Sesso con il raffeddore
di
Anonimo
genere
etero
Chissà di quale nazionalità era, l’influenza che aveva asserragliato casa Bertani, quel sabato sera.
Elisa Bertani si era avvolta in una vestagElisa azzurra in pile e sedeva placida davanti alla tv, in attesa che cominciasse il gioco a premi sul primo canale, rannicchiando le gambe coperte da un paio di calzettoni di lana di suo marito. All’improvviso, esordì con un violento attacco di tosse che la rese paonazza e si strinse il petto come se stesse dando l’ultimo addio alla vita.
Poi, piano piano si ricompose e tornò a guardare la tv, rantolando leggermente.
«Amore, non vieni a vedere la tv?»
Gianni Bertani si avvicinò al divano con un espressione corrucciata.
«Do. Dod ho vogElisa di guaddare la dv.» rispose con voce nasale.
«Ma adesso comincia il gioco a premi! Dai siediti. Coff, coff.»
Gianni si sedette accanto a lei, tirando su col naso con la potenza di un aspirapolvere. E anche con lo stesso rumore.
«Come ti senti?» Gli chiese Elisa, carezzandogli la pelata.
«Bale. E du?»
«Eh, non tanto bene anche io. Ma almeno riesco a respirare meglio. Non fosse per questa tosse maledetta. Coff coff! Non abbiamo più l’età, amore mio! Stiamo invecchiando!»
«Barla ber de!» rispose piccato Gianni, corrucciandosi ancor di più.
Elisa lo guardò con dolcezza. Erano passati vent’anni, ma lo amava come il primo giorno. Amava il suo naso a patata, rosso e gonfio per il raffreddore. Amava la sua pancetta, ora coperta dal pigiama di flanella e dalla canottiera di lana. E perché no, anche la sua pelata lucida di sudore.
«Ti ricordi? Un tempo non ci facevamo fermare da una semplice influenza. Appena avevamo occasione di restare chiusi in casa ci tuffavamo sotto le coperte a fare l’amore! Che bei tempi!»
Gianni si alzò di scatto dal divano, risentito.
«Io dod sodo vecchio! Adesso de lo dibosdro: stasera facciabo sesso, ho deddo.»
«Ma tesoro, lo sai che non puoi fare sforzi, te l’ha detto anche il dottore!»
«Io bosso fare duddo quello che voglio! Ho la forza di ud quiddicedde!» le urlò lui di rimando.
E così dicendo fece per prenderla tra le braccia, con l’intenzione di trascinarla a letto, ma un forte dolore alla schiena lo dissuase dal sollevarla ulteriormente e la lasciò cadere sul pavimento.
“No, il colpo della strega, no... ti prego...” pregò mentalmente.
Elisa, massaggiandosi il fondoschiena dolorante per l’impatto, cercò di risollevarsi, aggrappandosi alla gamba di suo marito.
«Te l’avevo detto che non dovevi fare sforzi.»
«Sì, sembre a dire de l’avevo detto, du... fa un bale cade.» si lamentò Gianni, con voce nasale.
«Un bale cade? Ah, già, cane... fa un male cane. Senti, lasciamo perdere questa storia del sesso, okkei? Tanto nessuno dei due è in forma, mò vado a preparare il brodino... »
Con un pò sforzo, Gianni riuscì a raddrizzare la schiena ed indicò con fermezza la camera da letto a sua moglie.
«Dod discutere, dodda, ho detto sesso e sesso sarà. Snort!»
«Ma... coff coff! E va bene!» Trattenendo la tosse, Elisa lo precedette in camera e prese a sollevarsi la camicia da notte di flanella. «Almeno i calzettoni, posso tenerli? Ho freddo ai piedi.»
Gianni alzò gli occhi al cielo. «Dei filb porno dod succede bai... vabbè, dienidi i galzeddoni... »
Battendo i denti dal freddo, Elisa si infilò sotto le coperte.
