Al mare con mio genero
di
Emma66
genere
incesti
Buongiorno a tutti, mi chiamo Emanuela, ho 58 anni e la storia del tutto veritiera che sto per raccontare risale a una decina di anni fa.
Cambio volutamente tutti i nomi delle altre persone coinvolte in questa narrazione per mantenere l’anonimato.
Torniamo all’estate del 2011, trascorsa come ogni anno nella nostra casa in Liguria, dapprima solo nei weekend, e poi per tre settimane nel mese di agosto.
Mia figlia Laura si sposò tre anni prima con mio genero Daniele.
Si sono conosciuti da ragazzini, avevano solamente 17 anni quando si fidanzarono, per poi sposarsi giovanissimi 7 anni più tardi.
Tra di loro le cose andarono sempre bene e ne fui sempre molto contenta.
Daniele è un fisioterapista di successo che non hai mai fatto mancare nulla a mia figlia Laura.
Ero e sono entusiasta di lui come genero mi spiace solamente di aver contribuito a incrinare i rapporti con loro.
Torniamo all’estate del 2011 e più precisamente alla prima settimana di agosto.
Daniele da libero professionista poteva gestirsi le ferie a suo piacimento, a differenza di mia figlia che fu costretta a lavorare le prime due settimane del mese.
Per cui decidemmo di andare al mare noi tre: io, Daniele e il mio nipotino Andrea.
I primi giorni furono piuttosto ripetivi: mare la mattina, pranzo a casa, pisolino e di nuovo in spiaggia al pomeriggio. Nel primo fine settimana ci raggiunse mia figlia per il weekend e facemmo un giorno fuori porta in un’altra località.
Dopo il pranzo Laura accompagnò mio nipote al bar a prendere un gelato mentre io rimasi sotto l’ombrellone con la mia bellla settimana enigmistica. Daniele invece ne approfittò per fare un pisolino.
La mia concentrazione, dedicata alle parole crociate, fu disturbata dal respiro pesante di Daniele. Alzai un attimo lo sguardo e lo vidi dormire beato sul suo salviettone di fronte a me. Teneva la testa appoggiata su uno zaino, con le gambe opposte a dove ero seduta io. Non feci caso però ad un “piccolo” particolare. Il suo costume slip si era vertiginosamente ingrossato: stava avendo un’erezione nel sonno. Li per li la cosa mi lascio abbastanza tranquilla, fu una scena simpatica ma nulla più. Le cose però cambiarono quando, continuando a dormire, si spostò sul fianco sinistro. Il costume, probabilmente non legato troppo bene, si staccò dalla vita, consentendo al suo pene in erezione di fuoriuscire. Rimasi sbalordita e al tempo stesso divertita dalla dinamica che portò a me quella vista. Rimasi un po’ a guardarlo, alla fine non stavo facendo nulla di male. Mio genero era un bel ragazzo e indipendentemente dal fatto che fosse mio genero, un pene in erezione rimane una bella visione. Lui continuò a dormire e io li a guardare ed osservare il suo membro. Le dimensioni generose, tipiche di quell’età, e una discreta quantità di vasi sanguigni che coprivano il dorso del suo pene, rendevano quella vista super eccitante. Non me resi conto subito ma quella visione non mi lasciò indifferente: mi stavo bagnando alla vista del pene di mio genero. Quel momento fu interrotto però da delle risate provenienti poco distanti da noi: una famiglia stava sopraggiungendo nella nostra direzione. Pensai subito al pene di mio genero in bella vista, pertanto decisi di svegliarlo immediatamente.
Allungai la gamba e con il piede gli toccai la testa: complice il mio stato emotivo, mossi leggermente il piede e feci pressione sul suo viso. Daniele si svegliò di scatto trovandosi il mio piede quasi in bocca. Leggermente intontito mi guardò ma non disse nulla. In fretta gli dissi io: “Daniele ricomponiti, guarda come sei conciato” indicando con il piede il suo costume. Di scatto si ricompose e disse in sua discolpa: “maledetto costume, è vecchio, devo cambiarlo, l’elastico non tiene più”.
Dopo quel fatto la giornata e il weekend proseguirono via lisci e Laura tornò in città domenica sera, portando con se Andrea, che sarebbe rimasto, nella settimana successiva con gli altri nonni.
Tuttavia quel pomeriggio in spiaggia non mi lasciò senza conseguenze.
Il giorno seguente i miei pensieri furono inquieti tutto il giorno, pertanto decisi, per stimolare il mio “appetito”, di provocare leggermente mio genero. Non credo che fino a quel momento avesse mai avuto qualche interesse nei miei confronti, se non per i miei piedi. Ogni volta che ne aveva occasione, cercando di non farsi notare da me, li osservava sempre. Ho sempre pensato fosse un po’ feticista, ricordo di quando, ai tempi del loro fidanzamento, trovai lui sul divano di casa intento a leccare i piedi di mia figlia.
Per cui decisi di approfittare di questa sua debolezza.
Ci sedemmo sul divano e iniziammo a vedere il solito film serale.
