Tre in un solo giorno
di
ragy
genere
gay
Ricordo bene quel giorno di fine giugno di due anni fa: erano oltre tre mesi che non facevo sesso anale, a causa di una fistola, che ad aprile mi aveva costretto a operarmi e, quando il chirurgo alla visita di controllo mi aveva detto che ero guarito, avevo deciso di festeggiare l’evento con un bell’appuntamento.
La prima persona che mi venne in mente di incontrare fu il mio amico Giovanni, che era tornato dal Messico da una decina di giorni: non vedevo l’ora di rivederlo, poiché sapevo che gli incontri con lui erano sempre appaganti; purtroppo stavolta lo avrei visto solo verso le 19, poiché nel pomeriggio aveva avuto da fare, e sarebbe sfumata la possibilità di passare l’intero pomeriggio a casa sua, a fare sesso e poi a guardare un dvd, come facevamo di solito.
Verso le 17, però i miei piani furono un po’ scombussolati: mi arrivò la telefonata di Luigi, un ragazzo trentenne che avevo conosciuto circa un mese prima, in quell’occasione avevo avuto con lui solo un rapporto orale, poiché in quel periodo la ferita non si era ancora rimarginata.
Luigi mi chiamò per dirmi che era libero e voleva vedermi verso le 18; lui era davvero molto carino e non volevo perdere l‘occasione di rivederlo, quindi ho accettato l’appuntamento e nel frattempo ho chiamato Giovanni per dirgli che probabilmente avrei ritardato un pochino.
Preso da un’insaziabile voglia, scaturita da mesi di castità forzata, sono andato alle 18 a casa di Luigi e stavolta non mi sono limitato al rapporto orale, ma mi sono anche fatto penetrare: che bella sensazione far entrare di nuovo, dopo tanto tempo, il corpo di un’altra persona dentro di sé!
Ma la mia fame di sesso non era ancora stata appagata del tutto: un’ora dopo ero a casa di Giovanni ed ho avuto anche con lui un rapporto completo: mi è sempre piaciuto il modo di fare sesso del professore (lo chiamo così per via del suo lavoro), un po’ abitudinario, ma di solito sempre efficace; all’inizio gli piace un po’ stare sdraiato e farmi sedere sul suo bel fallo a smorzacandela, poi di solito finiamo il rapporto con una bella pecorina, posizione in cui riesce a darmi colpi profondi ed energici, che in pochi minuti portano entrambi all’orgasmo.
Mentre tornavo a casa, la sorpresa: mi ha chiamato Federico, un uomo sulla quarantina, sposato, conosciuto in una chat gay; voleva vedermi ed era libero dopocena. Non so perché, ma non sono riuscito a dirgli di no, ero già appagato dai due rapporti avuti il pomeriggio, ma ho accettato di vederlo ugualmente, probabilmente intrigato dall’idea di conoscere una persona nuova.
Quando ho incontrato Federico, è scattato subito un forte feeling: ci siamo baciati a lungo, abbiamo fatto sesso orale reciproco in macchina e poi, per concludere nel migliori dei modi la serata, siamo scesi e mi ha posseduto all’aperto, appoggiati al cofano della macchina.
Ricordo ancora la foga con cui mi ha penetrato: sembrava quasi un animale che avesse da poco riacquistato la libertà, tanta era l’energia con cui i suoi fianchi sbattevano contro i miei glutei: forse sarà stato perché, essendo sposato, aveva poche occasioni per sfogare i suoi istinti omosessuali, o forse per qualche altra ragione di cui ero all’oscuro, resta il fatto che il sesso con lui è sempre stato piuttosto animalesco, anche negli incontri che si susseguirono per tutta l’estate.
Non mi era mai capitato prima di allora di avere tre appuntamenti in un giorno, e tutti andati a buon fine: negli 11 anni che erano trascorsi dalla sera in cui ricominciai ad avere rapporti, dopo 8 anni di astinenza, al massimo potevo arrivare a due e di solito almeno uno di essi si rivelava una fregatura: o il tipo non si presentava, oppure si parlava e basta.