«Lo dobbiamo proprio far riparare, quel termosifone... »
«Binghia... » esclamò Gianni, nudo a sua volta, e si tuffò sul letto, ficcandosi sotto le coperte per abbracciare Elisa.
«Iiiiiiik! Hai le mani fredde, disgraziato! Non te le potevi riscaldare, prima?» strillò lei allontanandosi di scatto.
«E come le risgaldavo! Guarda che anghe du sei gelada, c’hai la figa che sebbra ud iglù! Mo ti escodo i pigguidi dalle gabbe!»
«Eggià, tu invece hai il cazzo a termosifone! Vieni, vieni, fammi vedere se ce l’hai caldo!»
Gianni si lasciò toccare, con un sorriso sornione.
«Eh, dodda? Dod dici diende? E’ caldo?»
«Uhm, sì...coff...un po’. » Elisa carezzava il cazzo gonfio di suo marito, riscaldandosi a sua volta. Sentiva che si stava bagnando anche lei.
Ripensò all’articolo che aveva letto la settimana prima su “Donna moderna”: chissà, magari quella storia che il sesso faceva passare il raffreddore era vera.
«Aaaah! Codtidua... » sospirò Gianni, estasiato. Inspirò, o meglio cercò di ispirare con il naso, e un famiElisare pizzicorino prese a brulicargli in fondo alle narici. Con una brutale manata, cercò di allontanare sua moglie, ma inutilmente. Un violento starnuto le innaffiò il petto di muco.
«Che schifo, Gianni! Ma non ti potevi girare dall’altra parte? Guarda qua... neanche mi fossi venuto addosso! » Elisa cercò di ripulirsi con un kleenex, mentre
Gianni imitava il suono del trombone soffiandosi il naso.
«Snort! Sodo cose che cabitado... codtiduiabo, dai...»
«Va beh... la prossima volta avvertimi, però. Uh... tesoro?»
«Che gè?»
«Il Colonnello Guglielmino... » cominciò Elisa, riferendosi al sesso di suo marito con il nomignolo affettuoso con cui lo aveva battezzato.
«Bbè?»
«Morto.»
Il Colonnello aveva in effetti subito un calo di vitalità, in seguito alla visione di sua moglie irrorata di muco.
«Medda. Dodda, che asbetti... datti da fare... riadibalo.»
La incitò Gianni, in ginocchio sul materasso, attirandole la testa verso il suo ventre.
«Ma Gianni, ho la tosse! E se poi mi sento male? Già non riesco a respirare!»
«Ba do... dod ti suggede diende...»
«Mah...coff! Se lo dici tu... » acconsentì Elisa dubbiosa, e prese a rianimare il Colonnello, dapprima col leggeri colpi di lingua; poi, quando lo sentì più turgido fra le mani, lo accolse tra le labbra, sperando che una volta tornato in forma Gianni avesse deciso di procedere per altre vie.
La speranza si rivelò vana: Gianni, eccitato come un caimano si addentrò più a fondo nella bocca di sua moglie, soffocandola.
«Ii o! Effi, effi!» tentò di protestare Elisa, ma Gianni le teneva la testa tra le mani e non voleva saperne di lasciarla andare.
«Ii, effi! Glom! Coff! O e oiae!»
«Eh?» Fortunatamente, Gianni si fermò per cercare di capire cosa stesse tentando di comunicargli, poiché Elisa ebbe giusto il tempo di liberarsi con uno strattone prima di spostarsi sul bordo del letto e riversare sul pavimento la pastina che aveva mangiato a pranzo.
«Anf... te l’ho detto che stavo per vomitare, ma tu no... tu insisti...»
Gianni, sconsolato, si alzò dal letto e si infilò i pantaloni del pigiama. «Malededdo daffeddore... cobe di sendi?»
«Mi sento un po’ meglio adesso... coff, coff! La smettiamo, adesso? Sei convinto?»
«Dod c’è botivo di coddiduare. Bi sendo un bo debodivado. Vado ad acceddere la dv.»
«Bravo, io intanto pulisco questo disastro. Metti al primo, che c’è Bonolis.»