Seduti agli opposti, tirai su le gambe e misi i piedi vicino a lui. Subito notai che li guardò immediatamente ma non disse. Allora decisi di spingere un po’ di più: ”caspita, stasera i piedi mi fanno veramente male, le infradito mi stanno uccidendo. Ti va Daniele di farmi un massaggio ai piedi o ti imbarazza molto?”. Oltre ad essere un fisioterapista mio genero era anche un massaggiatore certificato. Rispose subito: “ma figurati Emanuela, ci mancherebbe, mi fa molto piacere”. E subito iniziò a massaggiare le piante dei piedi. Fu davvero piacevole quel massaggio ma non era lo scopo principale; speravo di vedere un’altra erezione da parte sua ma complice la luce spenta e i pantaloncini non notai nulla. Decisi quindi di godermi il massaggio di per se e di ritentare in presenza di luce.
L’occasione capitò il giorno seguente.
Andai a fare la spesa a metà mattina e quando rincasai Daniele era in terrazzo sulla sdraio, già vestito da spiaggia, con un altro costume rispetto a quello dell’ultima volta ma sempre slip.
Decisi di cogliere al volo l’occasione; riposi le poche cose in frigorifero e andai in terrazza.
Mi sedetti sulla poltrona e mi tolsi le ballerine che stavo indossando. Subito esclamai: “potevo evitare di mettere queste scarpe, con tutti i dolori che ho. Daniele saresti così gentile da farmi un massaggino?” dissi guardandolo con aria caritatevole. “Certo Emanuela” rispose subito. Si sedette accanto a me è iniziò il massaggio. Questa volta la luce diurna palesò in poco tempo quello che speravo. Il suo pene divenne eretto in men che non si dica. Dal solito slippino era facilmente notabile. Non contenta gli chiesi di portarmi un bicchiere d’acqua, pertanto si alzò dalla sedia e lo andò a prendere. Appena alzato in piedi la sua erezione era ancora più visibile; secondo me quella situazione sotto sotto piaceva anche a lui, non fece nessun tentativo stavolta di nascondere il tutto. Appena tornò al massaggio decisi di calcare la mano: “Daniele hai questo tipo di reazione in tutte le tue sedute di massaggi?” Indicando con il volto la sua zona pubica. Rispose ridendo: “ma va assolutamente, sono un professionista, non mi faccio mai coinvolgere”. Proseguii io: “mi stai dicendo che adesso sei coinvolto?” Lui:”be è una cosa diversa, adesso non sto lavorando e tu sei mia suocera (appunto avrei voluto dirgli), inoltre ho sempre considerato molto belli i tuoi piedi, sono loro la causa di questo movimento” guardando verso il basso.
Eravamo giunti ad un limite che era meglio non oltrepassare.
È abbastanza comune che tra un genero e suocera si crei un certo felling e di certo un’erezione causata dai miei piedi non comportava a nessun tipo di problema.
Detto questo decisi di spingermi un poco oltre, la situazione era veramente intrigante e le mie fantasie iniziavano a prendere il sopravvento.
Dissi a quel punto: “sono contento che ti piacciano i piedi, peccato però per la puzza, non è colpa mia, sono le ballerine che me li fanno puzzare”. Daniele subito rispose: “no assolutamente non puzzano, stai tranquilla”. A quel punto alzai la gamba e portai il piede destro al naso di mio genero: “sicuro non puzzano?” Lui leggermente imbarazzato inalò a pieni polmoni ed esclamò: “no no davvero, guarda solo leggermente ma è piacevole”. In che senso è piacevole la puzza dei miei piedi?! Evidentemente a Daniele piacevano eccome. Proseguì io guardando di nuovo verso le sue parti basse: “vedo bene che li consideri piacevoli, guarda li ancora un po’ e non sta più nel costume”. Si mise a ridere giustificandosi: “eh purtroppo in questo periodo va così, ci stiamo vedendo poco io e Laura, poverino (riferendosi al suo pene) non ha modo di sfogarsi”.
Quelle parole furono un chiaro segnale di come quella situazione fosse assai gradita a mio genero.
A quel punto gli chiesi apertamente: “ti piacerebbe leccarli?” Rispose subito:”si ovviamente ma non vorrei essere indiscreto, tu saresti d’accordo?” Al quel punto decisi di giocare apertamente con lui: “se ti piacciono così tanto leccali pure, vorrà dire che mi dovrai un favore”. Non aspettò oltre: Daniele iniziò a leccarmi i piedi, partendo dalle dita e scendono lungo la pianta e l’arco. Si vedeva che era proprio un feticista, leccava entrambi i piedi con foga, riempiendoli di saliva.
Ero stanca di guardare Daniele mentre faceva quello che più desiderava; volevo avere anch’io la mia parte. Spostai i piedi da lui e dissi: “ok mi hai leccato i piedi, adesso però facciamo una cosa che piace a me”. “Che cosa?” Chiese lui incuriosito. “Vorrei toglierti il costume, ti vedo troppo costretto in quello slippino”. Daniele mi guardò e disse: “vuoi che rimanga nudo di fronte a te? Ma dici sul serio?”
Quella risposta mi fece innervosire inizialmente (cioè stai leccando con passione i piedi di tua suocera e fai venire i sensi di colpa a me?); mi calmai subito e risposi: “mah si tanto ho già visto il tuo pistolino (mica tanto ino) l’altro giorno in spiaggia, non vedrei nulla di nuovo”.
Bastava veramente poco per convincerlo, probabilmente voleva solo la mia benedizione.
Si alzò in piedi e sfilò il costume.
Questa volta il suo pene eretto lo avevo di fronte a me che usciva perpendicolarmente dal suo corpo.
