La dolce vita (3° e ultima parte)

di
genere
etero

Tre mesi di lavoro ininterrotto e finalmente ottengo una settimana di ferie.
Decido di andare a casa ed a disposizione ho la Audi 100 di Mita.
Faccio il viaggio con Andreina che però si tratterrà solamente due giorni. Io sono felice di questa pausa perché mi aiuterà a riflettere sul futuro e sulle proposte fattemi da John, per un probabile trasferimento in Croazia nella gestione di una nuova azienda. In questi tre mesi sono successe tante cose, forse troppe, alle quali non ero preparato però, visti i risultati, posso dire di essermela cavata abbastanza bene.
La mia permanenza in azienda è molto ridotta e nell’ultimo periodo ho fatto da segretario e da autista sia a Mita che a John, trasportandoli per i quattro angoli della Sardegna e spesso anche in Italia del nord.
Le prospettive future sono comunque rosee perché sono riuscito a conquistare la loro fiducia ed inoltre, proprio nell’ultimo mese, ho fatto coppia fissa con Wu, una piccola baby”sitter tailandese che lavora per una società internazionale, trasferita in un agriturismo vicino per occuparsi dei ragazzini di una scuola della Corea del sud.
La nostra relazione è ben vista da tutti perché lei è sempre pronta ad aiutare chiunque ne abbia bisogno, perché sa comportarsi molto bene coi bambini ed inoltre, io sono l’uomo di fiducia dei proprietari dell’azienda quindi mi facilita enormemente le cose.
“ Se vuoi possiamo fare tappa la mare. “ mi dice Andreina dopo neanche 10 minuti di strada.
“ Vuoi fare il bagno? “ le chiedo incuriosito perché lei non è mai stata neanche in piscina e prima di questo lavoro, rifiutava perfino di rimanere in costume da bagno.
“ Vorrei stare sulla sabbia, ne sento un bisogno troppo forte. . poi è più di un anno che non vedo il mare. “
“ In quale spiaggia vado? “
“ Nella solita! “ mi dice, che poi sarebbe quella dei nudisti ed in quel periodo doveva essere molto affollata.
“ Non ti basta di vedere persone nude? “
“ In azienda sono tutti esibizionisti mentre al mare trovi qualche naturalista e la differenza la noti nei gesti, nel comportamento. Chiaramente trovi esibizionisti ovunque ma al mare sono solo una piccola minoranza. Quanti vanno in azienda pensano solo a scopare e godere come hai visto e questo, potrebbero farlo ovunque ma proprio per certe cose, hanno bisogno di un posto tranquillo. “
“ Penso anch’io la stessa cosa . . volevo però dire un’altra cosa. In questi tre mesi noi due non abbiamo mai parlato di cose serie, a parte le solite cose che si dicono per passare il tempo . . “
“ Non abbiamo neanche scopato assieme noi due, anche se ci siamo andati vicini molte volte, non lo trovi strano? “ mi guarda.
“ A questo possiamo porre subito rimedio . . lascio il volante e poso una mano sul ginocchio che la minigonna non può coprire,
“ Smettila, non voglio dire questo per scopare, probabilmente un giorno o l’altro lo faremo anche noi. “
“ Perché aspettare allora? “ faccio risalire la mano.
“ Perché sono molto stanca! “ allunga le gambe ed io raggiungo lo slip e lei mi lascia fare.
“ Sai che mi sono scoperta esibizionista anch’io? Molte volte ho fatto in modo che gli altri mi vedessero molto bene proprio in mezzo alle gambe ed anche quando ho fatto l’amore con più di una donna, raggiungevo un orgasmo dopo l’altro se le altre vedevano bene quanto facevo e quanto facevano a me. E’ una sensazione sconvolgente. “ La mia mano intanto ha raggiunto i peli e spostato l’orlo dello slip.
“ Ho visto anch’io che godevi . . “
“ Ti immagini che prima di questo lavoro avevo vergogna perfino di indossare una gonna un po’ corta e le esperienze sessuali le avevo avute sempre al buio o con gli occhi chiusi, proprio per immaginare qualcosa di diverso ma non perverso. “
“ Come mai non ti ho mai vista con un uomo? Tu e Bibi siete le due uniche lesbiche? “
“ Lesbiche? Chi ti ha raccontato una stronzata del genere? Bibi sta’ con Li questo è vero però, assieme abbiamo partecipato a numerosi incontri . . “
“ Ma tu e Bibi, avete mai scopato con un uomo? “
“ Questo non lo so però Li si è fatta infilare con un membro di plastica ed anch’io le ho infilato due dita . . “
“ Vedi che siete lesbiche? State solo con donne! “
“ Che c’entra questo? Io ti ho baciato tante volte e ti ho anche fatto godere, inghiottendo perfino lo sperma o l’hai dimenticato? “
“ Non abbiamo mai scopato però ed anche Bibi mi ha fatto le stesse cose ma io ho scopato solo con Li! “ Si mette a ridere nervosa e vedo che mette una mano sopra la mia per impedirmi di continuare ad insinuarla sotto lo slip ma poco dopo, è lei stessa che se lo sfila ed inizia una lenta masturbazione.
“ Vuoi forse eccitarmi oppure fare qualcosa di più concreto? “
“ Non fare l’idiota, fra poco saremo al mare e l’acqua spero calmerà entrambi . . mi piace toccarmi ed anche esibirmi . . “
“ Puoi toccare anche me con l’altra mano . . “
“ No . . infilo subito il costume così non ci penso . . altrimenti rischio di godere davvero . . “ Fruga nella borsa ma si accorge di averlo dimenticato a casa e nel frattempo, io avevo sostituito le sue dita con le mie, carezzandole il clitoride e sentendola tanto bagnata da far colare il liquido perfino sul sedile. Quando tento di infilare un dito lei mi blocca ancora una volta la mano.
“ Vuoi forse violentarmi? “
“ Forse sarebbe una soluzione perché mi hai eccitato veramente, non vuoi sentire quanto ce l’ho duro? “ Allunga la mano.
“ Ti tocco solo un po’, non ti faccio nient’altro . . va bene? “ Non rispondo ma rallento per non uscire fuori strada.
Fa scorrere la zip, estrae il cazzo duro come il granito, lo avvolge con le dita, stringendole forte ma lasciando la mano immobile e mi pare di subire un supplizio pari a quello subito con Mita che raggiungeva il primo orgasmo col membro infilato in fica ma restando immobile.
Sento le contrazioni delle dita come sentivo le contrazioni della vagina.
“ Adesso basta! “ Ritira la mano “ siamo quasi arrivati . . “ Quasi non mi accorgo che subito dopo la curva c’è il parcheggio.
La solita passeggiata di circa 15 minuti per giungere alla caletta abbastanza affollata.
Mi spoglio e vado subito il acqua mentre lei si attarda sulla spiaggia ma poco dopo mi raggiunge.
Una lunga nuotata è quella che ci vuole per raffreddare i bollenti spiriti ma, per mancanza di allenamento, sento di avere il fiato grosso.
Andreina esce prima di me e si sdraia direttamente sulla spiaggia, rotolandosi per assaporare l’avvolgente carezza della sabbia.