«Elisa... bi fai il brodido?»
«Sì, amore. Ti preparo il brodino.
Elisa Bertani si era avvolta in una vestagElisa azzurra in pile e sedeva placida davanti alla tv, in attesa che cominciasse il gioco a premi sul primo canale, rannicchiando le gambe coperte da un paio di calzettoni di lana di suo marito. All’improvviso, esordì con un violento attacco di tosse che la rese paonazza e si strinse il petto come se stesse dando l’ultimo addio alla vita.
Poi, piano piano si ricompose e tornò a guardare la tv, rantolando leggermente.
«Amore, non vieni a vedere la tv?»
Gianni Bertani si avvicinò al divano con un espressione corrucciata.
«Do. Dod ho vogElisa di guaddare la dv.» rispose con voce nasale.
«Ma adesso comincia il gioco a premi! Dai siediti. Coff, coff.»
Gianni si sedette accanto a lei, tirando su col naso con la potenza di un aspirapolvere. E anche con lo stesso rumore.
«Come ti senti?» Gli chiese Elisa, carezzandogli la pelata.
«Bale. E du?»
«Eh, non tanto bene anche io. Ma almeno riesco a respirare meglio. Non fosse per questa tosse maledetta. Coff coff! Non abbiamo più l’età, amore mio! Stiamo invecchiando!»
«Barla ber de!» rispose piccato Gianni, corrucciandosi ancor di più.
Elisa lo guardò con dolcezza. Erano passati vent’anni, ma lo amava come il primo giorno. Amava il suo naso a patata, rosso e gonfio per il raffreddore. Amava la sua pancetta, ora coperta dal pigiama di flanella e dalla canottiera di lana. E perché no, anche la sua pelata lucida di sudore.
«Ti ricordi? Un tempo non ci facevamo fermare da una semplice influenza. Appena avevamo occasione di restare chiusi in casa ci tuffavamo sotto le coperte a fare l’amore! Che bei tempi!»
Gianni si alzò di scatto dal divano, risentito.
«Io dod sodo vecchio! Adesso de lo dibosdro: stasera facciabo sesso, ho deddo.»
«Ma tesoro, lo sai che non puoi fare sforzi, te l’ha detto anche il dottore!»
«Io bosso fare duddo quello che voglio! Ho la forza di ud quiddicedde!» le urlò lui di rimando.
E così dicendo fece per prenderla tra le braccia, con l’intenzione di trascinarla a letto, ma un forte dolore alla schiena lo dissuase dal sollevarla ulteriormente e la lasciò cadere sul pavimento.
“No, il colpo della strega, no... ti prego...” pregò mentalmente.
Elisa, massaggiandosi il fondoschiena dolorante per l’impatto, cercò di risollevarsi, aggrappandosi alla gamba di suo marito.
«Te l’avevo detto che non dovevi fare sforzi.»
«Sì, sembre a dire de l’avevo detto, du... fa un bale cade.» si lamentò Gianni, con voce nasale.
«Un bale cade? Ah, già, cane... fa un male cane. Senti, lasciamo perdere questa storia del sesso, okkei? Tanto nessuno dei due è in forma, mò vado a preparare il brodino... »
Con un pò sforzo, Gianni riuscì a raddrizzare la schiena ed indicò con fermezza la camera da letto a sua moglie.
«Dod discutere, dodda, ho detto sesso e sesso sarà. Snort!»
«Ma... coff coff! E va bene!» Trattenendo la tosse, Elisa lo precedette in camera e prese a sollevarsi la camicia da notte di flanella. «Almeno i calzettoni, posso tenerli? Ho freddo ai piedi.»
Gianni alzò gli occhi al cielo. «Dei filb porno dod succede bai... vabbè, dienidi i galzeddoni... »
Battendo i denti dal freddo, Elisa si infilò sotto le coperte.
«Lo dobbiamo proprio far riparare, quel termosifone... »
«Binghia... » esclamò Gianni, nudo a sua volta, e si tuffò sul letto, ficcandosi sotto le coperte per abbracciare Elisa.
