Guardone di mia madre - Cap. 3
di
Dairyman
genere
incesti
Passarono diversi giorni prima che si modificasse il ritmo della mia vita, gli esami incombevano, non volevo lasciare nulla al caso. Una sera però tornando da casa di un amico, da cui ero andato a studiare, trovai in un atmosfera pesante, si vedeva che era in atto una discussione, non tardai molto a saperne le ragioni anche perché non c’era molto da nascondere. A mio padre era stato offerto di recarsi a lavoro in un cantiere in Iran e sarebbe dovuto stare fuori almeno sei mesi, salvo poi rinnovi di offerta. Mia madre era preoccupata ed anche mio padre ma, i soldini che avrebbe guadagnato in quel pur breve periodo facevano la differenza.
Io, la prima cosa che pensai, un pò da bastandone, era che, per fare il guardone, non avrei dovuto aspettare i turni ma, sarei stato molto più libero. Comunque, mio padre accettò e dieci giorni più tardi, partì per il lavoro all’estero.
Mia madre, proprio per seguire tutti gli eventi, si era presa un paio di settimane di ferie quindi per me vojeur era piovuta manna dal cielo. Non perdevo occasione per spiarla nei suoi momenti più intimi e, con il passare dei giorni, si notava che mia madre tendeva sempre di più a dimenticare mio padre ed affezionarsi ai suoi oggetti fallici. Quello che avevo notato era che non stava mai molto a giocare con il clitoride, quello che a mamma piaceva era una penetrazione piena, con grossi oggetti.
E vi giuro che veder affondare quei cetrioloni era uno spettacolo unico. Qualche volta mi sono pure chiesto:- ma non sarà che l’amore per la masturbazione mi deriva da lei?
Un pomeriggio di questi, il caldo era veramente insopportabile, ho anche smesso di studiare e sono andato a coricarmi, proprio mentre passavo davanti al bagno ho sentito che lei era dentro, al solito non ho resistito, era piegata a novanta gradi e si stava infilando, il solito cetriolo, nella figa, però da dietro ed io mi stavo godendo la visione del suo culone, perché quello ce l’ha veramente grosso e di quel cetriolo per oltre metà dentro di lei. Inutile dire che non ho atteso molto ad iniziare a deliziarmi con la solita sega, solo che ero talmente preso che non mi sono accorto che forse ho fatto qualche rumore di troppo.
Mia madre è uscita e mi ha trovato in quella posizione inequivocabile.
Finalmente: ha esordito:- non penserai mica che sia tanto stupida, è da molto tempo che mi sono accorta che mi sbirci dove è possibile, mi sai dire che gusto ci trovi?
Dopo un attimo di evidente imbarazzo:- A questo punto, immagino lo stesso che provi tu nel farti guardare, con la differenza che per me, ora che m’hai scoperto, il piacere è finito.
-Che vuoi dire-, mi rispose mia madre.
Io incalzandola:- Semplice, il mio piacere derivava dallo spiarti con te inconsapevole, ma adesso questa situazione non c’è più. Tu piuttosto, perché me l’hai detto adesso, ti è piaciuto fare la troia con quelle zucchine e quei cetrioli eh?...- Ormai ero partito e per difendermi non misuravo neppure più le parole. Ho visto che ha avuto come un sussulto di dispiacere, è rimasta male ma io non potevo agire altrimenti.
E’ passato qualche giorno, poi, con la scusa di fare pace, le ho portato un regalo.
L’ho vista felice e mi ha chiesto:- Cos’è?.
Aprilo:- ho risposto. Chiaramente, sembrava emozionata come un bambino, si è messa a scartare il pacco. Dentro c’era un reggiseno nero, più piccolo della sua misura, un perizoma dello stesso colore, un reggicalze e delle calze nere ma… più corte, per dire la verità avevo acquistato tutto in un sexy shop.
Appena aperto ha avuto come un attimo di stupore ma subito:- Vado a provarlo. Dopo un attimo mi ha chiamato:- Dario, credo che dovrò cambiarle, hai sbagliato le misure, con questa lingerie sembro una troia.
Brava:- ho risposto, se vuoi far pace adesso la indossi. Hai voluto rompere l’incantesimo, adesso voglio vederti con questo intimo.