La raggiungo ansante. Intorno a noi una famiglia di tedeschi, padre, madre e due ragazzine di circa 15/18 anni molto provocanti, dato che sedute alla turca, mostravano l’interno spalancato delle cosce.
“ Che fai, spii le ragazzine? “ Mi volto di scatto ma anche Andreina guardava lo spettacolo osceno.
“ Non ho ancora fatto l’abitudine . . queste sono veramente speciali e fanno venire l’acquolina in bocca. “
“ Vedo che poi dalla bocca scende alle palle . . “ ride per la battuta
“ Anche tu sei interessata a quanto vedo. “
“ Certo, mica sono di ghiaccio! “ Sento che il membro mi diventa dura ma per fortuna sono sdraiato a pancia in giù e nessuno si accorge di questo, anche se Andreina ha solo tentato ad indovinare.
Chiudo gli occhi e senza rendermene conto mi addormento.
Dopo non so quanto tempo mi sveglio di soprassalto perché Andreina si sdraia sopra di me, bagnandomi tutto.
“ Dai poltrone, svegliati che dobbiamo andare. “ Mi stiro mettendomi a sedere.
La famiglia tedesca era ancora li vicino ma le due ragazzine erano sdraiate e ci guardano divertite per lo scherzo fattomi da Andreina.
Sorrido anch’io e mi alzo.
In macchina la compagna di viaggio tenta di indossare le mutandine, anche se poteva averlo fatto prima o restare senza.
“ Hai visto la macchia? “ indico lo slip dove effettivamente c’è una macchia proprio al centro.
“ Certo, è la conseguenza dell’orgasmo . . “ non è per niente impressionata “ . . non le cambio perché ne sento il profumo. “
“ Quando hai goduto? “ chiedo
“ Prima, andando . . “ La guardo negli occhi furioso.
“ Tu godi ed io? Mi lasci così? “ Le metto una mano sul ventre.
“ Ti faccio solo con la mano . . “ lascia perdere lo slip, mi apre la zip ed estrae in cazzo ancora molle.
“ Fermati in qualche spiazzo, non voglio mica ammazzarmi in macchina per una sega. “ Stringe forte le dita senza che ricongiungersi ed a quel contatto sento un brivido percorrermi la spina dorsale.
Volto subito a destra per una stradina laterale e mi fermo dopo alcuni metri.
L’attiro a me baciandola in bocca.
“ E’ il più grosso cazzo che abbia mai visto . . nessuno dei clienti, per dotato che sia, ha un cazzo come questo . . “ Sembra ammirarlo ma anche intimorita però, dopo pochi istanti, leggo nel suo sguardo la libidine, una carica intensa e vogliosa.
Le sue mani si appoggiano sulle mie cosce e le morbide labbra circondano la cappella.
“ Dev’essere doloroso sentirselo dentro . . “ si rizza in piedi e mi bacia con vera passione, frugandomi il palato, succhiandomi la lingua e la saliva, con movimenti violenti.
“ Chiedi a Li se è doloroso, lei lo ha preso anche nel culo . . La stringo forte a me.
“ Lei è aperta . . ma ho visto anche sangue . . “ La mano rimane immobile ma la tiene stretta.
“ Le donne che lo hanno provato hanno sempre goduto . . “ la frugo in mezzo alle cosce.
“ Solo con la mano . . “ ansima “ . . oppure ti bacio poco poco . . “ Immediatamente la obbligo ad abbassare il capo e sento la bocca umida avvolgermi la cappella irta e lucida. Spingo ancora il capo ma un conato di vomito mi fa desistere.
“ Non esagerare . . “ mi dice sollevando un attimo il capo “ . . sei troppo grosso”
“ Hai una bocca da pompinara “ riprende il bocca la cappella e comincia a muovere la testa ma dopo qualche secondo solleva il capo ancora una volta. “ Aspetta . . “ si stacca da me “ . . abbassa i sedili oppure usciamo fuori . . voglio che mi baci anche tu . . “ Prendo l’asciugamano e lo apre, lei si sdraia sulla schiena ed apre completamente le cosce.
Mi piazzo al suo fianco, la stringo a me poi mi giro, in modo da avere il suo ventre a portata di bocca e di lingua.
“ Ahh ti sento . . che lingua . “ Ansima sentendosi leccata.
“ Dai, mettilo in bocca . . “ la mia è una preghiera che non sente perché continua a tenere la mano ferma ma lo guarda pulsare, stupita di fare qualcosa con un membro di quelle proporzioni ma dopo, comincia a leccarlo come un gelato, tenta di inghiottirlo fin che può ma ancora una volta un conato di vomito la fa desistere.
“ Peccato . . è troppo grosso . . “ tenta però di infilarlo fin che può lo stesso ma non riesce ad andare oltre la cappella.
Passa la lingua per tutta la lunghezza, mi lecca le palle, le succhia poi mi fa una cosa impensabile: spingendosi con le gambe in avanti, raggiunge il buco del culo, ne forza l’apertura con la lingua, lo lappa come una cagna, ritorna alle palle ed ancora al culo.
“ Ti piace così? “ Certo che mi piace ed anch’io faccio la stessa cosa, sperando che l’eccitazione la sconvolga e mi permetta di scoparla ma quando mi infila un dito nel culo, senza neanche rendermene conto, sobbalzo con violenza e raggiungo il primo orgasmo, inondandole i seni.
“ Non potevi aspettare? “ Si stacca da me e mi guarda.
Sparge il seme sul ventre, raccoglie qualche goccia con le dita che porta in bocca per succhiarle avidamente.
“ Adesso tocca a me. “ Mi scavalca e viene a sedersi sopra la mia faccia. Vedo che con le dita prende le ninfe, le allarga poi si abbassa, in modo da farle aderire alla mia bocca.
Sospiro di felicità, percorso da un brivido di piacere.
Subito la frugo tutta, vellico il clitoride, lo succhio, faccio scorrere la lingua, affascinato proprio dal culo e dalla fica che mi sovrasta.
Le natiche polpose sono separate, non nascondendomi nulla del solco e della pelle delicata, mentre l’ano è un buchetto a imbuto, grinzoso per le pieghe che se ne dipartono a raggiera e sotto la fica, si apre come una grossa conchiglia di mare.
Le ninfe dischiuse dalle dita, racchiudono le mucose rosee e lucide di ciprigna ed una grossa goccia di liquido filante e trasparente si è raccolto proprio sulla punta del grilletto e quando si mette a penzolare, l’ho lappo via.
Dolciastra, la gusto schiacciandola tra la lingua ed il palato poi mi avventato a bocca spalancata contro la fica.
Lecco, succhio, struscio la bocca lavandomi la faccia, sprofondando la lingua fin dentro l’imboccatura della vagina, assaporo i succhi più aspri e lattiginosi.
Non so quanto è durato questa specie di assenza quasi ipnotica ma credo si sia trattato solo di qualche secondo perché ho sentito che anche il mio membro reagisce alla stimolazione visiva e si erge duro.
Andreina però, in un crescendo di piacere inarrestabile, ancheggia disordinatamente, mi preme il sesso sulla bocca e lancia un gemito di animale ferito nel momento in cui raggiunge l’orgasmo.
