Massaggio alla mandorla

di
genere
etero

Era da qualche mese che, passando le sere nell'unico locale per giovani nella mia città, rimanevo a chiaccherare fino a tardi con un ragazzo un pò più grande di me. Mi piaceva tanto stare fino a tardi a parlare con lui e di sicuro a lui piaceva stare con me e non credo solo per parlare. Voleva di sicuro qualcosa in più e anche se non faceva proprio passi azzardati con gesti o parole, si notava.
Quella sera siamo andati avanti a parlare fino alle 3 circa. Ero veramente esausta, avevo bisogno di dormire. Mi congedai e tornai a casa dove allora vivevo con i miei.
Mi misi a dormire pensando a quelle lunghe chiaccherate e alle sue labbra, e a quanto avrei voluto baciarle. Mi addormento quasi subito. Dopo poche ore, erano le 6 circa mi sveglia un messaggio che mi era arrivato sul cellulare. Era lui. Mi aveva scritto che non riusciva a dormire perchè pensava a me e alle nostre chiaccherate. Mi aveva scritto che era sotto casa dei miei perchè voleva vedermi. Io ancora intontita dalla novità e dal sonno allora gli rispondo che non deve prendermi in giro e deve andare a dormire, pensando che fosse uno scherzo. Ma lui non demorde e mi scrive che è veramente sotto casa dei miei e che è venuto a prendermi per fare un giro in macchina. Vuole solo chiaccherare.
Allora mi convinco e mi sveglio. Scendo dal letto e mi vesto. Era febbraio e faceva un freddo cane. Avrei voluto rimanere ancora nel letto a dormire solo in mutande con un sacco di coperte addosso che mi scaldavano, ma avevo anche voglia di vederlo.
Mi sono messa i jeans, una maglietta senza il reggiseno e una felpa grossa per coprirmi. Tanto non poteva vedere che sotto la maglietta ero nuda.
Uscìi di casa cercando di non fare rumore, mentre i miei genitori stavano dormendo pesantemente.
Mi diressi verso la sua macchina accesa e lui al volante e con un sbadiglio lo salutai. Mi sedetti davanti vicino a lui e gli chiesi cosa volesse.
Mi rispose solo che voleva fare un giro in macchina e voleva farlo con me.
Andammo in giro per la città deserta continuando il discorso di quella sera al locale. Mi chiese se avevo svegliato i miei, se si dormiva bene nel mio letto e per stuzzicarlo un pò gli risposi che dormivo solo con le mutande in un letto bollente e pieno di coperte. Notai l'approvazione nel suo sorriso. Per vedere a che punto potevo arrivare suggerìi di andare a casa sua, visto che viveva da solo, a chiaccherare e magari a bere una cioccolata calda. Mi rispose che di cioccolata a casa non ne aveva, e per stuzzicarlo gli risposi a mia volta e gli dissi che avremmo trovato sicuramente altro da fare. Mentre lo dicevo ammiccavo a un sorriso che contraccambiò subito.
Arrivati a casa sua, mi fece passare avanti per fare la rampa di scale fino alla porta di ingresso e sapevo che l'aveva fatto apposta per guardarmi da dietro il sedere. Capìi che una volta entrata a casa sua le chiacchere non sarebbero bastate.
Mi fiondai subito sul divano all'ingresso, vicino al cuscino che stava sul bracciolo, facendo finta che volevo solo dormire. Così mi disse che potevo coricarmi tranquillamente nel suo letto e che avremmo chiaccherato lì sopra.
Faceva così caldo in quell'appartamento che dovetti subito togliermi la mia felpona, mi tolsi le scarpe e mi coricai sotto le coperte. Lui si tolse scarpe, calzini e anche la maglietta, facendo intravedere i suoi tatuaggi nella penombra dovuta dalla luce nel corridoio.
Mi coricai a pancia in giù, abbracciando e assaporando il suo odore nel cuscino. Lui si coricò vicino a me, a pancia in su, con la braccia dietro la testa.
