Riconobbi il suo volto 5.

di
genere
etero

L'occasione di rimanere soli io e Laura in casa si creò per i tre giorni di gita scolastica alla quale avrebbero partecipato entrambi le sorelle ma Laura non era ancoora in perfetta forma dopo l'influenza e così Angela era al suo lavoro, Paola partita per la gita e noi due ci preparavamo al nostro clandestino incontro ma in quel giorno ci si mise contro un improvviso mal di pancia a Laura ed io, in quel momento ero impegnatissimo ad accarezzare il sodo culetto a lei, pregustando il possederla imminentemente all'ano ma il suo dolore al pancino, mi suggerì una soluzione totale: praticarle un clisterino ed allora andai nel bagno dove l'armadietto celava il doloroso strumento per possedere culetti ostruiti. Caricai interamente la siringa da due litri, ci avitai al beccuccio la cannula di acciaio lunga venti centimetri e...con un pò di eccitazione nel vederla soffrire per la penetrazione doppia ( prima il clistere e poi il cazzone! ), mi recai nuovamente in camera e, non avendo prima avvisato Laura che la attendeva un clistere, lei, nel vedere il minaccioso strumento medico, subito si mise in stato di difesa cercando di sfuggire alla dolorosa penetrazione, però, quando le presentai le due possibilità di liberare la pancina della dura defecazione e poi provare molto meno dolore nel perdere la "verginità anale", allora cambiò subito idea e, abbassandosi le mutandine, dopo avermi baciato in bocca con passione, si mise a pancia sotto ed io le spalmai sulla cannula ed all'ano il gel. La cannula la fevi penetrare con una lentezza tale da non sentire da lei un minimo lamento, gridolino di dolore. Lei poi andò a svuotarsi in bagno e, dopo che sentii scorrere la doccia, allora la raggiunsi infilandomi in doccia con lei. Poco dopo eravamo già sul lettone, nudi ed ansiosi di provare a godere col suo bel culetto, sodo, soffice ed elastico. Quindi usai il gel al suo buchino, ed altrettanto feci cospargendomelo sul glande. Dopo che le stuzzicai col dito il clitoride, ed infilandole in figa un altro dito ma senza andare più a fondo, la mordicchiai sulle natiche facendola gridare un poco per il dolorino creatole, facendola cosi distrarre dall'essere tesa nell'attendere la penetrazione e lì, trionfai assai, riuscendo a penetrarla senza che quasi non se ne rendesse conto ma poi però si accorse di tutto quando le fui completamente dentro il culo col cazzo che si gonfiava sempre di più e lì furono veramente dolori. Provai ad allungarmi arrivando al seno e poi al collo mordicchiandola dolcemente ma fermamente e intanto rimanevo col dito sul clitoride. Conclusione Laura godeva e soffriva tutto insieme ed io ero eccitato, ingrifato da far paura ma trattenni le mie intenzioni nel possederla furiosamente. Quando non ne potei più mi lasciai andare, lasciandole in culo un mare di sborra. Quando il pisellone se ne uscì dal culetto perchè si stava sgonfiando, allora Laura se ne scoppiò in un pianto che capii subito però essere di dolore ma anche di gioia insieme! Seguirono poi baci appassionati e, dopo una breve pausa fu lei , ragazzina, a suggerirmi che per lavorare bene il ferro, bastava mantenerlo caldo. Le chiesi come sapeva lei del ferro che va scaldato e lei parlò di suo padre che saldava ferro nella campagna sua spesse volte. Così la abbracciai forte ed intanto la girai a pancia sotto, provando a penetrarla inculandola senza lubrificare ma lei subito gridò lamentandosi perchè provava dolore e lì mi venne in mente che ci sarebbe stato bene praticarle un secondo clistere e, dopo che le proposi un nuovo gioco, dove la avrei immobilizzata con laccetti ai polsi ed alle caviglie, lei accettò ed andai subito a riempire la siringa con acqua leggermente calda e non bollente, poientrai in camera e lì cominciarono le grida di protesta, di ormai noto dolore e Laura quasi m'insultò dicendomi che mi aveva legato per non oppormi al doloroso clistere. Io fui di ghiaccio: le infilai subito la cannula in culo e spinsi lo stantuffo con decisione e lei scoppiò in un altro pianto. Dopo che le tolsi dal culo la cannula la presi in braccio facendola sedere sul water al bagno e li scaricò il suo intestino. Dopo lavatola bene la riportai in camera, la slegai e, senza indugio, la penetrai col cazzone già teso e duro. Dopo varie stantuffate lei gridò di dolore ma quando poi sentì che la riempivo di sborra, allora gridò ma di piacere. Dopo averla fatta godere leccandole la fighina, crollammo in un sonno che ci fece trovare ancora a letto da Angela ma fortunatamente ci eravamo prima già rivestiti e composti e dormivamo profondamente. Angela aveva portato a casa un vassoio di rosticceria che ci fece da pranzo golosamente.
scritto il
2025-02-24
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