Quel cagnolone nero
di
OmniMan
genere
zoofilia
Vivo in campagna e mi diletto come tutti a coltivare qualcosa. Quella mattina avevo fatto il mio solito clistere profondo, mi piace svuotarmi e poi penetrarmi con tutto quello che abbia una parvenza di cazzo, soprattutto se di grandi dimensioni, tanto che nel tempo sono arrivato a diametri di oltre 7 centimetri, godendo immensamente.
Sono andato anche con degli uomini, pensando fosse un passaggio naturale dopo tanta penetrazione; invece non ho mai sentito niente, né di testa, né fisicamente. Insomma, sono giunto alla conclusione che non sono neanche bisex, ma solo profondamente perverso. Tra le mie perversioni ce n’è sempre stata una in particolare: quella di essere penetrato da un cane di grossa taglia e rimanerci legato mentre mi riempie lo stomaco di sperma e il suo nodo mi allarga ancora di più.
Quella mattina appunto me ne stavo nell’orto impegnato nei soliti lavoretti, quando improvvisamente mi si affiancò un grosso cagnolone nero; mi sembrava anziano, tipo labrador ma molto più grande. Aveva un atteggiamento amichevole, movimenti lenti, capii subito che potevo avvicinarmi e con una certa prudenza cominciai ad accarezzarlo. Inevitabilmente affiorò la mia perversione, e dopo qualche minuto di carezze, gli occhi mi finirono sul quel pacco sottopancia, su quelle palle nere enormi, e delicatamente cominciai a sfiorarlo. Poi sempre più deciso avvolsi con la mano la guaina iniziando a masturbarlo. Ero emozionatissimo, stavo finalmente stringendo l’oggetto dei miei desideri più perversi, sentivo distintamente l’anatomia del suo pene attraverso la guaina ed ero impaziente di vederlo uscire dal fodero. Il mio amico cagnolone se ne stava buono, per nulla irritato, e mi lasciava fare. Spinsi un po’ di più indietro il fodero e venne fuori la punta del suo cazzo, 3-4 centimetri che sfiorai con delicatezza. Sarà sporco, pensai, avrà odore di piscio, e mi portai le dita alle narici scoprendo che non c’era nessun cattivo odore; poi avvicinai le dita alle labbra intuendo un buon sapore. Ormai ero come ipnotizzato e andavo avanti passo dopo passo, senza inibizioni di nessun genere, avevo una tremenda voglia di prenderlo in bocca, ma lui era ancora sulle zampe e non era facile, oltre che rischioso, dovevo farlo sdraiare e lo feci io per primo, continuando ad accarezzarlo. Ci volle un pò ma poi finalmente si mise su un fianco. Sdraiato accanto a lui afferrai di nuovo la guaina e quando la punta venne fuori mi avvicinai e prima con la lingua, poi con le labbra cominciai a sfiorarla mentre con la mano sinistra spingevo quel cazzo dal retro della guaina verso l’esterno, Venne fuori ancora un po’ e potei avvolgerlo con le labbra e cominciai alternativamente a succhiare e roteare la lingua su quel prepuzio, fino a quando non cominciai a sentire piccoli schizzi caldi che si mescolavano alla saliva. Nessun disgusto anzi, ero estasiato e continuavo a leccare e succhiare lambendo con le labbra i peli della guaina, mentre con la mano continuavo delicatamente a spingere il cazzo verso l’esterno.
Poi improvvisamente lui si alzò e così com’era arrivato si allontanò e scomparve tra gli alberi, lasciandomi lì sdraiato, con in bocca il suo sapore e uno strano senso di felicità che mi pervadeva. Rimasi steso sull’erba a pensare a quella barriera oltrepassata, alla naturalezza con cui tutto era accaduto, al se e quando mi sarebbe mai ricapitato, al fatto che la prossima volta avrei voluto quel cazzo ed il suo sperma nel culo…
Sono andato anche con degli uomini, pensando fosse un passaggio naturale dopo tanta penetrazione; invece non ho mai sentito niente, né di testa, né fisicamente. Insomma, sono giunto alla conclusione che non sono neanche bisex, ma solo profondamente perverso. Tra le mie perversioni ce n’è sempre stata una in particolare: quella di essere penetrato da un cane di grossa taglia e rimanerci legato mentre mi riempie lo stomaco di sperma e il suo nodo mi allarga ancora di più.
Quella mattina appunto me ne stavo nell’orto impegnato nei soliti lavoretti, quando improvvisamente mi si affiancò un grosso cagnolone nero; mi sembrava anziano, tipo labrador ma molto più grande. Aveva un atteggiamento amichevole, movimenti lenti, capii subito che potevo avvicinarmi e con una certa prudenza cominciai ad accarezzarlo. Inevitabilmente affiorò la mia perversione, e dopo qualche minuto di carezze, gli occhi mi finirono sul quel pacco sottopancia, su quelle palle nere enormi, e delicatamente cominciai a sfiorarlo. Poi sempre più deciso avvolsi con la mano la guaina iniziando a masturbarlo. Ero emozionatissimo, stavo finalmente stringendo l’oggetto dei miei desideri più perversi, sentivo distintamente l’anatomia del suo pene attraverso la guaina ed ero impaziente di vederlo uscire dal fodero. Il mio amico cagnolone se ne stava buono, per nulla irritato, e mi lasciava fare. Spinsi un po’ di più indietro il fodero e venne fuori la punta del suo cazzo, 3-4 centimetri che sfiorai con delicatezza. Sarà sporco, pensai, avrà odore di piscio, e mi portai le dita alle narici scoprendo che non c’era nessun cattivo odore; poi avvicinai le dita alle labbra intuendo un buon sapore. Ormai ero come ipnotizzato e andavo avanti passo dopo passo, senza inibizioni di nessun genere, avevo una tremenda voglia di prenderlo in bocca, ma lui era ancora sulle zampe e non era facile, oltre che rischioso, dovevo farlo sdraiare e lo feci io per primo, continuando ad accarezzarlo. Ci volle un pò ma poi finalmente si mise su un fianco. Sdraiato accanto a lui afferrai di nuovo la guaina e quando la punta venne fuori mi avvicinai e prima con la lingua, poi con le labbra cominciai a sfiorarla mentre con la mano sinistra spingevo quel cazzo dal retro della guaina verso l’esterno, Venne fuori ancora un po’ e potei avvolgerlo con le labbra e cominciai alternativamente a succhiare e roteare la lingua su quel prepuzio, fino a quando non cominciai a sentire piccoli schizzi caldi che si mescolavano alla saliva. Nessun disgusto anzi, ero estasiato e continuavo a leccare e succhiare lambendo con le labbra i peli della guaina, mentre con la mano continuavo delicatamente a spingere il cazzo verso l’esterno.
Poi improvvisamente lui si alzò e così com’era arrivato si allontanò e scomparve tra gli alberi, lasciandomi lì sdraiato, con in bocca il suo sapore e uno strano senso di felicità che mi pervadeva. Rimasi steso sull’erba a pensare a quella barriera oltrepassata, alla naturalezza con cui tutto era accaduto, al se e quando mi sarebbe mai ricapitato, al fatto che la prossima volta avrei voluto quel cazzo ed il suo sperma nel culo…
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