Madre e figlia schiave leccapiedi dell'amica parte 3
di
astroxman
genere
dominazione
Per contatti cicciopelliccio2@yahoo.com
Il viso di Donatella era a pochi centimetri dalle suole delle ballerine di Nadia. Ammirava quelle suole lerce e schifose, la polvere, i detriti di sporco, i segni di diversi sputi calpestati. Non desiderava altro che passare la sua lingua su quelle suole e asportare e ingoiare lo sporco in segno di devozione alla sua padrona e di umiliazione per se stessa. Ormai Nadia la teneva completamente in pugno, disponeva di lei come voleva e Donatella di sua iniziativa si offriva per qualunque uso e umiliazione. Nadia non si eccitava sessualmente, preferiva scopare con gli uomini. Quello che la faceva godere era vedere la sua ex amica ridotta a un pupazzo umano in sua totale mercé. Si sentiva una dea una imperatrice. Godeva al pensiero di essere servita amata adorata.
Gli studi di Donatella ormai erano diventati un disastro ai corsi universitari andava malissimo, ormai non studiava più niente pensava solo a quando sarebbe andata a servire la sua dea e passava le ore ad adorarla. Quelli di Nadia grazie alle fatiche di Donatella andavano molto bene, tanto che come regalo i suoi genitori le comprarono un piccolo appartamento dove si trasferì a vivere.
Poteva così portarsi per un giorno e una notte o anche di più Donatella a casa per servirla.
- Domani vai al sexy shop qua dietro e compra l’occorrente per la tua definitiva trasformazione nella mia schiava. Prenderai un collare con guinzaglio, una gang ball per la bocca e un bel frustino da cavallerizza.
Nadia le aveva anche rapato quasi a zero i capelli, in modo che perdesse ogni dignità e ogni aspetto attraente. Quando tornò dal negozio Nadia le ordinò di mettersi nuda, le mise il collare che le ordinò non avrebbe mai più dovuto togliere anche quando fosse uscita di casa come segno della sua schiavitù, le attaccò il guinzaglio e la costrinse a seguirla a quattro zampe tirandole violentemente il collo dietro di lei a piedi nudi. Donatella baciava ogni centimetro del pavimento dove Nadia appoggiava i piedi.
Poi prese il frustino e cominciò senza motivo a picchiarla selvaggiamente sul culo e sulla schiena. Donatella mugolava e piangeva ma godeva anche, si bagnò la fica diverse volte, Nadia non soddisfatta la prese a calci fortissimi ovunque facendola rotolare per terra e mugolare. Per non fare sentire ai vicini le sue urla di dolore le mise la gang ball in bocca e riprese a colpirla. Poi indossò i suoi bellissimi stivali di pelle nera con punte e il tacco 12 e le salì sulla schiena schiacciando i tacchi nella sua pelle. La fece girare sulla schiena e salì con i tacchi sui capezzoli fino a farli sanguinare. Nadia ossevò il risultato delle sue torture soddisfatta. Le tolse la gang ball e immediatamente Donatella si lanciò sui suoi piedi per ringraziarla delle sofferenze inflitte baciando e Leccane gli stivali. Era proprio diventata una cagna schifosa senza alcuna dignità.
Quando si fermava a dormire da lei dopo ogni genere di supplizio Donatella dormiva nuda sul freddo pavimento ai piedi della padrona. La mattina le preparava una abbondante e ricca colazione poi la svegliava leccandole leggermente i piedi a lungo per un dolce risveglio. Nadia aveva un’altra caratteristica: nonostante fosse una figa strabiliante e ci tenesse alla pulizia le puzzavano i piedi. Per Donatella era la cosa più inebriante. Quando Nadia si svegliava finalmente non avendo voglia di andare fino al bagno le pisciava in bocca. Donatella era diventata brava, ingoiava tutto il piscio caldo e amaro senza sbavare ma nonostante questo Nadia la ricompensava con sonori schiaffoni sulla faccia. Poi andava in università e trovava sempre qualcuno con cui scopare.
Quando tornava a casa concedeva a Donatela di leccarle e pulire ogni centimetro della sua figa divina dalla sborra di uno sconosciuto.
- ecco puttanella questa è l’unica sborra che asseggaraii, non sei degna di farti montare da un ragazzo, pulisci bene la mia figa divina, non sai che bella scopata ho fatto.
La madre di Donatella era sempre più preoccupata sia per gli studi che andavano malissimo che per quelle continue giornate e notti passate a casa della sua amica. Che mia figlia sia una lesbica si chiedeva? E quei capelli rasati a spazzola? E quei lividi sulla faccia?