Si lascia cadere al mio fianco.









































“ Oh che bella macchina! “ fa mio fratello venendomi incontro mentre il resto della famiglia mi attende sull’uscio di casa.
Abbraccio tutti, felice di essere tornato nel mio ambiente naturale.
Una volta dentro casa, davanti ad un fumante caffè, spiego i miei tre mesi di lavoro e le prospettive future, escludendo naturalmente la vita sessuale.
Chiedo qualche consiglio per le scelte che avrei dovuto affrontare ma piano piano, mi accorgo della differenza che esiste fra me e loro.
Sicuramente mi sento più maturo di tre mesi prima, mi sono trovato a contatto con delle realtà totalmente diverse da chi rimane in paese e non ha questi contatti con l’esterno perché, volente o nolente, l’orizzonte è limitato e gli scambi con altri modi esistenziali sono praticamente nulli.
Quando ascolto le loro parole mi sembra che non abbiano niente da insegnarmi perché i loro consigli erano dati dalla impossibilità di essere messi in pratica ma si sono trovati concordi nel dire di accettare l’eventuale incarico anche in capo al mondo perché, e su questo sono pienamente d’accordo, chi non ha lavoro non ha prospettive.
Trascorro alcune ore in casa, ascoltando e parlando a lungo con loro poi decido si andare a trovare gli amici che naturalmente stazionano al bar.
I soldi non mi mancano quindi posso permettermi il lusso di pagare da bere a tutti e con loro, si parla del passato, di quello che si è fatto assieme, delle avventure comiche o meno ma del futuro?
E’ ormai buio quando prendo la strada di casa ma, passando davanti a quella di mio zio, mi fermo non solo per ringraziarlo ancora una volta del passaggio avuto tre mesi prima ma anche per rivedere Fidelia a Miriam.
Busso alla porta e viene ad aprire proprio lo zio. Mi abbraccia tirandomi all’interno. In cucina, oltre a Fidelia, c’è una signora di circa 40 anni ed entrambe mi abbracciano calorosamente.
Ci sediamo e spiego anche a loro il mio nuovo lavoro.
“ Sei stato per tre mesi chiuso in quella casa? “ chiede Fidelia.
“ Al contrario, sono quasi sempre in giro ed in quella casa rientro solamente la sera. Quando siamo in Italia però, dormo nei migliori alberghi e mangio nei più cari ed esclusivi ristoranti. “
“ Cavolo! “ fa lo zio stupito ed incredulo “ chissà quanto ti viene a costare. “
“ A me niente, sono loro che pagano tutto. “
“ Sono simpatici? Ti trattano così bene? “ chiede Fidelia, anche lei stupita.
“ Sono deliziosi . . con me lavora anche Andreina e Giulia, le due sorelle . . “
“ Ah si, ho sentito che anche loro si sono sistemate “ lo zio è una miniera di informazioni di seconda mano. In famiglia lo chiamiamo radio popolare perché riesce a sapere tutto di tutti, ma fa sempre finta di stupirsi per ogni notizia che nuova non è ma poi la fa sua e la spiffera ai quattro venti.
“ Com’è la Giulia? “ Chiede ancora lo zio.
“ E’ molto cambiata “ dico serio “ perché sul lavoro non si scherza. “
“ Non è più quella di prima? “ Allude sicuramente alla vita sessuale, alle strane amicizie ed alla vita che conduceva in paese?
“ E’ molto cambiata. “ ripeto ancora una volta “ perché siamo isolati dal resto del mondo ed i divertimenti o gli incontri sono quello che sono.
Lei, come la sorella, lavora fino a tardi e la notte non può uscire ma, anche potendolo fare, per andare dove? Non mento e non dico la verità quindi ho la coscienza a posto.
“ Ti va di mangiare una delle famose pizze? “ Chiede Fidelia, accortasi che la conversazione non avrebbe portato da nessuna parte.
“ Certo, ma questa volta pago io! “
“ Io non posso venire “ dice lo zio rimanendo seduto “ domani devo alzarmi presto per arare e poi non ho neanche fame. “
“ Io si! “ dice Fidelia prendendo per il braccio l’altra donna. Saluto lo zio.
“ Mi fermo ancora qualche giorno, ci vediamo . . “ Fidelia mi trascina fuori.
“ Conosci Annabelle? “ dice dopo fatti alcuni passi.
“ Mi sembra di averla già vista da qualche parte . . “
“ E’ la baby”sitter dei Murru . .
“ Ah si, l’inglese? “
“ Finlandese! “ mi corregge.
“ Credevo che le donne del nord Europa fossero tutte bionde. “
“ Molte lo sono ma non tutte. Un po’ come in Sardegna, mica tutti hanno i capelli neri! “ Sorride ed è il sorriso di una bella donna
“ Ma smettetela con questi argomenti “ si intromette Fidelia “ parliamo di altro. Com’è la vita da te? Non raccontarmi balle come quelle raccontate prima a tuo zio, a lui puoi dirle certe cose ma a me no. “
“ Come vuoi che sia? E’ stupenda! “
“ Questa è una cazzata! “
“ Per niente! “ la guardo e sorrido “ Si tratta di un vero e proprio casino dove la gente viene, paga, scopa gratis con chi gli pare e prende il sole. Sembra strano che proprio in Sardegna abbiano creato una cosa del genere, conosciuto solo da un certo tipo di persone. Gli ospiti, i Clienti o le puttane sono tutti milionari in dollari ma anche esibizionisti, pervertiti e sporcaccioni. “
“ Anche tu partecipi? Scopi con tutti? “
“ Oh no, non sarebbe neanche possibile però volendo, posso cambiare donna ogni giorno e non sono io che chiedo o le faccio la corte perché sono li e basta avvicinarmi. “
Arriviamo in pizzeria e subito si precipita la cameriera, una ragazzina che non conosco ma che generosamente indossa una minigonna e mutandine rosse. Ordiniamo pizza e birra.
“ L’azienda “ proseguo “ così si chiama, è un terreno circondato da un alto muro di cinta con due palazzine poste quasi al centro. In una stiamo noi, la servitù, i proprietari e qualche loro ospite mentre l’altra funge da albergo. C’è un grande giardino, una piscina ed un caratteristico ruscello molto romantico. Di giorno si prende il sole nel giardino, nudi naturalmente mentre la sera diventa il teatro delle orge più sfrenate. La maggior parte degli ospiti è straniero e quasi l’80% è composto da donne. Gli italiani sono molto pochi, quasi tutti in coppia ma la sera ognuno va per i fatti suoi. Sempre la sera, si può scopare con una persona, non importa il sesso o l’età, senza che l’altro sia contrario. C’è una assoluta libertà. Per noi che rappresentiamo l’anello più debole di questa catena, non ci sono particolari restrizioni e volendo, possiamo partecipare a questi incontro solamente dopo l’orario di servizio, anche se non si può impedire a qualcuna, vedi le due sorelle, di fare degli strappi alla regola.“ Le due donne mi guardano come se avessi raccontato chissà cosa ed io sono consapevole del fatto dell’assurdità di quanto detto, anche se è la pura verità.
