I segreti di Silvia (parte 5 - la fine)
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tradimenti
Il primo orgasmo di una bella serata di sesso è sempre il piú intenso, gli altri piano piano tendono a diminuire in intensità e piacere, fino a diventare quasi un fatto meccanico. Allo stesso modo le scopate ripetute piú o meno uguali hanno lo stesso andamento, tendono ad esaurire la loro forza man mano si va avanti.
Le era capitato la prima volta in cui giocò con Juan, la prima scopata con Fernando e poi la prima scopata a tre.
In tutti i casi, le ripetizioni erano solo copia dell'originale e piano piano divennero copie noiose di copie.
E' come nell'arte quando si arriva all'epoca classica dopo un periodo di preparazione, si raggiunge il massimo della bellezza e tutto quello che viene dopo è un'imitazione di quel culmine di bellezza raggiunto. All'epoca classica segue sempre l'epoca di decadenza, quando non essendo piú in grado di ripetere tanta bellezza, lo sforzo produce brutte imitazioni che tendono al cattivo gusto.
Così nel sesso la ricerca ossessiva di ricreare la bellezza iniziale, diventa ricerca quasi meccanica di cose nuove o esagerate, nella convinzione che le cose nuove e strane siano belle.
Con Fernando e con Sergi, provarono a creare situazioni nuove, alcune divertenti ed eccitanti, ma l'epoca classica era al tramonto. Si sforzarono di crearne di nuove, pensarono mille cose, ma nessuna era convincente. Finirono per parlare tanto nelle loro riunioni segrete, raccontarsi, farsi domande. Fernando parlò del fatto che nella affannosa ricerca di cose nuove, quando ci si blocca troppo a pensarci, significa che la strada è sbagliata. Si finisce per imboccare vicoli ciechi, alla ricerca del sesso 'strano', idea che a lui e anche agli altri due, ripugnava.
Ridevano delle persone che pensavano fosse eccitante fare sesso in posti strani. Anche in questo caso, il percoso è simile a quello descritto in precedenza: puó capitare una bella scopata imprevista in un luogo strano, che provoca grande piacere, ma il tentativo di imitare e ricreare certe situazioni, provoca l'effetto del ridicolo. La conclusione fu che le migliori situazioni sono quelle inaspettate, che si creano da sole, che sono forse frutto di un processo inconsapevole, ma non sono create ad arte, nè studiate a tavolino. Nascono, si sviluppano e muoiono da sole.
Silvia ascoltò interessatissima e affascinata da quei discorsi, però, essendo ancora giovane, preferiva l'azione alle parole e con la sua solita ingenuità, che a questo punto non sembrava neppure finta, decise di togliere i boxer ai suoi due amanti.
-"Così state meglio", disse ridendo e togliendosi a sua volta le mutandine. Rimase con addosso solo la sua gonnellina, mentre cavalcava il pene di Sergi, aggrappata al pene di Fernando. Nella camera c'era un grande specchio e si vedeva da dietro in quella scena, come se fosse un video. Vedeva il suo culetto e lei che si muoveva su e giú, succhiando felice. A lei non importava molto dell'età classica o barocca, lei sarebbe rimasta così in quella posizione a lungo.
C'è un dettaglio che forse avete notato: Silvia non dava il culetto e, se ve lo state domandando, mai lo avrebbe dato. Sapeva da una sua amica che la prima volta faceva troppo male e lei non tollerava il dolore. Per una cosa così bella come il sesso, soffrire non era previsto. E aveva notato anche che chi parlava di sesso anale, alla fin fine non lo aveva mai fatto, era piú che altro una fantasia.
Viene da sè che ancora meno le poteva interessare il sesso sadomaso o perversioni strane; parlandone coi due amanti, loro stessi convenivano che si trattasse di pratiche un po' tristi, sicuramente 'barocche' e che nascondevano mancanze di qualche tipo.
-"Ma quando ti abbiamo scopata per la prima volta in due, ti abbiamo sbattuta con forza e sei impazzita dal piacere", disse Fernando.
-"Sì, è vero, ma non ho provato dolore, anzi solo piacere".
E' inutile dire cosa stesse facendo Silvia mentre parlavano no? Ormai i suoi vizietti sono noti, a volte quando parlavano la prendevao in giro perchè cercava di parlare con il pene in bocca e uscivano suoni strani e buffi.
Ma Silvietta era così, deliziosa, sia quando faceva un pompino, sia quando parlava con le sue smorfie, sia quando andava in giro con quelle mini da urlo, senza neppure accorgersi che stava mostrando il culetto a tutti.
Silvietta è quella dolce fidanzatina che si fa togliere il reggiseno al primo colloquio e le mutandine al secondo.
Silvietta è quella meravigliosa creatura che ha paura che gli altri la considerino una troietta da 4 soldi, ma con un cazzo in bocca fa impazzire chiunque.
Silvietta è la dolce fidanzatina che al rientro da Ibiza, è tornata dal suo fidanzato, come se niente fosse.
Fu lui stesso ad andare a prenderla all'aeroporto, si abbracciarono e si baciarono.
Lei non raccontó mai niente, lui non chiese mai nulla, si arrabbió solo quando si rese conto che il segno sul seno era diverso da quello sugli slip, ma lei sapeva come farsi perdonare.
NOTA DELL'AUTORE
I personaggi, i luoghi e le vicende, non sono fittizi. E' esistita davvero una ventuduenne italiana e fidanzata, che ha lavorato a Ibiza e che ne ha combinate di tutti i colori.
