Claudia
di
Dario83
genere
etero
Lavoro in un ufficio a Torino, dove ci occupiamo di import-export per conto di diverse aziende. Da quando sono arrivato, circa cinque anni fa, mi sono sempre trovato bene nel gruppo. L'ufficio è grande, ma in particolare io lavoro con tre colleghi: Matteo, Pietro e Claudia.
Claudia è una donna di 41 anni, stupendi occhi azzurri e capelli biondi corti, con un ciuffo sbarazzino che le copre la fronte. Fisicamente non è il mio tipo, ma è comunque innegabilmente carina: seno piccolo, fianchi snelli e corporatura tonica.
Devo dire che in tutti questi anni non ho mai fatto nessun pensiero erotico su di lei, anche perché è sposata con figli e non si è mai presentata in modo provocante in ufficio. Devo anzi dire che è molto sobria anche nel vestire, con pantaloni larghi o con tailleur con la gonna fino al ginocchio. Mai scollata, mai nemmeno ammiccante nella parlata.
Un giorno è successo che la cercavo per completare con lei delle pratiche. Avevamo infatti iniziato insieme il lavoro, ma dopo un'oretta lei si era alzata scusandosi e non era più rientrata in ufficio. La consegna delle pratiche doveva avvenire nel primo pomeriggio, quindi avevamo anche un po' di fretta, ma lei era sparita da 50 minuti.
Chiedo a Matteo e Pietro se l'hanno vista, ma mi rispondono di no. Così inizio a girare per i corridoi arrivando alla sala delle macchinette. Qui mi fermo a prendere un caffè veloce e mentre attendo sento dei mugugniti provenire dallo stanzino degli inservienti. Appoggio l'orecchio alla porta e percepisco la voce di Claudia che sta ansimando.
Preoccupato che non stia bene, apro lentamente la porta e la trova seduta su di una sedia con le gambe spalancate: ha una mano infilata nei pantaloni slacciati, mentre con l'altra si sta palpando il seno da sopra il maglioncino. La mia visione dura un'istante: appena mi vede entrare serra di scatto le gambe, portando istintivamente le mani sopra alla testa come per sistemarsi i capelli.
“Ho avuto un mancamento” biascica nervosamente. Poi lentamente si alza e noto che è diventata rossa in viso.
Io non faccio niente, sono lì che la guardo in silenzio, ma il cuore mi batte a mille.
Claudia non aggiunge altro e riallacciati frettolosamente i pantaloni fa per andarsene passandomi davanti. In quell'istante, sentendo il profumo di lei ad un centimetro da me, avverto il mio cazzo crescere velocemente. Lei fa per uscire dallo stanzino, ma io di scatto richiudo la porta con una manata e guardo Claudia dritta negli occhi. Non penso nemmeno a quello che sto facendo, mi viene direttamente dai miei istinti più bassi. Lei mi fissa a sua volta, quasi spaventata, ma quello sguardo accende l'inevitabile.
“Da quanto non scopi?” Le chiedo secco.
“Da troppo!” Mi dice lei senza abbassare gli occhi.
In un istante l'afferro dalla vita e la giro mettendola faccia al muro, quindi porto le mie mani sui suoi seni palpandola da dietro. Sento le sue tettine sode sotto alle mie dita e capisco subito che non ha il reggiseno; lei non si oppone e io appoggio al suo sedere il mio pacco che pulsa sotto ai jeans.
Claudia non dice niente, ma mi accorgo che allarga lentamente le gambe iniziando a muovere il bacino strusciandosi sul mio cazzo; sento il mio membro esplodere nei pantaloni, affondando fra i suoi glutei. Senza staccarmi, con un movimento deciso, le sfilo il maglioncino bianco ritrovandomela fra le braccia a petto nudo; ora le tocco le tette accarezzandole direttamente la pelle nuda. Tenendo le mani a coppa sotto i suoi seni, le stringo tra il pollice e l'indice i capezzoli turgidi, lei geme, sempre più forte, ansimando.
“Ti piace?” Le chiedo sussurrandole all'orecchio.
“Godo come una puttana!”
Questa frase mi accende come una miccia: “Allora adesso succhiamelo!” le ordino eccitato.
Con una mossa la giro, trovandomi davanti i suoi occhi azzurri e lussuriosi e il suo seno nudo che d'istinto prendo a leccare. Lei mi accarezza la testa, quindi si abbassa in ginocchio e mi slaccia i pantaloni, estraendo tutto il mio arnese gonfio di eccitazione. Appoggiata la mano sul mio cazzo, lo alza fino alla pancia e inizia a leccarmi i coglioni: vengo così investito da un godimento improvviso, è un piacere unico.