“ Che persone sono? Giovani, vecchie . . “
“ La maggior parte ha dai 20 ai 30 anni, anche se c’è qualche vecchio di 60/70 anni. Si trattengono dai 10 ai 20/30 giorni anche se c’è chi rimane tutta l’estate, dipende dagli impegni o da qualcos’altro.
“ Cavolo! “ Fidelia si mette una mano in mezzo alle cosce.
“ Che fai, ti masturbi? “ chiede Annabelle.
“ No, però mi sto eccitando. Immagino tutte quelle persone nude, quelle gambe spalancate, i cazzi, le fiche . . poterne approfittare quanto si vuole . . “ Con la coda dell’occhio vedo che Annabelle le ha posato una mano sulla coscia.
“ Non vorrete dare spettacolo in pizzeria spero! “ dico con un tono di voce severo guardandole entrambe negli occhi. Anche Annabelle sembrava porca quanto la zia e forse anche un po’ puttana.
“ E’ solo un acconto . . “ Fidelia mi guarda con occhi languidi “ . . vedrai dopo quello che combiniamo noi quattro. “
“ Quattro? “ dico stupito.
“ Miriam ci sta aspettando. Sai che adesso abita da sola? Ha trovato un piccolo appartamento e lavora saltuariamente presso un nuovo bar. In questi ultimi mesi si è fatta più bella e più porca . . “ Vedo che anche lei ha una mano fra le cosce dell’amica ed io, avendole entrambi al mio fianco, metto le mani sulla coscia libera, la donna si volta di scatto e per un attimo ho pensato di ricevere uno schiaffo invece allarga le gambe ed io ne approfitto per raggiungere l’interno delle cosce.
Mi blocco sentendo subito i peli bagnati perché è senza mutandine.
La donna capisce il mio stupore e sempre guardandomi negli occhi, allarga la bocca in uno splendido sorriso incoraggiante.
Quando vediamo la cameriera arrivare con le pizze, ci mettiamo composti con le mani sul tavolo.
Riprendo il racconto sulla vita in azienda e rispondo alle tante domande che mi pongono.
Beviamo il caffè, pago il conto lasciando una lauta mancia alla cameriera ringraziandola per la splendida vista delle mutandine ed in cambio, ricevo un caloroso inchino ed un ringraziamento della casa.
“ Dai che non vedo l’ora . . “ Fidelia mi trascina fuori dal locale e con passo deciso, dopo poche decine di metri, apre la porta di una casetta.
“ Ci sei? “ urla entrando. Miriam giunge di corsa, lancia un urlo e mi butta le braccia al collo, incollando la bocca alla mia.
La stringo forte sollevandola da terra. Sotto la vestaglia è nuda.
Ci invita a sederci e poco dopo appare Andreina, avvolta con un lenzuolo.
“ Tu? “ dico sgranando gli occhi.
“ Lei si mette a ridere.
“ Vi conoscete? “ Chiede Miriam.
“ Lavoriamo assieme . . “ dico con un pizzico di delusione. Miriam fa le presentazioni scusandosi di non aver atteso l’arrivo della zia e di Annabelle.
“ Ho incontrato Andreina e l’ho subito invitata a bere un caffè . . che devo ancora fare . . “ Sorrise con una certa malizia “ avevamo altre cose da fare . . “
Fidelia mi attira a se quasi con violenza. Mi bacia in bocca.
“ Spogliati . . non vedo l’ora di . . “ si inginocchia sfilandomi i pantaloni e gli slip.
“ Guarda Annabelle, non è una meraviglia? “ mi afferra il cazzo e subito lo mette in bocca, fino alla radice.
Non è ancora duro ma dopo alcune pompate si raddrizza.
Anche Annabelle si avvicina ed io le palpo i seni dal leggero tessuto, le sollevo la gonna ed intrufolo le dita in mezzo ai peli.
Mi prende il capo fra le mani e mi bacia con forza, introducendo la lingua ed accarezzandomi il palato.
“ Se è così . . “ dice Miriam quasi delusa “ vado davvero a fare il caffè. Si allontana con Andreina che si è liberata del lenzuolo.
Viste da dietro sembrano identiche, anche se Miriam ha le cosce più sottili ma nell’insieme sono perfette!
Le due donne mi fanno sdraiare sulla comoda e spessa moquette e Annabelle mi scavalca e per un attimo ho sotto gli occhi la fica grassa e rosea che vedo per la prima volta.
Sono sorpreso che grosso come un fagiolo, il clitoride già spunta fuori dal suo cappuccio.
La mia cappella intanto è avvolta dall’umido torpore delle labbra di Fidelia e perdo la nozione del tempo leccando quella fica succosa, lascio che l’altra si impali sul mio cazzo, che dia il tempo dei furiosi movimenti del bacino, che urli sentendosi riempita fino allo stomaco poi dopo un orgasmo, lascia il posto all’amica che invece di sedersi sul membro, lo imbocca quanto può, in un pompino pastoso, che lambisce l’asta, la succhia e la inghiotte.
Non può essere una cosa che dura a lungo perché sono troppo eccitato, perché vedo le due donne si cercarsi la bocca e succhiare le lingue. Sentendomi prossimo all’orgasmo, le due si abbassano e ricevono in viso gli schizzi di sperma, lo assaporano con le lingue e mi ciucciano fino a che l’asta non si affloscia nelle loro bocche.
Mi sento svuotato ed allargo le braccia in segno di resa ma le due, incuranti della mia presenza passiva, si cercano, si trovano, si abbracciano facendo roteare le lingue, le mani che scivolano lungo la schiena e si riempiono di natiche per stringerle forte.
Tette contro tette, una gamba che si infila in mezzo alle cosce, le bocche che si cercano, si trovano, si uniscono per mordersi e bersi a vicenda in un bacio divoratore.
Guardo queste due scatenate e mai mi sono sentito travolto da un impeto di voglia così forte, rabbiosa.
Mi rizzo in piedi. Le dita artigliano le cosce di Fidelia, affondano nella carne e probabilmente lei non avverte nessun dolore perché si lascia dilatare dalle mani di Annabelle che la frugano in ogni buco, la penetrano, la violentano con forza.
Non so come ci troviamo tutti e tre stesi a triangolo, ognuno con le cosce dell’altro sotto le ascelle che ci sbraniamo a vicenda.
I miei denti si conficcano nelle ninfe di Annabelle, mordo le mucose tenere e piene, succhio il grande clitoride, duro e teso mentre Fidelia, con uno sforzo enorme, riesce ad inghiottire per tutta la lunghezza il membro d’acciaio, 33 cm di carne dura e pulsante e la sua gola mi strappa gemiti acuto.
“ Fammi male . . “ mordimi forte la fica, metti le dita nel culo . . “ letteralmente impazzita Annabelle mi incita, mi prende lei stessa ma nano e se la porta all’ano asciutto, poi cerca di spingerla all’interno, come se volesse dilatarsi oltre ogni possibilità tanto da perdere quel poco di controllo che le è rimasto.
All’arrivo di Andreina e Miriam, siamo ancora avvolti per terra, urlando come invasati. Io non posso godere perché nessuno più mi masturba e Fidelia è andata ad aiutare Annabelle, forzandole il culo con tre dita ben inumidite e spostando la mia bocca verso la vagina.