Ci mettemmo a parlare del più e del meno, ma si vedeva chiaramente che avremmo preferito fare altro. Così, per stuzzicarlo e vedere se faceva la prima mossa, mi tolsi i jeans da sotto le coperte e sorridendo glielo feci sapere, scherzando sul fatto che faceva davvero molto caldo in quella stanza. Poi scostai le coperte e rimasi con addosso solo più le lenzuola per fargli intravedere il mio sedere desideroso di una palpatina. Lui allora si avvicinò scherzando con me e facendomi il solletico. A fine solletico era sopra di me a cavalcioni e io coricata sulla schiena con le braccia tenute alte e ferme dalle sue grandi mani. Sembrava la scena di un film. E come in un rispettabile film, scese con la faccia e prese a baciarmi. Un bacio inizialmente dolce, in cui io facevo finta di resistergli. Poco per volta mi schiusi e le nostre lingue si intrecciarono. Le sue mani mi prendevano la testa e le mie braccia erano attorno al suo collo.
In poco tempo le lenzuola erano sparite, così come i suoi jeans, e i nostri corpi erano appiccicati come se non si potessero dividere. Sentivo il suo membro super eccitato che cercava di liberarsi dai boxer, sentivo le sue mani vogliose che continuavano ad accarezzarmi il seno da sotto la maglietta e si spostavano sul sedere per poi ritornare al mio seno turgido. Di colpo si staccò da me e mi chiese di spogliarmi e di coricarmi a pancia in giù mentre lui andava a prendere una sopresa.
Poco dopo lo intravidi nella penombra con un flacone di crema.
Si tolse i boxer davanti a me e vidi il suo pene gonfio ed eccitato pronto ad esplodere. Non resistevo a non toccarlo. Mi avvicinai subito a lui in piedi davanti al letto, e glielo presi con una mano mentre con l'altra gli toccai le natiche. Da coricata con il culo per aria, me lo misi in bocca e cominciai a succhiarlo e a leccarlo. Su e giù. Ero vogliosa ed ero ingorda, lo volevo tutto. Con la lingua gli leccai la cappella e l'asta molto dolcemente, mentre a tratti lo risucchiavo in un vortice di saliva dentro la mia bocca fino alla gola. Lui con gli occhi chiusi godeva e allungando un braccio mi prese una natica stringendola forte nella sua mano facendomi esplodere in un lampo di eccitazione.
Sapendo che non mi sarei controllata e nemmeno lui, mi staccai all'improvviso lasciandolo sbigottito. Mi rimisi nella posizione iniziale, abbracciando il cuscino e gli chiesi di farmi un massaggio con la crema che aveva portato a letto.
Lui si sedette sulle mie gambe con il pene turgido che spingeva contro il mio sedere. Si mise un pò di crema sulle mani, io mi scostai i capelli dal collo e dalla schiena. Il massaggio cominciò. Appena appoggiò le sue mani sulle mie spalle si sprigionò un odore dolce di mandorla. Si mise a massaggiarmi le spalle, e scendendo poi sulla schiena mentre il suo cazzo imperterrito spingeva sul sedere. Mentre continuava a massaggiarmi, presi con una mano il suo pene gonfio e bollente e cominciai a trastullarlo un pò con le mani, un pò avvicinandolo al mio sedere. Poi, mentre lui mi massaggiava, allargai un pò le mie gambe e diressi il suo pene dentro la mia figa bollente e pulsante di desiderio. Continuò per poco il massaggio alla schiena, perchè le sue mani si avvinghiarono alle mie braccia e il suo pene si stabilì dentro di me a colpi secchi e decisi. Io godevo a sentirlo andare dentro e fuori la mia vagina sempre più umida e sempre più bollente e aperta. Lui godeva a penetrarmi e mentre mi spingeva il suo cazzo duro sempre più a fondo, le sue mani erano avvinghiate al mio sedere.
Dopo un pò di spinte, mi staccai e mi girai verso di lui. Mi coricai sulla schiena e misi le mie mani sulla mia figa per ripararla dal suo pene scalpitante. Lui voleva penetrarmi subito, ma io volevo fargliela sudare. Gli dissi che non aveva ancora finito il massaggio e scherzando gli dissi che non lo avrei pagato se non mi avesse accontentato.
Desideroso di farmi felice, mi prese con forza i seni e li palpò a fondo mentre la sua lingua mi leccava i capezzoli e il suo pene cercava di entrarmi dentro le gambe.
Continuando a palparmi le tette, fece scorrere la sua lingua sulla mia pancia fino ad arrivare sul mio monte di venere.
Con voracità mi spalancò le gambe e mi ficcò la lingua nella figa cercando di raccogliere tutti i miei umori, mentre con le mani mi sollevava il culo per poter entrare con la sua bocca fino in fondo a me.