«Iiiiiiik! Hai le mani fredde, disgraziato! Non te le potevi riscaldare, prima?» strillò lei allontanandosi di scatto.
«E come le risgaldavo! Guarda che anghe du sei gelada, c’hai la figa che sebbra ud iglù! Mo ti escodo i pigguidi dalle gabbe!»
«Eggià, tu invece hai il cazzo a termosifone! Vieni, vieni, fammi vedere se ce l’hai caldo!»
Gianni si lasciò toccare, con un sorriso sornione.
«Eh, dodda? Dod dici diende? E’ caldo?»
«Uhm, sì...coff...un po’. » Elisa carezzava il cazzo gonfio di suo marito, riscaldandosi a sua volta. Sentiva che si stava bagnando anche lei.
Ripensò all’articolo che aveva letto la settimana prima su “Donna moderna”: chissà, magari quella storia che il sesso faceva passare il raffreddore era vera.
«Aaaah! Codtidua... » sospirò Gianni, estasiato. Inspirò, o meglio cercò di ispirare con il naso, e un famiElisare pizzicorino prese a brulicargli in fondo alle narici. Con una brutale manata, cercò di allontanare sua moglie, ma inutilmente. Un violento starnuto le innaffiò il petto di muco.
«Che schifo, Gianni! Ma non ti potevi girare dall’altra parte? Guarda qua... neanche mi fossi venuto addosso! » Elisa cercò di ripulirsi con un kleenex, mentre
Gianni imitava il suono del trombone soffiandosi il naso.
«Snort! Sodo cose che cabitado... codtiduiabo, dai...»
«Va beh... la prossima volta avvertimi, però. Uh... tesoro?»
«Che gè?»
«Il Colonnello Guglielmino... » cominciò Elisa, riferendosi al sesso di suo marito con il nomignolo affettuoso con cui lo aveva battezzato.
«Bbè?»
«Morto.»
Il Colonnello aveva in effetti subito un calo di vitalità, in seguito alla visione di sua moglie irrorata di muco.
«Medda. Dodda, che asbetti... datti da fare... riadibalo.»
La incitò Gianni, in ginocchio sul materasso, attirandole la testa verso il suo ventre.
«Ma Gianni, ho la tosse! E se poi mi sento male? Già non riesco a respirare!»
«Ba do... dod ti suggede diende...»
«Mah...coff! Se lo dici tu... » acconsentì Elisa dubbiosa, e prese a rianimare il Colonnello, dapprima col leggeri colpi di lingua; poi, quando lo sentì più turgido fra le mani, lo accolse tra le labbra, sperando che una volta tornato in forma Gianni avesse deciso di procedere per altre vie.
La speranza si rivelò vana: Gianni, eccitato come un caimano si addentrò più a fondo nella bocca di sua moglie, soffocandola.
«Ii o! Effi, effi!» tentò di protestare Elisa, ma Gianni le teneva la testa tra le mani e non voleva saperne di lasciarla andare.
«Ii, effi! Glom! Coff! O e oiae!»
«Eh?» Fortunatamente, Gianni si fermò per cercare di capire cosa stesse tentando di comunicargli, poiché Elisa ebbe giusto il tempo di liberarsi con uno strattone prima di spostarsi sul bordo del letto e riversare sul pavimento la pastina che aveva mangiato a pranzo.
«Anf... te l’ho detto che stavo per vomitare, ma tu no... tu insisti...»
Gianni, sconsolato, si alzò dal letto e si infilò i pantaloni del pigiama. «Malededdo daffeddore... cobe di sendi?»
«Mi sento un po’ meglio adesso... coff, coff! La smettiamo, adesso? Sei convinto?»
«Dod c’è botivo di coddiduare. Bi sendo un bo debodivado. Vado ad acceddere la dv.»
«Bravo, io intanto pulisco questo disastro. Metti al primo, che c’è Bonolis.»
«Elisa... bi fai il brodido?»
«Sì, amore. Ti preparo il brodino.
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