Il glande era costretto dal prepuzio che a fatica lo manteneva nascosto.
Era già bagnato, lo si vedeva chiaramente.
Fece un passo nei miei confronti e si fermo a mezzo metro da me. Al di là della sua erezione notai in lui un grosso imbarazzo, d’altro canto era del tutto normale vista la situazione.
Corsi in suo aiuto: allungai la mano e presi dolcemente il suo pene turgido. Spostai all’indietro la pelle per svelare finalmente il suo glande. Quel movimento così semplice e gentile contribuì a far fuoriuscire una generosa quantità di liquido pre eiaculatorio dal suo glande arrossato. Fu tutto molto eccitante ovviamente.
Sempre con la massima delicatezza lo sparsi su tutto il glande ed iniziai a masturbarlo.
Stavo godendo un sacco anch’io, volevo toccarmi ma l’ultimo barlume di pudore me lo impediva.
Lui li eretto, nudo, ed estasiato, di fronte a me, sua suocera, che riceveva una bellissima masturbazione.
Una parte di me voleva passare al sesso orale, la voglia di assaporare il suo pene in bocca era tanta ma il solito senso di giustizia me lo impedì nuovamente.
Passarono in realtà pochi secondi, nel giro di neanche un minuto giunse all’orgasmo: flotte di sperma iniziarono ad uscire nella mia direzione. Mi colpì in pieno viso coi primi schizzi, per poi andare in direzione della canotta che indossavo.
Tolsi la mano dal suo pene e lo guardai con tanta soddisfazione.
Daniele molto compiaciuto mi guardò altrettanto e disse: “Caspita è stato bellissimo, ti meriti un vero massaggio. Vieni di la con me”. Entrammo subito in casa, lui ancora completamente nudo ed io con il viso e la canottiera sporca del suo sperma.
Mi fece coricare sul letto a pancia in giù ed iniziò a massaggiarmi le gambe con il suo olio da massaggi.
Li per li non capii questa sua volontà ma non mi soffermai più di tanto; un massaggio era pur sempre un massaggio.
In breve però capii subito le sue intenzioni. Velocemente si spostò verso il mio sedere, dapprima portò le mani sotto le culotte che indossovo per poi sfilarle un attimo dopo. Tra i miei glutei e lo sguardo di mio genero rimanevano gli slip del costume che indossavo.
Fu molto dolce, non posso dire il contrario ma fu troppo vorace nel fare quello che voleva.
Scostò nuovamente lo slip e si diresse con le dita verso il mio ano.
Rimase sopra di esso per pochi secondi per poi iniziare ad entrare col dito indice. Grazie all’olio che astutamente aveva deciso di usare fu molto facile penetrarmi analmente. Iniziò un movimento dentro fuori lento ma costante che mi fece letteralmente impazzire. Volevo a tutti i costi portarmi una mano sul clitoride ma complice il momento e la posizione che stavo tenendo mi risultava difficile.
Fortunatamente Daniele con le dita dell’altra mano iniziò a penentrarmi dalla vagina ormai colante di umori; stavo godendo come poche altre volte mi è capitato. Un dito nell’ano e due nella vagina, con movimenti dolci e delicati.
Non fu lunga l’attesa: raggiunsi l’orgasmo (e che orgasmo) in breve tempo. Non mi era mai capitato di eiacualare: complice, non so, l’eccitazione del momento e la doppia penetrazione (forse è stato un semplice schiacciamento dell’uretra) venni sul letto bagnandolo pesantemente.
Appena mi ripresi, guardai amorevolemte il viso di Daniele e senza dire nulla mi diressi in bagno a lavarmi.
Quella giornata, non prima di aver cambiato le lenzuola del letto, prosegui regolarmente e il rapporto tra me e Daniele fu quello di sempre come se non fosse successo nulla.
Il giorno seguente andammo in spiaggia e per noi si prospettava la classica routine marittima.
Stavo facendo le mie parole crociate, quando Daniele mi interruppe dicendomi: “Emanuela mi sto un po’ annoiando, siccome non sono ancora sporchi di sabbia, posso baciarti i piedi?” Rimasi di stucco; non mi sarei mai aspettata una richiesta simile in quel momento. Un po’ titubante balbettai: “ma adesso? Dai c’è un sacco di gente, non mi sembra il caso” Ribattè lui: “tranquilla sarò discreto”. Ed iniziò a leccarmi i piedi coricato accanto ad essi. Ero un po’ imbarazzata; è vero che tra la sdraio e le borse varie messe in copertura non era molto visibile, ma eravamo comunque in spiaggia e la scena di un ragazzo trentenne era impegnato a leccare i piedi di una cinquantenne, non mi pareva troppo educativa diciamo. Mi accorsi quasi subito dell’erezione di mio genero attraverso gli slip ma non volli volutamente aumentare la sua eccitazione commentando a riguardo. Ad un certo punto però abbassò la sua mano destra e con scaltrezza tiro fuori il pene in erezione iniziando a masturbarsi. Non volevo credere ai miei occhi, era completamente fuori controllo.
Iniziai a voltarmi prima a destra e poi a sinistra con la speranza che nessuno dei bagnanti vicino a noi si accorgesse di quello che stava facendo.
Cercai con le buone di calmarlo dicendo: “Daniele così è troppo, ci vedono, dai smettila”. Riuscii a farlo smettere un momento. Ma disse in sua risposta: “ok la smetto però torniamo a casa subito e proseguiamo la”. Adesso iniziava a preoccuparmi veramente.
