Le tette di Claudia, la moglie del cornuto

di
genere
etero

Claudia, io e lei abbiamo sempre avuto un bel rapporto, compagni di classe dalle medie fino a cominciare ad uscire nella stessa compagnia dalla terza superiore. Al tempo di questo racconto io avevo da poco preso la laurea triennale in fisioterapia mentre lei lavorava già da tre anni in uno studio di ragionieri.
Claudia ha una bellezza molto particolare, ha una pelle molto chiara che la fa sembrare quasi albina se non prende un po’ di sole. Bionda, ha un viso non troppo bello, al punto che da ragazzina non aveva mai un ragazzo e veniva presa in giro. Dopo la pubertà però cominciarono a delinearsi le sue curve e ad alzarsi, al punto da rimanere con un fisico asciutto di almeno 1:80, un sedere da favola e una terza di seno che spiccava e stava su come il marmo.
Noi della compagnia vedemmo poco a poco il cambiamento, ad un tratto però, anche grazie ai molti soldi dei genitori, cominciò ad uscire con abiti elegantissimi e vestiti che mettevano molto ben in risalto le sue curve. Quando cominciò a migliorare il viso con trucco e parrucchiera anche noi non potemmo fare a meno di notare quanto fosse diventata figa la nostra Claudia.
Come spesso capita in questi casi però, gli amici arrapati di una vita si videro sopraffatti dal solito burino pieno di soldi conosciuto quando le forme erano venute fuori. Il suo nome era Giovanni e con il tempo diventò anche nostro amico.
Giovanni aveva un allevamento di maiali e il lavoro fruttava molto bene, gli piaceva mangiare e soprattutto bere, nonostante la sua ragazza aveva messo su una pancia da mangiatore di salami e quando uscivamo tra ragazzi si lasciava scappare le scopate che si faceva con Claudia.
-Ragazzi Claudia è veramente un’assatanata, a volte finiamo di ciulare e parte subito a farmi un pompino, è una dea del sesso!
-Ma dicci Giova, almeno le vieni sulle tettone?
-Sulle tettone?? Hai voglia! Anche nel culo se capita!
Facevamo apposta a farlo bere per sentire questi racconti, a casa credo che tutti ci ammazzassimo di seghe ma non so in quanti credessero veramente alle sue storie.
Un giovedì sera eravamo tutti al bar e notai che tra Claudia e Giova non andava tutto bene, a stento si parlavano e stranamente non si erano scambiati un bacio in tutta la sera. Verso l’una andarono tutti a casa e rimanemmo io e Giova a bere un ultimo digestivo.
-Giova tutto bene? Stasera tu e Cla non mi sembravate molto a vostro agio.
-Eh Andre… Non va molto bene tra di noi, sai ultimamente credo di non bastare più a Claudia, non fraintendere ci amiamo ma è un po’ di volte che non riesco più a soddisfarla a letto… Che poi onestamente hai visto il mio cazzo dopo il calcetto negli spogliatoi, sono molto ben messo!
In effetti era vero, Giova aveva un buon 21 cm nodoso, lo so della misura perché è poco meno del mio e mi credevo già un superdotato.
-Il punto è che lei mi eccita un casino, però mentre prima venivo anche 2-3 volte in una sera, adesso ho bisogno di altro per eccitarmi.
-In che senso scusa?
-Vedi Andre è un po’ difficile… Non è facile da dire ma quando noto che voi guardate Claudia o ne dite cose sconce pensando che io non senta, ecco… mi viene duro. Mi sono informato su internet e penso di essere un cuckold, ti chiedo solo di tenerti per te questa cosa, tu sei l’unico a saperlo e anche Claudia non sa nulla.
Rimasi di sasso, proprio Giova? Il gradasso che si vantava di come faceva godere la sua donna avrebbe goduto nel vederla sbattuta da un altro? Ma soprattutto avevo un altro dubbio:
-Tranquillo rimane tra noi, ci mancherebbe altro… Però scusami, perché vieni a dirlo a me?
