Deumanificazione e oggettivazione dello schiavo 1

di
genere
dominazione

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Sono steso nudo sul pavimento da circa due ore. Immobile. I piedi del padrone sulla mia faccia. Indossa calzini di seta che dorano fortemente. Per la gente normale sarebbe puzza, per me è un profumo inebriante, il sudore dei suoi piedi misto a quelli dei calzini che non cambia da almeno una settimana. Un odore intenso che sa di umiliazione e possesso.li tiene semplicemente distesi sul mio viso come fossi uno zerbino un tappetino. Non devo muovermi e anche se non mi muovo lui per il solo gusto di farlo a volte mi colpisce a calci forti sul viso, mi pesatosi con i talloni per punirmi di niente solo per sottolineare la sua dominazione. Poi mi fa mettere a quattro zampe come fossi un poggiapiedi e distende le sue gambe su di me.ancora almeno due ore le braccia e le ginocchia mi fanno malissimo ma non sono autorizzato a cedere infatti monti muovo ma lui a volte mi coprisce lo stesso rudemente, con i talloni mi scalcia e mi punisce per nulla.
Sono il suo schiavo da diversi mesi, mi sta riducendo in un oggetto per mostrarmi il suo dominio la sua appartenenza.
Decide di andare a letto ma prima deve svuotare la vescica. Mi mette in bocca un piccolo contenitore che si apre direttamente con un foro nella mia bocca. Un congegno come fosse un pisciatoio di una latrina. Comincia a pisciare abbondantemente e il suo piscio mi va direttamente in bocca, il sapore amaro, la puzza di piscio mi avvolge, e va direttamente in gola e io ingoio senza poter rifiutarmi. Sono la sua latrina umana.
Si stese nel suo comodo letto soffice mentre io dormo nudo ai suoi piedi sul pavimento freddo. Dormi si fa per dire, continuo a svegliarmi per il male e per il freddo, ma non ho alternative. Devo stare ai suoi piedi se avesse voglia di pisciare durante la notte.
Alla mattina lo sveglio leccandogli delicatamente i piedi nudi gli porto la colazione e sono pronto a servirlo.

Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto quando, da uomo giovane sposato misi quell’annuncio su un sito di incontri. Facevo una ottima vita ma il pensiero di provare avventure sessuali con un uomo dominante era diventato sempre più ossessivo. I video porno le serate con alcune trans a cui avevo succhiato il cazzo e leccato il culo mi arraffavano sempre più. Quanto mi piaceva succhiare un cazzo altrui, scoprii la mia natura bisex e soprattutto quella submissiva. Desideravo servire un padrone un uomo di qualunque età e aspetto almeno una sera, essere il suo schiavo, soddisfarlo e venire umiliato.

Ricevetti molte risposte ma una mi interessò di più:”abbiamo letto il tuo annuncio, organizziamo vendite di schiavi a padroni facoltosi se sei interessato rispondici”. Lo feci. Mi venne detto che avrei partecipato un’asta in video chiamata zoom, dovevo presentarmi nudo alla telecamera e un padrone se fossi piaciuto mi avrebbe comprato.

Ero un bel ragazzo ben dotato, una sera che mia moglie uscì partecipai a una di queste aste mettendomi completamente nudo davanti alla telecamera.immediatamente piovvero molte offerte fino a quando venni aggiudicato a un signore sui 65 anni, un bell’uomo in ottime condizioni fisiche che mi comprò per 500 euro.

Due giorni dopo mi presentati a casa sua pensando fosse una avventura di una sera. Sarebbe stato invece l’inizio del mio percorso verso l’abisso.

Il padrone mi accolse freddamente come era giusto, mi ordinò di mettermi nudo. La sua casa era attrezzata per questo tipo di cose. dal soffito scese con un pulsante una cena, mi mise due manette e mi ci appese. Poi con un altro pulsante la catena si alzò e io rimasi appeso in aria. l’uomo prese una frusta lunga di bovino che aveva un aspetto terrorizzante e mi diede una spinta che mi fece oscillare in aria. Le braccia mi fecero subito male lima il peggio doveva ancora cominciare. Cominciò a frustarmi fortemente mentre oscillavo in aria, a volte i colpi cadevano sulla schiena, altre sul petto, altre ancora sulle natiche o sulle gambe.andò tanti per almeno mezz’ora, ero coperto da segni di frustate su tutto il corpo, un male infernale ma provavo anche piacere. Frustato e punti per nulla, solo perché a quell’uomo parceva farlo.

Mi fece scendere e mi tolse dalla catena, mi prese a calci con stivaletti appuntito e disse solo: lecca.

Io m gettai ai suoi piedi e cominciai a leccargli gli stivaletti, sopra e sotto, le suole lercie. Ogni tanto sputava per terra grumi di salvia e catarro e ordinava: lecca e ingoia.

Io ubbidivo. Non volevo che smettesse mai. Tirò fuori il cazzo un bel cazzo duro e grosso e me lo infilò in bocca. Cominciò a scoparmi su e giù. Andò avanti a lungo poi lo tirò fuori. Io cominciai a leccarlo e a succhiarlo, mi prese la testa e mi ordinò di succhiargli le palle pelose. Le succhiai con godimento e sottomissione, poi mi rimise il cazzo in bocca e lo infilò fino in fondo alla gola mi teneva la testa bloccata ami venivano conati di vomito, arrivò fino alle tonsille. non potevo muovermi e la saliva mi usciva di bocca. Me lo tolse e vomisti molto poi riprese a scoparmi. Ero il so oggetto di piacere. Lo sentivo mugolare di godimento e dopo un bel po’ finalmente venne non una ma almeno tre volte. Tantissima suora dritta in gola che ingoiavo tra i conati. la mia bocca era la sua fica ero la sua puttana la sua cagna il suo oggetto. Dopo aver finito di sborsare mi tenne il cazzo che rimaneva sempre duro lungo in bocca mentre io succhiavo con umiltà. Era l’inizio.
scritto il
2025-03-05
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