La tratta delel bianche parte 2

di
genere
dominazione

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La ragazza passò la notte a cavalcioni del cavalletto che ogni minuto le segava sempre più la vagina. Ogni tanto si addormentava ma immeditmente sentiva che stava scivolando giù e per paura di rimanere appesa per il collo si risvegliava immediatamente. Non dormì che pochi minuti pensando tormentata a quello che le stava accadendo. Sognava la sua vita felice fino al giorno prima, le amiche, i genitori, il buon cibo i divertimenti e pensava al futuro orribile che la aspettava.
Alle 9 in punto l padrone scese nel bunker e si avvicinò sorridendo.
- passata bene la notte ragazzina? Hai deciso se consegnarti a me o vuoi ancora essere tormentata?
Lei lo guardò in lacrime e scosse in cenno di no la testa.
- come vuoi troietta, ti farò passare altri tornmenti allora.
La tirò giù dal cavalletto che stava svenendo e la legò a una grossa croce di legno con le spalle rivolte a lui. Inutile dire cosa si apprestava a fare. Una prima scudisciata violenta le piovve sulla schiena. Lei urlò dal dolore fortissimo, lui rideva. Si tolse la vestaglia. E rimase nudo con la lunga frusta in mano. Partirono altre scudisciate sempre più veloci e sempre più forti su schiena e natiche del sedere. Era una furia. Lei urlò ancora per un po’ poi svenne dal dolore ma lui non si fermò, almeno un centinaio di frustate, la pelle rossa e scorticata a sangue. La prese e la girò in avanti con il bel seno in vista e ripartì con le frustate un altro centinaio. Il seno era ridotto a una poltiglia violacea. A quella vista Lui si fermò e si masturbò fortemente.
Poi la inaffiò con il solito gettito di acqua gelata per farla rinvenire. La legò con la catena al collo nel suo angolo e continuò a chiederle cosa voleva fare. Lei era troppo scioccata per rispondere. Dopo mezz’ora di pausa la slegò e la portò verso una macchina scopatrice.
La mise piegata in ginocchio, polsi e caviglie legate a dei ceppi, il culo bene in su. La prese per i capelli e le disse

- bene verginella adesso ti apriamo per bene così sarai pronta a essere la mia puttana.
La macchina aveva un bastone sulla cui estremità era un grosso dildo di gomma duro. La mise in moto ma la direzionò al buco del culo in modo da apriglielo per bene. Il dildo cominciò a entrarle nel culo e lei gridava scuotendo la testa. Lui rideva e mano a mano aumentava la velocità fino a quando il bastone divenne uno stantuffo potente che le aprì completamente il culo. Andò avanti così con lei immobilizzata il dildo che le entrava a fondo nel culo e lui che si masturbò almeno tre volte a guardare quello spettacolo per almeno un’ora.
Era sicuro che la ragazza stava per crollare, ben presto sarebbe stata il suo oggetto di carne di piacere. La rimise nel suo angolo e le disse che l’avrebbe lasciata a digiuno per una settimana, poi l’avrebbe fatta sua. per sempre in quel bunker dell'orrore.
scritto il
2024-07-26
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