Io, la mia ragazza e il mio migliore amico

di
genere
trio

Vi racconto la mia fantasia più recondita. Fantasia che tutt'ora non ho realizzato ma mai disperare!
Io sono Matteo e sono fidanzato con Elisa da ormai 7 anni, mentre Andrea è il mio migliore amico ma comunque molto legato anche a Elisa. Tutti e tre 25enni, siamo cresciuti insieme, stessa classe al liceo, stessa compagnia e abbiamo mantenuti saldi i nostri rapporti anche negli anni seguenti.
Elisa è una bella ragazza castana, capelli lunghi lisci, alta quasi 1,70 e con un fisico tonico. Una seconda scarsa di seno ma bello sodo e piacevole alla vista e al tatto. Tuttavia il pezzo forte sono sicuramente le gambe, lunghe e affusolate e il sedere perfetto esaltato dalla curvatura della parte bassa della schiena.
Elisa è fine ed elegante, per cui ha molto gusto nel vestire ma purtroppo tende ad usare un abbigliamento piuttosto casto. Casta anche l'attività sessuale: l'accenno di un pompino e il cumshot sul seno sono la massima perversione che mi abbia mai permesso di raggiungere. Ho accettato di buon grado il fatto che quanto si vede nei siti porno rimarrà relegato alla mia fantasia ma posso comunque giudicare pienamente soddisfacente la nostra vita sessuale.
Ho provato in passato a regalarle intimo sexy che non ha mai indossato in quanto "scomodo" e a proporle qualcosa di più, ad esempio un pompino completo o il sesso anale ma ha sempre rifiutato.
Io e Andrea siamo due ragazzi normali, ben curati, lui un pò più bruttino ma con molto savoir faire che gli ha permesso un certo successo con le donne.
Dopo 7 anni, la notte di Natale ho regalato a Elisa il tanto agognato anello e le ho fatto la proposta di matrimonio. Approfittando del momento di euforia ho provato ad avanzare qualche richiesta particolare ma, ancora una volta, senza troppo successo. Sono riuscito a strapparle soltanto una promessa: avrebbe comprato qualcosa di esageratamente scollato (la più pudica delle mie richieste). In verità non ci contavo molto: più volte in passato mi aveva promesso la stessa cosa ma era sempre rimasta fedele al girocollo.
Mai avrei potuto immaginare cosa sarebbe successo quella afosa sera d'estate. Io tornavo a casa dopo una settimana passata fuori per lavoro ed ero estremamente di buon umore pensando che, visto il caldo, non avrebbe potuto vestirsi poi eccessivamente e, vista la settimana di digiuno, anche il solo pensiero di una gonna corta mi mise in circolo l'ormone. Eravamo d'accordo che sarei passato a prenderla a casa e poi saremmo usciti insieme a Andrea ed altri amici girovagando per locali come al solito.
Suonai il campanello desideroso di poterla finalmente vedere e toccare. Per di più speravo di riuscire a guadagnarmi una sveltina, dato che ero arrivato leggermente in anticipo. Quando aprì la porta non potevo credere alla visione che mi si presentava davanti: indossava un vestitino nero striminzito composto da un pezzo di tessuto attillato appena sufficiente a coprire l'area del bacino che lasciava scoperte tutte le gambe, oltre che mettere in risalto la curvatura del sedere. Talmente attillato da lasciar intravedere la forma del perizoma (intimo che non avevo mai avuto il piacere di vederle addosso). Dalla gonna (se così si può chiamare) partivano due strisce di tessuto larghe circa 15 cm che salivano lungo l'addome e il torace fino ad unirsi dietro al collo coprendo solo il minimo indispensabile del seno. La schiena era completamente scoperta. Ovviamente non poteva indossare il reggiseno ma le dimensioni minute del seno facevano si che la scollatura le calzasse a pennello. Ai piedi un bel paio di decolleté tacco 12 che lei sa portare con eleganza assoluta. Completavano il tutto i capelli raccolti e un paio di orecchini pendenti, entrambi particolari a me molto graditi.

