Sottomessa

di
genere
dominazione

Sono bella, sono ricca e viziata. Ho 22 anni e vivo in villa con i miei genitori. Sono abituata ad avere tutto quello che voglio, i miei genitori non mi pongono limiti. Vado in vacanza in posti di lusso con altre ragazze del mio ceto, posso togliermi tutte le voglie. Ho la fortuna di avere un bel fisico, pancia piatta ma curve al punto giusto. Ho avuto il mio primo ragazzo a 16 anni. Da allora ho corso la cavallina con più ragazzi, ma non mi sono ancora innamorata.
Non lavoro, sto frequentando l'università. La mia stanza rimane un pò appartata rispetto a quella dei miei, e più che studiare, spesso facciamo festicciole con le amiche.
Da qualche mese è stata assunta a servizio da noi Luisa. E' la nostra nuova governante. Con le mie amiche la prendiamo in giro, ha molto l'atteggiamento dell'istitutrice svizzera. Media altezza, molto magra, legnosa, con la carnagione scura. Sorride poco, quasi gelida. Mamma è molto contenta di lei, di come gestisce casa e gli altri dipendenti.
Un paio di settimane fa mi sono lasciata andare ad una scenata da bimba viziata con lei. Le ho risposto male, e alle sue rimostranze ho dato in escandescenze, mandandola affanculo, urlando. Poi mi sono chiusa in camera.
Dopo qulche minuto, forse un quarto d'ora hanno bussato alla porta della mia camera. Era Luisa. Non ho fatto tempo a dire niente che è entrata, richiedendo dietro di se la porta.
Ero fortemente in imbarazzo, ero consapevole di avere esagerato e ora non sapevo come interpretare il suo atteggiamento. Non ho dovuto aspettare. All'improvviso mi sono arrivati due schiaffi in pieno volto, che mi hanno fatto perdere l'equilibrio, tanto che sono caduta sul letto.
"ma sei impazzita?" sono riuscita a sussurrare
"no, piccola puttana viziata, sto per insegnarti la vita"
Mi ha presa per i polsi, mi ha strattonata e nel frattempo mi ha letteralmente strappato i vestiti da dosso. In breve i miei abiti erano stracciati a terra e io nuda davanti a lei. Mi lasciò i polsi ed io provai a coprirmi il corpo, ma di nuovo mi arrivarono due schiaffoni.
Le lacrime mi scendevano lungo le guance, ero spaventata dalla sua furia.
Mi buttò sul letto, a pancia in giù, e la sua mano arrivò diretta al mio sesso. Mi infilò tre dita in figa e cominciò a scoparmi. Era violenta, provavo dolore. Ero spaventata e le urlavo di smettere.
"urla finchè vuoi puttana, non arriverà nessuno"
Non riuscivo a muovermi, lei entrava e usciva con le dita da me. Continuò per un tempo che mi sembrò infinito, La figa era in fiamme, io non riuscivo a muovermi, quando un orgasmo mi sorprese.
La odiavo, mi stava usando violenza, ero spaventata e venni.
Lei continuò ancora più violenta, la mano che sbatteva contro l'imboccatura della figa la percepivo come un pugno. Credetti di svenire.
Invece mi arrivò un altro orgasmo e un altro ancora.
A quel punto si fermò. Mi guardava con durezza dritto negli occhi, mentre si leccava le dita.
"Bene, fighetta del cazzo, abbiamo trovato la cura alla tua arroganza. Quando andrai a letto, dopo cena, non mettere nulla. Verrò a reclamare quello che da adesso è mio"
Uscì, richiedendo la porta.
Ero dolorante, infuocata e umiliata. E spaventata.
Chi cazzo era quell'arpia? Cosa pensava di fare. Pensai di denunciarla, pensai anche di ucciderla.
A cena c'era un'aria pesante. I miei erano assorti dai loro pensieri. Io sedevo sulla figa infiammata. Luisa mi fissava senza espressione. Non osavo mangiare, a fatica respiravo.
Andai a letto, nuda. Mi dissi che era perchè lo facevo d'abitudine. Nel buio, piano piano mi abbandonai al sonno. Mi svegliai percependo una presenza vicino a me. Dormivo sul fianco, con le gambe raccolte. Mi svegliò la sensazione di essere sfiorata nell'intimo. Aprii gli occhi e sentii "ferma, non muoverti".
