In Spiaggia [1] - Puttanella
di
FraSub
genere
dominazione
I soliti ristorantini dei lidi. Sporchi di sabbia e intrisi di sale, con bambini che corrono e chiedono alla mamma di comprargli il gelato e tante, troppe persone in costume di bagno, di tutte le età, giovani, vecchi, belli e brutti, con boxer o indecenti slippini.
Siamo al tavolo vicino alla righiera del gazebo, tutto bianco con tendine azzurre, la classica estetica marina che mi piace tanto. Ci starebbe proprio bene il pezzo di sopra del mio costume, e il pareo bianco che mi sono portata. Mirko però mi vuole così, sostanzialmente nuda, con giusto lo slip a coprirmi quel cosetto che chiamo clitoride. Al centro del tavolo la frittura che abbiamo ordinato.
Mangio lentamente, prendo ogni gamberetto e lentamente me lo porto alla bocca. Schiudo le labbra, lo pregusto con la punto della lingua e poi un morsetto, e ancora un altro e un altro ancora. Ti guardo negli occhi mentro mangio. Sai perfettamente che prima in spiaggia non mi sono per niente saziata, che se me lo ordinassi continuerei a leccarti e gustarti, per ore ed ore.
In tutto questo lo sguardo di Mirko è leggermente distratto. Sta guardando qualcosa alle mie spalle. Cioè io sto a fare la docile puttanella e lui si mette a guardare altrove? Sarà il culetto di una ragazzina più bella di me, pensai. Invece no.
Mi volto. Un sessantenne, grassottello, un po’ troppo abbronzato, come tutti i sessantenni, che mi fissa. Mi giro leggermente schifata verso Mirko.
“Ma scusa c’è uno che mi fissa e non mi dici nulla? Ti avevo detto che dovevo mettermi almeno il pareo”
“Perché rovinare lo spettacolo, mi piace sapere gli altri eccitati nel vedere le mie proprietà.” A questa frase io mi ammutolisco. “Fra, sei disposta a tutto... vero?”
“Ma è vecchio, grasso, brutto. Di sicuro puzzerà! Poi siamo in vacanza... io e te... soli soletti... con quel bel lettone a casa ad attenderci... io...”
Mi zittisci con un bacio “quel lettone lo useremo stasera, puoi contarci, ma adesso il tuo buchetto è stretto, è da un po’ che non lo uso, devi allenarlo un po’ per me”
“E poi c’è da pagare il pranzo... già che ci sei, al ciccione chiedi dieci euro”. Mirko mi guarda con un ghigno e mi lancia un preservativo.
Io sono sconvolta. Prostituirmi. Non che non sappia come si fa. Il mio padrone mi ha educato fin dall’inizio ad essere una cagnetta esibizionista, sempre disponibile ad essere concessa a tutti in ogni momento... solo che qui, adesso, in vacanza... Comunque non posso disubbidire e mi alzo verso il signore.
Lui aveva appena finito di bere un caffè al bancone, continuava a fissarmi ed era abbastanza incredulo nel vedere che mi ero fermata proprio davanti a lui. “Signorina.. ehm.. serve qualcosa..” Il pervertito fa finta di fare il distratto un po’ imbarazzato. Con la sinistra gli faccio vedere il condom mentre mi avvicino e gli sussurro all’orecchio “Dieci euro e me lo metti in culo, ci stai?” Lui mi guarda abbastanza incredulo. “Costo troppo?” gli dico. “Ti ho visto come mi fissavi prima. Un gran bel uomo come te... non merita di stare solo a guardare, dieci euro e sono tua”
A questo il signore ritorna lucido, mi afferra il braccio destro e mi porta con se. Andiamo dietro il locale magazzino, in un lato dove c’è solo sabbia, qualche cespuglio e un gabbiano curiosone. Mi spinge contro il muro, si cala i calzoni, e mi bacia, la sua pancia mi schiaccia e le sue mani mi tirano via lo slip.
“Cos’...?” “Non ti preoccupare” gli dico “il mio clito non ti farà del male, piccolo è e piccolo rimarrà, io la vagina ce l’ho dietro” gli dissi con un sorrisetto da bimba maliziosa. Gli prendo in mano il cazzetto che diventa bello turgido. Di lunghezza non era granché però aveva una grossa cappella.
“Troietta il preservativo facciamo senza, ok?!”
