Dopo il mio amico, io con la suora
di
Nun 2
genere
voyeur
Vi ho raccontato dell’esperienza del mio amico Marco con una suora di un convento sperduto in Emilia, di quanto a questo mio amico piaccia avere rapporti sessuali con donne che gli altri non guardano, o perché brutte, anziane, o come una suora o una donna delle pulizie, quindi difficilissime da possedere di per sé. Io amo guardare le persone farlo, mi eccita quasi più di aver vere e proprie esperienze sessuali. Infatti l’esperienza che ho visto con i miei occhi tra il mio amico venticinquenne e questa suora di oltre sessanta anni mi ha lasciato abbastanza interdetto. So da Marco che spesso ha rivisto e quindi avuto rapporti con questa suora e proprio ieri mi è venuta una voglia strana, forse malsana, di incontrare e parlare con questa donna. Ieri mattina con la scusa di una consegna mi recai verso le 9 al convento, mi aprì una suora molto anziana a cui dissi di aver un pacco per la suora di origine brasiliana di cui non ricordavo o meglio non sapevo il nome. Poco dopo mi raggiunse questa suora, di nome Rosa Maria, mi presentai e le dissi di chiamarmi Edoardo, lei mi riconobbe subito come l’amico coetaneo di Marco. Notai subito quanto fosse sbrigativa, mi ringraziò per la consegna e mi disse di salutarle Marco. Mi feci coraggio e le dissi che mi avrebbe fatto piacere chiacchierare un po’ con lei, avevo tempo per farlo (vi confido che il mio intento fosse quello di possederla, nonostante non mi piacesse come donna, vestita da suora ovviamente ancor meno, ma mi eccitava terribilmente, forse come a Marco, l’idea di fare sesso con una donna del genere). Lei mi liquidò subito dicendomi che aveva da fare in convento, che in caso mi avrebbe accolto un pomeriggio per le 17, prima del rosario delle 18. La salutai e me ne andai, quasi mortificato, evidentemente non voleva aver a che fare con l’amico del suo giovane amante… Ieri forse perché avevo una voglia folle di fare qualcosa a livello fisico decisi di ripresentarmi verso le 17, citofonai e mi accolse direttamente Suor Rosa Maria, un po’ pallida in viso, evidentemente preoccupata per questa mia insistenza. Mi scusai per il disturbo ma le confidai di aver bisogno di parlare con lei. La suora mi pregò di aspettarla un attimo, rientrò e riuscì dopo 5 minuti. Mi disse che in convento ci fosse un signore che stava facendo dei lavori nella loro mensa, che aveva delegato a una suora il compito di seguire i lavori e che sarebbe dovuta tornare entro una ventina di minuti. Mi chiese di seguirla e entrammo nella dependance dove qualche tempo prima ebbe rapporti con il mio amico, il che mi fece subito eccitare e venir voglia di saltarle addosso. Entrammo dalla porta secondaria, salimmo le scalette da cui vidi la famosa scena e mi portò nella parte superiore della dependance in cui c’era questa grande sala, gremita di tavoli, sedie e divanetti e ci andammo a sedere su un divanetto sulla sinistra della stanzona. Le dissi che sapevo di lei e del mio amico e che anche io avevo voglia di fare questo tipo di esperienza. Lei abbassò lo sguardo e mi disse che la situazione sarebbe diventata troppo rischiosa per lei, aveva paura di essere scoperta, aveva un ruolo importante lì e pur avendo voglia mi rifiutò. Capii le sue motivazioni ma tentai la scusa del vittimismo per cercare di convincerla a lasciarsi andare, inizia pertanto a buttarmi giù a livello fisico, a dirle che sicuramente non aveva forse piacere perché non fossi bello lui: un bel ragazzo biondo cenere, con un bel fisico. Lei sorrise e mi diede dello stupido con molta dolcezza, mi rispose che fossi un bel ragazzo moro, di come la mia carnagione le ricordasse i bei ragazzi abbronzati brasiliani che vedeva da piccola. Fisicamente non mi attraeva per niente, a infuocarmi era sicuramente il rischio e il fatto che fosse stata col mio amico. Di getto mi venne di prenderle le mani, come lei aveva fatto con Marco, forse sarebbe stato l’approccio migliore, non pensai però potesse pensare la avessi vista e spiata quando ebbe rapporti con Marco. Lei mi chiese come mai le avessi preso le mani, che dovevo capire il suo discorso ma insistetti e non staccai la presa dalle sue mani. Lei smise di parlare e indugiò lo sguardo sulle nostre mani incrociate, sospirò e mi disse che avevo delle mani bellissime, possenti, che non voleva più staccarsi dalla mia presa. Mi si drizzò subito il pene, mi alzai, mi staccai dalle sue mani e iniziai a spogliarmi in maniera concitata: mi tolsi subito la maglia, lei mi guardò il petto un po’ peloso con grande ammirazione e insistenza, poi mi tolsi i pantaloni, le scarpe, i calzini e infine le mutande. Rimasi nudo di fronte a lei che dopo poco si alzò e iniziò a togliersi