Sicuramente la colpa della situazione che si era creata era la mia. Il giorno precedente avevo fomentato questa sua pulsione nascosta, io in primis mi ero fatta coinvolgere con troppa facilità ma adesso stava prendendo una piega che non avrei mai immaginato 24 ore prima.
In ogni caso acconsentii, per lo meno così facendo evitavamo figuracce in spiaggia.
Il tragitto a piedi verso casa fu un po’ traumatico.
Daniele non diceva nulla e io non sapevo come comportarmi.
Sicuramente potevo oppormi alle sue richieste ma ugualmente mi sentivo in colpa per aver creato quella situazione.
Arrivammo a casa e subito Daniele andò verso camera mia. Tergiversai un attimo ma lo seguii. Cercai di correre sulla difensiva dicendo: “ok siamo a casa, vuoi continuare a leccare i miei piedi?” Rispose: “le sensazioni che ho provato ieri sono state incredibili, vorrei andare oltre però ai tuoi piedi.” Mi gelai. Cosa voleva fare a questo punto? Mi feci forza e glielo chiesi. E lui:”mi piacerebbe molto avere un rapporto con te e so che anche a te piacerebbe”. Ecco il dado era tratto ed io ero messa alle strette. Potevo dire di no, potevo anche arrabbiarmi per quella richiesta ma visto il nostro comportamento il giorno prima pensai di ragionarci assieme prima: “Daniele ieri ci siamo fatti trascinare dalle nostre pulsioni sessuali ma allo stesso tempo siamo persone adulte. La masturbazione reciproca è un conto, un rapporto sessuale pieno e ben altra cosa”. Mi fermai un attimo e aggiunsi: “inoltre ti ricordo che tu sei mio genero, sposato con mia figlia”. Una frase di una semplicità e di una chiarezza lampante ma che cambiarono umore in Daniele. Cupo in volto mi guardò e disse: “lo so bene, cosa credi. Però ormai l’errore è stato commesso, ed è stato causato da entrambi. Se questa storia arriva alle orecchie di Laura il nostro rapporto è finito. Pertanto godiamoci questi momenti che rimarranno unici e poi mettiamoci una pietra sopra.”
Colta da un profondo imbarazzo e pentimento a sentire quelle parole acconsentii annuendo col capo.
Ci coricammo sul letto e Daniele bramoso quanto mai si fiondò subito su di me e sulle mie labbra, baciandomi con avidità. Mentre le nostre lingue si contorcevano assieme, Daniele iniziò a sfilarmi il vestito da spiaggia che indossavo: in un amen rimasi in costume. Non ci mise molto a slacciarmi anche il reggiseno. Appena ebbe la possibilità si spostò subito sul mio seno iniziando a leccarlo avidamente. Ero totalmente inerme, non partecipavo attivamente all’ amplesso, ero come congelata. Se il giorno prima le mie mani agguatarono rapacemente il pene di mio genero, in quel momento ero semplicemente immobile.
Con la mando destra abbasso prima i miei slip e poi i suoi. Eravamo nudi, lui sopra di me con i miei capezzoli tra le sue labbra e la sua mano che accarezzava il mio clitoride. Senza aspettare ancora e senza dire nulla si posizionò sopra il mio bacino e iniziò a penetrarmi.
Non ero bagnata a differenza dei giorni scorsi pertanto il suo ingresso non fu piacevole ma non obiettai. Rimasi immobile col suo pene dentro la mia vagina e la sua lingua dentro la mia bocca.
I suoi movimenti erano decisi, capivo da come muoveva la lingua che era in preda a forte eccitazione.
L’unica cosa che dissi durante il rapporto fu questa: “Daniele mi raccomando niente scherzi, non puoi venire dentro”. Non annuì nemmeno, stava solo aspettando il momento per esplodere.
Stavo già pensando alle conseguenze e all’imbarazzo che avrei provato presentandomi al consultorio a quasi cinquant’anni suonati.
Fortunatamente, i miei pensieri furono interrotti dal movimento brusco di Daniele che uscì di scatto dalla mia vagina e in ginocchio si spostò velocemente verso la mia testa.
In un amen venne copiosamente sul mio viso, schizzandomi il suo sperma un po’ ovunque.
Il giorno prima bramavo dalla voglia di prendere il pene di mio genero in bocca e di assaporare il suo sperma.
In quel momento invece fui colta da grosso imbarazzo e vergogna. Daniele si spostò e mi porse quantomeno un pacchetto di fazzoletti.
Mi ripulii e andai subito in doccia.
Quel pomeriggio fu interminabile anche perché sia io che Daniele facemmo di tutto per non incrociarci in casa.
La resa dei conti arrivo però la sera, prima di cena. Con le lacrime agli occhi Daniele venne da me a scusarsi per il suo comportamento (ho sempre creduto e credo tuttora che quel pianto fu provocato dai sensi di colpa per il tradimento, più che dal modo in cui di fatto mi portò a letto).
Ovviamente le responsabilità furono di entrambi ma proprio quei giorni assieme cambiarono definitivamente il nostro rapporto.
Già il giorno seguente rientrò anticipatamente in città e, sia lui che Laura, cambiarono i programmi per la settimana di ferragosto, decidendo di andare altrove.