Mi succhiava e mi mordicchiava le grandi labbra mentre io mi toccavo il seno e gemendo gli chiedevo di scoparmi e mettermelo dentro.
Lui continuò imperterrito a slinguazzarmi la figa grondante del mio seme, fino a farmi venire urlante di piacere.
Si avvicinò con la sua bocca ancora appiccicosa e piena di me alla mia faccia e mi baciò intrecciando la sua lingua con la mia, mentre con una mano si prese il pene e mi penetrò a colpi quasi violenti.
Le mie gambe si intrecciarono dietro la sua schiena e le sue mani mi presero il culo, mentre il suo pene usciva e rientrava sfondandomi la figa di piacere.
Poi mi girò e mi fece inginocchiare. Le mie mani si aggrapparono alla testiera del letto. Il suo cazzo fradicio dei miei umori si poggiò sul mio fondoschiena in attesa di una conferma da parte mia. Con le mani mi presi le natiche e le spalancai facendogli vedere il buco del mio culo che voleva essere sfondato. Lui con una mano si masturbava il pene, con l'altra mi entrava nella figa mentre la sua lingua entrava nel mio culo. Io mi riaggrappai alla testiera del letto, inarcai la schiena e spinsi il mio culo all'indietro desiderosa di lui.
Dopo poco venni di nuovo, lui aspettò quell'istante per far durare il mio orgasmo ancora di più sfondandomi il culo in un colpo solo.
Gemetti talmente forte che con una mano mi tappò la bocca, rendendo quel momento ancora più eccittante e perverso.
E' stato il primo e l'unico a cui ho donato il mio sedere.
Dopo pochi colpi mi venne dentro, spruzzandomi tutta la sua voglia fino a farla colare fuori da me. Si tolse per baciarmi e io esausta mi lasciai cadere nel letto.
Lui si diresse verso la doccia, grondante di sudore e di umore.
Io mi addormentai quasi subito, nuda, a pancia in giù con il culo per aria e le gambe aperte. Soddisfatta di essermi svegliata nel cuore della notte nonostante aver dormito poco.
Arrivò dopo qualche minuto, con l'accappatoio legato addosso. Si coricò vicino a me e mi diede un bacio sulla fronte. Gli risposi con un sorriso e lui mi disse che mi voleva ancora.
Senza neanche farmi parlare si tolse l'accappatoio e mi ficcò la lingua nella figa, ancora appiccicosa per prima.
Io con una mano gli dirigevo la testa mentre alzavo il sedere sempre più per poterlo prendere tutto. Con due dita e la lingua ricomiciò a sfondarmi la figa continuamente eccitata. Ne volevo ancora, anche se ero stanchissima.
Lui mi girò con la schiena verso il letto, mi tirò su le gambe e le spalancò. Mi leccò come mai prima continuando a succhiarmi e prendendo tutta la bava dolciastra che usciva dalla mia figa. Con la schiena mi spostai e mi diressi verso le sue gambe. Mi infilai tra le sue cosce e accarezzandogli il petto me lo misi in bocca. Era già turgido, gonfio, eccitato, bollente. Gli leccai le palle e me le misi in bocca succhiandole. Poi mi staccai e usai la mia lingua per disegnarli tutte le vene del suo cazzo eccitato. Gli leccai la cappella e me lo ficcai in bocca, giù per la gola. Lo spompinai fino quasi a farlo venire, mentre lui continuava a scoparmi la figa con la lingua e con le dita, e spostandosi a volte nel buco del culo.
Quando sapevamo che di lì a poco saremmo di nuovo scoppiati in un orgasmo di piacere, ci staccammo e lui mi tenne ferma con le gambe aperte che puntavano verso l'alto e se le mise al collo penetrandomi a fondo nella figa. Mi dava certi colpi che facevano anche male, ma il godimento superava di gran lunga qualsiasi cosa.
Alternava la figa al culo, figa, culo, figa, culo. L'ultimo colpo profondo fu dentro la mia figa, dove venne urlando di piacere e facendomi venire qualche secondo dopo.
Di nuovo grondante di sudore, si diresse subito sotto la doccia. Io lo seguìi per lavarmi via quello che rimaneva di quella mattinata di sesso sfrenato.
scritto il
2015-09-08
5 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Studiare insieme

racconto sucessivo

Telefonata conturbante
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.