il velo e poi la veste nera, rimase nuda. Feci come per abbassarmi per iniziare a leccarle la vagina ma lei mi fermò, mi baciò qualche minuto come aveva baciato Marco, ovvero facendo molto rumore, slinguazzando e sospirando eccitata come era. Io impazzii e con le mani le spinsi le spalle verso il basso e le avvicinai la testa al mio pene che era da tempo in erezione. Iniziò a succhiare il mio membro ed eccitato come ero le venni in bocca. La cosa mi imbarazzò molto, mi passò per un momento anche la voglia di continuare ma lei mi guardò vogliosa e ingoiando il mio sperma mi fece un sorriso molto malizioso. Non ci vidi più, iniziai a leccarle la vagina, muovevo la lingua in una maniera assatanata, penso di aver avuto un atteggiamento davvero imbarazzante ma vidi la suora super eccitata, le piaceva quello che le stavo facendo, tanto che mi guardò dall’alto, stando lei in piedi e io in ginocchio, mi fece cenno con le mani di prendergliele, incrociai le dita delle mie mani alle sue e continuai a leccarle la vagina fino a farla venire nella mia bocca. Leccai tutto, ormai ero fuori di me dall’eccitazione, eravamo entrambi troppo eccessivi e spinti. Mi rialzai, con le mani ancora nelle sue la spinsi verso il divano e iniziai una volta sdraiati sul divanetto a scoparla. Fu molto pericoloso ciò che successe dopo forse una decina di minuti che continuavamo a scopare, leccarci, a fare cose strane. Mi ricordo sentimmo dei rumori provenire dalla parte sotto della struttura, in quel momento le avevo messo i piedi in faccia e me li stava leccando, con la sua lingua velocissima e voracissima. Cercammo di sbrigarci nel rivestirci, per fortuna lei si rimise in estrema velocità sia il velo che che il vestito, mentre io riuscii a mettermi solo i pantaloni, quando ci raggiunsero il signore che stava facendo i lavori alla mensa e una suora novizia che parlava in rumeno immagino con il signore. Iniziarono a spogliarsi e a fare sesso, la suora mi fece cenno di uscire dal lato ma le dissi che la avrei seguita, dovevo ancora rimettermi la maglia e calzini e scarpe. Lei andò via e io mi avvicinai a loro, cercando di spiarli ma venni scoperto dal signore. Lui si staccò dalla novizia già nuda e si alzò venendomi incontro a chiedere scusa, che sarebbe andato via da lì a poco. Io gli risposi di stare tranquillo, che non fossi un pericolo, lui mi guardò poco dopo un po’ perplesso e capii il perché. Rivestendomi mi ero messo solo la maglia e i pantaloni, ero rimasto a piedi nudi su cui il signore indugiava lo sguardo un po’ incredulo. Gli feci cenno, indicandogli la parte a sinistra della sala che evidentemente anche io avevo avuto rapporti. Guardammo entrambi la suora rumena di forse trenta anni e ci avvicinammo a lei spogliandoci e sorridendole. Quel rapporto a tre fu davvero eccitante, luì iniziò a penetrarla e io a baciarla e a leccarle la vagina, fino a quando mi accorsi di aver voglia ma non più le forze di avere un’altra erezione e scopata conseguente. Mi rivestii e scesi di sotto dove trovai la suora. Mi precipitai verso di lei e cercai di toglierle il velo, ma lei mi disse che non voleva spogliarsi. Mi prese per mano e mi portò fino al divano dove ebbe rapporti con Marco, mi fece cenno di abbassarmi i pantaloni e poco dopo mi fece un gran bel pompino, abbastanza lungo perché non mi si drizzò subito ed ebbi difficoltà a venire. Una volta finito tutto ci calmammo un po’, ci rilassammo un po’ sopra il divano a coccolarci, tenerci per mano, a darci qualche bacetto. Prima di andar via mi disse che voleva ancora fare una cosa, le chiesi cosa ma non mi rispose, preferì agire, si piegò e mi tolse le scarpe, poi i calzini e mi disse che amava particolarmente in un uomo le mani ma soprattutto i piedi, che fosse feticista del piede maschile quindi e iniziò a dirmi che avevo dei piedi stupendi, a leccarmeli per buoni 5 minuti. Alla fine si sfilò i sandali e con i suoi piedi, come aveva fatto con Marco, iniziò a sfregarli, a strusciarli ai miei. Mi chiede quanto portassi mentre confrontava le nostre piante e le risposi di avere un bel 44 rispetto al suo 36 che il mio piede riusciva quasi a doppiare a livello di lunghezza. Ci sorpresero in quel frangente devo dire abbastanza tenero, sia la novizia che il signore che ci guardarono, ci sorrisero e uscirono. Prima di uscire la suora e la novizia di guardarono intensamente, forse si dissero con gli occhi di essere complici e di proteggersi. Ci rimettemmo le scarpe entrambi e ci salutammo. Prima di salutarmi mi disse che le sarebbe piaciuto se un giorno ci fossimo visti anche con Marco, cosa che spero vivamente possa accadere il prima possibile.
4
voti
voti
valutazione
9
9
Commenti dei lettori al racconto erotico