Schiavo della moglie del mio amico 5

di
genere
dominazione

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Soccombere. Subirla. Sentirmi completamente asservito al suo potere. Non c’era spazio per esitazioni: era ciò che desiderava, e io non potevo che piegarmi alla sua volontà.
Questa condizione non era solo un'esperienza da vivere, ma una necessità impellente, un desiderio che definiva la mia stessa essenza.
Ogni tentativo di ribellione era vano. Provavo a sottrarmi alla sua malìa, ma il suo piede mi schiacciava con fermezza e soddisfazione, annullando ogni mia resistenza. Mi dimenavo inutilmente, ma la sua forza prevaleva, inesorabile.
Quando infine, stremato, cedevo a quella pressione, riconoscendone la superiorità indiscutibile, giungevo ad abbandonarmi. Con la lingua, sfioravo quel piede che mi opprimeva, quasi con gratitudine, e in quel momento la sua risata si abbatteva su di me come un’onda impetuosa, capace di travolgere ogni barlume di raziocinio.
I suoi occhi, carichi di una maestosa arroganza, dileggiavano la mia sottomissione. Quel suo sguardo implacabile osservava la mia lingua servile e adorante che si prodigava per compiacere le sue piante.
Non potevo sfuggirle. Quello sguardo scavava nella mia vulnerabilità, scovava la mia resa, fino a persuadermi di una verità crudele: era proprio quella prigionia l’unica forma di libertà che mi era concessa.
Così, con una resa sempre più totale, con un’umiltà disarmante, mi offrivo al suo piede, alla sua risata, al suo scherno. La sua presenza dominava il mio respiro, e io, ormai schiavo del suo volere, mi lasciavo sedurre dalla sua forza e dal mio stesso bisogno di appartenerle.
Padrona Cristina era diventata la mia ossessione. Mi ero totalmente lasciato andare ai suoi desideri alle sue umiliazioni al suo piacere. Ma non immaginavo sarebbe arrivata a tanto. Evidentemente ormai anche lei si era lasciata prendere dalla foga della dominazione e del potere assoluto. Mi chiamò dicendomi di andare a casa sua quel pomeriggio. Io già pregustavo le umiliazioni e i suoi piedi divini sulla mia faccia e nella mia bocca. Mi accolse sulla porta: indossava jeans, zoccoletti da casa e soprattutto calze di nylon nere con rinforzo le mie preferite. Come sempre dopo essere entrato mi prostrai ai suoi piedi per omaggiarla e baciare con profondo amore le dita dei suoi piedi divini. Fu immediatamente categorica dandomi un forte calcio con lo zococlo sul viso:vai in bagno e spogliati e torna a quattro zampe in sala, disse
Obbedì come sempre, e tornai come il canne che sono a testa bassa in sala. Vidi qualcosa di totalmente insolito.vidi una figura umana, un altro uomo nudo a quattro zampe, sollevai lo sguardo. Lei lo teneva con la mano sinistra al guinzaglio, un piede sulla testa e un frustino nella mano destra. Sorrideva crudelmente, ma poi riconobbi chi era. Ebbi un tuffo al cuore. Era suo marito, il mio amico.
“Sì a mio marito gli ho raccontato di noi, disse ridacchiando. “Voleva prenderti a botte ma io l’ho sottomesso, mi ama troppo per disubbidirmi. Ho deciso di avere due schiavi d’ora in avanti, voi mi amate e desiderate e tutti e due dovrete subire le mie volontà”.
Non potevo crederci. come era cambiata Cristina. che donna sadica era diventata. doveva aver visto un bel po’ di video porno pensai.
Mi mise il collare anche a me e ci tenne al guinzaglio con la mano sinistra.
“Adesso siete i miei cani, comportatevi come due cani”, disse colpendoci più volte violentemente con il frustino. Tutti e due rimanemmo fermi e troppo imbarazzati. Cosa voleva esattamente da noi? Lei si infuriò e colpì ancora e ancora con la frusta. “Cosa Fanno due cani quando si incontrano, idioti? Avanti annusatevi e poi farete anche il resto che voglio” disse
Si mosse lui. Mi girò intorno e infilò la faccia nel mio sedere, annusandomi profondamente il buco del culo come fanno i cani. io ero intrappolato dall’imbarazzo: come ci stavamo riducendo?
Padrona Cristina mi colpì forte. “Avanti cane vai ad annusare la sua faccia”. Mi mossi intimorito poi i miei desideri più perversi presero il sopravvento.voleva renderci due froci, capii. La cosa più umiliante e depravata.
Con il naso e la bocca mi avvicinai al suo collo e lo annusai più volte, poi tirai fuori la lingua e lo leccai sul collo e sulla faccia. Padrona Cristina rideva divertita, ci dava dei calci sul ventre e sulle palle. Lui faceva per scostarsi ma lei lo frustava senza pietà. Allora si asciò andare anche lui, avvicinò il suo viso al mio mi annusò e poi fece il gesto blasfemo: mi baciò sulle labbra. Io sconvolto tirai fuori la lingua e gliela misi in bocca. Al mio amico di sempre. Padrona Cristina era soddisfatta si sedette in poltrona e si aprì i pantaloni.
Chiamò suo marito: “schiavo di merda sdraiati sul pavimento a pancia in su e tu schiavo idiota adora, bacia e leccalo”. Mi buttai su di lui e a succhiotti, baci penetranti e leccate cominciai a leccarlo. Il mio cazzo era molto duro e vidi che anche il suo si stava irrigidendo.
“Adesso lo schiavo che ha osato desiderarmi succhierà il cazzo di mio marito come punizione”
Mi buttati a leccargli le palle e poi cominciai a succhiargli il cazzo. Come era successo quando mi aveva portato dai trans, mi piaceva molto. Anche a lui piaceva il suo cazzo era diventato un’asta durissima. Succhiavo fino in fondo il suo cazzo mi penetrava fino in gola ma non riuscivo a fermarmi. Notai che Padrona Cristina aveva cominciato a toccarsi la sua bella figa pelosa e godeva moltissimo a vederci ridotti così. Quando lui stava per venirmi in bocca mi ordinò di fermarmi: “adesso mio ex marito e nuovo schiavo vendicati di quello che lui ti ha fatto. Scopalo e sfondagli il culo per vendetta e per il mio piacere”.
Lui si mise dietro e senza alcuna precauzione e mi infilò il suo cazzo duro dentro al buco del culo. Che male, ma che piacere. Voleva davvero vendicarsi, nel modo in cui uno schiavo può permettersi, e mi scopò con ardore, a lungo fino a sborrarmi nell’intestino. Anche Padrona Cristina era venuta mugolando di piacere. Ci ordinò di avvincerai e ci diede i suoi piedi divini da adorare, annusare e leccare. La facemmo godere una seconda. Una terza volta, due altri orgasmi potenti. Era il paradiso o l’inferno?
scritto il
2025-01-27
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