La tratta delle bianche parte1

di
genere
dominazione

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Il signor Barbotti aveva ormai circa 65 anni. Aveva lavorato sodo tutta la vita accumulando una ricchezza immane, era uno degli uomini più ricchi d’Italia. Aveva così deciso di ritirarsi dagli affari e godersi i soldi. Era un uomo perverso, con desideri sessuali estremi, in particolare la dominazione assoluta di un altro essere umano: le donne molto giovani. Sognava di possederne una e di ridurla in stato animale per usare su di lei ogni sua perversione. Navigando nel deep web aveva scoperto che c’erano diverse agenzie che si occupavano di tratta delle bianche. Ne individuò una che sembrava molto promettente e fissò un appuntamento.
Si recò in periferia, in una fabbrica in disuso e venne condotto attraverso dei tunnel in un ufficio. Un uomo grasso con occhiali scuri era seduto al tavolo. Lo fece accomodare e tirò subito fuori una sorta di catalogo. Conteneva foto di bellissime ragazze ventenni. Barbotti era già eccitato e sfogliò a lungo il catalogo guardando con la bava alla bocca le fotografie di ragazze fotografate per strada, davanti all’università, al bar. Chiese una ragazza della sua città e la ricerca si restrinse. Dopo un bel po’ deciso per una. Era alta, capelli fini molto lunghi, begli occhi, bocca carnosa, bellissimo culo. “Quanto per questa” chiese.
“Avete buon gusto ha solo 20 anni. Servizio completo diciamo 20 milioni di euro”
Benissimo rispose Barbotti, i soldi non erano un problema per lui.
Ci occupiamo noi d i tutto signor Barbotti, forse ci vorrà qualche giorno per trovare l’occasione giusta, poi la portiamo a vostra destinazione di notte
Perfetto, c’è un ingresso laterale nella mia villa, entrerete con il furgone e scaricherete la merce da una botola che vi farò trovare aperta.
- dopo di che noi non ci vedremo più. Doveste avere qualche problema per pochi soldi ci possiamo sbarazzare noi della merce.
- Perfetto.
Barotti se ne andò pregustando l’arrivo della merce umana.
Nella sua villa, isolata nei boschi, aveva predisposto da tempo un bunker sotterraneo molto grande, con spesse pareti di cemento dove anche le urla più forti non potevano essere sentite. Dentro aveva predisposto macchinari di tortura diabolici: un carretto con un ferro al cui inizio era un cazzo di pelle dura molto grosso; un cavalletto con la cima super appuntita che avrebbe squarciato il culo dic hiunque fosse stato messo lì; croci di legno dove legare la merce; catene di ferro con collari di ferro molto grossi a cui legare la sua preda e altro ancora. Fruste e candele erano ovunque.
Passò una settimana quando gli Giuse una sera la telefonata tanto attesa: arriviamo stanotte.
La notizi alo eccitò. Si mise completamente nudo, indossò un prezioso accappatoio di seta, pantofole decorate d’oro e attese in poltrona. Il cancello laterale della villa si aprì verso le 4 del mattino. Scese nel bunker che aveva una luce fioca. La merce umana rotolò dal buco in cui venne gettata. eRa addormentata, era stat addormentata con dosi massicce di sonnifero. Era caduta a schiena in giù, Bardotti la girò con un piede. Era bellissima. Era completamente nuda, aveva una bella figa chiaramente ancora vergine, un culo stupendo, lunghi capelli e un viso meraviglioso.
La trascinò per le braccia vicino al muro dove le cinse il collo con un collare di ferrop esante e legò il collare alla catena al muro. La guardò ancora un po’ e se ne andò a dormire. Domani ci divertiremo pensò.
La ragazza stava ancora dormendo stesa sul freddo pavimento quando verso le 9 scese nel bunker sempre con la vestaglia di seta e sotto niente. Si avvicinò alla ragazza e si massaggiò il cazzo che era già duro. Prese dal muro una Canna per il giardino. Aprì il rubinetto. Uscì un getto di acqua gelida che diresse verso la ragazza, innaffiandola. Si svegliò di colpo stordita urlando per il freddo e fece per scostarsi dal muro e correre ma la catena la immobilizzò stringendole il collo e facendola cadere. Bardotti spense la canna, lei era fradicia.
- Ciao le disse.
Lei urlava ancora: chi se cosa vuoi cosa faccio qui??? Urlò.
- Tranquilla bellezza. Devi calmarti. In questo bunker nessuno può sentirti. Adesso sei mia proprietà voglio giocare con te. Ricordati: questo potrà essere il paradiso ma anche l’inferno, dipende da te, se accetti di sottometterti alle mie volontà potrò essere generoso, altrimenti ti obbligherò fino a farti cedere al mio potere.
La ragazza urlò implorando di lasciarla andare. Lui rideva. Le mise due grosse manette dietro ai polsi e le braccia dietro alla schiena e le si avvicinò: allora, sei dipsota a farmi godere? Sono sicuro che a una verginella come te piacerà conoscere i piaceri del sesso sfrenato. Lei gli sputò in faccia. Lui le mollò cinque o sei ceffoni fortissimi facendola sanguinare la bocca.
_vedo che fai la preziosa, peggio per te puttana, disse lui,
La prese con forza l acondusse verso il cavalletto dalla punta spigolosa. Avvicinò una carrucola e legò il suo collare a una catena che pendeva dal soffitto, poi con forza la face salire sul cavalletto. La ragazza fece resistenza ma lui era più forte. Eccola impalata sul cavalletto.
- adesso cagna striscia fino alla fine del cavalletto disse.
Lei sentiva la fessura spigolosa entrare nella figa ma non si muoveva. Allora lui prese un frustino da cavallerizzo e cominciò a picchialo sulle natiche e sulla schiena, con forza. Lei piangeva disperata ma cominciò a strisciare sul cavalletto . I lasciava dietro una striscia di sangue. Lui guardava tutto eccitato.
-adesso torna indietro ordinò. Con immenso sforzo la ragazza fece il percorso all’indietro con la figa ormai lacerata.
- adesso passerai la notte qua sopra, se cerchi di scendere la catena che ti tiene al soffitto ti lascerà penzoloni, credo sia molto peggio per te.
Lei lo guardava disperata e dolorante. Verrò domattina a vedere se sei disposta a collaborare. Ma prima mi tolgo il primo piacere.
Barbotti era anche un sadico schifoso. Aprì la vestaglia e cominciò a masturbarsi guardando la ragazza sofferente. Lei chiuse gli occhi poi lui venne abbondantemente con grandi muggiti di piacere. Si avvicinò con il cazzo pieno di sborra a lei, ci passò la mano e gliela passò sulla faccia e sulla bocca: - lecca cagna, lecca la mia sborra, ti devi abituare al sapore, da qua dentro non uscirai mai più.
se ne andò ridendo e la ragazza passò una notte di inferno con la figa diventata una ferità che non si fermava da gettare sangue. Che fine avrebbe fatto si chiese? In mano a uno psicopatico?
scritto il
2024-07-25
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