“No” gli dico “solo il mio padrone, l’uomo con cui ero a tavola, può. Solo il papi può mettermi incinta”. Nel dirgli questo mi inginocchio, mi metto il preservativo sulle labbra e glielo infilo con la bocca. Gli do due colpetti per lubrificarlo e renderlo turgido al massimo, poi mi alzo, mi giro e inizio a sfregargli il culetto addosso.
A questo punto è lui a prendere il controllo della situazione. Mi prende per i capelli e mi spinge la testa verso il basso, il mio buchetto all’aria, in mostra, ci sputa sopra e nella maniera più rude e manesca che potesse esserci inizia a sodomizzarmi. Per fortuna che il buchetto è addestrato...
Mi batte dentro molto forte con colpi secchi e decisi, io sono in una posizione abbastanza scomoda e non riesco a fare altro che aggrapparmi con una mano al suo braccio e assecondare con il bacino il suo movimento. Il cazzetto sarà pure modesto ma la cappella grossa fa comunque il suo effetto, inizio ad ansimare, un pochino, lentamente, il mio inguine pulsa, le mie gambe fremono e iniziano a tremare.
Ma lui nel frattempo lo sento sempre più eccitato, ansima sempre più forte, i colpi si fanno sempre più decisi. Inizia a farneticare... troia... troia... frocetto... ansima sempre più forte, la sua mano mi stringe un capezzolo, io fremo... lui continua ancora più forte, ultimo colpo deciso e viene. “Sii!! brava bimba... un culo come il burro...”
La sua presa mi lascia, io perdo l’equilibrio e cado sulla sabbia. Lui si toglie il preservativo e me lo lancia addosso “tieni troia, i soldi e pensierino da portare al papi...” e se ne va sghignazzando.
Io rimango per un attimo li ferma, con questo preservativo (fortunatamente chiuso) sulla schiena, il culetto pulsante e gli slippini sporchi di sabbia affianco. Gli uomini veri così megalomani del loro potere, mentre io, solo una cagnetta ubbidiente che vende il suo culo per una banconota stropicciata.
Questo è il mio ruolo.
Il continuo lo troverete in un racconto futuro. Vi ricordo di scrivermi all’email subfra9@gmail.com per mandarmi ordini o idee per racconti.
Inginocchiata ad attendervi
FRA
Siamo al tavolo vicino alla righiera del gazebo, tutto bianco con tendine azzurre, la classica estetica marina che mi piace tanto. Ci starebbe proprio bene il pezzo di sopra del mio costume, e il pareo bianco che mi sono portata. Mirko però mi vuole così, sostanzialmente nuda, con giusto lo slip a coprirmi quel cosetto che chiamo clitoride. Al centro del tavolo la frittura che abbiamo ordinato.
Mangio lentamente, prendo ogni gamberetto e lentamente me lo porto alla bocca. Schiudo le labbra, lo pregusto con la punto della lingua e poi un morsetto, e ancora un altro e un altro ancora. Ti guardo negli occhi mentro mangio. Sai perfettamente che prima in spiaggia non mi sono per niente saziata, che se me lo ordinassi continuerei a leccarti e gustarti, per ore ed ore.
In tutto questo lo sguardo di Mirko è leggermente distratto. Sta guardando qualcosa alle mie spalle. Cioè io sto a fare la docile puttanella e lui si mette a guardare altrove? Sarà il culetto di una ragazzina più bella di me, pensai. Invece no.
Mi volto. Un sessantenne, grassottello, un po’ troppo abbronzato, come tutti i sessantenni, che mi fissa. Mi giro leggermente schifata verso Mirko.
“Ma scusa c’è uno che mi fissa e non mi dici nulla? Ti avevo detto che dovevo mettermi almeno il pareo”
“Perché rovinare lo spettacolo, mi piace sapere gli altri eccitati nel vedere le mie proprietà.” A questa frase io mi ammutolisco. “Fra, sei disposta a tutto... vero?”
“Ma è vecchio, grasso, brutto. Di sicuro puzzerà! Poi siamo in vacanza... io e te... soli soletti... con quel bel lettone a casa ad attenderci... io...”
Mi zittisci con un bacio “quel lettone lo useremo stasera, puoi contarci, ma adesso il tuo buchetto è stretto, è da un po’ che non lo uso, devi allenarlo un po’ per me”
“E poi c’è da pagare il pranzo... già che ci sei, al ciccione chiedi dieci euro”. Mirko mi guarda con un ghigno e mi lancia un preservativo.
