La dolce goccia
di
Lillo B
genere
gay
Ho sempre amato leccare la prima goccia quando, mettendo a nudo il glande, appare sulla punta il liquido prostatico. Magari il pene è ancora un po’ flaccido, ma l’eccitazione ha già prodotto il suo effetto. È più dolce dello sperma, dovrei dire degli sperma, perché ne ho assaggiati tanti. Quella goccia, quella prima goccia che ti dà la conferma che il desiderio metterà in moto l’erezione, mi piace leccarla mettendo a nudo lentamente la punta del cazzo, mentre lo sento indurirsi nella mia mano. Certo mi piace prenderlo poi in bocca tutto, piano piano e sentire il gemito di piacere che riempie i polmoni del partner di turno.
È stato così anche ieri sera.
Ci siamo incontrati al Bar Gemini. Stavo sorseggiando un brandy al banco e lui si era seduto su uno sgabello poco distante. Ci siamo scambiati un primo sguardo di sfuggita, ma poi qualcosa mi ha costretto a volgere di nuovo l’attenzione su quel bell’uomo, vestito casual, capelli grigi corti, occhi grigio azzurri. Ha ricambiato lo sguardo, gli sguardi.
Si è spostato sullo sgabello vicino al mio: - Ci conosciamo?
- Non fino a poco fa, mi sembra – ho risposto
- Roberto.
- Giuseppe, Pino per gli amici – (Uso sempre questo nome quando sono in caccia).
La conversazione è andata avanti sui banale luoghi comuni, ma la chimica ha fatto la sua parte.
- Posso offrirti un buon brandy a casa mia?
Attendevo la sua proposta e naturalmente ho accettato.
Appartamento decoroso un po’ kitch, da scapolo. Appena entrati mi ha preso tra le braccia e mi ha baciato, prima sulle labbra, poi infilando la lingua nella mia bocca avida. Le sue labbra sul collo le sue mani sulla schiena e poi sui glutei a cercare il solco facendomi gemere.
- Vuoi il brandy? Mi ha detto staccandosi per togliersi la giacca.
- Anche no…
Mi ha preso per mano e mi ha condotto nella sua camera. Ha cominciato a spogliarmi baciandomi sul collo, sul petto, succhiando i capezzoli e le mani… le sentivo ovunque che mi palpeggiavano, mi esploravano.
L’ho spogliato a mia volta, poi mi sono inginocchiato, gli ho aperto i pantaloni e abbassati i boxer, ho scoperto un bel pene non ancora del tutto eretto. Ho scoperto il prepuzio e ho leccato la prima goccia. Sublime!
Una volta nudi, lui si è steso sul letto. Gli ho preso in mano il pene, che a quel punto era duro e ho cominciato a leccarlo e infine a prenderlo in bocca fino in fondo. Aveva un sapore deciso, forse era reduce da una lunga giornata senza doccia.
L’ho gustato piano piano perché volevo godermelo più a lungo possibile, senza farlo venire.
Avevo in mente altri modi di gioire di questo inatteso incontro. Lo immaginavo già accostato al mio buchetto nel momento magico prima della penetrazione.
Dopo qualche minuto mi sono spostato accavallto sulle sue gambe, risalendo piano fino ad accostare il solco al suo pene , ho strofinato il mio sfintere su e giù e poi l’ho preso in mano e l’ho puntato sul mio buco. Roberto ha inarcato la schiena istintivamente per cercare di entrare subito dentro il mio culo desideroso, ma non gliel’ho permesso, alzandomi un po’.
Volevo godermi lentamente il momento: sentire la punta del pene entrare, ma prima mi sono bagnato con un lubrificante che porto sempre con me e poi mi sono abbassato piano per godere ogni attimo. La piccola forzatura con un leggero dolore e poi il piacere di sentirmi riempito dallo splendido cazzo. All’inizio l’ho cavalcato con lentezza per sentire tutta la lunghezza, Poi mi sono sollevato per farlo uscire e di nuovo l’ho puntato e stavolta nell’entrare mi ha procurato solo un immenso piacere. Non so quanto è durato, ma quando ho capito che sarebbe venuto ho dato due colpi decisi e poi , prima di completare il suo piacere sono stato immobile a sentire le pulsazioni del suo pene che scaricava dentro il mio culo tutto il calore del suo sperma.
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