Madre e figlia schiave leccapiedi dell'amica parte 2

di
genere
dominazione

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Il potere che Nadia esercitava su Donatella era diventato senza limiti. Aveva scoperto quella natura che aveva sempre sentito inconsciamente dentro di sé: essere una schiava, l’oggetto di piacere di un’altra ragazza, era pronta a servirla e a subire qualunque umiliazione pur di rimanere sempre ai suoi piedi. Di più: sentiva di amarla da morire, ma lei era un essere inferiore e poi Nadia non era gay. Il suo amore si sarebbe espresso nel suo servirla.
Donatella considerava Nadia niente più che un giocattolo, lei preferiva scopare bei ragazzi, ma certamente il suo ego e il suo narcisismo godevano moltissimo nel vedere la sua amica ridotta a un vemriciattolo strisciante.
Un pomeriggio di agosto, si moriva dal caldo, decisero di andare al cinema. Appena sedute in sala Nadia ordinò a Donatella di stendersi sotto ai suoi piedi. Lei lo fece immediatamente come per ogni ordine che riceveva. Nadia sfilò i piedi sudati e puzzolenti dai sandali e li pose sul viso di Donatella. Immediatamente Donatella si bagnò negli slip, come adorava quella che per chiunque sarebbe stata puzza di piedi ma per lei era un elisir inebriante. Nadia le ordinò di rifnescarle i piedi sudati con la lingua e lei non se lo fece ripetere due volte. Per due ore leccò e leccò e succhiò senza sosta dal calcagno alle dita, mentre Nadia si gustava pop corn e coca cola. Ogni tanto faceva cadere dei pop corn sul pavimento lercio. Ordinava alla schiava di mangiarli.
A seconda dei giorni andavano a casa di una o dell’altra a secondi di quale era senza genitori e dopo che Donatella aveva fatto i compiti di Nadia, si inginocchiava ai suoi piedi per lunghe leccate baci e succhiate appassionate. Nadia dopo un po’ prese gusto sia sputare per terra e Donatella immediatamente si gettava a leccare avidamente lo sputo. Poi Nadia le colava lunghe strisce di saliva in bocca ordinandole di ingoiarle.
Infine venne la volta di cominciare a usarla come toilette. Nadia da ragazza viziata disse che non aveva voglia di andare in bagno e che lei doveva ingoiare la sua piscia divina. Donatella per un attimo pensò che era troppo come richiesta, Nadia se ne accorse e la riempì di schiaffi fortissimi fino a farle sanguinar un labbro. Donatella per un attimo ebbe paura di averla persa, che lei l’avrebbe scacciata e sostituita con un’altra cagna. In università molte ragazze gay guardavano Nadia con desiderio.
Dopo aver chiesto perdono, Nadia la prese per i capelli e l’avvicinò alla fica - adesso ingoia tutto il mio piscio senza esitare non voglio neanche una goccia sul pavimento. Con la bocca incollata alla fica Nadia cominciò a spruzzare il getto di piscio caldo e amaro e Donatella ingoiò, era l’umiliazione totale, essere ridotta a cesso umano, più in basso di così non poteva cadere pensò, è la depravazione totale ma non sapeva che invece era solo l’inizio, ma inevitabilmente essendo la prima volta che veniva usata come cesso umano ne fece cadere un po’ per terra.
Nadia si infuriò: cominciò a prenderla a calci violentissimi, nello stomaco, tra l costole, sulla faccia, pestando con il calcagno con violenza inaudita. Donatella godeva a essere trattata cos’ì e venne ancora negli slip. Poi Nadia la prese per i capelli e la obbligò a succhiare ogni goccia di piscio. Finito l’umiliante servizio, Nadia le sputò dei grossi catarri in bocca e se ne andò, doveva vedere un nuovo ragazzo e scoparselo come piaceva a lei. Era abbastanza eccitata per come aveva trattato la cagna e non vedeva l’ora di qualche bell’orgasmo,
Due giorni dopo si rividero. Nadia era ancora infuriata per il suo divino piscio finito per terra e decise una punizione più feroce per La schiava. -Ti aprirò come una troia puttana quel buco del sculettò che non ti serve a niente.
Donatella tremò ma intanto pregustava la sevizia. Donatella infilò prima un dito, poi due, poi tre infine tutte e cinque le dita della mano nel buco del culo. Faceva malissimo, Donatella gemeva ma insieme godeva, che umiliazione totale. Nadia rideva mentre infilava e toglieva le dita lacerandole il buco del culo. Poi decise di andare avanti: entrò con tutta la mano quasi fino al gomito nella pancia della cagna che piangeva urlava per il dolore. Non ancora soddisfatta infilò nel buco ormai devastato l’intero piede arrivando quasi fino al ginocchio. Un fisting cn i contro fiocchi.
- sei contenta puttana? Guarda Come sei ridotta come una cagna stuprata sei mia totalmente mia per il mio piacere e per la tua devastazione.
Tra le lacrime Donatella che intanto era venuta ancora supplicò: - sì padrona divina sono tutta vostra fate di me tutto quello che volete.
Nadia se ne andò pensando che la schiava avrebbe potuto essere usata per ben altre torture e sevizie e magari anche per guadagnarci dei soldi. Come sempre pensò: che figata essere me….
scritto il
2024-10-14
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