Lei continua, poi avvolge il mio scroto con la sua mano calda e inizia a leccarmi la cappella diventata ormai gigante. Un paio di leccate umide e si infila tutto il mio grosso cazzo in bocca, cominciando a spompinarmi in modo selvaggio. Guardo la sua testa bionda che si muove avanti e indietro sotto di me, è davvero vogliosa di cazzo! Io non ce la faccio più e con un forte sospiro le sborro in bocca.
Lei non smette di succhiarmelo, ora più lentamente avvolgendomi l'uccello con la sua lingua calda. Quindi si alza strusciando il suo piccolo seno sulle mie parti intime.
“Ora fammi godere tu...” mi sussurra all'orecchio. Sculettando si stacca da me e calatasi pantaloni e mutandine, si piega a novanta, con le mani contro il muro.
La visione del suo bellissimo culo così esposto mi dà una nuova scossa eccitante! Abbassandomi dietro di lei, senza la minima esitazione, inizio a leccarle le patata spalancata e il buco del culo. Alterno con le labbra e la lingua davanti e dietro, affondando la mia faccia fra le sue gambe. Mentre con la mano destra le tengo aperti i glutei, con la sinistra inizio ad accarezzarle il ciuffetto pubico ben curato, per poi spostare il dito medio sul suo clitoride. Faccio girare il dito sul grilletto magico mentre continuo a leccare tutto quello che posso: lei è fradicia ed ansima potentemente.
Mi alzo che ho di nuovo il cazzo duro come il marmo, lo avvicino alla sua figa, ma lei mi ferma con voce decisa: “No! Quella è di mio marito. Sbattimelo nel culo!”
Non me lo faccio ripetere, appoggio la mia cappella al suo ano e piano piano le infilo tutto il mio bestione fra le natiche.
“Sei proprio una troia, Claudia!” Le dico iniziando a pomparla sempre più forte.
Chiamare la mia collega per nome, mentre me la sto scopando come fosse una zoccola, mi eccita ancora di più. Trasportato dalla libidine inizio a insistere:
“Dai Claudia, fammi vedere quanto sei porca! Ti piace il cazzo, eh Claudia! Claudia, cosa penserebbe tuo marito vedendoti godere così, da vera puttana?!”
Il suo ansimare diventa più intenso e con un grido soffocato viene una prima volta. Io continuo a pomparla e lei mi incita: “Sbattimi! Così! come una vera stronza!” La seconda volta veniamo insieme e lei non riesce a trattenere un urlo liberatorio, mentre io le riempio il culo di sperma.
Dopo questo incontro tra me e Claudia non c'è stato altro, se non una buona collaborazione in ufficio. Una settimana dopo, come previsto, mi sono sposato con la mia amata fidanzata, che ovviamente non sa niente: d'altronde è stato solo sesso, esplosivo!
Claudia è una donna di 41 anni, stupendi occhi azzurri e capelli biondi corti, con un ciuffo sbarazzino che le copre la fronte. Fisicamente non è il mio tipo, ma è comunque innegabilmente carina: seno piccolo, fianchi snelli e corporatura tonica.
Devo dire che in tutti questi anni non ho mai fatto nessun pensiero erotico su di lei, anche perché è sposata con figli e non si è mai presentata in modo provocante in ufficio. Devo anzi dire che è molto sobria anche nel vestire, con pantaloni larghi o con tailleur con la gonna fino al ginocchio. Mai scollata, mai nemmeno ammiccante nella parlata.
Un giorno è successo che la cercavo per completare con lei delle pratiche. Avevamo infatti iniziato insieme il lavoro, ma dopo un'oretta lei si era alzata scusandosi e non era più rientrata in ufficio. La consegna delle pratiche doveva avvenire nel primo pomeriggio, quindi avevamo anche un po' di fretta, ma lei era sparita da 50 minuti.
Chiedo a Matteo e Pietro se l'hanno vista, ma mi rispondono di no. Così inizio a girare per i corridoi arrivando alla sala delle macchinette. Qui mi fermo a prendere un caffè veloce e mentre attendo sento dei mugugniti provenire dallo stanzino degli inservienti. Appoggio l'orecchio alla porta e percepisco la voce di Claudia che sta ansimando.
Preoccupato che non stia bene, apro lentamente la porta e la trova seduta su di una sedia con le gambe spalancate: ha una mano infilata nei pantaloni slacciati, mentre con l'altra si sta palpando il seno da sopra il maglioncino. La mia visione dura un'istante: appena mi vede entrare serra di scatto le gambe, portando istintivamente le mani sopra alla testa come per sistemarsi i capelli.
“Ho avuto un mancamento” biascica nervosamente. Poi lentamente si alza e noto che è diventata rossa in viso.
Io non faccio niente, sono lì che la guardo in silenzio, ma il cuore mi batte a mille.