“ Ma che belle porcherie . . “ Miriam appoggia il caffè sul tavolo, prende Andreina e l’obbliga a stendersi al nostro fianco, in un groviglio da far paura.



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Tre giorni a casa e già comincio ad essere stanco.
Il paese è morto, i giovani della mia età trascorrono il tempo bighellonando, sempre con una bottiglia di birra in mano e capaci di restare ore intere seduti a guardare il nulla ma, capaci di criticare tutto e tutti per la mancanza di lavoro. In un paese come quello, dove non esiste nessuna attività, nessuna iniziativa socio culturale, neanche i giovani sanno cosa fare e non hanno nessuna fantasia per allontanarsi di qualche chilometro e tentare qualche attività per uscire da quel nulla del paese.
Hanno paura del futuro, della mancanza di sicurezza, delle difficoltà che potrebbero incontrare, anche se non hanno più nulla da perdere.
Mi viene il nervoso quando li sento parlare che li prenderei volentieri a calci in culo ma poi, penso che fino a tre mesi fa io ero uno di loro, avevo le stesse paure delle difficoltà probabili ma che ora non sono più mie.
Mi reputo veramente un ragazzo molto fortunato perché proprio il lavoro mi ha fatto uscire, mi ha fatto vedere altre realtà, mi ha fatto capire tante cose che in paese avrei ignorato.
Quando cerco di parlare con loro, gli amici di un tempo si mettono a ridere.
Cerco di spiegargli che in paese non hanno futuro, non hanno nessuna prospettiva occupazionale, non hanno niente che li possa aiutare.
“ E’ arrivato il professore! “ mi dicono prima di ignorarmi.
Quanto ho da dire non interessa nessuno ma molti di loro, se solo lo volessero, potrebbero migliorare la propria situazione allontanandosi dal paese di qualche chilometro e mettere in pratica quanto studiato.
I giovani della mia età hanno tutti, bene o male, un diploma ed un mestiere teorico ma cosa se ne fanno se trascorrono le giornate al bar ed aspettano che la madre li chiami per dirgli che il pranzo e pronto?
Al terzo giorno di ferie mi trovo improvvisamente solo, senza poter contare sulla compagnia e sull’amicizia di nessuno, nemmeno di quanti hanno diviso con me molte esperienze.
Con la mia aria di gran sapientone devo averli stancati, anche perché ero l’unica voce contraria ed i suggerimenti dati non hanno fatto altro che allontanarli da me.
La sera del terzo giorno di ferie decido di fare un giro e di accompagnare Andreina in azienda, proprio per non morire di noia.
Vado dallo zio per chiedere a Fidelia e Miriam se vogliono accompagnarmi ma solo Fidelia accetta, perché l’altra deve lavorare.
La sveglia suona alle 5, mi alzo, preparo il caffè e poco dopo sento grattare alla porta.
Le due donne sono arrivate.
Le faccio entrare, beviamo il caffè quindi usciamo.
Una volta in macchina Fidelia, che ha preso posto nel sedile posteriore, chiede il perché abbia voluto che mi accompagnasse.
“ perché mi sono rotto le palle. Sembra che gli amici di un tempo si siano tutti rincoglioniti.
Non mi trovo più a condividere i loro discorsi, le loro idee ed il loro futuro.
Mi sembrano degli estranei che non sanno cosa vogliono ed io non sono più capace di vegetare in un bar per tutto il giorno. “
“ Anche tu eri come loro, lo hai dimenticato? Facevi gli stessi loro discorsi e ti lamentavi di tutto e di tutti. “ Fidelia mi afferra le spalle “ Hai forse dimenticato quante volte abbiamo litigato noi due? “
“ Certo che lo ricordo ed io devo ringraziare il lavoro per essere potuto uscire dalla loro realtà e mi reputo molto più fortunato di loro. “
“ Anche vedere persone diverse aiuta a cambiare opinione “ interviene Andreina ed io penso che anche lei si sia trovata nelle mie stesse condizioni con le sue amiche di un tempo.
“ A me invece mi ha maturato l’esser giunta in paese . . ci voltiamo per guardarla. Entrambi avevamo dimenticato che Fidelia può insegnarci molte cose perché proviene da un paese che neanche conosciamo, ha una mentalità e cultura diversa, ha girato il mondo, ha avuto contatti con altre realtà che noi due ignoriamo ed infine, si è chiusa in un paesello sperduto e dimenticato in una specie di clausura.
“ A me è successo il contrario di quanto successo voi perché ho raggiunto quella pace e quella tranquillità che cercavo e non riuscivo a trovare una volta lasciato il mio paese. Le esperienze che ho avuto sono molto diverse dalle vostre e voi due non avete dovuto subire quello che ho subito io. Siete fortunati entrambi perché vivete nel vostro paese natale e parlate la stessa lingua, non siete discriminati per il lavoro che fatte o per il colore della pelle, non siete guardati con sospetto dalla popolazione, dalla polizia ed ovunque andate sarete sempre degli italiani. Anch’io credo che proprio il lavoro, un lavoro onesto e pulito, contribuisce alla formazione mentale di un individuo perché trova del tempo da dedicare a se stesso, alla famiglia, ai suoi interessi, Succede il contrario quando si ha troppo tempo libero, quando proprio non si lavora e si pensa solo a trovare qualcosa da mangiare ed a maledire tutti. Al paese, specialmente coi giovani, succede proprio questo: il tempo non sanno impiegarlo proficuamente e lo trascorrono molto male. Anche per me dovrebbero ingegnarsi in qualcosa di costruttivo ma non esiste un ritrovo, un circolo culturale, una sala giochi, non c’è niente. Quello che mi dispiace maggiormente e che non vogliono neanche ascoltare chi potrebbe aiutarli a risolvere i problemi. “ Sorrido contento ma sembro un ebete.
Fidelia potrebbe veramente aiutare almeno i meno stupidi, quanti hanno un briciolo di iniziativa o meno paura degli altri e sempre pensando a lei, mi sono accorto che le nostre idee, i nostri problemi, le nostre paure, sono niente se confrontati ai suoi, a quanto ha dovuto sopportare e superare.
Restiamo in silenzio per oltre un’ora a pensare con la nostra testa, mentre la radio trasmette musica americana che mi fa girare le palle.
Arriviamo in azienda che il sole è già alto.
“ Non voglio entrare! “ dico subito
“ Perché? “ chiede Fidelia che vuole vedere se quanto ho detto corrisponde al vero. Scendono entrambe dalla macchina
“ Dai non fare il bambino, vieni anche tu no? “ Andreina prende sottobraccio la zia, apre il grande portone ed io decido di restare fuori perché, se sono di riposo non vedo il motivo di essere li.
“Ti aspetto! “ urlo alle due donne che poco dopo spariscono dalla visuale. Allungo i sedili, mi sdraio e mi metto a dormire.
Mi sveglio tutto sudato col sole che picchia quasi in verticale.
Ho dormito ben due ore ed aspetto ancora Fidelia poi, decido di entrare in azienda e trascinarla fuori.
