Schiavo della moglie del mio amico 2

di
genere
dominazione

A questo punto Cristina non pose limiti a tormentarmi. Voleva vendicarsi per aver rifiutato il suo amore e decise di infierire sulle mie passioni. Quando andavamo ad esempio a cena con i rispettivi coniugi, si sedeva di fronte a me e senza mai guardarmi allungava un piede verso il mio pacco schiacciandomi a forza i testicoli. Io diventavo rosso e gemevo e gli altri mi domandavano se stavo bene mentre lei sorrideva in modo crudele. Oppure arrivò a gettare per terra un boccone di cibo, lo schiacciava con la suola delle sue scarpe lo trascinava avanti e indietro nella sporcizia del pavimento e poi mi faceva un cenno con la testa di raccoglierlo e mangiarlo. Cosa che io facevo immediatamente.
Mi teneva in pugno con il mio elenco di donne feticiste e dei loro piedi di cui si era impossessata e minacciava di dirlo a mia moglie. Llo stesso tempo provavo un piacere immenso a essere trattato così da lei.
Altre volte mi invitava a prendere un caffè al bar, pieno di gente, prendeva la mia tazzina e faceva cadere dentro la sua saliva o ci spuntava dentro ordinandomi di berla. Ero il suo straccio da piedi umano, lei godeva e io godevo a essere ridotto così.
Quando il marito non c’era mi invitava a casa sua. Adesso mi accoglieva con degli zoccoletti di legno e calze nere di seta, le mie preferite. Mi portava in sala, si sedeva comodamente in poltrona e mo ordinava di sdraiarmi sulla schiena a terra con il viso rivolto verso di lei. Con grande eleganza mi metteva i piedi in faccia come se fossi un cuscinetto per le sue dolci estremità e mi teneva sotto ai suoi piedi a lungo, mentre guardava la televisione. Ogni tanto li muoveva strisciandomeli sul viso. Io dovevo restare immobile, poi ordinava di tirare fuori la lingua e li passava a lungo sulla mia lingua. Mi infilava un calcagno in bocca spingendo forte tenendolo a lungo mentre io sbavavo con la bocca spalancata oppure si alzava e infilava i piedi in bocca forte fino a toccarmi le tonsille. Io avevo conati di vomito, sbavavo su tutto il piede e il pavimento, la vedevo là in altro che sorrideva e rideva a vedermi ridotto così.
Ma in tutto quel violenza e umiliazione si capiva quanto mi amava come era felice che io fossi suo e soltanto suo e come poi mi disponessi a baciarle delicatamente a lungo i piedi odorosi e puzzolenti: “sai queste calze sono una settimana che non le cambio ti piace il profumo vero?”. “Sì padrona Cristina che dono che grazia mi fate a ridurmi così desidero vivere tutta la vita sotto ai vostri piedi”.
Lei rideva soddisfatta di avermi intrappolato, mi prendeva a schiaffi fortissimi.
Poi le venne la voglia di infliggermi la punizione e l’umiliazione totale. Mi ordinò di contattare due trans dicendomi di pagare qualunque cifra e una sera ci recammo da loro. Erano due brasiliani di corporatura muscolosa e faccia da autentiche troie super truccate ci aprirono con il il cazzo bene in vista, due cazzi enormi mai visti. Cristina spiegò loro che dovevano scoparmi senza pietà in bocca e nel culo mentre lei si sarebbe limitata ad assistere e eventualmente a masturbarsi.
Io ero terrorizzato non ero mai stato scopato da due uomini, feci come per dire no, Cristina prese una frusta che era lì mi ordinò di spogliarmi nudo e mi frustò in modo massacrante fino a quando non ero più in grado di muovermi.
I due trans si misero all’opera. Mi legarono gambe e braccia riducendomi a quattro zampe scomodissime e come un cane da monta uno mi infilò il suo grosso cazzo in bocca fino in fondo, l’altro senza pietà mi aprì il buco del culo che era ovviamente vergine ed entrò Coen un treno dentro di me facendomi urlare dal male.
Cristina in poltrona osservava sorridendo e eccitandosi, si tolse i pantaloni e le mutandine e cominciò a masturbarsi con le dita con forza brutale.
Intanto i due trans mi scopavano senza pietà, il culo mi bruciava in modo pazzesco, fino a quando quasi contemporaneamente sborrarono tutti e due. La bocca mi si riempì di sborra sdolcinata e sapore di piscio, lo stomaco di una valanga di sborra, volevo vomitare, la sborra mi usciva da tutte le parti ma Cristina senza pietà ordinò ai due trans di continuare a scoparmi e poco dopo vennero ancora. Ero ridotto uno straccio, senza forze e con il vomito sulla lingua. Cristina si alzò, mi mise un piede sulla faccia schiacciando forte e disse: è solo l’inizio dei tuoi tormenti, ho in serbo per te cose peggiori, dovrai pagare amaramente avermi rifiutato il mio amore. Sei mio.
scritto il
2025-01-20
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