Mia figlia non ha mai sospettato di nulla anche se da allora abbiamo iniziato a vederci molto meno.
Cambio volutamente tutti i nomi delle altre persone coinvolte in questa narrazione per mantenere l’anonimato.
Torniamo all’estate del 2011, trascorsa come ogni anno nella nostra casa in Liguria, dapprima solo nei weekend, e poi per tre settimane nel mese di agosto.
Mia figlia Laura si sposò tre anni prima con mio genero Daniele.
Si sono conosciuti da ragazzini, avevano solamente 17 anni quando si fidanzarono, per poi sposarsi giovanissimi 7 anni più tardi.
Tra di loro le cose andarono sempre bene e ne fui sempre molto contenta.
Daniele è un fisioterapista di successo che non hai mai fatto mancare nulla a mia figlia Laura.
Ero e sono entusiasta di lui come genero mi spiace solamente di aver contribuito a incrinare i rapporti con loro.
Torniamo all’estate del 2011 e più precisamente alla prima settimana di agosto.
Daniele da libero professionista poteva gestirsi le ferie a suo piacimento, a differenza di mia figlia che fu costretta a lavorare le prime due settimane del mese.
Per cui decidemmo di andare al mare noi tre: io, Daniele e il mio nipotino Andrea.
I primi giorni furono piuttosto ripetivi: mare la mattina, pranzo a casa, pisolino e di nuovo in spiaggia al pomeriggio. Nel primo fine settimana ci raggiunse mia figlia per il weekend e facemmo un giorno fuori porta in un’altra località.
Dopo il pranzo Laura accompagnò mio nipote al bar a prendere un gelato mentre io rimasi sotto l’ombrellone con la mia bellla settimana enigmistica. Daniele invece ne approfittò per fare un pisolino.
La mia concentrazione, dedicata alle parole crociate, fu disturbata dal respiro pesante di Daniele. Alzai un attimo lo sguardo e lo vidi dormire beato sul suo salviettone di fronte a me. Teneva la testa appoggiata su uno zaino, con le gambe opposte a dove ero seduta io. Non feci caso però ad un “piccolo” particolare. Il suo costume slip si era vertiginosamente ingrossato: stava avendo un’erezione nel sonno. Li per li la cosa mi lascio abbastanza tranquilla, fu una scena simpatica ma nulla più. Le cose però cambiarono quando, continuando a dormire, si spostò sul fianco sinistro. Il costume, probabilmente non legato troppo bene, si staccò dalla vita, consentendo al suo pene in erezione di fuoriuscire. Rimasi sbalordita e al tempo stesso divertita dalla dinamica che portò a me quella vista. Rimasi un po’ a guardarlo, alla fine non stavo facendo nulla di male. Mio genero era un bel ragazzo e indipendentemente dal fatto che fosse mio genero, un pene in erezione rimane una bella visione. Lui continuò a dormire e io li a guardare ed osservare il suo membro. Le dimensioni generose, tipiche di quell’età, e una discreta quantità di vasi sanguigni che coprivano il dorso del suo pene, rendevano quella vista super eccitante. Non me resi conto subito ma quella visione non mi lasciò indifferente: mi stavo bagnando alla vista del pene di mio genero. Quel momento fu interrotto però da delle risate provenienti poco distanti da noi: una famiglia stava sopraggiungendo nella nostra direzione. Pensai subito al pene di mio genero in bella vista, pertanto decisi di svegliarlo immediatamente.
Allungai la gamba e con il piede gli toccai la testa: complice il mio stato emotivo, mossi leggermente il piede e feci pressione sul suo viso. Daniele si svegliò di scatto trovandosi il mio piede quasi in bocca. Leggermente intontito mi guardò ma non disse nulla. In fretta gli dissi io: “Daniele ricomponiti, guarda come sei conciato” indicando con il piede il suo costume. Di scatto si ricompose e disse in sua discolpa: “maledetto costume, è vecchio, devo cambiarlo, l’elastico non tiene più”.
Dopo quel fatto la giornata e il weekend proseguirono via lisci e Laura tornò in città domenica sera, portando con se Andrea, che sarebbe rimasto, nella settimana successiva con gli altri nonni.
Tuttavia quel pomeriggio in spiaggia non mi lasciò senza conseguenze.
Il giorno seguente i miei pensieri furono inquieti tutto il giorno, pertanto decisi, per stimolare il mio “appetito”, di provocare leggermente mio genero. Non credo che fino a quel momento avesse mai avuto qualche interesse nei miei confronti, se non per i miei piedi. Ogni volta che ne aveva occasione, cercando di non farsi notare da me, li osservava sempre. Ho sempre pensato fosse un po’ feticista, ricordo di quando, ai tempi del loro fidanzamento, trovai lui sul divano di casa intento a leccare i piedi di mia figlia.
Per cui decisi di approfittare di questa sua debolezza.
Ci sedemmo sul divano e iniziammo a vedere il solito film serale.
Seduti agli opposti, tirai su le gambe e misi i piedi vicino a lui. Subito notai che li guardò immediatamente ma non disse. Allora decisi di spingere un po’ di più: ”caspita, stasera i piedi mi fanno veramente male, le infradito mi stanno uccidendo. Ti va Daniele di farmi un massaggio ai piedi o ti imbarazza molto?”. Oltre ad essere un fisioterapista mio genero era anche un massaggiatore certificato. Rispose subito: “ma figurati Emanuela, ci mancherebbe, mi fa molto piacere”. E subito iniziò a massaggiare le piante dei piedi. Fu davvero piacevole quel massaggio ma non era lo scopo principale; speravo di vedere un’altra erezione da parte sua ma complice la luce spenta e i pantaloncini non notai nulla. Decisi quindi di godermi il massaggio di per se e di ritentare in presenza di luce.