Giova abbozzò un sorriso.
-Vedi Andre, tu sei sempre piaciuto a Claudia, ora ama me ma non manca mai di dire quanto tu sia un bel ragazzo o come sia simpatico… Io vorrei chiederti di provare a corteggiarla e, se capita, di scoparla come me nascosto.
-Cosa?? Ma come faccio Giova? Sono sia amico tuo che suo, rischierei di mettere a repentaglio la nostra amicizia!
-E’ una richiesta difficile lo so, però mi fido più di te che di uno sconosciuto e non avendo detto nulla a Claudia credo che tu sia l’unico a cui potrebbe concedersi.
Non credevo alle sue parole, avevo ammirato per anni il culo e le tette di Claudia e adesso il suo ragazzo voleva concedermeli, non potevo chiedere di meglio e il mio cazzo si stava facendo sentire da sotto i pantaloni.
-Senti Andre, domani sera siamo da Claudia per la festa in piscina a casa sua, i suoi sono via per qualche giorno, a fine serata andranno tutti via e tu ti offrirai di aiutarla. Io anche dirò che andrò via, in realtà sarò dietro la siepe a spiarvi… Ti do il permesso di farle quello che vuoi purché non con la forza, tanto lo so che in fondo ti eccita la cosa- disse alzandosi e indicando il mio pene che batteva contro i pantaloni –ci vediamo domani.
Pagò tutto lui e ci dirigemmo verso casa. Ormai era chiaro che Giova era serio, però se lei non fosse stata d’accordo? Che ne sarebbe stato della nostra ultradecennale amicizia? D’altro canto però sapevo che a suo tempo Claudia si era presa una cotta per me… Rimasi con questi pensieri tutta la notte e il mattino dopo al lavoro ci pensavo ancora. Alla fine a pranzo ripensai alle sue tette e decisi che era ci avrei provato.
Arrivai alla festa in infradito, costume e maglietta, il clima era ancora estivo e mangiammo a bordo piscina una grigliata di carne. Eravamo una decina ma i miei occhi quella sera erano puntati solo su Claudia che per il caldo era rimasta in bikini tutto il tempo. Quando lei e il suo ragazzo si alzavano per prendere qualcosa in casa Sergio mi faceva qualche battuta sul culo di Claudia (suo sogno segreto), ma quella sera ero un po’ bloccato e non riuscivo ad essere troppo sciolto.
Giovanni da parte sua continuava a riempire i bicchieri di vino, in particolare quello della sua fidanzata che verso le 11 era visibilmente alticcia, dopo un leggere bagno in piscina però sembrò riprendersi. Dopo cena facemmo un po’ gli scemi nella sua piscina e vidi Sergio che a pallavolo non perdeva occasione per buttarglisi addosso.
Alla mezza tutti andarono via in quanto il giorno dopo si lavorava o si partiva per le ultime ferie, rimanemmo così io, Giova e Claudia. Chiesi a Claudia se le servisse aiuto a spreparare o mettere in ordine che tanto il giorno seguente avevo la mattinata libera. Lei mi ringraziò ma disse che lo accettava volentieri in quanto Giova non si sentiva bene e stava andando a casa, lo guardai e lui mi fece l’occhiolino indicando poi la sua ragazza mentre si piegava per raccogliere qualcosa.
-Claudia devi assolutamente farti fare il massaggio in piscina da Andre, prima me l’ha fatto e ti assicuro che è un dio con le mani! Ora scusate ma vado che mi sento da vomitare.
Giova ci salutò e si diresse verso il cancello, ma all’ultimo, non visto che Claudia che era girata, andò dietro la siepe che era tutto intorno alla piscina.
Io e Claudia rimanemmo da soli, lei sempre in bikini viola, io con indosso solo il costume bermuda. Constatai ben presto che era ancora abbastanza alticcia e più di una volta la abbracciai senta che lei facesse la minima resistenza, anzi…
-Dai ora facciamo un ultimo bagno che sono sudato marcio!