In giardino ci sono gli ospiti paganti che prendono il sole ed io entro in casa. Andreina è seduta che controlla delle fatture.
“ Dov’è Fidelia? “ le chiedo avvicinandomi
“ Dev’essere con Giulia “ risponde senza guardarmi. Saluto Bibi e Li.
“ Non sei più in ferie? “ mi dice baciandomi sulle labbra.
“ Ho accompagnato Andreina “ bacio anche Li sulle labbra “ e devo recuperare mia zia. “
“ Ah si, quella splendida donna è tua zia? “
“ E’ la moglie dello zio. “
“ Peccato che debba portarla via, mi piacerebbe tanto conoscerla . . “ Li fa l’occhiolino.
“ Potete sempre venire al mare con noi e stasera dormire al paese. Domani o dopo vi riaccompagno. “
“ Sarebbe magnifico! “ Li mi mette un braccio intorno al collo
“ Certo! “ Bibi guarda l’amica “ Possiamo andare assieme e dormire laggiù. “ Mi da ancora un bacio sulle labbra “ Vado a dirlo alla mamma! “ Si allontana di corsa ed in quel momento, proprio vicino alla piscina vedo Fidelia che parla fittamente con la signora Augusta e sembra si conoscano perché si tengono per mano proprio come due vecchie amiche. Prendo Li per mano e mi avvicino a loro.
“ Fidelia, non ti sembra che dobbiamo andare? “ La zia si volta poi bacia calorosamente la signora promettendole di farsi viva.
“ Li, questa è mia zia Fidelia “ si stringono la mano ed io le obbligo a seguirmi. Bibi ci attende vicino al portone con una borsa.
“ Ho preso qualcosa che può essere utile. “ Saliamo in auto con Fidelia al mio fianco.
Durante il tragitto parliamo di tutto, di cose futili e di altre impegnative, con la zia che ci tempesta di domande sull’attività e sulla vita che si fa in azienda.
Miriam risponde stando un po’ sulle sue, tacendo su quanto succede veramente.
“ Sapete che conosco Augusta? “ dico dopo qualche minuto di silenzio. Le due ragazze si guardano e spalancano gli occhi ma l’Augusta è una persona abbastanza nota perché è stata una grande attrice di teatro ed ha girato l’Italia. “ Ci siamo incontrate a Roma una prima volta circa dieci anni fa ma nel corso degli anni ci siamo riviste parecchie volte. Per un certo periodo ho anche lavorato a casa sua. “ Fra una pausa come se stesse pensando cosa aggiungere.
“ Siete un’attrice anche voi? “ Chiede Bibi.
“ No, non ho mai recitato sul palcoscenico . . “ ci mettiamo a ridere perché sicuramente è riuscita a prendere per i fondelli molte persone e non ultimo lo zio, che l’ha sposata ignorando la vita precedente.
“ Da qualche giorno Augusta e Andreina gestiscono l’azienda . . “ Bibi sembra che parli solo per chiedere informazioni e questo l’ho capito dalla ricerca delle parole adatta, dalla titubanza nel die e nel non dire restando sempre sul vago.
Anche prima, rispondendo alle domande precise che poneva Fidelia, il più delle volte rispondeva con un’altra domanda ma in tutto questo ho capito che l’esperienza di vita conta moltissimo per cui Fidelia ha sempre ottenuto quello che voleva.
“ Sapete che Augusta è una grande porca? “ La zia si volta a guardare le due donne,
“ Sapessi quante porche ci sono in quella casa . . “ dico con un sorrise.
“ Augusta si è . . liberata di certi tabù . . vive la sua sessualità liberamente . . “ Bibi cerca di proteggere se stessa?
“ Se è per questo, penso che tutti noi cerchiamo di fare quello che vogliamo ma essere porca come l’Augusta è un’altra cosa. Vivendo in un paese piccolo, sarebbe catalogata come troia, neanche puttana, perché fa l’amore per godere e naturalmente fa anche godere il o la partner di turno, questo è chiaro. Lei ha una carica sessuale invidiabile ed io che l’ho vista all’opera, posso giurarvi che è così oh, ma che cazzo sto dicendo . . sono sicura che voi ne sapete quanto ne so io. “ sorride guardando tutti noi.
“ Si, noi sappiamo qualcosa . . “ anche Bibi sorride.
Dopo circa due ore giungiamo al mare e dopo esserci spogliati, tutti in acqua, naturalmente in costume da bagno.
Le tre donne escono quasi subito, vanno a sdraiarsi sulla nuda sabbia per parlare di qualcosa di divertente mentre io faccio una lunga nuotata fino a quando comincio a sentire la stanchezza.
Raggiungo le tre donne e anch’io, mi lascio cadere sulla sabbia rovente.
“ Di cosa parlavate? “ chiedo poco dopo.
“ Delle solite cose, di scopate principalmente . . “ Fidelia è quella che parla più liberamente, Li fa quasi scena muta ma ascolta interessata mentre Bibi parla a rate.
“ Che sorpresa . . si direbbe che questo sia l’unico argomento possibile . . cerchiamo di liberarci anche noi di certi tabù . . “ Bibi è anche spiritosa e ridiamo della battuta.
Chiudo gli occhi e senza ascoltare quanto dicono, lascio che proseguano nelle loro oscenità.
Penso in silenzio al mio futuro, al lavoro in Croazia, a Andreina, a Fidelia, a Wu, a Mita ed in quel momento mi sento felice di essere al mare, di svagarmi senza l’assillo degli impegni ed in più, ho come compagni di viaggio tre donne stupende. Mi guardo intorno e vedo che siamo le uniche persone ad indossare i costumi.
“ Perché non ci spogliamo? Non avete visto che . . “
“Ci hai preso per esibizionisti? “ Dice Fidelia “ e poi, davanti ad un uomo sarebbe veramente scandaloso . . o forse vuoi vedere? “ Si slaccia il costume “ Guarda che belle tette! “ Bibi si slaccia anche lei il costume e si avvicina
“ Non vuoi dare un bacio? “ Mi prende il capo fra le mani e lo poggia in mezzo ai seni. Tiro fuori la lingua e lecco un paio di volte i capezzoli.
“ Io purtroppo ho le mestruazioni “ Dice Bibi delusa
“ . . ed io non posso far vedere gli anelli a tutti e rimane coi soli slip.
“ hai fatto il pearcing? Deve essere stato doloroso . . “ dice la zia.
“ Un semplice prurito ma ne vale la pena . . ad ogni passo è uno sfregamento molto piacevole, come una continua carezza. “
“ Mi piacerebbe vedere . . “ Fidelia si passa la lingua sulle labbra e Li scosta leggermente l’orlo dello slip ed esibisce un pube completamente rasato e ben quattro anelli d’oro.
“ Cavolo . . è interessante . . “
“ Ti piacerebbe guardare da molto vicino? “ Si avvicina e si mette a sedere ad un centimetro dal suo viso incrociando le gambe.
Fidelia annusa, tira fuori la lingua e la passa sulle ninfe perforate poi si alza di scatto.
“ Meglio che vada a fare il bagno . . “ si allontana veloce ed io ho sempre il petto di Bibi a portata di lingua mentre le mani le ho posate sulle sue cosce.