Io sono sconvolta. Prostituirmi. Non che non sappia come si fa. Il mio padrone mi ha educato fin dall’inizio ad essere una cagnetta esibizionista, sempre disponibile ad essere concessa a tutti in ogni momento... solo che qui, adesso, in vacanza... Comunque non posso disubbidire e mi alzo verso il signore.
Lui aveva appena finito di bere un caffè al bancone, continuava a fissarmi ed era abbastanza incredulo nel vedere che mi ero fermata proprio davanti a lui. “Signorina.. ehm.. serve qualcosa..” Il pervertito fa finta di fare il distratto un po’ imbarazzato. Con la sinistra gli faccio vedere il condom mentre mi avvicino e gli sussurro all’orecchio “Dieci euro e me lo metti in culo, ci stai?” Lui mi guarda abbastanza incredulo. “Costo troppo?” gli dico. “Ti ho visto come mi fissavi prima. Un gran bel uomo come te... non merita di stare solo a guardare, dieci euro e sono tua”
A questo il signore ritorna lucido, mi afferra il braccio destro e mi porta con se. Andiamo dietro il locale magazzino, in un lato dove c’è solo sabbia, qualche cespuglio e un gabbiano curiosone. Mi spinge contro il muro, si cala i calzoni, e mi bacia, la sua pancia mi schiaccia e le sue mani mi tirano via lo slip.
“Cos’...?” “Non ti preoccupare” gli dico “il mio clito non ti farà del male, piccolo è e piccolo rimarrà, io la vagina ce l’ho dietro” gli dissi con un sorrisetto da bimba maliziosa. Gli prendo in mano il cazzetto che diventa bello turgido. Di lunghezza non era granché però aveva una grossa cappella.
“Troietta il preservativo facciamo senza, ok?!”
“No” gli dico “solo il mio padrone, l’uomo con cui ero a tavola, può. Solo il papi può mettermi incinta”. Nel dirgli questo mi inginocchio, mi metto il preservativo sulle labbra e glielo infilo con la bocca. Gli do due colpetti per lubrificarlo e renderlo turgido al massimo, poi mi alzo, mi giro e inizio a sfregargli il culetto addosso.
A questo punto è lui a prendere il controllo della situazione. Mi prende per i capelli e mi spinge la testa verso il basso, il mio buchetto all’aria, in mostra, ci sputa sopra e nella maniera più rude e manesca che potesse esserci inizia a sodomizzarmi. Per fortuna che il buchetto è addestrato...
Mi batte dentro molto forte con colpi secchi e decisi, io sono in una posizione abbastanza scomoda e non riesco a fare altro che aggrapparmi con una mano al suo braccio e assecondare con il bacino il suo movimento. Il cazzetto sarà pure modesto ma la cappella grossa fa comunque il suo effetto, inizio ad ansimare, un pochino, lentamente, il mio inguine pulsa, le mie gambe fremono e iniziano a tremare.
Ma lui nel frattempo lo sento sempre più eccitato, ansima sempre più forte, i colpi si fanno sempre più decisi. Inizia a farneticare... troia... troia... frocetto... ansima sempre più forte, la sua mano mi stringe un capezzolo, io fremo... lui continua ancora più forte, ultimo colpo deciso e viene. “Sii!! brava bimba... un culo come il burro...”
La sua presa mi lascia, io perdo l’equilibrio e cado sulla sabbia. Lui si toglie il preservativo e me lo lancia addosso “tieni troia, i soldi e pensierino da portare al papi...” e se ne va sghignazzando.
Io rimango per un attimo li ferma, con questo preservativo (fortunatamente chiuso) sulla schiena, il culetto pulsante e gli slippini sporchi di sabbia affianco. Gli uomini veri così megalomani del loro potere, mentre io, solo una cagnetta ubbidiente che vende il suo culo per una banconota stropicciata.
Questo è il mio ruolo.
Il continuo lo troverete in un racconto futuro. Vi ricordo di scrivermi all’email subfra9@gmail.com per mandarmi ordini o idee per racconti.
Inginocchiata ad attendervi
FRA
7
voti
voti
valutazione
5.3
5.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
In Spiaggia [1] - Docile
Commenti dei lettori al racconto erotico