Senza dire una parola, una volta aperta la porta si voltò e si diresse verso l'interno di casa, lasciandomi imbalsamato ad ammirare il movimento di quel sedere divino che la natura le aveva donato. Dopo qualche secondo necessario per riprendermi, entrai in casa e mi chiusi la porta alle spalle, tempestandola di domande su cosa avessi fatto di così bello e per meritarmi tanto e al contempo rodendo di gelosia al pensiero di lasciarla uscire di casa vestita così, seppur in mia presenza.
Senza rispondere alle mie domande, mi fece sedere su una sedia, sui cui manici aveva preparato due piccole corde. Una volta seduto, mi legò i polsi impedendomi ogni movimento. Tutti questi gesti erano accompagnati dal suo sguardo malizioso costantemente fisso sui miei occhi. In quel momento avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa, ero incapace di reagire.
Passano pochi secondi e il campanello suona nuovamente. Elisa si dirige verso la porta e io non potei che rimanere estasiato dalla sensualità della sua camminata sui tacchi. Apre la porta e vedo Andrea sull'uscio, probabilmente attirato lì da Elisa con la scusa di partire tutti insieme con una sola macchina verso il punto di ritrovo con il resto della compagnia.
Se io non avevo mai visto Elisa agghindata in maniera così sensuale, figuriamoci lui. La sua espressione era tra l'imbarazzato e lo stupito, e diventò anche leggermente preoccupata quando mi vide legato alla sedia. Non fece comunque troppa resistenza quando Elisa lo prese per il braccio e lo tirò dentro, chiuse la porta e sempre tenendolo per l'avambraccio lo accompagnò fino al bordo del letto. Pochi passi, durante i quali Andrea non riuscì a staccare lo sguardo dalla schiena scoperta di Elisa e dal suo sedere perfetto, risaltato ancor di più da quell'abito.
Lo fece quindi ruotare di 180° e con una leggera spinta sul petto lo fece sedere sul bordo del letto. Ora io e lui ci trovavamo seduti uno di fronte all'altro a circa un metro di distanza. Provò a bofonchiare qualcosa del tipo: "ma che sta succedendo?" ma nemmeno io stavo ancora realizzando cosa stava per capitare.
Elisa gli si sedette a cavalcioni prendendolo per la nuca e avvicinando la sua testa al centro del suo petto. Vista la posizione, il vestito le era salito di qualche centimetro, lasciando scoperta la parte inferiore del sedere. Ciò distrusse i residui barlumi di autocontrollo che mi erano rimasti. Andrea si scansò dalla sua presa e si piegò lateralmente per guardarmi, per vedere che facevo, se approvavo, se mi stessi arrabbiando ma nella mia mente non riuscivo a far prevalere eccitazione o gelosia.
Ci pensò Elisa ad eliminare ogni dubbio, rimettendo la mano attorno alla testa di Andrea, riportandola davanti al suo seno e dicendogli: "Non chiedere la sua approvazione. Oggi fate quello che vi dico io".
Dopo queste parole, visto che non mi opponevo, Andrea iniziò a baciare Elisa sul collo, mentre lei inarcava ancora di più la schiena e chinò indietro la testa per godersi meglio quel bacio. Elisa gli prese le mani, fino ad ora rimaste ferme, e se le portò sul sedere facendogli affondare le dita nella carne, autorizzandolo quindi a giocare con le sue natiche. Nel frattempo Elisa iniziò un leggero movimento di bacino avanti e indietro, strusciando delicatamente il monte di Venere contro il pacco di Andrea.
Dalla mia prospettiva non riuscivo a capire esattamente cosa stesse facendo Andrea, potevo notare soltanto le sue mani che palpavano vogliosamente il culo di Elisa. Il movimento di bacino stava intanto aumentando di ritmo, ora comandato dal movimento delle mani di Andrea.
Elisa scostò una delle due fasce di stoffa a copertura delle tette, mostrando un seno a Andrea. Lui non si fece pregare e cominciò a dare dei baci discreti al capezzolo ora libero. L'approccio delicato fece eccitare ancor di più Elisa e il capezzolo stuzzicato si inturgidì velocemente. Una volta indurito, Andrea prese a succhiarlo, leccando poi anche il resto del seno, non trascurando nessuna parte della tetta.
