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etero

Mi chiamo Elena, ho 43 anni, divorziata da due. Mi marito mi ha lasciato per una ragazza rumena di 25 anni. Abbiamo 2 figli piccoli e il sesso tra noi non è mai stato importante, almeno fino a quando lui non mi ha lasciato per un’altra, e lì ho capito che forse lo era. A me è sempre piaciuto farlo: pensavo che fosse a lui che non interessasse molto. Così adesso mi sono ritrovata sola. Lavoro nella piccola azienda dei miei genitori come impiegata. Recentemente è arrivato un nuovo magazziniere, l’unico altro dipendente, un uomo sulla 50ina. Quando me lo sono trovata davanti mi sono tremate le gambe. Un uomo altissimo, prestante, in piena forma, coi capelli folti, gli occhi verdi che ti squadrano e ti fissano, che mi fanno abbassare lo sguardo, imbarazzata. Un viso dolce e duro allo stesso tempo. Confesso che mi sono sentita bagnata all’istante. Si è presentato dandomi la mano e ho sentito la sua forza e il suo calore. Lui mi ha sorriso e penso che abbia capito subito che ero andata in calore subito. Abbiamo fatto un po’ di conoscenza, approfittando di fare due chiacchiere prendendo il caffè insieme. Mi si è spaccato il cuore quando mi ha detto che è felicemente sposato da 23 anni. Da quando è arrivato lui ho ricominciato a mettermi i tacchi alti e la gonna, e i bottoni delle mie camicette si slacciano da soli. Sono una donna piacente e prosperosa, anche se da un po’ tendevo a trascurarmi. Durante la pausa pranzo mia madre esce e torna verso le 2 e 30, e io esto sola. La macchinetta del caffè e fuori dal mio ufficio. Lui un giorno ha fatto il caffè anche per me e me l’ha portato. Si è seduto sulla mia scrivania. Era in pantaloncini e maglietta. Ho sentito che mi si sono come aperte le acque, ero un lago. Quello che mi ha eccitato da morire è stato il suo odore, di maschio. Ho avvertito chiaramente l’odore del suo sperma, del suo sudore. Lui è rimasto fermo per qualche secondo. Poi si è scostato i calzoncini e mi sono ritrovata davanti a un membro grosso e lungo, ancora non duro, con una bella cappella rossa e grande. Un cazzo bellissimo. Lui con una mano se l’è preso e con l’altra mi ha preso per la nuca e mi ha spinto a prenderglielo in bocca. Non ho neanche provato a resistere e gli ho subito fatto un pompino. Mi si è gonfiato in bocca un cazzo grosso e duro, e l’ho succiato e leccato come un’ossessa. Mi è tornato in bocca il sapore di un maschio (e che maschio) e ho sentito che la mia figa si è messa a pulsare fino a farmi male. Dopo un po’ lui mi fa alzare, mi gira, mi fa piegare sulla scrivania in avanti, mi alza la gonna, mi sfila le mutandine fradice, che si mette in tasca, si abbassa i calzoncini, me lo punta i figa e mi penetra tutta, fino in fondo. Ho tirato un urlo fortissimo e mi sono cedute le gambe. Mi sono appoggiata con la pancia alla scrivania. Lui tenendomi per i fianchi mi ha scopato con calma e con forza fino a che io gli ho detto che stavo per venire. L’ho pregato di non venirmi dentro perché in calore come ero sarei rimasta sicuramente incinta. Lui ha continuato a montarmi. Ho capito che era un uomo esperto e abituato a chiavare molto e bene, un vero montone. Stavo impazzendo di piacere ma avevo anche paura che tornasse mia madre. L’ho convinto, con tanta fatica, a smettere un attimo e ci siamo andati a sistemare in un ufficio con una finestra che da sul parcheggio, in modo di poter vedere se fosse tornata. Mi sono rimessa nella stessa posizione e mi sono allargata le natiche, dicendogli di riprendere a scoparmi, adesso più tranquilla. Lui, per tutta risposta mi ha affondato la testa tra le chiappe e ha preso a leccarmi la figa e il culo. Ho ben capito che intenzioni aveva quando mi ha messo il dito medio nella figa e l’indice nel culo… Con mio marito avevo tentato un paio di volte di fare sesso anale ma poi ci avevamo rinunciato. Lui si alzò, mi infilò davanti il suo cazzo massiccio, mi diede una dozzina di colpi forti e profondi che mi fecero vedere le stelle dal piacere, si sfilò, mi puntò il cazzone nel culo e mi sfondò al primo tentativo. Subito sentii dolore ma mi passò perché lui aveva preso a sgrillettarmi da sotto e quella doppia azione mi piaceva da morire. Mi dava una dozzina di belle botte nel culo, usciva, e mi scopava davanti, una dozzina di colpi, e poi me lo rimetteva nel culo, sempre girandomi con il suo ditone sul grilletto. Non so neanche quante volte sono venuta. Lui non parlava, ma ad un certo punto lo sentii sbuffare come un mantice. Emise un sorta di rantolo, mi si spinse tutto nel culo e con dei violenti spasmi mi venne nel culo con una quantità di seme spaventosa. Mi crollò addosso schiacciandomi con suo peso e la cosa mi diede una sensazione bellissima, di essere stata posseduta da una maschio superbo, che mi aveva presa e sbattuta. Ero felicissima. Lui si alzò sfilandosi da dentro di me e uscì svelto dall’ufficio, andandosi a lavare nel suo spogliatoio. Io rimasi un attimo lì, su quella che era stata una delle scrivanie di mio padre, fino a che mi sentii colare fuori tutto il suo sperma. Mi tamponai con la mano e corsi nel bagno padronale a lavarmi e a cercare di rimettermi un po’ a posto. Mia madre arrivò dopo 5 minuti e mi trovò china su una pratica. Avevo spalancato le finestre per fare uscire l’odore della scopata, e lei ne fu sorpresa perché non lo facevo mai. Le dissi che avevo fatto una puzzetta un po’ forte e lei rise perdonandomi. Ero sconvolta dal piacere e dalla vergogna. Lui non si fece vedere fino alle 17 e 30, salutò e se ne andò. Io, tutta dolorante ma felice andai a prendere i miei figli e andai a casa. Da allora, tutti i giorni che dio mette in terra, lui mi chiava figa e culo, e si fa fare anche dei bei pompini. Approfitta della pausa pranzo o anche se mia madre esce per una commissione. Io sto zitta e lo soddisfo.
scritto il
2016-01-02
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