La tratta delle bianche parte 4

di
genere
dominazione

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Quel giorno l’uomo scese nella cantina deciso a prendere possesso totale della ragazza. L’aveva messa alla prova, l’aveva torturata, fatta scopare dal suo mastino, le aveva fatto capire che non aveva via d’uscita da quella galera ma lei sembrava ancora non volersi piegare a quello che ormai era il suo destino: vivere a disposizione delle voglie del suo padrone, l’uomo che l’aveva privata della sua vita felice di bella ragazza. Nella mente della giovane i pensieri del passato sembravano svanire, rimaneva un desiderio vago di fuga, di non subire più tutti quegli orrori, ma anche si insinuava sempre più l’idea che la sua vita era destinata a subire ogni genere di depravazione, di obbedire ai desideri del suo dominatore.

Il padrone scese in vestaglia, ma se la tolse subito restando nudo. Lei era nel solito angolo con la catena al collo che la legava al muro tra le sue feci e il suo piscio. Il padrone prese la solita canna e la lavò con l’acqua gelida facendola urlare e prendere coscienza che un altro girono di orrore stava cominciando. Cosa avrebbe fatto di lei adesso?
Il piano dell’uomo era semplice: marchiarla a vita nel modo più depravato possibile. E quale è il punto più basso a cui un sottomesso può arrivare? Essere ridotto a WC umano.
Prese la ragazza, le tolse il collare, tanto lei non reagiva più, la mise su una tavolaccio di legno, le legò polsi e mani dietro la testa e le caviglie delle gambe. Era aperta come una X, bel corpo di figa pronto a subire.
Il padrone salì sulla tavola, si inginocchiò all’altezza della bocca della ragazza, le mise un gancio alle labbra che le teneva la bocca spalancata, mise con il cazzo all’altezza della bocca. Era ormai chiaro anche a lei cosa voleva fare: pisciarle in bocca, farla diventare il suo WC personale. Lei aveva lo sguardo terrorizzato. Con la bocca tenuta aperta dai ganci avrebbe dovuto ingoiare tutto, non poteva chiudere le labbra o sputare fuori il piscio che sarebbe arrivato.
Il padrone lasciò andare un primo lungo fiotto molto forte di piscio. Finì tutto in gola alla ragazza che fu costretta a inghiottirlo. Cominciò a dimenarsi e piangere. Quel sapore acido e salato, quella puzza, che era abituata a vedere finire inf ondo ai cessi, adesso era nella sua bocca, nella sua gola. Che umiliazione, che sottomissione, usata come buco del cesso. Non era più un essere umano, ormai lo sapeva. Il padrone riprese a pisciare, altri quattro lunghi fiotti di piscio, la cagna sentiva il piscio caldo entrarle nello stomaco. Avrebbe voluto vomitare ma non poteva.
Il padrone si massaggiò il cazzo molto compiaciuto, il cazzo era bello dritto, avrebbe potuto sfondarle la bocca ma non era ancora il momento. si alzò e si girò di spalle, ponendo il buco del culo all’altezza della bocca di lei. Lei intuì immediatamente cosa stava per succedere, non voleva crederci.
Eppure dopo un paio di sforamenti puzzolenti sul suo viso, uscì dal buco del culo dell’uomo un primo bello stronzo sodo duro e grosso che cade direttamente nella bocca di lei. Lui rise lei piangeva: uno stronzo altrui nella mia bocca. I conati di vomito questa volta erano irresistibili, e infatti vomitò, si vomitò tutto addosso rischiando quasi di soffocare vista la posizione sdraiata.
L’uomo non aveva pietà, scaricò altri due grossi stronzi puzzolenti nella sua bocca e la ragazza non ebbe più la forza di reagire. L’uomo scese e ammirò lo spettacolo di quel bel viso con la bocca piena di merda che fuoriusciva. Si infilò un guanto e cominciò delicatamente a spingere la merda nella bocca della ragazza. Che cercava di resistere, lui le tolse i ganci e le ordinò di masticare. Lei vomitò ancora, lui ripreso era merda e gliela ficcò in gola. Andarono avanti per oltre un’ora fino a quando lei a piccoli pezzetti cominciò a ingoiarla. Che schifo, che puzza, che degradazione. Il padrone si masturbò vogliosamente almeno due volte davanti a quello spettacolo.
- non sei più un essere umano cagnetta lo hai capito? Sei il mio oggetto di piacere per il resto della tua vita e i miei piaceri sono depravazioni per voi esseri umani normali, ma finirai per goderne anche tu quando ti avrò trasformata in ragazza oggetto. Adesso hai compiuto il passo definitivo, da domani disporrò di te in ogni modo possibile, adesso passa la notte con la mia merda in bocca domani mattina voglio vedere che l’hai ingoiata tutta se no ti coprirò di centinaia dii frustate.
E andò a dormire mentre lei rimaneva a ingoiare fra le lacrime la merda.
scritto il
2024-09-20
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