Claudia non aggiunge altro e riallacciati frettolosamente i pantaloni fa per andarsene passandomi davanti. In quell'istante, sentendo il profumo di lei ad un centimetro da me, avverto il mio cazzo crescere velocemente. Lei fa per uscire dallo stanzino, ma io di scatto richiudo la porta con una manata e guardo Claudia dritta negli occhi. Non penso nemmeno a quello che sto facendo, mi viene direttamente dai miei istinti più bassi. Lei mi fissa a sua volta, quasi spaventata, ma quello sguardo accende l'inevitabile.
“Da quanto non scopi?” Le chiedo secco.
“Da troppo!” Mi dice lei senza abbassare gli occhi.
In un istante l'afferro dalla vita e la giro mettendola faccia al muro, quindi porto le mie mani sui suoi seni palpandola da dietro. Sento le sue tettine sode sotto alle mie dita e capisco subito che non ha il reggiseno; lei non si oppone e io appoggio al suo sedere il mio pacco che pulsa sotto ai jeans.
Claudia non dice niente, ma mi accorgo che allarga lentamente le gambe iniziando a muovere il bacino strusciandosi sul mio cazzo; sento il mio membro esplodere nei pantaloni, affondando fra i suoi glutei. Senza staccarmi, con un movimento deciso, le sfilo il maglioncino bianco ritrovandomela fra le braccia a petto nudo; ora le tocco le tette accarezzandole direttamente la pelle nuda. Tenendo le mani a coppa sotto i suoi seni, le stringo tra il pollice e l'indice i capezzoli turgidi, lei geme, sempre più forte, ansimando.
“Ti piace?” Le chiedo sussurrandole all'orecchio.
“Godo come una puttana!”
Questa frase mi accende come una miccia: “Allora adesso succhiamelo!” le ordino eccitato.
Con una mossa la giro, trovandomi davanti i suoi occhi azzurri e lussuriosi e il suo seno nudo che d'istinto prendo a leccare. Lei mi accarezza la testa, quindi si abbassa in ginocchio e mi slaccia i pantaloni, estraendo tutto il mio arnese gonfio di eccitazione. Appoggiata la mano sul mio cazzo, lo alza fino alla pancia e inizia a leccarmi i coglioni: vengo così investito da un godimento improvviso, è un piacere unico.
Lei continua, poi avvolge il mio scroto con la sua mano calda e inizia a leccarmi la cappella diventata ormai gigante. Un paio di leccate umide e si infila tutto il mio grosso cazzo in bocca, cominciando a spompinarmi in modo selvaggio. Guardo la sua testa bionda che si muove avanti e indietro sotto di me, è davvero vogliosa di cazzo! Io non ce la faccio più e con un forte sospiro le sborro in bocca.
Lei non smette di succhiarmelo, ora più lentamente avvolgendomi l'uccello con la sua lingua calda. Quindi si alza strusciando il suo piccolo seno sulle mie parti intime.
“Ora fammi godere tu...” mi sussurra all'orecchio. Sculettando si stacca da me e calatasi pantaloni e mutandine, si piega a novanta, con le mani contro il muro.
La visione del suo bellissimo culo così esposto mi dà una nuova scossa eccitante! Abbassandomi dietro di lei, senza la minima esitazione, inizio a leccarle le patata spalancata e il buco del culo. Alterno con le labbra e la lingua davanti e dietro, affondando la mia faccia fra le sue gambe. Mentre con la mano destra le tengo aperti i glutei, con la sinistra inizio ad accarezzarle il ciuffetto pubico ben curato, per poi spostare il dito medio sul suo clitoride. Faccio girare il dito sul grilletto magico mentre continuo a leccare tutto quello che posso: lei è fradicia ed ansima potentemente.
Mi alzo che ho di nuovo il cazzo duro come il marmo, lo avvicino alla sua figa, ma lei mi ferma con voce decisa: “No! Quella è di mio marito. Sbattimelo nel culo!”
Non me lo faccio ripetere, appoggio la mia cappella al suo ano e piano piano le infilo tutto il mio bestione fra le natiche.
“Sei proprio una troia, Claudia!” Le dico iniziando a pomparla sempre più forte.
Chiamare la mia collega per nome, mentre me la sto scopando come fosse una zoccola, mi eccita ancora di più. Trasportato dalla libidine inizio a insistere:
“Dai Claudia, fammi vedere quanto sei porca! Ti piace il cazzo, eh Claudia! Claudia, cosa penserebbe tuo marito vedendoti godere così, da vera puttana?!”
Il suo ansimare diventa più intenso e con un grido soffocato viene una prima volta. Io continuo a pomparla e lei mi incita: “Sbattimi! Così! come una vera stronza!” La seconda volta veniamo insieme e lei non riesce a trattenere un urlo liberatorio, mentre io le riempio il culo di sperma.
Dopo questo incontro tra me e Claudia non c'è stato altro, se non una buona collaborazione in ufficio. Una settimana dopo, come previsto, mi sono sposato con la mia amata fidanzata, che ovviamente non sa niente: d'altronde è stato solo sesso, esplosivo!
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