Suca Vs Leccamela
di
Roland Ozone
genere
comici
SUCA è un pensiero autoreferenziale. Volgare se vuoi, diretto più che altro. Irriverente & intransigente, se credi. È parola senza corpo. È un’idea senza paternità, è figlio senza padre, anzi è figlio di tanti padri, di soli padri Patriarca.
Il successo lo ha reso POP. E ora che si crede una rockstar, dai muri e dalle saracinesche calca gli scranni delle università. SUCA ora gira in giacca e cravatta, si fa i selfie e saluta con sorriso smagliante chi lo incontra, che ricambia con un altro sorriso a quello che una volta appariva come un insulto. Vedi tu come cambiano i tempi!
Ignaro che ha i giorni contati. Come tutti, come tutto, del resto.
Il suo significato si è scolorito, già dai tempi di “800A” quando hanno pensato che cambiandogli nome e identità lo avrebbero reso più docile e servile, e sarebbe entrato nei salotti e nei talk show di prima serata.
Lui all’inizio non ci stava. Sbraitava e si dimenava. SUCA è SUCA e non sarà mai altro, che si sappia in giro! Urlava. Il sole, il tempo e il potere però logorano. La vernice sbiadisce. Le lavatrici lavano con centrifughe sempre più potenti, oltre diecimila giri. E tutto si ricicla in men che non si dica. Tutto viene steso al sole. Anche SUCA, allora, ha messo la testa a posto e si è trovato un posto, prima che tutto svanisca.
Adesso tu dirai che è un concetto ormai superato, che non resiste ai tempi che cambiano, ma credimi, molti sono pronti a difenderlo pur disdicendolo. Altri lo hanno reso quasi un saluto. Altri ancora lo rimpiangono.
Era nato per far ridere ma poi è diventato serio. Voleva indignare & provocare e ci è riuscito almeno fino a quando non è apparsa lei, Leccamela, la dispettosa.
Resistere per esistere. Dimenarsi e contorcersi. Trasformarsi. Ciao.
Leccamela, piccola ribelle impetuosa rivalsa, ora urla la stessa dignità di esistere e trova tanti sponsor per difenderla. Tante piccole Sailor Moon, le sono seguaci. Si dichiara novità ma segue lo stesso identico percorso di SUCA, appropriandosi degli stessi spazi (muri & saracinesche).
“Leccamela” ha più stile, questo glielo si deve. Primeggia sui muri dei palazzi nuovi e restaurati, come anche, nella sua versione glitterata e rosa shocking, nelle cover dei nuovi smartphone. Spicca nei diari segreti che poi tanto segreti non sono più, per diventare adesivo da attaccare dove lo si vuole. Anche in fronte.
Vince uno a zero. È sul campo di battaglia che Leccamela inizia ad avere la meglio su SUCA. E minaccia di invadere la sua roccaforte. Leccamela, ha i suoi 23 anni, e fa l’infermiera professionale in un qualsiasi ospedale di Palermo. Durante il turno di notte, nello sgabuzzino, tra ausili sanitari e odore di disinfettante, apre le cosce e impone al malcapitato turnista OSS, Capello Tinto Nerosamurai, di darsi da fare con quella sua lingua ruvida come la carta vetrata per darle il piacere che lei pretende. E nient’altro.
Il povero ora anziano, prossimo alla pensione, s’inginocchia, in una posizione scomoda, ed esegue gli ordini se vuole assaporare qualche piccola residua goccia di piacere, e continuare a vantarsi in un qualche modo al Bar Sport di un quartiere residenziale qualsiasi, dove raccontarlo è quasi meglio di farlo davvero.
L’uomo, comunque, rimpiange i tempi di SUCA e del suo pensiero dominante. E di quando Leccamela non si poteva neanche scrivere da nessuna parte. Altro che dire.
Era peccato ed era reato. Un pensiero disdicevole.
Ciò che fa più male a Capello Tinto Nerosamurai, nostalgico del SUCA pensiero, non è usare solo la lingua in uno sgabuzzino ma non poterla usare nei tavoli decisionali, dove è Leccamela ormai a primeggiare, sventolando la sua competenza autoreferenziale. Lei è riuscita a imporre la sua complessità a discapito della semplice immediatezza di SUCA, che ingenuamente pensava di poter conservare per sempre il suo potere. Quattro sole lettere per soprastare metà dell’umanità, ora non bastano più. Se ne deve fare una ragione.
Ora che la battaglia infuria, Leccamela non ha più paura, sta diventando sempre più forte anche fuori dalle lenzuola, non trionfa soltanto nelle aule di scuola. Ora fa scuola. Fa Gol e vince. Anima le tifoserie. Arriva al dunque senza farsi impressionare. E prende sul serio quello che il povero ingenuo SUCA considera solo fesserie. L’ambizione non è più considerato un peccato.
Leccamela è Sarah O’Connor che rinnega Biancaneve anche nella sua versione porno.