“ E’ meglio che vado in acqua anch’io . . “ mi alzo ed il glande spunta dal costume.
“ Dopo il bagno sarebbe meglio rientrare a casa altrimenti rischi di non riuscire più a nascondere . . “ mi indica il membro che ormai è uscito per più della metà della lunghezza.
Tento di rimetterlo dentro ma è talmente rigido che non ci riesco poi ci ripenso e li tolgo.
Corro in acqua nudo, con l’ariete puntato in avanti.













































La pizza, il vinello e le donne leggermente brille.
Che inizio di serata mi aspetta? Bibi vuole che andiamo da lei per il caffè ma lo zio aspetta Fidelia per la cena; lei ha deciso che una giornata così diversa dalle altre deve per forza finire al letto, ma non nel suo e neanche col suo uomo.
Nel viaggio di ritorno aveva voluto vedere ancora una volta gli anelli di Li, dandogli uno sguardo così vicino da riuscire a metterci la lingua e questo ha fatto sobbalzare la cinese di voluttà.
Andiamo nell’appartamento di Bibi dove Li decide di fare un bagno, Fidelia si offre di lavarle la schiena e la segue mentre io, per non restare solo e per non aiutare Bibi, vado a vedere cosa combinano.
Entrambe sono sdraiate sul letto, nude. Li sdraiata sulla schiena, ha le gambe spalancate mentre Fidelia, con la faccia stravolta.
Passa la lingua sulle ninfe che tengono gli anelli.
Mi avvicino e Li tende le mani. In un baleno sono nudo anch’io, col membro infilato nella bocca della cinese.
“Muoviti . . scopami in bocca . . e per mostrarmi come devo fare, comincia a muovere il capo avanti e indietro, prima lentamente poi sempre più velocemente, riuscendo ad infilarsi l’intero membro in gola, cosa che mi pareva del tutto impensabile.
Mi avvicino ancora di più e lei passa le mani dietro le natiche per aiutarsi con le spinte, mugolando come una cagna tutte le volte che sente l’ingombrante presenza forzarle la gola.
Anche Fidelia sembra un cagnolino, con due dita di Li infilate in culo ed una mano (sua) che carezza la cinese.
Afferro il capo di Li e l’allontano quel tanto che basta per sfilare il membro perché l’orgasmo mi sta facendo perdere la concentrazione.
La faccio voltare e la posiziono prona, in ginocchio per infilarla alla pecorina mentre Fidelia si piazza prontamente sotto di lei, continuando a lappare la fica ormai grondante di umori. Sposto la testa della zia ed immergo il cazzo con un colpo deciso e violento per farglielo sentire in tutta la sua lunghezza.
Sentendosi così piena, Li lancia un urlo in cinese, tenta di divincolarsi ma io la tendo ben ferma, aiutato dalla zia che non vuole perdere neanche un secondo o una goccia di liquido vaginale.
Così immobilizzata ed impalata, Li comincia ad ansimare forte, a vibrare come la corda di un violino, a muoversi scomposta fino a quando si abbatte sulla faccia di Fidelia ed in questo modo riesce a sfilare il cazzo.
Mi sposto allora verso la zia, la palpo in profondità con tutta la mano, poi mi prendo il membro in mano e lo indirizzo verso la vagina grondante ma quando tento di infilarlo, lei si sposta di colpo.
“ Non, non ho voglia di cazzo ma della sua lingua . . “
“ Ed io? “ Urlo masturbandomi ma per fortuna ecco Bibi col caffè.
“ Oh i maiali! “ esclama vedendo le due donne aggrovigliate. “ Venite a bere il caffè altrimenti si raffredda . . potete continuare dopo “ ma le due donne neanche la sentono, prese come sono nel dare e nel ricevere piacere.
Mi siedo vicino a Bibi sempre col cazzo in mano, rigido come un’asta d’acciaio, perché le urla, i gemiti, i sospiri, le mani che frugano, i sessi offerti, spalancati e penetrati fanno si che il membro mantenga una erezione costante.
Bevo il caffè e vedo Bibi che allarga le gambe, passa una mano sul pelo sempre guardando le due troie, estasiata dai loro gesti.
Mi piazzo davanti a lei che allunga la mano poi china il capo ed imbocca l’enorme cappella e comincia un pompino lento e vizioso che io interrompo poco dopo perché voglio scopare.
“ No, rimani così . . “ mi dice vedendo che mi sposto.
“ Voglio scopare . . “ le dico
“ A me piace sentire la sborra in bocca! “ Riprende il cazzo in bocca e ricomincia il lento movimento del capo ma quando sento che sto per venire, le blocco il capo e la tiro sul pavimento.
Le porgo le labbra e l’eccitazione cominciata scopando Li, continuata col suo pompino alla fine diventa frenesia e ci divoriamo la bocca in un bacio famelico. Faccio inginocchiare Bibi e mi piazzo dietro ma lei si corica sulla schiena ed allarga le gambe.
“ Questa prima scopata me la voglio proprio vedere. “ Mi prende ancora una volta la verga in mano, sputa sopra la cappella, sputa ancora sulla mano per inumidirsi lo stretto passaggio ed infine mi invita a penetrarla.
“ Fai piano col tuo bestione . . non sono abituata a scopare con un uomo . . “ sussurra ed è lei stessa che si apre la fica con le dita per dirigerlo in mezzo alle ninfe.
Io spingo ma non combino niente perché è troppo stretta e non vuole entrare neanche il glande. Fidelia che ha assistito alla scena le consiglia di sedersi sul mio cazzo così sa quando e quanto farlo entrare.
Senza attendere un suo invito, mi sdraio sulla moquette e lei mi scavalca, mi prende il membro e lo punta alla fica poi si abbassa lentamente piegando le ginocchia.
Dalla gola le escono rantoli di dolore ma insiste piano piano fino a quando sento che almeno il glande le è entrato dentro.
Faccio per dare una spinta ma lei mi blocca nervosa.
“ Non muoverti cazzo . . vuoi forse spaccarmi? “ Rimango passivo e sento che il membro continua ad entrare ed alla fine, lei si lascia cadere su di me con un urlo disumano.
Rimane immobile per qualche secondo.
“ Cazzo, lo sento fino in gola . . mi sta slabbrando tutta, oh che male. . “ Vedo le altre due donne venire in suo aiuto e cominciano la lapparla la fica, a strizzarle i capezzoli a sollevarla per iniziare quel movimento che mi avrebbe portato all’orgasmo ma lei, urla dal dolore insopportabile poi si solleva e lo sfila del tutto.
Mi guarda e sembra delusa.
“ Mi dispiace, non ci riesco . . mi sento tutta spaccata . . oh che dolore . . “ Si massaggia col palmo della mano, guardando se ho fatto danni.
“ Non devi fare così “ dice Fidelia “ bisogna che tu sia preparata. La fica di una donna ha una capacità enorme, lasciatelo dire da una ex puttana. “ Le due donne la obbligano a sdraiarsi in mezzo a loro e le mani cominciano a viaggiare carezzevoli sul corpo, soffermandosi sui seni dai capezzoli eretti, indugiano a frugarle la fica scivolosa di umori.
