Memorie di un libertino

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genere
etero

Memorie di un libertino

Il seguente libro non è che la raccolta delle memorie del grande miliardario P. venuto a mancare da poco, scritte di suo pugno e pubblicate senza revisione da sua figlia Dolores


Cara Dolores,
Per molto tempo mi sono interrogato su come questa lettera ti coglierà una volta spedita, sarai contenta di leggerla? La brucerai nel fuoco? La tua esistenza ne sarà turbata? E se sì, come? Ne sarai felice? Disgustata? O magari tutto questo si perderà nel nostro disastroso sistema postale e tu non ne saprai mai nulla. Tutte preoccupazioni inutili, parto di una mente troppo attiva e di un corpo troppo vecchio e stanco, quando riceverai questa lettera, infatti, io sarò già morto e ai morti le reazioni dei vivi fanno gran poco. Mi hanno diagnosticato un cancro incurabile, già adesso il dolore è quasi insopportabile, mi rassicura solo sapere che fra qualche settimana sarà tutto finito. Non sono stato un uomo buono Dolores, nella mia vita ho sempre ricercato il massimo piacere incurante di cosa mi lasciavo dietro: ho tradito, mentito, manipolato, distrutto famiglie, rivoltato madri contro i figli, figli contro i genitori il tutto sempre attento a prendere il più possibile da chiunque e a dare al contempo il meno di me che riuscissi a dare. Tutte donne, ricche, povere, belle, brutte non mi importava, se la volevo allora facevo di tutto per averla alle mie regole, la usavo e poi, una volta stanco la scartavo e passavo ad altro. Incredibile quanto male si riesca a fare nel perfetto rispetto delle leggi, vero? E sai qual è la verità, cara figlia mia? Che non me ne frega un cazzo. Le ricordo tutte, nomi e cognomi, e per nessuna di loro ho un qualche tipo anche minimo di rimorso o pena. Potrei stare qui ad argomentare la mia visione, dire che hanno tutte accettato nel pieno possesso delle loro facoltà mentali, che, in definitiva, si sono divertite tutte e tutte sapevano i rischi che comportava, ma, di nuovo, la verità è che di passare per buono agli occhi di chiunque, non mi interessa. Io ho vissuto la mia vita così, così ho fatto la mia enorme fortuna, così l’ho impiegata per continuare a vivere come volevo e ora muoio di cancro ben oltre l’età che chiunque riterrebbe giusta per farmi scontare una pena per il male che ho portato su questo mondo.
Solo un rimpianto mi porterò nella tomba, un unico errore che funesta queste mie ultime giornate sulla terra: Tu, Dolores. Un errore da nulla, una bugia di tua madre e una mia disattenzione, dopo di te ho fatto la vasectomia. Naturalmente lei sperava con questo trucchetto di tenermi legato a lei per sempre e naturalmente io agii come mi ero ripromesso di fare: la lascia l’istante dopo, fuggii dalle mie catene ancora una volta. Quanto sarebbe stato facile per me dimenticarmi di tutta questa storia? Un’altra vita distrutta come tante altre e poi tua madre non era così povera, qualcosa si sarebbe inventata. Eppure te eri persistente, non te ne andavi dai miei pensieri, non volevi scomparire. Dico te e non tua madre perché lei è evidentemente troppo stupida per riuscire a suscitarmi qualsiasi tipo di rigurgito morale, non sai quante lettere mi ha inviato appena ha scoperto dove stavo, ovviamente le ho tutte bruciate senza leggerle. Lei e quello che le ho fatto non è mai centrato nulla con questa storia: era una questione fra me e te. All’inizio, lo sai, ho provato a comprare coi soldi la mia coscienza: ti inviavo una piccola somma e quando sono diventato più ricco è diventata ancora più grossa. Niente da fare, non era la pena per te a muovermi. Allora ho provato informandomi su di te, ti ho fatta seguire sai? Per un periodo. Speravo che vedendoti, umana e non solo un concetto, la mia empatia si sarebbe spenta così come si spegneva per ogni essere vivente su cui posavo lo sguardo per più di un minuto. Dato che ti sto scrivendo e so che sei una ragazza intelligente avrai ben capito che non è andata come speravo. La cosa più irritante credo è che per te era come se non esistessi: mai una lettera, un pianto disperato in bagno, un ringraziamento del cazzo a Natale per il fatto che ti pagavo la quota per la più prestigiosa università del paese. Di tutte le donne con cui sono stato te e solo te, mia figlia, sei l’unica che non ho mai potuto avere alle mie condizioni. Peggio, che non mi ha mai neanche degnato di un pensiero apparente. Cosa avrei dovuto fare? Comportarmi da padre? Mettermi in pantofole a casa ad aspettarti o portati agli allenamenti il venerdì? Se c’è una cosa di cui posso vantarmi nella vita è di non aver permesso a nessuno di bloccarmi da qualche parte in qualche vita noiosa fatta per i perdenti là fuori e se questo significava andare anche contro alla mia coscienza, allora che si fottesse anche lei, io morirò libero contro tutti e se fra quei tutti devo iscrivere anche me stesso allora ben venga, uno in più o in meno fa poca differenza. Ma ora muoio veramente e alla fine nei miei pensieri rimani solo te: la mia più grande sconfitta. Ebbene, hai vinto. Ho provato a scacciarti in tutti i modi che conoscevo, ma te sei rimasta sempre lì, attaccata alla mia coscienza. Ti lascerò tutto quello che è mio Dolores, ti prego di accettarlo come prova di resa totale e incondizionata. Ma prima di sparire per sempre da questa terra ti lascio anche questo diario: sono i resoconti di tutte le mie avventure, nefandezze e atrocità commesse, un ultimo tentativo di suscitare il tuo interesse per me. Probabilmente non lo leggerai neanche, d’altronde hai saputo fare a meno di me tutti questi anni, ma chissà magari riuscirò a farmi un’ultima risata dalla tomba…

note dell'autore
Mi rendo conto che un racconto del genere possa risultare un po' strano per questo sito, di fatto non è presente nessuna scena di sesso e l'erotismo è praticamente inesistente. Non vi preoccupate però, ho semplicemente voluto dare una cornice ideale a tutti i racconti che verranno di qui in avanti che, posso assicurarvi, non saranno così casti e puri.
Per contattarmi la mail è aidelnight999@gmail.com
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2025-03-02
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