Cominciò così a seguirla per capire cosa stesse succedendo alla figlia.
Il viso di Donatella era a pochi centimetri dalle suole delle ballerine di Nadia. Ammirava quelle suole lerce e schifose, la polvere, i detriti di sporco, i segni di diversi sputi calpestati. Non desiderava altro che passare la sua lingua su quelle suole e asportare e ingoiare lo sporco in segno di devozione alla sua padrona e di umiliazione per se stessa. Ormai Nadia la teneva completamente in pugno, disponeva di lei come voleva e Donatella di sua iniziativa si offriva per qualunque uso e umiliazione. Nadia non si eccitava sessualmente, preferiva scopare con gli uomini. Quello che la faceva godere era vedere la sua ex amica ridotta a un pupazzo umano in sua totale mercé. Si sentiva una dea una imperatrice. Godeva al pensiero di essere servita amata adorata.
Gli studi di Donatella ormai erano diventati un disastro ai corsi universitari andava malissimo, ormai non studiava più niente pensava solo a quando sarebbe andata a servire la sua dea e passava le ore ad adorarla. Quelli di Nadia grazie alle fatiche di Donatella andavano molto bene, tanto che come regalo i suoi genitori le comprarono un piccolo appartamento dove si trasferì a vivere.
Poteva così portarsi per un giorno e una notte o anche di più Donatella a casa per servirla.
- Domani vai al sexy shop qua dietro e compra l’occorrente per la tua definitiva trasformazione nella mia schiava. Prenderai un collare con guinzaglio, una gang ball per la bocca e un bel frustino da cavallerizza.
Nadia le aveva anche rapato quasi a zero i capelli, in modo che perdesse ogni dignità e ogni aspetto attraente. Quando tornò dal negozio Nadia le ordinò di mettersi nuda, le mise il collare che le ordinò non avrebbe mai più dovuto togliere anche quando fosse uscita di casa come segno della sua schiavitù, le attaccò il guinzaglio e la costrinse a seguirla a quattro zampe tirandole violentemente il collo dietro di lei a piedi nudi. Donatella baciava ogni centimetro del pavimento dove Nadia appoggiava i piedi.
Poi prese il frustino e cominciò senza motivo a picchiarla selvaggiamente sul culo e sulla schiena. Donatella mugolava e piangeva ma godeva anche, si bagnò la fica diverse volte, Nadia non soddisfatta la prese a calci fortissimi ovunque facendola rotolare per terra e mugolare. Per non fare sentire ai vicini le sue urla di dolore le mise la gang ball in bocca e riprese a colpirla. Poi indossò i suoi bellissimi stivali di pelle nera con punte e il tacco 12 e le salì sulla schiena schiacciando i tacchi nella sua pelle. La fece girare sulla schiena e salì con i tacchi sui capezzoli fino a farli sanguinare. Nadia ossevò il risultato delle sue torture soddisfatta. Le tolse la gang ball e immediatamente Donatella si lanciò sui suoi piedi per ringraziarla delle sofferenze inflitte baciando e Leccane gli stivali. Era proprio diventata una cagna schifosa senza alcuna dignità.
Quando si fermava a dormire da lei dopo ogni genere di supplizio Donatella dormiva nuda sul freddo pavimento ai piedi della padrona. La mattina le preparava una abbondante e ricca colazione poi la svegliava leccandole leggermente i piedi a lungo per un dolce risveglio. Nadia aveva un’altra caratteristica: nonostante fosse una figa strabiliante e ci tenesse alla pulizia le puzzavano i piedi. Per Donatella era la cosa più inebriante. Quando Nadia si svegliava finalmente non avendo voglia di andare fino al bagno le pisciava in bocca. Donatella era diventata brava, ingoiava tutto il piscio caldo e amaro senza sbavare ma nonostante questo Nadia la ricompensava con sonori schiaffoni sulla faccia. Poi andava in università e trovava sempre qualcuno con cui scopare.
Quando tornava a casa concedeva a Donatela di leccarle e pulire ogni centimetro della sua figa divina dalla sborra di uno sconosciuto.
- ecco puttanella questa è l’unica sborra che asseggaraii, non sei degna di farti montare da un ragazzo, pulisci bene la mia figa divina, non sai che bella scopata ho fatto.
La madre di Donatella era sempre più preoccupata sia per gli studi che andavano malissimo che per quelle continue giornate e notti passate a casa della sua amica. Che mia figlia sia una lesbica si chiedeva? E quei capelli rasati a spazzola? E quei lividi sulla faccia?
Cominciò così a seguirla per capire cosa stesse succedendo alla figlia.
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