Mentre io cercavo di muovere le gambe per trovare la posizione più comoda al mio uccello, rigido ma costretto nei pantaloni, Elisa sciolse il nodo dietro il collo e lasciò cadere la parte superiore del vestito. Ora era coperta soltanto dalla gonna.
Andrea staccò le mani dal sedere e prese ad accarezzarle la schiena, alternando movimenti delicati a veri e propri pizzicotti mentre dall'altro lato si dedicava all'altro capezzolo.
Pochi secondi e Elisa si scostò, alzandosi in piedi. Si girò verso di me coprendosi le tette con un braccio, quasi volesse torturarmi ancor di più, si piegò a 90° abbassando con la mano libera la gonna e facendola cadere al pavimento. Andrea non potè fare a meno di scattare in avanti a dare un morso ad una natica.
Elisa indossava solo un perizoma di pizzo nero e le decolleté. Si girò nuovamente verso di Andrea, si inginocchiò e gli slacciò la cintura. Un paio di tentativi furono sufficienti per slacciargli anche il bottone dei pantaloni che velocemente gli tolse del tutto. Elisa avvicinò la bocca al cazzo di Andrea, indurito ma ancora prigioniero degli slip. Dalla mia posizione non potevo vedere esattamente cosa stesse facendo Elisa ma non c'era molto spazio per l'immaginazione. Elisa gli sfilò quindi anche gli slip e iniziò a giocare con l'uccello di Andrea, ahimè decisamente più grande del mio. Dopo aver leccato per bene sia le palle che l'asta, fece scomparire la cappella tra le labbra, per poi farla risbucare fuori succhiandola per bene. Andrea cercava a fatica di mascherare il piacere e alzò lo sguardo per incrociare il mio, quasi a cercare nuovamente la mia approvazione. Ancora una volta ci penso Elisa stessa a far capire a Andrea che poteva lasciarsi andare liberamente quando lei gli prese la mano destra e se la mise dietro la testa, invitandolo a muoverle la testa su e giù lasciandogli decidere la velocità. In tutta risposta, lui iniziò a muoverle la testa su e giù abbastanza lentamente. Io potevo solo vedere da dietro i suoi movimenti e sentire il rumore del risucchio delle sue labbra attorno all'uccello del mio migliore amico. Con il passare dei secondi, i movimenti si facevano più ampi e potevo immaginare che le stesse facendo entrare in bocca una parte sempre maggiore del cazzo. Andrea mi fece l'occhiolino, credo per dirmi che era riuscito ad infilarglielo tutto in bocca facendole toccare con il naso il ventre di lui. Credo fosse convinto che anch'io avessi fatto altrettanto altre volte. In realtà, come vi ho già detto, con me in passato aveva al massimo accennato un pompino di qualche secondo e comunque piuttosto "superficiale".
Una volta riuscito ad infilarle in bocca tutto l'uccello, Andrea sembrava ora voler testare tutte le doti orali di Elisa, afferrò con vigore una ciocca di capelli e iniziò a muoverle la testa su e giù via via più velocemente, fino a raggiungere un ritmo forsennato. Sentivo i gemiti di Elisa che faticava a respirare ma non voleva smettere di dare piacere.
Attendevo da un momento all'altro l’attimo in cui si sarebbe fermata, ma passavano i minuti e lei continuava insistentemente il suo movimento ritmico su è giù. Dopo circa 5 minuti Andrea si abbassò leggermente per sussurrarle all'orecchio che era ora di fermarsi perché sentiva di essere vicino a venire. Elisa non si scompose minimamente e continuò il suo lavoretto di bocca. Iniziavo a vedere delle smorfie strane sul volto di Andrea. Con il passare dei secondi, alle smorfie aggiunse dei gemiti, chiuse gli occhi e unì ai gemiti dei movimenti scattosi con il bacino, quasi a cercare di infilarle l'uccello più in profondità possibile. Elisa bloccò il movimento della testa, lasciando a Andrea il compito di muovere il cazzo dentro e fuori dalle sue labbra. Sembrava proprio che le stesse venendo in bocca ma ero certo che non poteva succedere. Non aveva mai preso neanche in considerazione l'idea di farlo con me, per cui escludevo la possibilità che ora stesse continuando a succhiare l'uccello di Andrea mentre lui le riempiva la bocca di sperma. Dopo un paio di gemiti particolarmente violenti, Andrea si lascio andare buttandosi all'indietro e sdraiandosi quindi con la schiena su letto. Sempre in ginocchio, Elisa si girò verso di me sorridendo e fissandomi negli occhi. Due rivoli di sperma le scendevano dai lati della bocca e gocciolavano. Venne verso di me gattonando e quando mi fu vicina aprì la bocca, mostrandomi l'interno ancora pieno di sperma, sempre con un ghigno malizioso sul volto. Fatto ciò si alzò, andò in bagno e sputò nel lavandino.