-Ma dai Andre! Sono le due!- mi disse con una risatina.
Allora la presi e la buttai in acqua con risate al seguito, facemmo gli scemi immergendoci a vicenda, poi lei mi ricordò del massaggio.
-Ma certo che te lo faccio! Tu appoggia le braccia a bordo piscina e guarda verso la siepe rilassandoti più che puoi.
Inutile dire che la feci mettere nel punto dopo c’era Giovanni a guardare, ora era in mio momento.
Mi avvicinai da dietro e cominciai con un classico movimento sulla schiena, le mani stringevano e accarezzavano la sua schiena a volte toccando i suoi lunghi capelli biondi tutti bagnati. La sua pelle era liscia e notai con piacere che non era pelle e ossa ma c’era diversa carne da toccare vicino ai fianchi.
Poi decisi con il cuore in gola di avvicinarmi ancora, io mio pene ormai eretto era a pochissimi centimetri dal suo stupendo culo, ma dovevo fare con calma. Le respiravo sul collo e sentivo il suo respiro, da qualche minuto non sentivo altro da lei. Le presi la schiena e pian piano alzai le mani, andando a sfiorare i suoi seni duri che si alzavano e abbassavano con il suo respiro sempre più affannato.
Abbassai di nuovo le mani e appoggiai le mie labbra sul suo collo, baciandolo appassionatamente, a quel punto allora lei, invece di allontanarmi come temevo, spinse i suoi fianchi verso il mio cazzo, trovandolo lì eretto nonostante l’acqua.
Allora con le mani andai ad impugnare il suo seno, trovandolo molto sodo e caldo. Con una mano andai sotto e toccai il capezzolo, stringendomelo tra le dire e facendole avere un urletto affannato. Le slacciai allora il reggiseno buttandolo verso la siepe, a quel punto allora lei si girò mettendomi la lingua in bocca, anche questa bollente e vogliosa. Alternava strusciate contro la mia lingua e morsicature del mio labbro, nel frattempo le mie mani palpavano finalmente il suo culo e lo stringevano mentre lei lo spingeva verso il mio cazzone.
-Andre… Cosa stiamo facendo?- Mi chiedeva ansimando.
-Lo sai… Ma tranquilla questo non cambierà nulla tra te e Giova, però io ti voglio e ti voglio ora.
Ansimò mentre le infilai una mano tra le mutandine facendola sussultare appena il mio pollice entrò nella sua vagina.
-Claudia…
-Dimmi.
-Voglio mettertelo nel culo.
Al che uscimmo dalla piscina e mentre ci baciavamo la adagiai sul cortile bagnato dai nostri schizzi di prima ma ancora caldo del sole. La feci sdraiare a testa in giù e cominciai a raccogliere i suoi umori dalla vagina per portarli nel suo orifizio. Non faticarono ad entrare così avvicinai la mia cappella già pulsante e senza troppe difficoltà entrai dentro il suo culo.
I racconti di Giova erano veri, nel culo glielo metteva e si sentiva, gemeva poco per il dolore e tanto per la goduria. Il mio cazzo entrava ed usciva al punto che potei evitare di tenergli il culo aperto e spostare le mie meni ancora una volta sul suo seno. Le sue natiche avvolgevano il mio cazzo e riuscivo a sentire il rumore delle mie palle che sbattevano sulla sua figa mentre lei oramai gemeva come una cagna.
-Si Claudia! Giova ci diceva sempre di come ti scopava e non sai quanto ci eccitavamo, dimmelo che godi!
Mentre parlavo guardavo oltre la siepe e pensavo a come si sarebbe sentito Giova sentirsi dare del cornuto.
-Aaaa si! Mi fai godere Andre, non sai quanto ti ho desiderato e quanto mi sono sditalianata pensando a te, prendimi più forte!
-Dì che Giova è un cornuto e dimmi che sei la mia troia!