Dopo qualche secondo mi si è presentata davanti con quel reggiseno che copriva a malapena le tette, il perizoma ma, soprattutto, quelle calze di seta nere tenute su da quel reggicalze a vita ma che andavano poco sopra alle ginocchia.
Era come l’avevo sempre sognata, un aspetto da troia inequivocabile ed ai miei occhi una troia da cui prendere spunto per seghe memorabili. –Non volevi che ti guardassi mentre ti masturbavi con quei cetrioloni? Ecco, adesso mi piace guardarti così, se non ti va me ne vado da casa. –Ma no, cosa dici stupido, non mi pare molto normale, ma tu mi devi stare vicino, specie adesso che tuo padre è lontano.
OK, dai prendi questo:- le ho risposto ed ho tirato fuori da un'altra scatola un cazzo di plastica di trentacinque centimetri:- Gioca con questo adesso visto che ti piace masturbarti con gli oggetti, io mi farò una sega guardandoti, ma questa sarà speciale.
Non ha fiatato, ha preso quel dildo ed ha iniziato a strofinarselo per tutto il corpo, le stava piacendo davvero, senz’altro era la prima volta che non usava “verdure”, si vedeva mentre lo succhiava e ci sputava sopra della saliva prima di abboccarselo nella figa, le piaceva e si sentiva dai mugolii che lanciava, stava perdendo ogni inibizione ogni tanto con la voce rotta dal godimento diceva:- Ma sono tua madre, cosa sto facendo.- Però non rallentava, anzi quel cazzone entrava sempre più su in quella figa che doveva essere molto accogliente. Lei che vestita da troia si masturbava ed io, seduto nel divano di fronte a lei che mi segavo, ad un tratto ho accennato:- Sto per venire- la sua risposta è stata:- Aspetta, ti aiuto io. “No” ho detto:- Non oserei mai toccarti o farmi toccare, apri la bocca piuttosto. Ha obbedito ed è stato un attimo, le ho pienato la bocca di sperma in quantità industriale, un poco l’ha ingoiato ma tutto sarebbe stato da lavanda gastrica. L’ho schizzata nel viso, nelle tette, le cosce erano piene del mio sperma, ecco, così mi piaceva adesso, avere in casa una troia obbediente sarebbe stato molto ma molto divertente, era mia madre, ma questo aggiungeva quel che di peccaminoso che avrebbe reso tutto molto più eccitante.
Io, la prima cosa che pensai, un pò da bastandone, era che, per fare il guardone, non avrei dovuto aspettare i turni ma, sarei stato molto più libero. Comunque, mio padre accettò e dieci giorni più tardi, partì per il lavoro all’estero.
Mia madre, proprio per seguire tutti gli eventi, si era presa un paio di settimane di ferie quindi per me vojeur era piovuta manna dal cielo. Non perdevo occasione per spiarla nei suoi momenti più intimi e, con il passare dei giorni, si notava che mia madre tendeva sempre di più a dimenticare mio padre ed affezionarsi ai suoi oggetti fallici. Quello che avevo notato era che non stava mai molto a giocare con il clitoride, quello che a mamma piaceva era una penetrazione piena, con grossi oggetti.
E vi giuro che veder affondare quei cetrioloni era uno spettacolo unico. Qualche volta mi sono pure chiesto:- ma non sarà che l’amore per la masturbazione mi deriva da lei?
Un pomeriggio di questi, il caldo era veramente insopportabile, ho anche smesso di studiare e sono andato a coricarmi, proprio mentre passavo davanti al bagno ho sentito che lei era dentro, al solito non ho resistito, era piegata a novanta gradi e si stava infilando, il solito cetriolo, nella figa, però da dietro ed io mi stavo godendo la visione del suo culone, perché quello ce l’ha veramente grosso e di quel cetriolo per oltre metà dentro di lei. Inutile dire che non ho atteso molto ad iniziare a deliziarmi con la solita sega, solo che ero talmente preso che non mi sono accorto che forse ho fatto qualche rumore di troppo.
Mia madre è uscita e mi ha trovato in quella posizione inequivocabile.
Finalmente: ha esordito:- non penserai mica che sia tanto stupida, è da molto tempo che mi sono accorta che mi sbirci dove è possibile, mi sai dire che gusto ci trovi?
