Madre e figlia schiave leccapiedi dell'amica parte 6
di
astroxman
genere
dominazione
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Nadia era furiosa. Nonostante obbligasse la madre di Donatella a leccarle i piedi puzzolenti per ore, nonostante la frustasse a sangue sul culo e sulla schiena, la prendesse a calci provocandole tumefazioni al viso e dolori laceranti alle costole, nonostante le facesse bere litri di piscio, si vedeva che faceva tutto contro voglia e con grande disgusto. Nadia era implacabile e inflessibile: la voleva sottomessa e devota come lo era la figlia che si prestava a ogni umiliazione e comando con disponibilità ed evidente gioia. Ma la madre non era una pervertita come e la figlia, subiva tutto non per piacere ma per evitare che Nadia fosse troppo cattiva con la figlia e soprattutto non pubblicassi le sue foto ridotta come una pezza da piedi.
Arrivò perfino a infilarle un tappo nel buco del culo che fu obbligata a tenere per ore mentre strisciava ai suoi piedi, mentre mangiava i bocconi masticati che Nadia lanciava alle due cagne mentre cenava, ma era sempre troppo distante e poco volenterosa.
Decise di imporle l’umiliazione totale, in modo che si piegasse per sempre alla sua volontà. Era una idea che le frullava in testa da tempo, ma aveva paura di scoprirsi troppo. Decise di correre il rischio. Contattò un ragazzo zingaro che aveva conosciuto una sera, un bellissimo ragazzo da cui si faceva scopare quando aveva le voglie. Gli disse che aveva due puttane da offrire per uno stupro di gruppo, ma di radunare alcuni zingari tra i più vecchi e schifosi che conosceva. Le due troie dovevano subire le voglie di vecchi puzzolenti e pervertiti. Si misero d’accordo.
Una sera prese le due schiave legate al guinzaglio completamente nude, uscirono dall’uscita posteriore di casa sua e le fece entrare nel bagagliaio della sua macchina e le chiuse dentro. Era piccolo e le due troie dovevano stare una sopra l’altra con pochissima aria per respirare. Donatella si pisciò anche addosso mentre erano chiuse dentro.
Guidò per quasi un’ora fino ad arrivare a un camp zingari di periferia, un lercio gruppetto di baracche. Vide radunati cinque o sei persone, si però e fece uscire le due cagne e a quattro zampe le portò al gruppo.
- Buonasera come d’accordo vi ho portato due troie pronto a soddisfare ogni vostro desiderio. Non preoccupatevi di far loro del male o di esagerare, anzi voglio che siate più violenti e schifosi possibile sfogate ogni piacere, hanno tre buchi la bocca la figa e il culo da sfondare a sangue.
I vecchi non credevano alle loro orecchie, uno più voglioso di tutti si fece avanti. Aveva adocchiato la madre che nonostante i segni di violenza era ancora una bella donna. Si tirò giù i pantaloni e tirò fuori il cazzo già duro. Prese la madre per i capelli e le trascinò la bocca al suo cazzo.
- lecca troia lecca il mio cazzo e poi succhialo.
La madre fece un po’ di resistenza, il cazzo e e l palle dell’uomo puzzavano di piscio dei sudore, le veniva da vomitare. Era basso, grasso e peloso. Ma poi pensò alla figlia e cominciò a leccare quel cazzo schifoso. Che depravazione pensava io ero una bella donna abituata a dei begli uomini ed eccomi qua nuda, a quattro zampe, in balìa di vecchi puzzolenti. Il vecchio prese il grosso cazzo e glielo infilò in bocca fino in fondo tenendole la testa ferma, obbligata a succhiare senza respirare. Lo tenne così a lungo poi la mollò e la donna vomitò saliva e altro, ma il vecchio ripresa subito a scoparla in bocca. Visto quello che stava accadendo un altro vecchio si tolse i vestiti, buttò Donatella per terra e si sdraiò sopra di lei. Aveva il cazzo moscio ma si mise a leccarla tutta sul collo sul seno sulla faccia. Puzzava da far schifo e aveva l’alito che sapeva di vino e cipolle. Le infilò la lingua in bocca a lungo, mentre Donatella godeva per il sacrifico che offriva alla sua padrona che intanto osservava tutto ridendo e toccandosi. Un altro vecchio si avvicinò alla madre da dietro mentre l’altro ancora la pompava in bocca senza esitazione le infilò il cazzo nel buco del culo spingendo tanto da farla urlare di dolore. Ma non si fermò, pompava come uno stantuffo nel culo della donna.