Era Luisa. Stesa dietro me. Mi stava percorrendo il corpo con le dita, sfiorandomi. La punta di un dito si fermò fra le piccole labbra della figa. La titillò. Poi sentìì un movimento, sentii qualcosa di più grosso di un dito, bagnato, appoggiarsi e scivolarmi dentro. Era un cazzo di plastica inserito in una cintura fallica. Non mi baciò, non mi fece altro che scoparmi con il cazzo finto. Scivolava su e giù, con ritmo lento, ma incessante, mentre con le dita mi mungeva le tette e strusciava i capezzoli.
"godi puttana, abituati a godere quando voglio io, come voglio io. Mi hai trattata da serva. Ora sarai la schiava di una serva. Sei niente. Ma sei mia"
Venni. Non so quante volte.
Quando lo decise uscì da me e mi lasciò sola in camera.
Sono due settimane che accade tutte le notti. Sono due settimane che sono la sua schiava sessuale.
E godo.
L'aspetto, mi accorgo che l'aspetto e spero che venga da me.
Oggi, appena dopo pranzo mi ha fatto un cenno verso la camera. Sono andata subito.
"Spogliati e apri le gambe" Non lo aveva mai fatto di giorno. Ne sono compiaciuta. Forse nonostante la sua freddezza anche lei prova passione.
Nessun preliminare, come al solito. Per una volta mi prende davanti, in posizione missionario, ma dura poco. Mi fa girare e mettere a pecora per riinfilarmi subito. Lei è in piedi dietro di me. C'è luce in camera, le finestre sono aperte. Lei fa apprezzamenti sul mio culo pieno, sulle tette che dondolano sotto le spinte. I capezzoli sono dritti e doloranti, per il trattamento che subiscono tutte le sere.
Suona un telefono, il suo. Rimane dentro me ma si ferma per rispondere. Sembra parlare con un'amica. "no, tesoro figurati. sto sbattendomi la puttana, ma il tempo per te lo trovo sempre. No, ma dai! Certo che te la faccio conoscere, lo sai che mi piace condividere. No non le ho ancora rotto il culo. Le sto aprendo la figa, non voglio che possano avere problemi quando la monteranno. Non avere fretta, appena pronta me la collaudi ahahaha ciao tesoro"
Ero gelata, atterrita. Lei come se nulla fosse riprese a montarmi. Stavolta percepivo anche la sua eccitazione, e per la prima volta, dopo avermi fatta raggiungere un altro orgasmo, si sfilò da me e mi obbligò a leccarle la figa.
Per me era la prima volta. Ero schifata, imbarazzata. Ma mi tirava per i capelli, strattonandomi e mi trovai ad affondare in mezzo alle sue coscie.
Evidentemente me la cavai, perchè in breve venne anche lei. E dopo quello che le avevo sentito dire, nonostante tutto mi compiacqui di averle procurato piacere.
Le chiesi spiegazioni, provai a parlarle, inutile. "pensa solo ad aprire le gambe quando te lo chiedo"
E' passata un'altra settimana. Ieri mi ha inculata. E' stato doloroso. Aveva lubrificato il cazzo, e ne ha usato uno non troppo grande. Ma il dolore è stato lancinante. Mi ha messo in bocca un fazzoletto, perchè non urlassi e mi ha inculata a lungo. Piangevo. Ma non si è fermata. "vedrai che ti piace zoccola. sei solo una viziata che non sa cogliere il piacere. so cosa faccio"
Aveva ragione lei, ho provato comunque degli orgasmi.
Da ieri in poi mi inculerà soltanto, aumentando le dimensioni dei cazzi. Vuole che io riceva cazzi con la stessa facilità con cui lo prendo in figa.
Sono diventata una macchina da sesso. Luisa mi chiede tanta energia, che non riesco più a vedere le amiche, a uscire o studiare. O sto prendendo cazzi da Luisa, o sto dormendo. Lei dice che più ne prendo e più ne prenderei. Credo abbia ragione anche stavolta, in realtà mi sembra di non averne mai abbastanza. Il mio limite è soltanto quello fisico. Mi mancano letteralmente le forze, e solo a quel punto si ferma.
L'ho sentita altre volte al telefono con la sua amica. Parla sempre di me e dei miei progressi. Parlano di vendermi ad una festa. Lei sta cercando per me un uomo brutto e anziano, vuole che dimostri di godere pur di avere un cazzo, indipendentemente da chi lo usa. E perchè me lo ordina lei.
Non so. La mia vita si è ribaltata. Probabile che succeda
di
scritto il
2016-05-18
1 9 . 5 K
visite
6
voti
valutazione
4.3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Vizi e virtù
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.