Tornò indietro venendo verso di me, sfilandomi davanti più volte. Sapeva che la sua vista in perizoma e tacchi, unita alla camminata disinvolta mi faceva impazzire.
Forse era arrivato il mio turno.
Come prima aveva fatto con Andrea, si inginocchiò davanti a me, mi sfilò i pantaloni e finalmente anche gli slip. Il mio uccello fino adesso costretto nei jeans poteva respirare. Avvicinò la bocca al mio uccello, succhiò la cappella con gusto e nel frattempo mi slegò i polsi. Le misi quindi una mano intorno alla testa, certo di sapere quello che voleva fare. In realtà non appena il mio uccello raggiunse il massimo vigore si alzò in piedi, mi ordinò di togliere la maglia e di stendermi sul letto di fianco a Andrea che nel frattempo si stava riprendendo.
Si sfilò il perizoma, salì a cavalcioni su di me e aiutandosi con una mano si lasciò penetrare dal mio cazzo. Iniziò prima a muoversi piano avanti e indietro, strofinando il clitoride contro il mio ventre per poi accelerare via via i suoi movimenti e i suoi gemiti. Mi stava usando per il suo piacere e ciò mi appagava parecchio. A tratti rallentava il movimento, per riposarsi, ed allora iniziavo io a muovere il bacino tirando dentro e fuori il cazzo dalla sua minuta fighetta. Andrea di fianco a me non staccava lo sguardo dalle sue tette che sobbalzavano su e giù ipnotizzando entrambi e con una mano giocava con il suo uccello che sembrava rinvigorirsi dopo la fatica precedente.
Ci volle poco infatti perchè il suo cazzone fosse di nuovo in piedi ed iniziò quindi a segarsi guardando fisso le tette di Elisa. Ma lei voleva essere al centro dell'attenzione e non accettava che lui si arrangiasse da solo. Lo invitò quindi ad alzarsi in piedi sul letto. Il suo cazzo eretto le arrivava giusto giusto all'altezza del viso. Elisa lo fece sparire nuovamente dentro la sua bocca. Io in preda all'eccitazione aumentai la forza con cui la penetravo e di conseguenza la spingevo sempre più violentemente contro l'uccello di Andrea. Il risultato fu che ad ogni mio colpo, Andrea le spingeva il cazzo sempre più in gola.
Vista la situazione, mi balenò in testa un'idea. Volevo provare ad aprirle il culetto. Le misi quindi una mano sull'ano, stuzzicandolo con due dita per vedere la reazione. Mi lasciava fare. Qualche secondo ancora e presi coraggio, chiedendole se potevo spostarmi dietro e provare a penetrarle il culo. Smise di succhiare il cazzo a Andrea, mi guardò, fece un sorriso e mi disse: "Ma oggi abbiamo ospiti, noi siamo i padroni di casa e le nostre attenzioni vanno dedicate a loro".
Io e Andrea ci guardammo, avevamo capito entrambi cosa voleva dire. E' sempre stato il mio sogno aprirle il culo, volevo anche essere il primo a farlo ma quel giorno comandava lei. Se aveva deciso di farsi sfondare il sedere da Andrea, quello sarebbe successo.
Andrea non si fece certo pregare e si posizionò in ginocchio dietro a Elisa. Io chiusi un pò le gambe per permettergli di posizionarsi dietro di lei con le ginocchia larghe, per avere più forza nel bacino.
