La via dell'esibizionista discreto
di
Humi
genere
esibizionismo
Se ti eccita l'idea di essere vista nuda o nudo, ma non lo hai mai fatto veramente, anche perché hai una vita, una famiglia e rispetti gli altri.
Se quando leggi della ragazza che si spoglia nuda nel bar in mezzo a uomini di mezza età o del ragazzo con le milf, ti ecciti ma ti pare un po' irreale e fuori dalla tua portata.
Se sei stanca o stanco dei racconti che iniziano con "vi racconto una storia vera", ma poi si trasformano in un film porno di serie B.
Ecco, forse siete pronti per la via dell'esibizionista discreto. Ve la racconto dal mio punto di vista, di un uomo, ma può essere adattata anche all'altro sesso.
Per prima cosa in casa, quando sono solo, mi spoglio nudo, completamente. Mi tocco, ma faccio anche altre cose. Non mi esibisco alle finestre, ma le lascio aperte, senza espormi. Lavoro, faccio esercizi, faccio faccende, rispondo al telefono e parlo con altre persone. Sempre nudo. Il membro si bagna di liquido e lo spalmo sul corpo o lo assaggio. Essere totalmente nudo mi eccita, di per sé, e l'idea di essere visto nudo da persone vestite mi ha sempre eccitato, fin da ragazzino.
La cosa più liberatoria è andare fuori senza mutande sotto i pantaloni. Prima di uscire bevo, molto, e appena ho un forte stimolo di andare in bagno invece di farla la trattengo e bevo ancora. La sensazione di dover fare pipì, mi costringerà a pensare costantemente al mio cazzo, mentre faccio spese, mentre parlo con le persone.
Quindi mi vesto ed esco, scendo in cantina, dove nel corridoio al buio mi tolgo le mutande e rimetto i pantaloni. Lascio le mutande in cantina e vado fuori, ma prima con un laccio da scarpe lego le palle strette. E no, spoiler, non lo tirerò mai fuori durante l'uscita.
Cammino per le vie della città e sento il cazzo completamente bagnato dal liquido lubrificante, il precum. Mi domando se si vede e ho un'erezione, aiutata dal fatto di avere le palle strette e legate. Camminando il membro si struscia alle cosce, è come carezzarlo. Raggiungo il supermercato, il cazzo diventa morbido ma lo stimolo di fare pipì aumenta e costantemente devo controllarlo. La paura che un fiotto di pipì possa uscire mi terrorizza, ma mi eccita al tempo stesso. E penso che un goccio lo possa anche fare, che scivolerebbe nelle gambe, che starei meglio, che non si vedrebbe. Mi trattengo, ma questo pensiero fisso ai miei genitali mi fa pensare che tra essi e il resto della gente ci sono solo i pantaloni e che si può vedere che non ho le mutande.
E così mi sento sporco e vulnerabile. E così continua tra eccitazione e controllo fino alla cassa dove parlo normalmente con la cassiera, che conosco, sentendomi esposto e orgoglioso di esserlo.
Poi rientro, tengo i pantaloni più bassi, meno rischio di vedere il pacco, ma si intravedono le natiche.
Qualche goccia di pipì esce, poca, ma i pantaloni non si sono bagnati. Assaggio il mio liquido, anche per asciugarmi un po', riprendo le mutande e mi rivesto, nel corridoio buio. Poi torno in casa.
E il pensiero vola, se lo faccio io possono farlo altri e quando vado fuori cerco segni di persone senza mutande o che si stanno esibendo "discretamente".
E infine eccomi qui, a raccontarlo, e così la mia avventura discreta da privata diventa pubblica per centinaia, migliaia di persone.
Tutto qui? Tutto qui oggi, come ieri e ogni altro giorno, ma se vi sembra poco provatelo e vivete giornalmente l'intensità dell'essere "discretamente" esibizionisti.
Se quando leggi della ragazza che si spoglia nuda nel bar in mezzo a uomini di mezza età o del ragazzo con le milf, ti ecciti ma ti pare un po' irreale e fuori dalla tua portata.
Se sei stanca o stanco dei racconti che iniziano con "vi racconto una storia vera", ma poi si trasformano in un film porno di serie B.
Ecco, forse siete pronti per la via dell'esibizionista discreto. Ve la racconto dal mio punto di vista, di un uomo, ma può essere adattata anche all'altro sesso.
Per prima cosa in casa, quando sono solo, mi spoglio nudo, completamente. Mi tocco, ma faccio anche altre cose. Non mi esibisco alle finestre, ma le lascio aperte, senza espormi. Lavoro, faccio esercizi, faccio faccende, rispondo al telefono e parlo con altre persone. Sempre nudo. Il membro si bagna di liquido e lo spalmo sul corpo o lo assaggio. Essere totalmente nudo mi eccita, di per sé, e l'idea di essere visto nudo da persone vestite mi ha sempre eccitato, fin da ragazzino.
La cosa più liberatoria è andare fuori senza mutande sotto i pantaloni. Prima di uscire bevo, molto, e appena ho un forte stimolo di andare in bagno invece di farla la trattengo e bevo ancora. La sensazione di dover fare pipì, mi costringerà a pensare costantemente al mio cazzo, mentre faccio spese, mentre parlo con le persone.
Quindi mi vesto ed esco, scendo in cantina, dove nel corridoio al buio mi tolgo le mutande e rimetto i pantaloni. Lascio le mutande in cantina e vado fuori, ma prima con un laccio da scarpe lego le palle strette. E no, spoiler, non lo tirerò mai fuori durante l'uscita.
Cammino per le vie della città e sento il cazzo completamente bagnato dal liquido lubrificante, il precum. Mi domando se si vede e ho un'erezione, aiutata dal fatto di avere le palle strette e legate. Camminando il membro si struscia alle cosce, è come carezzarlo. Raggiungo il supermercato, il cazzo diventa morbido ma lo stimolo di fare pipì aumenta e costantemente devo controllarlo. La paura che un fiotto di pipì possa uscire mi terrorizza, ma mi eccita al tempo stesso. E penso che un goccio lo possa anche fare, che scivolerebbe nelle gambe, che starei meglio, che non si vedrebbe. Mi trattengo, ma questo pensiero fisso ai miei genitali mi fa pensare che tra essi e il resto della gente ci sono solo i pantaloni e che si può vedere che non ho le mutande.
E così mi sento sporco e vulnerabile. E così continua tra eccitazione e controllo fino alla cassa dove parlo normalmente con la cassiera, che conosco, sentendomi esposto e orgoglioso di esserlo.
Poi rientro, tengo i pantaloni più bassi, meno rischio di vedere il pacco, ma si intravedono le natiche.
Qualche goccia di pipì esce, poca, ma i pantaloni non si sono bagnati. Assaggio il mio liquido, anche per asciugarmi un po', riprendo le mutande e mi rivesto, nel corridoio buio. Poi torno in casa.
E il pensiero vola, se lo faccio io possono farlo altri e quando vado fuori cerco segni di persone senza mutande o che si stanno esibendo "discretamente".
E infine eccomi qui, a raccontarlo, e così la mia avventura discreta da privata diventa pubblica per centinaia, migliaia di persone.
Tutto qui? Tutto qui oggi, come ieri e ogni altro giorno, ma se vi sembra poco provatelo e vivete giornalmente l'intensità dell'essere "discretamente" esibizionisti.
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