La tratta delle bianche parte 5
di
astroxman
genere
dominazione
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L’uomo aveva capito che la ragazza stava ormai per cedere ai suoi desideri, d’altro canto che via d’uscita aveva? O sottomettersi alle sue voglie sperando di evitare le sevizie peggiori e ottenere un trattamento più umano o fare una orribile fine. Decise di tenerla in ostaggio ancora una settimana. La lasciò al buio nel bunker nuda e legata alla catena al muro, senza cibo. Solo un piatto con sopra due suoi bei stronzi sodi e una scodella di piscio. Tramite una telecamera a raggi infrarossi poteva sorverglialra. Il primo giorno la ragazza rimase a digiuno, poi la seconda notte la vide avvicinarsi alla merda e capì che era giunto il momento. Non si buttò a mangiarla solo perché divorata dalla fame, ma lo fece con gusto e passione. Prese abbondanti pezzi di merda, se li mise in bocca, li succhiò e gustò a lungo, stessa cosa fece con il piscio che si buttò sul viso e in gola mostrando evidente piacere. Poi prese la merda avanzata e se ne coprì il viso come se si mettesse una crema, sul seno e su tutto il corpo. Stava evidentemente godendo a coprirsi della merda del suo padrone. Il massimo fu quando si spalmò la figa di merda e si masturbò furiosamente.
- è mia, pensò l’uomo.
Il mattino dopo scese completamente nudo, e questa volta la lavò con un gettito tiepido per la prima volta. Finito il lavaggio la ragazza spontaneamente si avvinò a quattro zampe a lui e con sua grand e sorpresa gli baciò profondamente le mani: eccola, la cagna sottomessa. Poii abbassò la testa e gli baciò e leccò con grandi lappate i piedi. Il padrone gongolava: la mia cagna ora è completamente sottomessa. Già, la ragazza aveva fatto la sua scelta, ora apparteneva a lui senza resistenze.
Il padrone si distese sul corpo di lei ancora bella e cominciò a leccarla con gusto: il seno, l’ombelico, il collo, la faccia, poi infilò la lingua nella gola di lei che non solo non poneva resistenza ma partecipava al gioco sessuale. A quel punto il padrone la penetrò profondamente con la sua sbarra di ferro, un enorme cazzo pulsante. La ragazza gemette ancora non era abitata a quel cazzo poderoso ma si lasciò scopare furiosamente per oltre un’ora senza sosta con moltissimi orgasmi mentre il padrone era una autentica belva umana. La prese per i capelli e la tirò in ginocchio e cominciò a scoparla in bocca sempre più forte spingendo il cazzo fino in fondo alla gola, anche qui per oltre un’ora fino a lasciar scorrere litri di sborra calda nel suo intestino.
Finito lo stupro, le spiegò il suo futuro.
- avrai un bel materasso comodo per giacere durante le mie assenze, libri da leggere naturalmente di argomento sado maso per metterti in testa il tuo ruolo; mangerai un giorno sì e uno no per mantenerti desiderosa dei miei doni e ringraziarmi; una volta alla settimana il tuo cibo sarà la mia merda e il mio piscio per ricordarti la tua condizione; il lunedì sarà destinato allo stupro del mio mastino napoletano perché ti ricordi di essere solo una cagna schifosa depravata; il martedì giorno delle sevizie senza motivo solo perché mi piace farti soffrire, frustate a centinaia, candele roventi, bruciature di sigarette e altro ancora; mercoledì giorno di riposo per leccarti le ferite e ricordarti che sie solo un cencio di carne per i mei desideri; giovedì sarai sottoposta alla macchina per pompini. Le indicò un aggeggio dove sarebbe stata legata con le braccia all’indietro in ginocchio, coperta con un telo puzzolente tutta la notte, fino a quando lui non fosse sceso, un vibratore accesso per ore nella sua fica che le procurasse orgasmi continui, una maschera di ferro che le teneva la bocca spalancata, cinghie di cuoio in testa e alla mascella legate alla macchina in modo che non potesse muovere la testa e tenesse la bcca spalancata così che lui infilasse il cazzo nella sua gola e un misuratore di velocità basso, medio e alto che le muoveva la testa ritmicamente in modo da spompinare il cazzo dell’uomo, in sostanza obbligata a ingoiare il cazzo senza sosta e senza pietà, vomitando e sbavando per ore. Finito il servizio la ricopriva con il telo puzzolente come si ricoprono le macchine in officina ma lasciava acceso il vibratore in modo che finisse senza forza centinaia di orgasmi uno dopo l’altro. Il venerdì il padrone se la concedeva ai suoi piaceri: scopate, incollate, pompini, sborra e siiti in bocca e in gola, per tutto il giorno, dozzine di scopate. Lo stupro continuo. Il sabato e la domenica le avrebbe permesso di salire al piano di sopra a lavarsi e cibarsi come si deve.
Non sapeva quanto sarebbe durata, ma chi sene frega l’avrebbe restituita ai suoi venditori che l’avrebbero spedita in qualche bordello sudamericano.
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