Io e Elisa eravamo immobili, il mio uccello ancora infilato nella sua fighetta, lei ora stesa su di me aveva inarcato al massimo la schiena per rendere accessibile il buchetto posteriore.
Non riuscivo a vedere quello che stava succedendo, potevo solo intuirlo dai movimenti dei corpi e dalle espressioni sul volto di Elisa.
Sento una leggera forza che spinge Elisa contro di me e vedo una smorfia di dolore sul suo volto. Capisco quindi che Andrea le ha appoggiato il cazzo sul buchino e sta provando a spingere. Elisa inarca ancora di più la schiena. Andrea toglie la mano dal suo uccello. Ciò significa che la cappella è entrata, non serve più tenere l'uccello in posizione ma è solo questione di spingerlo dentro. Molto lentamente Andrea prova a fare forza. Elisa si lascia andare a dei gridolini di dolore ma non vuole fermarsi. Stiamo circa 5 minuti così, io immobile e Andrea che millimetro alla volta infila tutto il suo bastone nel culo di Elisa.
Andrea, con pollice e indice mi fa segno che mancano circa 3 centimetri ed è tutto dentro. Altri 5 minuti e ci siamo. Le smofie di dolore sul volto di Elisa diminuiscono. Sembra iniziare ad abituarsi. Avverto un colpetto. E' il ventro su Andrea che ha sbattuto contro il sedere di Elisa. Ce l'ha fatta! Le ha infilato tutto il cazzo dentro al culo!
Stiamo tutti e tre fermi qualche secondo.
Andrea prova ad accennare un movimento di bacino. Elisa sembra riuscire a sopportare.
Andrea inizia quindi molto molto lentamente a tirarlo fuori di poco e a infilarlo nuovamente, così per 5,6,7 volte. Elisa non emette nessun rumore. Mi accorgo dalle sue smorfie che sta sentendo un pò di dolore ma non vuole che Andrea se ne accorga.
Andrea prese coraggio e continuò, secondo per secondo, ad entrare ed uscire dal sul culetto, aumentando via via la velocità e la forza dei colpi. Elisa spalancò gli occhi, mi guardò, ora sembrava che l'eccitazione e il godimento avessero sopraffatto del tutto il dolore. Le scappò dalla bocca uno "sfondamelo". A quelle parole, Andrea perse l'ultimo barlume di premura verso il suo culetto vergine ed iniziò ad assestare dei colpi potenti, come stesse scopando la vagina di una donna navigata. Era la prima volta che Andrea scopava il culo di una ragazza, e il culo di Elisa vi assicuro che è divino. Per questo motivo non durò molto, una trentina di colpi e avvisò Elisa che stava per venire.
Lei si sfilò, lo fece scendere dal letto e si mise in ginocchio sotto di lui. Gli disse di continuare a masturbarsi davanti al suo viso e disse anche a me di mettermi vicino a lui e fare altrettanto. Pochi secondi di masturbazione e Andrea venne nuovamente.
Uno schizzo su una guancia, il secondo sotto l'occhio, il terzo su orecchio e capelli. Il quarto schizzo tra bocca e naso. Elisa spalancò la bocca. Due schizzo le finirono dentro. La gettata di sperma di Andrea perdeva intensità, l'ultimo schizzo non raggiunse il viso ma le cadde su una tetta.
Era il mio turno. Speravo non ci fossero colpi di sorpresa e Elisa lasciasse anche me schizzarle sul corpo per la prima volta. Una volta vicino all'eiaculazione, Elisa prese in bocca la mia cappella. Uno, due schizzi le finirono in bocca. Muovendo il bacino le infilai l'uccello più in profondità, altri due schizzi. Le stavo scopando la bocca e nel frattempo le stavo riversando il mio seme all'interno. Con la mano le bloccai la testa e rimasi con il cazzo tra le sue labbra per un minuto, anche dopo averle gettato in bocca l'ultimo schizzo per godermi il momento.
Ci facemmo una doccia, Elisa si rivestì con abiti più casti ed uscimmo con il resto della compagnia senza più ripetere l'esperienza.
scritto il
2015-12-26
1 3 . 4 K
visite
1
voti
valutazione
2
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.