Sai come funziona un organo erettile?

di
genere
etero

"Sai come funziona un organo erettile?"
"Il sangue che arriva dall'arteria al suddetto organo prende la via dei vasi arteriosi che arrivano alle lacune presenti al suo interno e le riempono: in questo modo l'organo aumenterà la sua consistenza a causa dell'aumento di pressione interna e della limitata distensione della tonaca che lo riveste."
"Brava, allora non è vero che tutte le belle ragazze che vanno avanti a Medicina riescono nel loro intento solo per il loro sex appeal"
"Hai assolutamente ragione. Peccato che il mio dubbio sugli specializzandi di urologia invece rimanga". Gli lancio uno sguardo a metà tra il provocatorio e il seducente sfoderando un mezzo sorriso.
"Se posso aiutare a sfatare qualche mito chiedi pure". Mi guarda incuriosito, non pensava che potessi essere anche dotata di sarcasmo.
"Si dice che per quanto possiate essere in gamba con gli organi erettili maschili, non tutti siano all'altezza di quelli femminili: per quello una specializzazione in medicina non basta". Ride di gusto. Non solo l'ho colpito nella sua virilità, ma sono anche riuscita a fargli capire che non sono come le altre studentesse che vanno nel suo reparto sperando di essere notate e di ricevere una sveltina tra un turno e l'altro fantasticando su un ipotetico futuro che non si realizzerà mai.
Io sono una cacciatrice. E come tutte le cacciatrici so come braccare la mia preda.