Lei da soldato aspira a diventare generale e la sua battaglia sarà del tutto vinta quando non considererà più SUCA un degno rivale.
Il successo lo ha reso POP. E ora che si crede una rockstar, dai muri e dalle saracinesche calca gli scranni delle università. SUCA ora gira in giacca e cravatta, si fa i selfie e saluta con sorriso smagliante chi lo incontra, che ricambia con un altro sorriso a quello che una volta appariva come un insulto. Vedi tu come cambiano i tempi!
Ignaro che ha i giorni contati. Come tutti, come tutto, del resto.
Il suo significato si è scolorito, già dai tempi di “800A” quando hanno pensato che cambiandogli nome e identità lo avrebbero reso più docile e servile, e sarebbe entrato nei salotti e nei talk show di prima serata.
Lui all’inizio non ci stava. Sbraitava e si dimenava. SUCA è SUCA e non sarà mai altro, che si sappia in giro! Urlava. Il sole, il tempo e il potere però logorano. La vernice sbiadisce. Le lavatrici lavano con centrifughe sempre più potenti, oltre diecimila giri. E tutto si ricicla in men che non si dica. Tutto viene steso al sole. Anche SUCA, allora, ha messo la testa a posto e si è trovato un posto, prima che tutto svanisca.
Adesso tu dirai che è un concetto ormai superato, che non resiste ai tempi che cambiano, ma credimi, molti sono pronti a difenderlo pur disdicendolo. Altri lo hanno reso quasi un saluto. Altri ancora lo rimpiangono.
Era nato per far ridere ma poi è diventato serio. Voleva indignare & provocare e ci è riuscito almeno fino a quando non è apparsa lei, Leccamela, la dispettosa.
Resistere per esistere. Dimenarsi e contorcersi. Trasformarsi. Ciao.
Leccamela, piccola ribelle impetuosa rivalsa, ora urla la stessa dignità di esistere e trova tanti sponsor per difenderla. Tante piccole Sailor Moon, le sono seguaci. Si dichiara novità ma segue lo stesso identico percorso di SUCA, appropriandosi degli stessi spazi (muri & saracinesche).
“Leccamela” ha più stile, questo glielo si deve. Primeggia sui muri dei palazzi nuovi e restaurati, come anche, nella sua versione glitterata e rosa shocking, nelle cover dei nuovi smartphone. Spicca nei diari segreti che poi tanto segreti non sono più, per diventare adesivo da attaccare dove lo si vuole. Anche in fronte.
Vince uno a zero. È sul campo di battaglia che Leccamela inizia ad avere la meglio su SUCA. E minaccia di invadere la sua roccaforte. Leccamela, ha i suoi 23 anni, e fa l’infermiera professionale in un qualsiasi ospedale di Palermo. Durante il turno di notte, nello sgabuzzino, tra ausili sanitari e odore di disinfettante, apre le cosce e impone al malcapitato turnista OSS, Capello Tinto Nerosamurai, di darsi da fare con quella sua lingua ruvida come la carta vetrata per darle il piacere che lei pretende. E nient’altro.
Il povero ora anziano, prossimo alla pensione, s’inginocchia, in una posizione scomoda, ed esegue gli ordini se vuole assaporare qualche piccola residua goccia di piacere, e continuare a vantarsi in un qualche modo al Bar Sport di un quartiere residenziale qualsiasi, dove raccontarlo è quasi meglio di farlo davvero.
L’uomo, comunque, rimpiange i tempi di SUCA e del suo pensiero dominante. E di quando Leccamela non si poteva neanche scrivere da nessuna parte. Altro che dire.
Era peccato ed era reato. Un pensiero disdicevole.
Ciò che fa più male a Capello Tinto Nerosamurai, nostalgico del SUCA pensiero, non è usare solo la lingua in uno sgabuzzino ma non poterla usare nei tavoli decisionali, dove è Leccamela ormai a primeggiare, sventolando la sua competenza autoreferenziale. Lei è riuscita a imporre la sua complessità a discapito della semplice immediatezza di SUCA, che ingenuamente pensava di poter conservare per sempre il suo potere. Quattro sole lettere per soprastare metà dell’umanità, ora non bastano più. Se ne deve fare una ragione.
Ora che la battaglia infuria, Leccamela non ha più paura, sta diventando sempre più forte anche fuori dalle lenzuola, non trionfa soltanto nelle aule di scuola. Ora fa scuola. Fa Gol e vince. Anima le tifoserie. Arriva al dunque senza farsi impressionare. E prende sul serio quello che il povero ingenuo SUCA considera solo fesserie. L’ambizione non è più considerato un peccato.
Leccamela è Sarah O’Connor che rinnega Biancaneve anche nella sua versione porno.
Lei da soldato aspira a diventare generale e la sua battaglia sarà del tutto vinta quando non considererà più SUCA un degno rivale.
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