L’occasione capitò il giorno seguente.
Andai a fare la spesa a metà mattina e quando rincasai Daniele era in terrazzo sulla sdraio, già vestito da spiaggia, con un altro costume rispetto a quello dell’ultima volta ma sempre slip.
Decisi di cogliere al volo l’occasione; riposi le poche cose in frigorifero e andai in terrazza.
Mi sedetti sulla poltrona e mi tolsi le ballerine che stavo indossando. Subito esclamai: “potevo evitare di mettere queste scarpe, con tutti i dolori che ho. Daniele saresti così gentile da farmi un massaggino?” dissi guardandolo con aria caritatevole. “Certo Emanuela” rispose subito. Si sedette accanto a me è iniziò il massaggio. Questa volta la luce diurna palesò in poco tempo quello che speravo. Il suo pene divenne eretto in men che non si dica. Dal solito slippino era facilmente notabile. Non contenta gli chiesi di portarmi un bicchiere d’acqua, pertanto si alzò dalla sedia e lo andò a prendere. Appena alzato in piedi la sua erezione era ancora più visibile; secondo me quella situazione sotto sotto piaceva anche a lui, non fece nessun tentativo stavolta di nascondere il tutto. Appena tornò al massaggio decisi di calcare la mano: “Daniele hai questo tipo di reazione in tutte le tue sedute di massaggi?” Indicando con il volto la sua zona pubica. Rispose ridendo: “ma va assolutamente, sono un professionista, non mi faccio mai coinvolgere”. Proseguii io: “mi stai dicendo che adesso sei coinvolto?” Lui:”be è una cosa diversa, adesso non sto lavorando e tu sei mia suocera (appunto avrei voluto dirgli), inoltre ho sempre considerato molto belli i tuoi piedi, sono loro la causa di questo movimento” guardando verso il basso.
Eravamo giunti ad un limite che era meglio non oltrepassare.
È abbastanza comune che tra un genero e suocera si crei un certo felling e di certo un’erezione causata dai miei piedi non comportava a nessun tipo di problema.
Detto questo decisi di spingermi un poco oltre, la situazione era veramente intrigante e le mie fantasie iniziavano a prendere il sopravvento.
Dissi a quel punto: “sono contento che ti piacciano i piedi, peccato però per la puzza, non è colpa mia, sono le ballerine che me li fanno puzzare”. Daniele subito rispose: “no assolutamente non puzzano, stai tranquilla”. A quel punto alzai la gamba e portai il piede destro al naso di mio genero: “sicuro non puzzano?” Lui leggermente imbarazzato inalò a pieni polmoni ed esclamò: “no no davvero, guarda solo leggermente ma è piacevole”. In che senso è piacevole la puzza dei miei piedi?! Evidentemente a Daniele piacevano eccome. Proseguì io guardando di nuovo verso le sue parti basse: “vedo bene che li consideri piacevoli, guarda li ancora un po’ e non sta più nel costume”. Si mise a ridere giustificandosi: “eh purtroppo in questo periodo va così, ci stiamo vedendo poco io e Laura, poverino (riferendosi al suo pene) non ha modo di sfogarsi”.
Quelle parole furono un chiaro segnale di come quella situazione fosse assai gradita a mio genero.
A quel punto gli chiesi apertamente: “ti piacerebbe leccarli?” Rispose subito:”si ovviamente ma non vorrei essere indiscreto, tu saresti d’accordo?” Al quel punto decisi di giocare apertamente con lui: “se ti piacciono così tanto leccali pure, vorrà dire che mi dovrai un favore”. Non aspettò oltre: Daniele iniziò a leccarmi i piedi, partendo dalle dita e scendono lungo la pianta e l’arco. Si vedeva che era proprio un feticista, leccava entrambi i piedi con foga, riempiendoli di saliva.
Ero stanca di guardare Daniele mentre faceva quello che più desiderava; volevo avere anch’io la mia parte. Spostai i piedi da lui e dissi: “ok mi hai leccato i piedi, adesso però facciamo una cosa che piace a me”. “Che cosa?” Chiese lui incuriosito. “Vorrei toglierti il costume, ti vedo troppo costretto in quello slippino”. Daniele mi guardò e disse: “vuoi che rimanga nudo di fronte a te? Ma dici sul serio?”
Quella risposta mi fece innervosire inizialmente (cioè stai leccando con passione i piedi di tua suocera e fai venire i sensi di colpa a me?); mi calmai subito e risposi: “mah si tanto ho già visto il tuo pistolino (mica tanto ino) l’altro giorno in spiaggia, non vedrei nulla di nuovo”.
Bastava veramente poco per convincerlo, probabilmente voleva solo la mia benedizione.
Si alzò in piedi e sfilò il costume.
Questa volta il suo pene eretto lo avevo di fronte a me che usciva perpendicolarmente dal suo corpo.
Il glande era costretto dal prepuzio che a fatica lo manteneva nascosto.
Era già bagnato, lo si vedeva chiaramente.
