Notte di pensieri

di
genere
masturbazione

Notte difficile, tanti, troppi pensieri annidati nella testa che non mi hanno permesso di riposare come avrei voluto.
Deambulo fino al bagno, lascio cadere a terra maglietta e slip con un gesto meccanico e mi ficco sotto la doccia. Apro l'acqua, posizionando il miscelatore al massimo verso le alte temperature. Il getto gelido mi risveglia dal torpore, percepisco ogni singola goccia scorrermi sul corpo. Poi la temperatura diventa neutra, più sostenibile, poi tiepida, calda ed infine bollente. Sento la pelle quasi scorticarsi, ogni poro dolermi ed anche la cute della testa quasi voler cadere come stessi facendo la muta.
Sono sveglio.
Regolo la posizione verso un grado di calore accettabile e sostenibile. L'acqua mi scorre sul cranio, mi entra nei padiglioni auricolari donandomi una sensazione di torpore e distacco dalla realtà; i suoni sono affievoliti, così i miei pensieri sono di nuovo a fuoco. La sento scorrere ovunque, solcarmi la pelle, scoprire ed irrorare ogni anfratto del mio corpo, ogni cellula.
Metto lo shampoo e dopo qualche frizione, con la schiuma in eccesso, vado sul petto ed infine fra le cosce. Massaggio delicatamente il mio amico ancora non del tutto coscente, la passo sullo scroto, sull'asta, poi ritraggo il prepuzio ed insapono per bene il glande, di nuovo l'asta, ancora lo scroto.
Uso il bagnoschiuma, lo cospargo dalle spalle a scendere, con movimenti circolari e quando sono completamente saponato, torno con la mano alla mia erezione che adesso si è fatta più consistente. Con la dita vischiose torno a massaggiare piano la cappella, poi la tengo fra indice e medio mentre appoggio l'altra mano al muro e chino la testa, ritraendo impercettibilmente il bacino.
Sei ancora con me. Il tuo sguardo, i tuoi gesti scolpiti nella mia mente. Non mi abbandoni mai. Permetto alla mia mano destra di afferrarmi il cazzo dalla base, senza stretta, sempre col giusto grado di intensità nella pressione coadiuvato dal sapone. La scorro su e giù mentre lo sento diventare di marmo, la cresta del glande sbattermi contro il bordo delle dita, la cappella diventare testa e lucida, quasi vitrea al tocco.
Sogno ad occhi aperti il tuo seno meraviglioso, le tue mani laccate, le tue labbra di fuoco, il tuo magma incandescente che mi avviluppa il sesso quando ci apparteniamo, il colore dei tuoi capelli, il profumo della tua pelle. Sei dentro di me e vinto, accetto questa mia condizione.
Ora stringo più deciso, l'acqua nelle orecchie mi tambura il battito che nel petto si è accelerato, mi scopro ansimare un pochino. La tua lingua prende il posto delle mie dita, la tua bocca quello del mio palmo, il tuoi occhi piantati nei miei, i miei sensi preda delle tue azioni. Sei inginocchiata davanti a me, una mano sulla base della mia asta, l'altra dietro al mio gluteo come a tirarmi di più a te. Il movimento della testa, il mio cazzo che appare/scopare dalla tue fameliche fauci, la tua lingua che indugia sul frenulo, le guance contratte mentre cerchi di succhiarmi l'anima direttamente dal mio amico calvo. Sei divina, non ti resisto e non ti voglio resistere.
Il fiotto che colpisce la parete di cristallo del box doccia è udibile anche con l'acqua che mi scorre addosso, il pugno al basso ventre che lo accompagna è perfettamente identificabile in tutta la sua violenta esplosione, trattengo il respiro una frazione di secondo e poi mi lascio andare ad un rantolo sommesso, sto orgasmando con ogni stilla del mio essere, tutto e solo per te. Con te.
La mano piano piano accompagna gli ultimi movimenti sussultori del mio sesso ancora turgido, mentre le ultime goccie del mio piacere fanno capolino sul glande ancora teso, prima di scorrere via accompagnate dall'acqua che ci faccio passare sopra.
Oramai non ho più sapone sulla pelle, solo la sensazione che sei stata con me e che mi hai fatto godere solo come tu sai fare.
Peccato non ci fossi davvero. Ma ci rifaremo presto. Molto.
scritto il
2014-12-16
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