Stavolta invece sono stati tre ed ognuno di loro mi ha fatto godere; a fine serata, però, mentre tornavo a casa dall’ultimo appuntamento, un gran senso d tristezza si è impadronito di me: mi sono sentito una gran zoccola e ho desiderato di incontrare presto un ragazzo da frequentare e, magari, di cui innamorarmi.
La prima persona che mi venne in mente di incontrare fu il mio amico Giovanni, che era tornato dal Messico da una decina di giorni: non vedevo l’ora di rivederlo, poiché sapevo che gli incontri con lui erano sempre appaganti; purtroppo stavolta lo avrei visto solo verso le 19, poiché nel pomeriggio aveva avuto da fare, e sarebbe sfumata la possibilità di passare l’intero pomeriggio a casa sua, a fare sesso e poi a guardare un dvd, come facevamo di solito.
Verso le 17, però i miei piani furono un po’ scombussolati: mi arrivò la telefonata di Luigi, un ragazzo trentenne che avevo conosciuto circa un mese prima, in quell’occasione avevo avuto con lui solo un rapporto orale, poiché in quel periodo la ferita non si era ancora rimarginata.
Luigi mi chiamò per dirmi che era libero e voleva vedermi verso le 18; lui era davvero molto carino e non volevo perdere l‘occasione di rivederlo, quindi ho accettato l’appuntamento e nel frattempo ho chiamato Giovanni per dirgli che probabilmente avrei ritardato un pochino.
Preso da un’insaziabile voglia, scaturita da mesi di castità forzata, sono andato alle 18 a casa di Luigi e stavolta non mi sono limitato al rapporto orale, ma mi sono anche fatto penetrare: che bella sensazione far entrare di nuovo, dopo tanto tempo, il corpo di un’altra persona dentro di sé!
Ma la mia fame di sesso non era ancora stata appagata del tutto: un’ora dopo ero a casa di Giovanni ed ho avuto anche con lui un rapporto completo: mi è sempre piaciuto il modo di fare sesso del professore (lo chiamo così per via del suo lavoro), un po’ abitudinario, ma di solito sempre efficace; all’inizio gli piace un po’ stare sdraiato e farmi sedere sul suo bel fallo a smorzacandela, poi di solito finiamo il rapporto con una bella pecorina, posizione in cui riesce a darmi colpi profondi ed energici, che in pochi minuti portano entrambi all’orgasmo.
Mentre tornavo a casa, la sorpresa: mi ha chiamato Federico, un uomo sulla quarantina, sposato, conosciuto in una chat gay; voleva vedermi ed era libero dopocena. Non so perché, ma non sono riuscito a dirgli di no, ero già appagato dai due rapporti avuti il pomeriggio, ma ho accettato di vederlo ugualmente, probabilmente intrigato dall’idea di conoscere una persona nuova.
Quando ho incontrato Federico, è scattato subito un forte feeling: ci siamo baciati a lungo, abbiamo fatto sesso orale reciproco in macchina e poi, per concludere nel migliori dei modi la serata, siamo scesi e mi ha posseduto all’aperto, appoggiati al cofano della macchina.
Ricordo ancora la foga con cui mi ha penetrato: sembrava quasi un animale che avesse da poco riacquistato la libertà, tanta era l’energia con cui i suoi fianchi sbattevano contro i miei glutei: forse sarà stato perché, essendo sposato, aveva poche occasioni per sfogare i suoi istinti omosessuali, o forse per qualche altra ragione di cui ero all’oscuro, resta il fatto che il sesso con lui è sempre stato piuttosto animalesco, anche negli incontri che si susseguirono per tutta l’estate.
Non mi era mai capitato prima di allora di avere tre appuntamenti in un giorno, e tutti andati a buon fine: negli 11 anni che erano trascorsi dalla sera in cui ricominciai ad avere rapporti, dopo 8 anni di astinenza, al massimo potevo arrivare a due e di solito almeno uno di essi si rivelava una fregatura: o il tipo non si presentava, oppure si parlava e basta.
Stavolta invece sono stati tre ed ognuno di loro mi ha fatto godere; a fine serata, però, mentre tornavo a casa dall’ultimo appuntamento, un gran senso d tristezza si è impadronito di me: mi sono sentito una gran zoccola e ho desiderato di incontrare presto un ragazzo da frequentare e, magari, di cui innamorarmi.
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