Dopo un attimo di evidente imbarazzo:- A questo punto, immagino lo stesso che provi tu nel farti guardare, con la differenza che per me, ora che m’hai scoperto, il piacere è finito.
-Che vuoi dire-, mi rispose mia madre.
Io incalzandola:- Semplice, il mio piacere derivava dallo spiarti con te inconsapevole, ma adesso questa situazione non c’è più. Tu piuttosto, perché me l’hai detto adesso, ti è piaciuto fare la troia con quelle zucchine e quei cetrioli eh?...- Ormai ero partito e per difendermi non misuravo neppure più le parole. Ho visto che ha avuto come un sussulto di dispiacere, è rimasta male ma io non potevo agire altrimenti.
E’ passato qualche giorno, poi, con la scusa di fare pace, le ho portato un regalo.
L’ho vista felice e mi ha chiesto:- Cos’è?.
Aprilo:- ho risposto. Chiaramente, sembrava emozionata come un bambino, si è messa a scartare il pacco. Dentro c’era un reggiseno nero, più piccolo della sua misura, un perizoma dello stesso colore, un reggicalze e delle calze nere ma… più corte, per dire la verità avevo acquistato tutto in un sexy shop.
Appena aperto ha avuto come un attimo di stupore ma subito:- Vado a provarlo. Dopo un attimo mi ha chiamato:- Dario, credo che dovrò cambiarle, hai sbagliato le misure, con questa lingerie sembro una troia.
Brava:- ho risposto, se vuoi far pace adesso la indossi. Hai voluto rompere l’incantesimo, adesso voglio vederti con questo intimo.
Dopo qualche secondo mi si è presentata davanti con quel reggiseno che copriva a malapena le tette, il perizoma ma, soprattutto, quelle calze di seta nere tenute su da quel reggicalze a vita ma che andavano poco sopra alle ginocchia.
Era come l’avevo sempre sognata, un aspetto da troia inequivocabile ed ai miei occhi una troia da cui prendere spunto per seghe memorabili. –Non volevi che ti guardassi mentre ti masturbavi con quei cetrioloni? Ecco, adesso mi piace guardarti così, se non ti va me ne vado da casa. –Ma no, cosa dici stupido, non mi pare molto normale, ma tu mi devi stare vicino, specie adesso che tuo padre è lontano.
OK, dai prendi questo:- le ho risposto ed ho tirato fuori da un'altra scatola un cazzo di plastica di trentacinque centimetri:- Gioca con questo adesso visto che ti piace masturbarti con gli oggetti, io mi farò una sega guardandoti, ma questa sarà speciale.
Non ha fiatato, ha preso quel dildo ed ha iniziato a strofinarselo per tutto il corpo, le stava piacendo davvero, senz’altro era la prima volta che non usava “verdure”, si vedeva mentre lo succhiava e ci sputava sopra della saliva prima di abboccarselo nella figa, le piaceva e si sentiva dai mugolii che lanciava, stava perdendo ogni inibizione ogni tanto con la voce rotta dal godimento diceva:- Ma sono tua madre, cosa sto facendo.- Però non rallentava, anzi quel cazzone entrava sempre più su in quella figa che doveva essere molto accogliente. Lei che vestita da troia si masturbava ed io, seduto nel divano di fronte a lei che mi segavo, ad un tratto ho accennato:- Sto per venire- la sua risposta è stata:- Aspetta, ti aiuto io. “No” ho detto:- Non oserei mai toccarti o farmi toccare, apri la bocca piuttosto. Ha obbedito ed è stato un attimo, le ho pienato la bocca di sperma in quantità industriale, un poco l’ha ingoiato ma tutto sarebbe stato da lavanda gastrica. L’ho schizzata nel viso, nelle tette, le cosce erano piene del mio sperma, ecco, così mi piaceva adesso, avere in casa una troia obbediente sarebbe stato molto ma molto divertente, era mia madre, ma questo aggiungeva quel che di peccaminoso che avrebbe reso tutto molto più eccitante.
1
voti
voti
valutazione
3
3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Guardone di Mia Madre - Cap.2racconto sucessivo
Guardone di mia Madre - Cap.4
Commenti dei lettori al racconto erotico