-Sono la tua troiaaaa! Voglio che mi scopi come una puttana alla faccia di quel curnuto del mio ragazzo!
Continuammo così a insultarci mentre la inculavo, poi le ordinai:
-Adesso alzati troia e fammi una spagnola!
Lei si girò velocemente e lo infilò una volta in bocca per assaggiarlo, poi se lo mise tra le calde tettone bianche e mi guardò mentre facevo su e giù.
-Giova non ti raccontava delle mie tette invece? Dai vienici sopra tanto lo so che me le guardate sempre tu e Sergio, chissà come mi sognavate troia voi due.
Continuava ed eccitarmi questo suo modo di fare e dopo poco le venni tra le tette andando ad imbiancare anche il collo, ne feci una marea e lei se la spalmava addosso e allungandosi un dito verso la bocca per gustarsela. Allora ne presi anche io e gliene feci ingoiare ancora un po’, poi si fiondò ancora sul mio cazzo con la bocca.
Il pompino fatto da Claudia non era il mio principale sogno erotico, ma dovetti ricredermi, non solo alternava leccate sulle palle e sulla mazza, ma ogni tanto succhiava come se volesse spremerlo e mi sentivo su di giri, al punto che in un attimo era di nuovo duro.
La tirai su dai capelli sporca di sborra e decisi di fare un regalo a Giova, la misi in piedi contro la siepe facendole appoggiare le mani su di essa, le dissi che adesso mancava ancora un buco e la appoggiai nuda sulla siepe.
Inutile dire come la chiamai, o come lei insultasse Giova, le misi il cazzo tra le labbra grondanti di umore della figa e entrai. Dentro sembrava un forno e le pareti me le sarei mangiate da quanto erano morbide. La tenevo per i fianchi e la fottevo con l’eccitazione a mille per come era maiala lei e cornuto il suo ragazzo. Alla fine le dissi che l’avrei messa in cinta e le venni, strizzandole le tettone, dentro.
A quel punto eravamo esausti e ci accasciammo a terra. Dopo cinque minuti in cui il cazzo mi faceva male ci alzammo e ci salutammo con un bacio dicendo che era il nostro segreto, la lasciai e uscì dal cancello.
Come sospettavo c’era Giova, che mi ringraziò a non finire e mi PREGO’ che non fosse l’ultima volta.

Giovanni
Mi era costato tantissimo chiedere a Andrea di fottere Claudia, naturalmente non era la prima volta che si faceva fottere da altri in mia presenza, sapeva benissimo di aver come ragazzo un cuckold. Prima avevamo organizzato con sconosciuti lontani su internet, ora però lei chiedeva di poter soddisfare il suo principale sogno, Andrea.
Ci era voluto poco a convincerlo nonostante le sue finte apprensioni, alla sera della festa aveva fatto finta di far ubriacare Claudia che invece era arrapata come una puttana e io con lei.
Quando andai a nascondermi avevo già il cazzo in tiro che pulsava senza essere toccato dall’eccitazione, vidi come la guardava famelico in piscina e la sensazione che provai quando cominciò infilandolo nel culo era indescrivibile. Non saprei dire cosa si prova, è un’eccitazione che ti senti dentro e che esplode quando la tua donna viene scopata o toccata da altri.
Andre poi era un vero maiale, aveva capito da solo che mi sarei eccitato da solo a sentirmi chiamare cornuto e ci mise poco a fare di mia moglie cosa voleva mentre dal mio pene uscivano fiotti di sborra per i lamenti e il godimento di Claudio. Venni tre, forse quattro volte. Per alcuni parrà impossibile, ma in pochi comprendono quest’eccitazione.
Salutato Andre andai da Claudia e glielo misi nella figa sporca degli umori e della sborra altrui, poi ci sdraiammo e rimasi fino all’alba a leccarle le labbra della vagina.

Commenti a frank.ossido@libero.it
scritto il
2015-06-23
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