Intanto l’altro vecchio era riuscito a infilare il cazzo nella figa di Donatella e aveva preso a scoparla continuando a leccarla e baciarla. Donatella ebbe subito due orgasmi tanto era una troia e il vecchio la riempì di sborra.
Altri vecchi intanto si scopavano la madre senza pietà. Lo stupro andò avanti per almeno due ore, le due donne erano sfinite e in lacrime.
Ma non era finita. L’amico di Nadia si fece avanti con due grossi cani lupo al guinzaglio che slacciò e subito si lanciarono verso la madre. Mentre il primo la zìleccava in faccia l’altro le leccava la figa. La donna voleva morire: anche i cani, che depravazione. Ma non poteva fare niente. Nadia si masturbò furiosamente quando vide uno dei due cani montare la donna da dietro, il grosso cazzo rosso che le entrava avanti e indietro nella fica, Donatella era turbata questo le sembrava troppo anche a lei. Ma non fece n tempo a dire niente che l’altro cane cominciò anche lui a montarla sbarrandole a lungo dentro. Incredibilmente provò piacere: sì sono una toria, mi faccio scopare dai cani. Lo faccio per la mia padrona.
La scena era pietosa. I vecchi si masturbavano guardando lo stupro animale. La madre sperò di morire perché troppa era l’umiliazione. Dopo un po’ finalmente Nadia le prese per il guinzaglio e le due donne senza alcun ordine si misero spontaneamente a leccarle gli stivali come segno di ringraziamento per lo stupro subito. Nadia era soddisfatta. Sentiva di aver piegato anche la madre che adesso le leccava gli stivali lerci con gusto mentre le sanguinavano il culo e la figa. Era la padrona assoluta. Era una sensazione meravigliosa sentire di poter disporre a suo piacimento di due altre persone e che queste la adoravano per la sua crudeltà. Non erano più esseri umani. Le era la dea, queste due cagne sarebbero state per sempre ai suoi piedi.
Nadia era furiosa. Nonostante obbligasse la madre di Donatella a leccarle i piedi puzzolenti per ore, nonostante la frustasse a sangue sul culo e sulla schiena, la prendesse a calci provocandole tumefazioni al viso e dolori laceranti alle costole, nonostante le facesse bere litri di piscio, si vedeva che faceva tutto contro voglia e con grande disgusto. Nadia era implacabile e inflessibile: la voleva sottomessa e devota come lo era la figlia che si prestava a ogni umiliazione e comando con disponibilità ed evidente gioia. Ma la madre non era una pervertita come e la figlia, subiva tutto non per piacere ma per evitare che Nadia fosse troppo cattiva con la figlia e soprattutto non pubblicassi le sue foto ridotta come una pezza da piedi.
Arrivò perfino a infilarle un tappo nel buco del culo che fu obbligata a tenere per ore mentre strisciava ai suoi piedi, mentre mangiava i bocconi masticati che Nadia lanciava alle due cagne mentre cenava, ma era sempre troppo distante e poco volenterosa.
Decise di imporle l’umiliazione totale, in modo che si piegasse per sempre alla sua volontà. Era una idea che le frullava in testa da tempo, ma aveva paura di scoprirsi troppo. Decise di correre il rischio. Contattò un ragazzo zingaro che aveva conosciuto una sera, un bellissimo ragazzo da cui si faceva scopare quando aveva le voglie. Gli disse che aveva due puttane da offrire per uno stupro di gruppo, ma di radunare alcuni zingari tra i più vecchi e schifosi che conosceva. Le due troie dovevano subire le voglie di vecchi puzzolenti e pervertiti. Si misero d’accordo.
Una sera prese le due schiave legate al guinzaglio completamente nude, uscirono dall’uscita posteriore di casa sua e le fece entrare nel bagagliaio della sua macchina e le chiuse dentro. Era piccolo e le due troie dovevano stare una sopra l’altra con pochissima aria per respirare. Donatella si pisciò anche addosso mentre erano chiuse dentro.
