma non durò molto. Monia venne baciata da Nando che ficcò lingua nella sua bocca quasi scopandola. Poi lei indovinò che le sue dure dita avevano preso possesso dei suoi grossi capezzoli, mungendola come una vacca. E questo il troietto voleva essere, non maschietto ma schiva puttana per il padrone. A Nando questo andava bene. Monia, che benché dolorante per quella bestia che la squarciava, non poteva sottrarsi sia perché lei ere immobilizzata dentro Fiona, sia perché quella grossa bestia dentro di lei risalendo lentamente la rendeva pazza di piacere. Come è bello essere donna penso Monia . sua fighetta anale la rendeva pronta a soddisfarlo quando e come lui vuole.
Tutto ni rapida sequenza si trasformò in uno show di godimento collettivo. Tonia e Sonia si girarono e versaroni il loro sperma sui capelli e viso di Fiona che inghiottì la sborra che Aldo e Mino esplodendo in coppi a le versarono in bocca. La figa di Fiona che grazie al culo ripieno strizzava il cazzo di Monia, vene inondata da un fiotto enorme di sperma che mescolandosi al suo squirt formò un laghetto sul pavimento.
Più dolce, lento e sofferto fu per Monia l’uscita dal suo culetto, dalla sua eccitata fighetta anale del potente arnese di Nando. Monia la femmina, assaporò quel leggero tremolio delle viscere che l’enorme cazzo di Nando causava muovendosi in lei. Poi lo sentì fremere , irrigidirsi e con un colpo brutale sfondarla fino in fondo. Attese paziente che godesse della lenta uscita dal suo culetto, dalla sua fighetta anale di troietto.
Era una troia fecondata che si sentiva riempita dal maschio,una troietta vacca felice di essere munta dal suo padrone. Dolcemente liberatosi da Fiona e dalla parte mascolina, lasciò che la parte femminile prendesse il sopravvento ricordandogli che era una puttanella schiava che si aveva un cazzo, ma era femmina per il suo padrone, lieta di essere presa ovunque, in ogni momento e in qualunque modo piacesse a lui. Pronta a darsi ad alti uomini se questo era il suo desiderio. Ringraziandolo del piacere dato alla sua fighetta anale,alla bocca golosa, alle tette impudiche da puttana, attese che uscisse da lei. Poi Monia si inginocchiò davanti a lui, prese in mano la mazza di Nando ancora coperta dai sughi usciti del suo culetto e dei buchi di Fiona e lentamente, con sottomesso amore usando la sua lingua la ripulì facendola ritornare a una dimensione normale
Bravo, bello e capace” disse Nando “ Mi piaci come maschio che diventa donna.
Al prossimo incontro sarò io la donna e tu il maschio e ci divertiremo”. Poi crudelmente continuò Ricorda che sono il tuo Padrone. Rimettiti le mollette sui capezzoli e ficcati in culo questo plug a testa tonda del diametro di sei centimetri.
Monia lo fece entrare gemendo piano perché così grosso non lo aveva mai preso. Ma quando fu dentro Monia urlò e uno spruzzo dal suo cazzo inondò la faccia di Tonia che le voleva leccare le palle inanellate. “Bene” disse Nando tieni mollette e plug sino a domani notte. A Mezzanotte collegati col laptop e fammi vedere sullo schermo come ti togli il plug.
Ma, come dice la poesia agni cosa bella ha la sua fine. La notte stava sfumando nelle luci dell’alba. I maschi se ne andarono. La puttana Fiona andò a dormire. I tre femminucci fecero quello che fanno le ragazze serie dopo una notte di scopate. Pulirono, lavarono e riordinarono l’appartamento.

scritto il
2024-12-21
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