Li si piazza in ginocchio davanti alle cosce aperte di Bibi
“ Fai come l’altra volta con Roger, rilassati e non pensare a niente. “ le dice prima di soffermarsi a contemplare la fica poi l’apre con le dita e quando vi passa la lingua, Bibi sussulta di libidine e si abbandona a quel piacere acuto che la perversa bocca della sua amante riusciva a trasmettere.
Questo dolce massaggio dura qualche minuto poi, coi sensi scatenati, Bibi sussulta scompostamente in un orgasmo violento poi Fidelia la costringe a mettersi in ginocchio e dice di piazzarmi dietro, con Li che continua a leccarla sdraiata sotto di lei.
Aiutato dalla zia riesco ad introdurre il glande, poi spingo e stranamente sento la carne cedere di colpo e con facilità, senza che il suo dolore fosse insopportabile. Ad ogni pressione ne introducevo un po’ di più.
“ Mi spacchi tutta . . mi rovini . . “ ma continuo a spingere, a penetrarla.
“ Antonio fermati . . ti prego . . non ce la faccio più a prenderlo . . “ mette la mano dietro e nota che sono ormai tutto in lei.
“ Adesso ti piace vero? “ le sussurra Fidelia ed io, carico di desiderio comincio a dare dei colpi.
“ Si, adesso comincia a piacermi . . l’ho voluto io . . “ Fremiti intensi la colpiscono alle reni mentre la bestia morde le sue viscere, innescando una bomba, mentre la lingua di Li continuava a tempestarla di baci lascivi. Io accelero i movimenti, limandole l’orifizio dilatato con colpi regolari poi do un ultimo colpo ed esplodo con violenza in lei, sussultando convulsamente e quando sento che non esce più neanche una goccia di sperma, mi stacco da lei e sono assalito dalla bocca di Fidelia che assapora i nostri succhi mischiati.








E’ finita l’estate.
Gli ospiti sono sempre meno e la sera, a causa del fresco, sono pochi quelli che si attardano in giardino, anche se le ammucchiate continuano lo stesso nell’enorme sala dell’albergo.
La mia relazione amorosa con Wu prosegue splendidamente, anche se non ci vediamo molto spesso, a causa dei suoi impegni e dei miei tanti viaggi.
Dal primo gennaio, fra due mesi circa, gestirò una analoga iniziativa in Croazia, vicino al mare, non molto lontano da Spalato.
La mia socia sarà Andreina ed a me spetterà l’amministrazione e le relazioni con le altre realtà simili e per mantenere i collegamenti politici, imprenditoriali e finanziari, così importanti per la sopravvivenza di qualunque attività. In questi giorni di fine ottobre sono talmente impegnato che la notte dormo pochissimo mentre durante il giorno, sono sempre in giro in Sardegna, in continente o in Croazia stesso, dove stiamo terminando di organizzare contratti coi gruppi agricoli ed alimentari.
Stiamo poi terminando i restauri di un vecchio villaggio turistico ormai abbandonato durante il periodo della guerra dei Balcani. Nei viaggi sono accompagnato sempre da Andreina, qualche volta da Bibi o da Ying, la sorella di Wu che è molto simpatica ed anche bella ed intelligente. Ha 18 anni e spera di laurearsi a Perugia in un prossimo futuro.
“ C’è un fax da Spalato! “ Urla Bibi svaccata sulla poltrona.
“Urge presenza delegato italiano per difficoltà nel restauro Hotel. Piccole incomprensioni con autorità locali”
Credevo di aver risolto questi contrasti proprio recandomi sul posto e, sotto le direttive di John, avevo distribuito una serie di regali in dollari USA.
Lo stesso John mi consiglia di partire immediatamente per risolvere questa situazione.
Chiaramente queste difficoltà mi rendono nervoso e nell’ultima settimana sono sorte sempre nuove difficoltà a causa dell’interessamento della mafia locale.
Chiedo sia a Bibi che a Ying se possono accompagnarmi ma a malincuore mi dicono di non potere per degli impegni presi precedentemente.
Spero solo di riuscire a rientrare nel giro di due tre giorni perché ho promesso a Wu di accompagnarla a Parigi.
Concordo con Andreina la strategia da adottare e telefono per i biglietti d’aereo. Partirò domani mattina ed ho tutta la giornata per riflettere.

























Questo diario si conclude qui. L’ho trovato sotto un pacco di carte e documenti, nascosto in camera sua,
Io sono la sorella maggiore di Antonio, avvisata dopo due giorni dall’incidente e dal rinvenimento del corpo in Croazia. Antonio è stato ucciso a fucilate ed il cadavere è stato scaraventato in un affranto roccioso. La polizia locale parla di mafia, di regolamento di conti, di traffico di armi o di droga, non si capisce bene a quali conclusioni siano giunti. Questo diario però è la prova che mio fratello non era un mafioso ma solo un ragazzo pieno di vita che sognava solo di vivere e lavorare onestamente. Chi lo ha conosciuto può smentire tutte le tesi della polizia ed a noi, rimane solo il dolore per la sua perdita.
La famiglia americana, proprietaria di non so quali imprese o industrie, si è dileguata subito dopo l’incidente ed attualmente è ricercata dall’INTERPOL. Si è scoperto che è coinvolta in un colossale crac finanziario ed ha coinvolto centinaia di persone, se vittime o complici saranno le indagini a dimostrarlo.
La piccola Wu, con la quale era fidanzato, è ripartita per la sede centrale della società per cui lavora ed attualmente ricopre un incarico dirigenziale; Li abita sempre nella stessa tenuta agricola col marito ed un bambino coreano, adottato pochi mesi fa; Fidelia continua a vivere col marito, ignaro delle esperienze della sessuali moglie; Miriam lavora in un villaggio turistico, fa l’amore un po’ con tutti i ragazzi del paese ed è continuamente in lite con lo zio; Giulia è partita per Roma e lavora da Augusta, la moglie del regista che ha contratto l’AIDS, non si sa cosa faccia di preciso ma è possibile immaginarlo. Annabelle lavora in Costa Smeralda ed in paese non è più tornata perché ha avuto qualche problemino con diverse donne. Andreina è letteralmente sparita; ha accompagnato Antonio in Croazia e non si è saputo più nulla ma tutti pensiamo che abbia fatto la stessa fine. Ying è la fidanzata di mio fratello e dovrebbero sposarsi molto presto, si sono trasferiti a Berlino in Germania dove lavorano in una pizzeria.
Della famiglia americana solo Bibi non è scappata e si è saputo che non è la loro figlia naturale ma una semplice amante di Mita. Dopo essere stata arrestata, senza un soldo in tasca si è messa a fare tutti i lavori possibili e adesso, dalle ultime notizie, batte il marciapiedi a Olbia.
Per noi della famiglia e per gli altri del paese non è cambiato niente; la gente continua a vegetare e le prospettive future dovrebbero migliorare, anche se sono poco rosee.
A noi ripeto, è rimasto solo il dolore . . .
scritto il
2010-06-26
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