Decathlon (II parte)
di
Plinio
genere
tradimenti
Lui annuì e senza dire nulla si ricompose un po' e tornò alla sua auto. Mise in moto e partì. Guardava nello specchietto e poco dopo Giorgia gli era qualche auto dietro.
Notifica.
Era sua moglie: a che ora arrivi?
Cazzo, pensò.
Al semaforo prese il telefono e stava per iniziare la risposta, ma arrivò un'altra notifica. Giorgia: hai un culo da urlo in quei pantaloni e poi come ti muovi, ti mangerei
Lui sorrise. Gli venne il cazzo di nuovo duro.
Rispose alla moglie: sono ancora in ufficio, t mando messaggio quando esco.
Arrivarono al parcheggio di Decathlon, erano vicini.
Arrivò anche lei e posteggiò vicino.
Scesero quasi contemporaneamente, si videro e lei fece un cenno a lui perchè entrasse per primo.
Lei la segui.
Senza voltarsi lui puntò alla toilette, entrò. Sapevano cosa potevano fare perchè non era la prima volta.
Un attimo dopo anche lei.
Senza dire una parola, lui si calò i pantaloni, lei sfilò la gonna e si inginocchiò davanti a lui. Preso il cazzo in bocca, senza troppi giochi.
Tutti e due non vedevano l'ora.
Prese a spompinare come se non potesse farlo mai più. Lui le teneva la testa e si muoveva scopandola in bocca.
Ma la interruppe. Voleva scoparla, venirle dentro. Per fortuna si era segato due ore prima se no a quest'ora sarebbe già venuto.
Lei si alzò e si girò appoggiandosi al lavandino a gambe larghe. Lui le slaccio la camicia per vederle le tette (non aveva mai il reggiseno lei), si abbassò un poco e la penetrò in un solo gesto. Era fradicia, fu facile. Iniziarono a scopare cosi guardandosi nello specchio. Piaceva un sacco a tutti e due.
Scopavano. Qualcuno bussò.
Si fermarono. Bussò di nuovo. Si guardarono incerti sul da farsi.
Nessun rumore.
Ripresero, veloci, volevano venire entrambi. Lui andava a fondo, le palle sbattevano, le tette sobbalzavano ad ogni colpo, un ciuffo di capelli andò a coprirle il volto, come era sexy! Una gioia per il cazzo e per gli occhi. Lei si strusciava il clitoride con due dita.
Vennero a tempo, ormai conoscevano i gesti e gli sguardi dell'altro e avevano capito come rallentare o accelerare per venire assieme.
La fica stringeva il cazzo. Lui contraeva per spingere fuori tutto lo sperma che aveva.
Al secondo colpo lei si scansò.
Lui ebbe un fastidio che durò un istante perchè sapeva che sarebbe finito di nuovo col cazzo in bocca. Infatti.
Lei lo pulì per bene, leccava e ingoiava.
Poi si fermò.
Si alzò e lo baciò ficcandogli la lingua dentro. Lui non vedeva l'ora.
Andarono avanti minuti finché qualcuno non bussò di nuovo.
Smisero e cercarono i vestiti per terra per rivestirsi velocemente.
Esco io, disse Giorgia.
Lui uscì due minuti dopo.
Si salutarono al parcheggio come fossero solo conoscenti. Partirono e poco dopo arrivarono due notifiche a lui.
Ti amo.
Ho voglia di scoparti.
Notifica.
Era sua moglie: a che ora arrivi?
Cazzo, pensò.
Al semaforo prese il telefono e stava per iniziare la risposta, ma arrivò un'altra notifica. Giorgia: hai un culo da urlo in quei pantaloni e poi come ti muovi, ti mangerei
Lui sorrise. Gli venne il cazzo di nuovo duro.
Rispose alla moglie: sono ancora in ufficio, t mando messaggio quando esco.
Arrivarono al parcheggio di Decathlon, erano vicini.
Arrivò anche lei e posteggiò vicino.
Scesero quasi contemporaneamente, si videro e lei fece un cenno a lui perchè entrasse per primo.
Lei la segui.
Senza voltarsi lui puntò alla toilette, entrò. Sapevano cosa potevano fare perchè non era la prima volta.
Un attimo dopo anche lei.
Senza dire una parola, lui si calò i pantaloni, lei sfilò la gonna e si inginocchiò davanti a lui. Preso il cazzo in bocca, senza troppi giochi.
Tutti e due non vedevano l'ora.
Prese a spompinare come se non potesse farlo mai più. Lui le teneva la testa e si muoveva scopandola in bocca.
Ma la interruppe. Voleva scoparla, venirle dentro. Per fortuna si era segato due ore prima se no a quest'ora sarebbe già venuto.
Lei si alzò e si girò appoggiandosi al lavandino a gambe larghe. Lui le slaccio la camicia per vederle le tette (non aveva mai il reggiseno lei), si abbassò un poco e la penetrò in un solo gesto. Era fradicia, fu facile. Iniziarono a scopare cosi guardandosi nello specchio. Piaceva un sacco a tutti e due.
Scopavano. Qualcuno bussò.
Si fermarono. Bussò di nuovo. Si guardarono incerti sul da farsi.
Nessun rumore.
Ripresero, veloci, volevano venire entrambi. Lui andava a fondo, le palle sbattevano, le tette sobbalzavano ad ogni colpo, un ciuffo di capelli andò a coprirle il volto, come era sexy! Una gioia per il cazzo e per gli occhi. Lei si strusciava il clitoride con due dita.
Vennero a tempo, ormai conoscevano i gesti e gli sguardi dell'altro e avevano capito come rallentare o accelerare per venire assieme.
La fica stringeva il cazzo. Lui contraeva per spingere fuori tutto lo sperma che aveva.
Al secondo colpo lei si scansò.
Lui ebbe un fastidio che durò un istante perchè sapeva che sarebbe finito di nuovo col cazzo in bocca. Infatti.
Lei lo pulì per bene, leccava e ingoiava.
Poi si fermò.
Si alzò e lo baciò ficcandogli la lingua dentro. Lui non vedeva l'ora.
Andarono avanti minuti finché qualcuno non bussò di nuovo.
Smisero e cercarono i vestiti per terra per rivestirsi velocemente.
Esco io, disse Giorgia.
Lui uscì due minuti dopo.
Si salutarono al parcheggio come fossero solo conoscenti. Partirono e poco dopo arrivarono due notifiche a lui.
Ti amo.
Ho voglia di scoparti.
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