Guidò per quasi un’ora fino ad arrivare a un camp zingari di periferia, un lercio gruppetto di baracche. Vide radunati cinque o sei persone, si però e fece uscire le due cagne e a quattro zampe le portò al gruppo.
- Buonasera come d’accordo vi ho portato due troie pronto a soddisfare ogni vostro desiderio. Non preoccupatevi di far loro del male o di esagerare, anzi voglio che siate più violenti e schifosi possibile sfogate ogni piacere, hanno tre buchi la bocca la figa e il culo da sfondare a sangue.
I vecchi non credevano alle loro orecchie, uno più voglioso di tutti si fece avanti. Aveva adocchiato la madre che nonostante i segni di violenza era ancora una bella donna. Si tirò giù i pantaloni e tirò fuori il cazzo già duro. Prese la madre per i capelli e le trascinò la bocca al suo cazzo.
- lecca troia lecca il mio cazzo e poi succhialo.
La madre fece un po’ di resistenza, il cazzo e e l palle dell’uomo puzzavano di piscio dei sudore, le veniva da vomitare. Era basso, grasso e peloso. Ma poi pensò alla figlia e cominciò a leccare quel cazzo schifoso. Che depravazione pensava io ero una bella donna abituata a dei begli uomini ed eccomi qua nuda, a quattro zampe, in balìa di vecchi puzzolenti. Il vecchio prese il grosso cazzo e glielo infilò in bocca fino in fondo tenendole la testa ferma, obbligata a succhiare senza respirare. Lo tenne così a lungo poi la mollò e la donna vomitò saliva e altro, ma il vecchio ripresa subito a scoparla in bocca. Visto quello che stava accadendo un altro vecchio si tolse i vestiti, buttò Donatella per terra e si sdraiò sopra di lei. Aveva il cazzo moscio ma si mise a leccarla tutta sul collo sul seno sulla faccia. Puzzava da far schifo e aveva l’alito che sapeva di vino e cipolle. Le infilò la lingua in bocca a lungo, mentre Donatella godeva per il sacrifico che offriva alla sua padrona che intanto osservava tutto ridendo e toccandosi. Un altro vecchio si avvicinò alla madre da dietro mentre l’altro ancora la pompava in bocca senza esitazione le infilò il cazzo nel buco del culo spingendo tanto da farla urlare di dolore. Ma non si fermò, pompava come uno stantuffo nel culo della donna.
Intanto l’altro vecchio era riuscito a infilare il cazzo nella figa di Donatella e aveva preso a scoparla continuando a leccarla e baciarla. Donatella ebbe subito due orgasmi tanto era una troia e il vecchio la riempì di sborra.
Altri vecchi intanto si scopavano la madre senza pietà. Lo stupro andò avanti per almeno due ore, le due donne erano sfinite e in lacrime.
Ma non era finita. L’amico di Nadia si fece avanti con due grossi cani lupo al guinzaglio che slacciò e subito si lanciarono verso la madre. Mentre il primo la zìleccava in faccia l’altro le leccava la figa. La donna voleva morire: anche i cani, che depravazione. Ma non poteva fare niente. Nadia si masturbò furiosamente quando vide uno dei due cani montare la donna da dietro, il grosso cazzo rosso che le entrava avanti e indietro nella fica, Donatella era turbata questo le sembrava troppo anche a lei. Ma non fece n tempo a dire niente che l’altro cane cominciò anche lui a montarla sbarrandole a lungo dentro. Incredibilmente provò piacere: sì sono una toria, mi faccio scopare dai cani. Lo faccio per la mia padrona.
La scena era pietosa. I vecchi si masturbavano guardando lo stupro animale. La madre sperò di morire perché troppa era l’umiliazione. Dopo un po’ finalmente Nadia le prese per il guinzaglio e le due donne senza alcun ordine si misero spontaneamente a leccarle gli stivali come segno di ringraziamento per lo stupro subito. Nadia era soddisfatta. Sentiva di aver piegato anche la madre che adesso le leccava gli stivali lerci con gusto mentre le sanguinavano il culo e la figa. Era la padrona assoluta. Era una sensazione meravigliosa sentire di poter disporre a suo piacimento di due altre persone e che queste la adoravano per la sua crudeltà. Non erano più esseri umani. Le era la dea, queste due cagne sarebbero state per sempre ai suoi piedi.
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