Sono romanzati alcuni dettagli, alcuni dialoghi, alcune interpretazioni, sono stati cambiati la maggior parte dei nomi.
Io però mi chiamo Fernando.
Le era capitato la prima volta in cui giocò con Juan, la prima scopata con Fernando e poi la prima scopata a tre.
In tutti i casi, le ripetizioni erano solo copia dell'originale e piano piano divennero copie noiose di copie.
E' come nell'arte quando si arriva all'epoca classica dopo un periodo di preparazione, si raggiunge il massimo della bellezza e tutto quello che viene dopo è un'imitazione di quel culmine di bellezza raggiunto. All'epoca classica segue sempre l'epoca di decadenza, quando non essendo piú in grado di ripetere tanta bellezza, lo sforzo produce brutte imitazioni che tendono al cattivo gusto.
Così nel sesso la ricerca ossessiva di ricreare la bellezza iniziale, diventa ricerca quasi meccanica di cose nuove o esagerate, nella convinzione che le cose nuove e strane siano belle.
Con Fernando e con Sergi, provarono a creare situazioni nuove, alcune divertenti ed eccitanti, ma l'epoca classica era al tramonto. Si sforzarono di crearne di nuove, pensarono mille cose, ma nessuna era convincente. Finirono per parlare tanto nelle loro riunioni segrete, raccontarsi, farsi domande. Fernando parlò del fatto che nella affannosa ricerca di cose nuove, quando ci si blocca troppo a pensarci, significa che la strada è sbagliata. Si finisce per imboccare vicoli ciechi, alla ricerca del sesso 'strano', idea che a lui e anche agli altri due, ripugnava.
Ridevano delle persone che pensavano fosse eccitante fare sesso in posti strani. Anche in questo caso, il percoso è simile a quello descritto in precedenza: puó capitare una bella scopata imprevista in un luogo strano, che provoca grande piacere, ma il tentativo di imitare e ricreare certe situazioni, provoca l'effetto del ridicolo. La conclusione fu che le migliori situazioni sono quelle inaspettate, che si creano da sole, che sono forse frutto di un processo inconsapevole, ma non sono create ad arte, nè studiate a tavolino. Nascono, si sviluppano e muoiono da sole.
Silvia ascoltò interessatissima e affascinata da quei discorsi, però, essendo ancora giovane, preferiva l'azione alle parole e con la sua solita ingenuità, che a questo punto non sembrava neppure finta, decise di togliere i boxer ai suoi due amanti.
-"Così state meglio", disse ridendo e togliendosi a sua volta le mutandine. Rimase con addosso solo la sua gonnellina, mentre cavalcava il pene di Sergi, aggrappata al pene di Fernando. Nella camera c'era un grande specchio e si vedeva da dietro in quella scena, come se fosse un video. Vedeva il suo culetto e lei che si muoveva su e giú, succhiando felice. A lei non importava molto dell'età classica o barocca, lei sarebbe rimasta così in quella posizione a lungo.
C'è un dettaglio che forse avete notato: Silvia non dava il culetto e, se ve lo state domandando, mai lo avrebbe dato. Sapeva da una sua amica che la prima volta faceva troppo male e lei non tollerava il dolore. Per una cosa così bella come il sesso, soffrire non era previsto. E aveva notato anche che chi parlava di sesso anale, alla fin fine non lo aveva mai fatto, era piú che altro una fantasia.
Viene da sè che ancora meno le poteva interessare il sesso sadomaso o perversioni strane; parlandone coi due amanti, loro stessi convenivano che si trattasse di pratiche un po' tristi, sicuramente 'barocche' e che nascondevano mancanze di qualche tipo.
-"Ma quando ti abbiamo scopata per la prima volta in due, ti abbiamo sbattuta con forza e sei impazzita dal piacere", disse Fernando.
-"Sì, è vero, ma non ho provato dolore, anzi solo piacere".
E' inutile dire cosa stesse facendo Silvia mentre parlavano no? Ormai i suoi vizietti sono noti, a volte quando parlavano la prendevao in giro perchè cercava di parlare con il pene in bocca e uscivano suoni strani e buffi.
Ma Silvietta era così, deliziosa, sia quando faceva un pompino, sia quando parlava con le sue smorfie, sia quando andava in giro con quelle mini da urlo, senza neppure accorgersi che stava mostrando il culetto a tutti.
Silvietta è quella dolce fidanzatina che si fa togliere il reggiseno al primo colloquio e le mutandine al secondo.
Silvietta è quella meravigliosa creatura che ha paura che gli altri la considerino una troietta da 4 soldi, ma con un cazzo in bocca fa impazzire chiunque.
Silvietta è la dolce fidanzatina che al rientro da Ibiza, è tornata dal suo fidanzato, come se niente fosse.
Fu lui stesso ad andare a prenderla all'aeroporto, si abbracciarono e si baciarono.
Lei non raccontó mai niente, lui non chiese mai nulla, si arrabbió solo quando si rese conto che il segno sul seno era diverso da quello sugli slip, ma lei sapeva come farsi perdonare.
NOTA DELL'AUTORE
I personaggi, i luoghi e le vicende, non sono fittizi. E' esistita davvero una ventuduenne italiana e fidanzata, che ha lavorato a Ibiza e che ne ha combinate di tutti i colori.
Sono romanzati alcuni dettagli, alcuni dialoghi, alcune interpretazioni, sono stati cambiati la maggior parte dei nomi.
Io però mi chiamo Fernando.
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