Teresa
di
Amistarco
genere
dominazione
La storia che vi sto raccontando è una storia vera, ed è una delle tante della mia vita quotidiana, quindi storie vere accadute realmente. Sono Marco un uomo di sessant’anni ma ne dimostro, a parere di altri almeno quindici in meno. Vivo in una piccola cittadina del nord dove sono accaduti e accadono tutt’ora le mie storie. Alto un metro e settantasei, occhi verdi, pochi capelli rasati quasi a zero e fisico normale, gioco quasi tutti i giorni a padel, a volte anche due volte al giorno. Faccio un lavoro in cui si fanno turni anche di notte e spesso montiamo in tre, nel team ho anche una collega molto carina, non alta ma molto ben messa e ve la descrivo. Ha capelli corti che le arrivano sulle spalle, occhi neri, ha una terza di seno che sta su molto bene anche se ha cinquantadue anni, un fico magro giusto, anzi molto giusto perché scendendo lungo la schiena ci si trova davanti ad un culo a mandolino che mi fa impazzire. A volte questo stando seduta davanti al monitor, si intravede la spaccatura delle chiappe con una mutandina tanga che non nasconde proprio niente, anzi questa fa sì che diventi di un sexy pazzesco, io e il mio collega di nascosto ci scambiamo certe occhiate per non perdere lo spettacolo che ci offre quando si piega un po’ di più. Labbra fatte molto bene sulle quali sogniamo di tutto. Spesso la punzecchiamo sul fatto che ha un marito, che lei stessa definisce in tutti i modi tranne che quelli buoni. Le diciamo: allora hai trovato un avvocato per il divorzio? Hai finito di perdere tempo con quel minimalista? Diciamo così perché lo ha piccolo, sia il cervello che il suo uccello. Lei ci ride sempre su, d'altronde dopo tanti anni di lavoro insieme un pochino di confidenza in più possiamo permettercelo di avere, lei stessa ci scherza su, a volte e molto spesso con battutine piccanti. Comunque un giorno si presenta in turno notturno con una maglietta attillata che mette in mostra tutta la sua terza marmorea, ma quello che ci ha colpiti e fatto rimanere entrambi di stucco e a bocca aperta era il suo jeans attillato, un culo da panico che parlava da solo. Ad un certo punto della serata si gira sulla sedia girevole e comincia a visualizzare il suo telefonino, con le gambe appena socchiuse e ci accorgiamo che aveva il jeans stretto che le metteva in evidenza le labbra della sua figa, come se fosse nuda con il jeans solo colorato, una vista pazzesca che ci ha letteralmente fatti arrapare. È andata in bagno per prepararsi ad andare a riposare sulla sua brandina e noi nel frattempo, approfittando della sua assenza ci siamo detti; ma perché quando si mette in branda e si addormenta non gli facciamo una bella foto con un cazzo vicino le sue labbra, così sarà nostra e potremo farci fare quello che vogliamo altrimenti mandiamo una bella foto al maritino? Intanto torna dal bagno, bella profumata di sapone, di pulita, con un fuseaux e infradito con alle dita delle unghiette colorate rosse curatissime, come d'altronde era curata tutta lei. Al suo passaggio ci siamo dati uno sguardo che la diceva tutta sul da farsi, era partito il piano….
Io riposo in un altro ufficio, non ho sentito nessuno la notte e il mio collega non è venuto a chiamarmi!
La storia continua……
Se volete dire quello che ne pensate, se devo continuare a raccontare questa storia oppure semplicemente fare due chiacchiere, potete scrivermi a: amistarco@gmail.com
Vi aspetto numerosi e numerose. ciaoooooo
Io riposo in un altro ufficio, non ho sentito nessuno la notte e il mio collega non è venuto a chiamarmi!
La storia continua……
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Commenti dei lettori al racconto erotico