Mi trasferii a Roma per lavoro 2.
di
Battocchiolo.
genere
etero
Dopo due settimane che ero a pensione da Rosanna, vedendo che mi provocava un poco sculettando per casa nei punti stretti dove passando casualmente ci si strusciava tra noi, cercai parlando di capire se ero per lei una tentazione, in condizioni di vedova, ed allora un mattino lei uscì dicendomi prima di andare a fare la spesa di sempre ed io la seguii ma con discrezione: andò dritta alla Chiesa vicino casa ed incontrò il Parroco che la fece entrare in sacrestia ed allora mi avvicinai alla porta cercando di sentire le loro voci. Silenzio profondo, ed allora scostai appena la porta che era socchiusa; la scena che mi si presentò fu il constatare che lei non stava lì per confessarsi o parlare solo ma...lui era appoggiato al suo tavolo e lei inginocchiata, intenta a fargli un bocchino. Poi, quando lui se ne venne godendo assai, lei si mise a cosce spalancate su un divano e fu subito raggiunta dal prete che le leccò la figa facendola gemere sonoramente e dopo la penetrò col suocazzo, un piccolo insignificante membro ma lei lo apprezzava molto. Visto come stavano le cose me ne tornai subito a casa ad attenderla. Quando arrivò con in mano solo un sacchetto col pane, mi sedetti a fianco in cucina e le chiesi come faceva a vivere senza una presenza maschile in casa, avendo, come tutte le donne vedove, tanta arretrata voglia di sesso ma lei svicolava dalle mie domende, perciò non persi più tempo in chiacchiere ma mi alzai e, stringendola ai fianchi, ignorando la sua lieve resistenza, le infilai la lingua in bocca e, dopo pochi minuti, eravamo sul suo lettone intenti a spogliarci mentre ci baciavamo ed io le stavo sditalinando la figona, pelosissima e dalle labbra carnose. Quando ci trovammo nudi, le saltai letteralmente addosso e, allargandole le coscione tornite, setose e meravigliose, le infilai il batacchione in figa e lei emise un sonoro gemito di piacere ed un lungo sospiro che mi chiarì aveva ben apprezzato le mie generose dimensioni, ben diverse da quelle del prete e, quella volta, la sua prima volta con me, si ripetè fino alla terza mia prestazione ed ero così attratto da lei che non mi sentivo affatto sfinito come di norma sarebbe dovuto essere! La feci rigirare poi a pancia sotto e, dopo averle leccato il forellino del culo, sodo, attraentissimo, presi la scatolina della sua crema per viso e gliela spalmai sull'ano ed un pò sul glande che avevo già ben gonfio, teso e durissimo: la possedetti analmente con una foga tale che alla concludente sborrata, prima le schizzai sul seno poi sul viso e dopo la inculai nuovamente sempre sborrando non sò più quanto sperma. Dopo una brevissima sosta, ripresi a scoparla e, quando stavo per sborrare la inculai di nuovo. Iniziava così un nuovo rapporto tra noi!
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