Il pizzo nero
di
Castiel.
genere
etero
Immagina una stanza molto ampia. Luce soffusa. Musica classica. Beethoven. Il divano in pelle rosso scuro.
I capelli raccolti. Il collo totalmente libero, una "libertà" vantaggiosa, non so per chi però. Senti un tocco freddo, ostile, sulla colonna vertebrale. Sale leggermente per arrivare alla nuca.
I brividi, quelle bellissime sensazioni che percorrono il corpo. Adesso quel tocco si sposta verso l'orecchio,lo sta accarezzando, ancora la guancia per arrivare al labbro inferiore. Quelle bellissime labbra carnose. Pronte per qualsiasi cosa.
Chiudi gli occhi, li riapri,nessuna differenza. Oscurità. I sensi diventano più acuti mentre della labbra ti sfiorano il collo, la pelle morbida, bianca, profuma di gelsomino. Le labbra si spostano, la nuca. Una sensazione leggera nel basso ventre. Mentre una mano fredda solleva la maglietta e si va a posare sull'addome. Rimane li, immobile mentre le labbra sfiorano i lobi, mordicchiandoli, la mascella contratta, le guance. Un bacio, cortissimo, inaspettato, casto. Mentre le mani si spostano dietro la schiena per slacciare il reggiseno, pizzo nero. Le labbra scendono sulle clavicole, prima una e poi l'altra, piccoli tocchi, assaggi con la lingua interrotti da brevi baci. Ti ritrovi senza la maglietta, i seni liberi. Che la tortura abbi inizio, i capezzoli già duri, pronti e frementi. Il primo tocco è sempre il migliore, tocco che però non arriva. La lingua sta facendo piccoli cerchi , intorno, ma mai li. Vorresti fare qualcosa, non puoi aspettare, provi a muovere le mani e improvvisamente ti rendi conto di essere immobile, impotente, debole. Nelle mie mani.
La stoffa morbida della sciarpa ti tiene prigioniera. Non avevi mai pensato a un tale utilizzo, eppure sembra così innocente.
Improvvisamente ne prendo uno e lo succhio, forte,un gemito ti esce dalla bocca subito tappata con una mano. L'altra mano si da da fare un po' più in basso, pizzicando e massaggiando l'altro seno. La bocca scende sull'addome, piccoli baci, a volte qualcosa che rischia di diventare un succhiotto,ma non lo diventa mai. Le mani esplorano il sedere, mentre la lingua arriva all'ombelico. È sempre stato divertente giocarci. È così sensibile, bellissimo, semplicemente bellissimo. Quella piccola bocca curiosa scende ancora fino quasi a toccare il monte di venere. Ma non lo tocca. Cerchi di implorare, e lo fai. In risposta ricevi solo un sorriso malizioso, capisci che sono io a dettare le regole. Ignoro totalmente le zone del tuo piacere, ti sto torturando, ogni cosa al suo tempo. La bocca scende, l'interno coscia, ginocchio fino ad arrivare alla caviglia. Quella caviglia così sottile, elegante. Lo stesso trattamento spetta anche all'altra gamba.Le mutandine in tinta. Pizzo nero, il pizzo è così dannatamente sexy. Applico una piccola pressione proprio li, il respiro già accelerato impazzisce, il cuore batte più che mai. Le mani, anche se legate, cominciano a tremare. Scendo di qualche centimetro. Poso le labbra per un paio di secondi. Vorresti implorarmi ma capisci che sarebbe inutile. La stoffa è bagnata del tuo sesso. Scosto il bordo delle mutandine passandoci sopra con due dita che accolgono quel nettare straordinario. Ti ritrovi le due dita in bocca, dita che cominci a succhiare , ti sta piacendo quello che senti.
Le mutandine cominciano ad abbassarsi. Lentamente. Troppo lentamente. Capisci di essere totalmente nuda. Sei bellissima. Ti sussurro piano all'orecchio. Senti l'alito caldo sul collo. Ancora brividi. La lingua fa la sua trionfale comparsa. Accarezza le grandi labbra facendosi strada fino al clitoride, pronto per accoglierla. I gemiti sono ormai impossibili da fermare. Vorresti accelerare le cose, arrivare al culmine ma quella dannata sciarpa sta facendo il suo lavoro fin troppo bene. Il cuore accelera ancora di più. La lingua comincia la sua vertiginosa danza verso il piacere. Piacere che non tarda ad arrivare. In un ensemble di gemiti urla e piacere puro.