Due giorni dopo mi ritrovo a casa sua dopo un intervento non troppo massacrante durato poche ore. Non mi sarei accontentata di due colpi dati in uno stanzino dell'ospedale, non mi sarei accontentata di essere usata come una qualunque: sapevo di meritare qualcosa di più per soddisfare la mia carnalità e - cosa più importante - sapevo che nemmeno lui si sarebbe accontentato di così poco dopo aver avuto un assaggio del mio acume e aver fantasticato della mia sensualità.
Si porta dietro di me per togliermi il camice e, nel farlo, mi sfiora il collo con le labbra: mi sento percorsa da un brivido che parte dalla superficie della mia pelle per arrivare fio a livello dei visceri e del pube. Mi giro lentamente verso di lui e lo guardo attraverso le lunghe ciglia; toglie gli occhiali, si avvicina a pochi millimetri da me e dopo un'attesa che sembra durare un'eternità mi bacia prendendomi il volto tra le mani e schiacciandomi contro il muro. Inizia una danza tra le nostre lingue accompagnate dalle nostre labbra, le mani iniziano a esplorare quello che fino ad ora abbiamo solamente potuto immaginare sotto le casacche chirurgiche. Gli sfilo il camice e protraendomi ancora di più contro il suo corpo muscoloso mi ritrovo a sentire la sua erezione possente. Inizio a strofinarmi contro il suo pube mentre continuo a baciarlo e in un attimo mi ritrovo a mezz'aria contro il muro: le sue mani sotto le mie natiche, le mie gambe attorcigliate al suo bacino, la mia vagina infuocata contro il suo pene eretto, le sue labbra turgide a contatto con il mio collo e i miei denti conficcati nel labbro inferiore per trattenere i sospiri e i gemiti.
Mi ritrovo poco dopo sul tavolo, senza più la casacca da chirurgo e con i pantaloni a livello delle ginocchia: mentre cerca di toglierli del tutto insieme alle scarpe mi bacia i polpacci, li percorre con la lingua come se stesse facendo una danza. Una volta rimasta in biancheria intima inizia a spogliarsi mostrandomi un fisico scolpito coronato da due spalle possenti e dei boxer ormai stretti che riescono a malapena a contenere il suo organo. Mi bacia partendo dalla bocca per poi passare ai lobi delle orecchie, al collo, al seno ancora intrappolato nella biancheria intima, alla pancia, all'interno coscia. Arriva poi a livello della mia vagina e inizia a baciarmi sul pizzo della brasiliana striminzita che indosso: è già intrisa si umori e continua a grondare sentendo le labbra calde sul tessuto umido. Una lenta tortura, una lenta agonia. Inizio a gemere forte, a sospirare sommessamente e finalmente sento le sue dita che mi liberano dalla gabbia di tessuto: inizia a leccarmi tutto intorno la vagina, a leccare le grandi e le piccole labbra e infine arrivare al clitoride. Lo prende in bocca, lo succhia, lo mordicchia, mi fa impazzire; poi si ferma e guardandomi dal basso all'alto mi chiede con un sorrisino malizioso "Allora, sono abbastanza bravo con gli organi erettili del gentil sesso?". Mi metto a ridere e poi mordendomi il labbro inferiore gli spingo la testa in mezzo alle mie gambe. Continua a leccarmi e a farmi impazzire per poi mettere un dito nella mia vagina impregnata di umori: sa come muoversi il bastardo, sa come aumentare il ritmo e quando aggiungere o togliere le dita, sa come farmi arrivare a un orgasmo squassante che gli riversa sulle mani e sulla bocca le mie escrezioni.
Con le gambe tremanti scendo dal tavolo, prima bacio la sua bocca e poi le sue dita, le succhio riprendendomi i miei umori e facendogli immaginare quello che sono in grado di fare. Lo faccio poggiare al tavolo e mi tolgo il reggiseno, schiaccio il mio corpo contro il suo e inizio a baciarlo partendo dai lobi e proseguendo verso il basso, come aveva fatto lui. Quando arrivo all'elastico dei suoi boxer inserisco un dito all'interno del tessuto per sentire la punta del suo pene e la trovo piacevolmente umida. Lo denudo completamente per poi portarmi in ginocchio davanti a quel palo di carne e piacere e, senza usare le mani, introdurmelo in bocca. La lingua si muove in modo circolare e la bocca succhia fino alla base tutta l'asta, per poi risalire. Gioco col il prepuzio passandoci sopra la lingua e poi faccio lo stesso con il buchino all'apice del glande: nel frattempo lo guardo negli occhi, vedo il suo desiderio aumentare, sento i suoi gemiti strozzati e vogliosi. inizio ad aiutare la mia bocca con una mano e porto l'altra sulle palle massaggiandole: aumento gradualmente il ritmo per poi diminuirlo gradualmente, ingoio tutta l'asta fino il fondo e la stringo con le labbra provocando delle leggere pulsazioni circolari che lo fanno impazzire. Voglio portarlo al limite, voglio farlo godere come mai prima di ora: voglio giocare con la mia preda prima di dare il via alla caccia finale. Mi prende per i capelli e inizia a modulare la mia velocità: tenta di dominarmi anche se sa che non potrà mai dominarmi totalmente se non per qualche piccolo sprazzo di sesso.
A un certo punto mi tira su, vorrebbe montarmi sul tavolo, ma non ha ancora capito che le regole del gioco le detto io:lo spingo sulla sedia vicino al tavolo e mi siedo sopra la sua erezione facendo entrare il suo pene poco alla volta all'interno della mia calda vagina. Geme come non mai e si avventa sui miei capezzoli e sul mio seno per portarmi nell'oblio. Inizio a muovermi lentamente su e giù per poi lasciarmi andare a un movimento più ondeggiante muovendo il mio bacino - a stretto contatto con il suo - avanti e indietro, sfregando così il mio clitoride contro di lui e provando un tripudio di sensazioni che mi portano al secondo orgasmo. Approfittando del mio momento di estasi mi fa alzare e girandomi mi fa piegare sul tavolo, iniziando poi a montarmi con decisione: con una mano mi palpa i glutei sodi e con l'altra mi tiene la schiena contro il tavolo. Inizio ad accarezzarmi il clitoride, ancora ipersensibile dall'orgasmo precedente, e sento che questa cosa lo eccita ancora di più: aumenta il ritmo portandomi al terzo orgasmo per poi raggiungere insieme a me il culmine del piacere e inondarmi la schiena con il suo seme.
Crolliamo esausti e appagati sul pavimento, lo guardo e gli chiedo se gli va di ordinare una pizza. Accetta e mi scruta sorridendomi con la sua aria maliziosa e impertinente: per una volta ha fatto la preda, ma la prossima volta vuole tornare al suo ruolo di cacciatore.
scritto il
2016-01-29
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