Fece un passo nei miei confronti e si fermo a mezzo metro da me. Al di là della sua erezione notai in lui un grosso imbarazzo, d’altro canto era del tutto normale vista la situazione.
Corsi in suo aiuto: allungai la mano e presi dolcemente il suo pene turgido. Spostai all’indietro la pelle per svelare finalmente il suo glande. Quel movimento così semplice e gentile contribuì a far fuoriuscire una generosa quantità di liquido pre eiaculatorio dal suo glande arrossato. Fu tutto molto eccitante ovviamente.
Sempre con la massima delicatezza lo sparsi su tutto il glande ed iniziai a masturbarlo.
Stavo godendo un sacco anch’io, volevo toccarmi ma l’ultimo barlume di pudore me lo impediva.
Lui li eretto, nudo, ed estasiato, di fronte a me, sua suocera, che riceveva una bellissima masturbazione.
Una parte di me voleva passare al sesso orale, la voglia di assaporare il suo pene in bocca era tanta ma il solito senso di giustizia me lo impedì nuovamente.
Passarono in realtà pochi secondi, nel giro di neanche un minuto giunse all’orgasmo: flotte di sperma iniziarono ad uscire nella mia direzione. Mi colpì in pieno viso coi primi schizzi, per poi andare in direzione della canotta che indossavo.
Tolsi la mano dal suo pene e lo guardai con tanta soddisfazione.
Daniele molto compiaciuto mi guardò altrettanto e disse: “Caspita è stato bellissimo, ti meriti un vero massaggio. Vieni di la con me”. Entrammo subito in casa, lui ancora completamente nudo ed io con il viso e la canottiera sporca del suo sperma.
Mi fece coricare sul letto a pancia in giù ed iniziò a massaggiarmi le gambe con il suo olio da massaggi.
Li per li non capii questa sua volontà ma non mi soffermai più di tanto; un massaggio era pur sempre un massaggio.
In breve però capii subito le sue intenzioni. Velocemente si spostò verso il mio sedere, dapprima portò le mani sotto le culotte che indossovo per poi sfilarle un attimo dopo. Tra i miei glutei e lo sguardo di mio genero rimanevano gli slip del costume che indossavo.
Fu molto dolce, non posso dire il contrario ma fu troppo vorace nel fare quello che voleva.
Scostò nuovamente lo slip e si diresse con le dita verso il mio ano.
Rimase sopra di esso per pochi secondi per poi iniziare ad entrare col dito indice. Grazie all’olio che astutamente aveva deciso di usare fu molto facile penetrarmi analmente. Iniziò un movimento dentro fuori lento ma costante che mi fece letteralmente impazzire. Volevo a tutti i costi portarmi una mano sul clitoride ma complice il momento e la posizione che stavo tenendo mi risultava difficile.
Fortunatamente Daniele con le dita dell’altra mano iniziò a penentrarmi dalla vagina ormai colante di umori; stavo godendo come poche altre volte mi è capitato. Un dito nell’ano e due nella vagina, con movimenti dolci e delicati.
Non fu lunga l’attesa: raggiunsi l’orgasmo (e che orgasmo) in breve tempo. Non mi era mai capitato di eiacualare: complice, non so, l’eccitazione del momento e la doppia penetrazione (forse è stato un semplice schiacciamento dell’uretra) venni sul letto bagnandolo pesantemente.
Appena mi ripresi, guardai amorevolemte il viso di Daniele e senza dire nulla mi diressi in bagno a lavarmi.
Quella giornata, non prima di aver cambiato le lenzuola del letto, prosegui regolarmente e il rapporto tra me e Daniele fu quello di sempre come se non fosse successo nulla.
Il giorno seguente andammo in spiaggia e per noi si prospettava la classica routine marittima.
Stavo facendo le mie parole crociate, quando Daniele mi interruppe dicendomi: “Emanuela mi sto un po’ annoiando, siccome non sono ancora sporchi di sabbia, posso baciarti i piedi?” Rimasi di stucco; non mi sarei mai aspettata una richiesta simile in quel momento. Un po’ titubante balbettai: “ma adesso? Dai c’è un sacco di gente, non mi sembra il caso” Ribattè lui: “tranquilla sarò discreto”. Ed iniziò a leccarmi i piedi coricato accanto ad essi. Ero un po’ imbarazzata; è vero che tra la sdraio e le borse varie messe in copertura non era molto visibile, ma eravamo comunque in spiaggia e la scena di un ragazzo trentenne era impegnato a leccare i piedi di una cinquantenne, non mi pareva troppo educativa diciamo. Mi accorsi quasi subito dell’erezione di mio genero attraverso gli slip ma non volli volutamente aumentare la sua eccitazione commentando a riguardo. Ad un certo punto però abbassò la sua mano destra e con scaltrezza tiro fuori il pene in erezione iniziando a masturbarsi. Non volevo credere ai miei occhi, era completamente fuori controllo.
Iniziai a voltarmi prima a destra e poi a sinistra con la speranza che nessuno dei bagnanti vicino a noi si accorgesse di quello che stava facendo.
Cercai con le buone di calmarlo dicendo: “Daniele così è troppo, ci vedono, dai smettila”. Riuscii a farlo smettere un momento. Ma disse in sua risposta: “ok la smetto però torniamo a casa subito e proseguiamo la”. Adesso iniziava a preoccuparmi veramente.