I capelli raccolti. Il collo totalmente libero, una "libertà" vantaggiosa, non so per chi però. Senti un tocco freddo, ostile, sulla colonna vertebrale. Sale leggermente per arrivare alla nuca.
I brividi, quelle bellissime sensazioni che percorrono il corpo. Adesso quel tocco si sposta verso l'orecchio,lo sta accarezzando, ancora la guancia per arrivare al labbro inferiore. Quelle bellissime labbra carnose. Pronte per qualsiasi cosa.
Chiudi gli occhi, li riapri,nessuna differenza. Oscurità. I sensi diventano più acuti mentre della labbra ti sfiorano il collo, la pelle morbida, bianca, profuma di gelsomino. Le labbra si spostano, la nuca. Una sensazione leggera nel basso ventre. Mentre una mano fredda solleva la maglietta e si va a posare sull'addome. Rimane li, immobile mentre le labbra sfiorano i lobi, mordicchiandoli, la mascella contratta, le guance. Un bacio, cortissimo, inaspettato, casto. Mentre le mani si spostano dietro la schiena per slacciare il reggiseno, pizzo nero. Le labbra scendono sulle clavicole, prima una e poi l'altra, piccoli tocchi, assaggi con la lingua interrotti da brevi baci. Ti ritrovi senza la maglietta, i seni liberi. Che la tortura abbi inizio, i capezzoli già duri, pronti e frementi. Il primo tocco è sempre il migliore, tocco che però non arriva. La lingua sta facendo piccoli cerchi , intorno, ma mai li. Vorresti fare qualcosa, non puoi aspettare, provi a muovere le mani e improvvisamente ti rendi conto di essere immobile, impotente, debole. Nelle mie mani.
La stoffa morbida della sciarpa ti tiene prigioniera. Non avevi mai pensato a un tale utilizzo, eppure sembra così innocente.
Improvvisamente ne prendo uno e lo succhio, forte,un gemito ti esce dalla bocca subito tappata con una mano. L'altra mano si da da fare un po' più in basso, pizzicando e massaggiando l'altro seno. La bocca scende sull'addome, piccoli baci, a volte qualcosa che rischia di diventare un succhiotto,ma non lo diventa mai. Le mani esplorano il sedere, mentre la lingua arriva all'ombelico. È sempre stato divertente giocarci. È così sensibile, bellissimo, semplicemente bellissimo. Quella piccola bocca curiosa scende ancora fino quasi a toccare il monte di venere. Ma non lo tocca. Cerchi di implorare, e lo fai. In risposta ricevi solo un sorriso malizioso, capisci che sono io a dettare le regole. Ignoro totalmente le zone del tuo piacere, ti sto torturando, ogni cosa al suo tempo. La bocca scende, l'interno coscia, ginocchio fino ad arrivare alla caviglia. Quella caviglia così sottile, elegante. Lo stesso trattamento spetta anche all'altra gamba.Le mutandine in tinta. Pizzo nero, il pizzo è così dannatamente sexy. Applico una piccola pressione proprio li, il respiro già accelerato impazzisce, il cuore batte più che mai. Le mani, anche se legate, cominciano a tremare. Scendo di qualche centimetro. Poso le labbra per un paio di secondi. Vorresti implorarmi ma capisci che sarebbe inutile. La stoffa è bagnata del tuo sesso. Scosto il bordo delle mutandine passandoci sopra con due dita che accolgono quel nettare straordinario. Ti ritrovi le due dita in bocca, dita che cominci a succhiare , ti sta piacendo quello che senti.
Le mutandine cominciano ad abbassarsi. Lentamente. Troppo lentamente. Capisci di essere totalmente nuda. Sei bellissima. Ti sussurro piano all'orecchio. Senti l'alito caldo sul collo. Ancora brividi. La lingua fa la sua trionfale comparsa. Accarezza le grandi labbra facendosi strada fino al clitoride, pronto per accoglierla. I gemiti sono ormai impossibili da fermare. Vorresti accelerare le cose, arrivare al culmine ma quella dannata sciarpa sta facendo il suo lavoro fin troppo bene. Il cuore accelera ancora di più. La lingua comincia la sua vertiginosa danza verso il piacere. Piacere che non tarda ad arrivare. In un ensemble di gemiti urla e piacere puro.
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