Sicuramente la colpa della situazione che si era creata era la mia. Il giorno precedente avevo fomentato questa sua pulsione nascosta, io in primis mi ero fatta coinvolgere con troppa facilità ma adesso stava prendendo una piega che non avrei mai immaginato 24 ore prima.
In ogni caso acconsentii, per lo meno così facendo evitavamo figuracce in spiaggia.
Il tragitto a piedi verso casa fu un po’ traumatico.
Daniele non diceva nulla e io non sapevo come comportarmi.
Sicuramente potevo oppormi alle sue richieste ma ugualmente mi sentivo in colpa per aver creato quella situazione.
Arrivammo a casa e subito Daniele andò verso camera mia. Tergiversai un attimo ma lo seguii. Cercai di correre sulla difensiva dicendo: “ok siamo a casa, vuoi continuare a leccare i miei piedi?” Rispose: “le sensazioni che ho provato ieri sono state incredibili, vorrei andare oltre però ai tuoi piedi.” Mi gelai. Cosa voleva fare a questo punto? Mi feci forza e glielo chiesi. E lui:”mi piacerebbe molto avere un rapporto con te e so che anche a te piacerebbe”. Ecco il dado era tratto ed io ero messa alle strette. Potevo dire di no, potevo anche arrabbiarmi per quella richiesta ma visto il nostro comportamento il giorno prima pensai di ragionarci assieme prima: “Daniele ieri ci siamo fatti trascinare dalle nostre pulsioni sessuali ma allo stesso tempo siamo persone adulte. La masturbazione reciproca è un conto, un rapporto sessuale pieno e ben altra cosa”. Mi fermai un attimo e aggiunsi: “inoltre ti ricordo che tu sei mio genero, sposato con mia figlia”. Una frase di una semplicità e di una chiarezza lampante ma che cambiarono umore in Daniele. Cupo in volto mi guardò e disse: “lo so bene, cosa credi. Però ormai l’errore è stato commesso, ed è stato causato da entrambi. Se questa storia arriva alle orecchie di Laura il nostro rapporto è finito. Pertanto godiamoci questi momenti che rimarranno unici e poi mettiamoci una pietra sopra.”
Colta da un profondo imbarazzo e pentimento a sentire quelle parole acconsentii annuendo col capo.
Ci coricammo sul letto e Daniele bramoso quanto mai si fiondò subito su di me e sulle mie labbra, baciandomi con avidità. Mentre le nostre lingue si contorcevano assieme, Daniele iniziò a sfilarmi il vestito da spiaggia che indossavo: in un amen rimasi in costume. Non ci mise molto a slacciarmi anche il reggiseno. Appena ebbe la possibilità si spostò subito sul mio seno iniziando a leccarlo avidamente. Ero totalmente inerme, non partecipavo attivamente all’ amplesso, ero come congelata. Se il giorno prima le mie mani agguatarono rapacemente il pene di mio genero, in quel momento ero semplicemente immobile.
Con la mando destra abbasso prima i miei slip e poi i suoi. Eravamo nudi, lui sopra di me con i miei capezzoli tra le sue labbra e la sua mano che accarezzava il mio clitoride. Senza aspettare ancora e senza dire nulla si posizionò sopra il mio bacino e iniziò a penetrarmi.
Non ero bagnata a differenza dei giorni scorsi pertanto il suo ingresso non fu piacevole ma non obiettai. Rimasi immobile col suo pene dentro la mia vagina e la sua lingua dentro la mia bocca.
I suoi movimenti erano decisi, capivo da come muoveva la lingua che era in preda a forte eccitazione.
L’unica cosa che dissi durante il rapporto fu questa: “Daniele mi raccomando niente scherzi, non puoi venire dentro”. Non annuì nemmeno, stava solo aspettando il momento per esplodere.
Stavo già pensando alle conseguenze e all’imbarazzo che avrei provato presentandomi al consultorio a quasi cinquant’anni suonati.
Fortunatamente, i miei pensieri furono interrotti dal movimento brusco di Daniele che uscì di scatto dalla mia vagina e in ginocchio si spostò velocemente verso la mia testa.
In un amen venne copiosamente sul mio viso, schizzandomi il suo sperma un po’ ovunque.
Il giorno prima bramavo dalla voglia di prendere il pene di mio genero in bocca e di assaporare il suo sperma.
In quel momento invece fui colta da grosso imbarazzo e vergogna. Daniele si spostò e mi porse quantomeno un pacchetto di fazzoletti.
Mi ripulii e andai subito in doccia.
Quel pomeriggio fu interminabile anche perché sia io che Daniele facemmo di tutto per non incrociarci in casa.
La resa dei conti arrivo però la sera, prima di cena. Con le lacrime agli occhi Daniele venne da me a scusarsi per il suo comportamento (ho sempre creduto e credo tuttora che quel pianto fu provocato dai sensi di colpa per il tradimento, più che dal modo in cui di fatto mi portò a letto).
Ovviamente le responsabilità furono di entrambi ma proprio quei giorni assieme cambiarono definitivamente il nostro rapporto.
Già il giorno seguente rientrò anticipatamente in città e, sia lui che Laura, cambiarono i programmi per la settimana di ferragosto, decidendo di andare altrove.
Mia figlia non ha mai sospettato di nulla anche se da allora abbiamo iniziato a vederci molto meno.
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