Marco, Sandra e io (Terza parte) -

di
genere
incesti

Sandra e Marco fanno ritorno a riva dopo circa due ore, tutto il tempo perché lui la scopasse in tutti i modi, le facesse anche il buchino del culo, ne sono certo. Come è chiaro ormai che la troia che è diventata mia moglie è totalmente schiava del grosso cazzo di mio nipote. La cosa mi turba profondamente ma come detto mi eccita anche tantissimo, mai lo avrei immaginato che due sentimenti così potessero coesistere. Comunque, al loro ritorno faccio la parte di quello incazzato, per non far capire che so tutto: “Ah, siete qui?! Ma diamine, dove eravate andati?! Ho temuto il peggio, stavo per andare dal bagnino…”. A prendere la parola è per primo Marco: “Zio, abbiamo solo fatto una nuotata fino alla scogliera, siamo saliti sugli scogli e mentre zia restava in acqua io mi sono messo a chiacchierare con una ragazza che ho conosciuto in spiaggia ieri”. Sandra segue a ruota, il volto è tumefatto quasi, si vede che è stremata, parla infatti con un filo di voce: “Carlo, ho nuotato come da tempo volevo fare, il mare oggi è calmo e bellissimo. Poi Marco ormai acchiappa ovunque”.
Davvero questi due mi prendono per scemo. Li tallono: “Beh, potevi lasciarlo sulla scogliera con la fanciulla, è un posto isolato e poteva … beh insomma poteva portarla su quello scoglio piatto e castigarla come si deve. Ah ah ah…” Ora sono entrambi davanti a me, entrambi con lo sguardo abbassato, Sandra è rosso fuoco in volto. Mi trovo anch’io ad abbassare lo sguardo e noto il cazzone di Marco incredibilmente ancora semieretto e oscenamente visibile, il costume bianco una volta bagnato è diventato trasparente e si vede benissimo il grosso cannolo di carne che deve aver lavorato incessamente nelle fessure di Sandra riempendole come mai accaduto in precedenza. Rincaro la dose: “Poi, Marco, con quel ben di Dio che ti ritrovi tra le gambe l’avresti fatta impazzire, la zoccola.” Scoppio in una sonora risata, Marco mi segue a ruota, finge di assecondarmi nella complicità maschile. Sandra resta con lo sguardo basso e si distende sull’asciugamano. Credo provi grande vergogna, almeno lo spero, fa parte del mio gioco in fondo.
Marco si allontana dicendo che vuol raggiungere i ragazzi della comitiva al bar, lo saluto chiedendogli se torna a mangiare a casa in serata, annuisce. Dopo qualche minuto Sandra si mette seduta e si accende una sigaretta, strano, è da giorni che non fuma, aveva deciso di smettere. “Sandra, come mai?!”. Lei: “Mi è venuta voglia, Carlo. Chissà, forse la nuotata… C’era un mare bellissimo, davvero”. Io: “Chi è la stronzetta che va appresso a Marco? L’ho vista mai? Come è?”. Lei: “No, Carlo, non credo tu l’abbia mai vista. Una bella ragazza comunque”. Io: “Beh, non poteva essere diversamente, Marco è un ragazzo splendido e ha un fisico magnifico, senza contare quel particolare lì…”. Lei: “Si, Carlo, è decisamente un bonazzo da far gola a parecchie. Forse anche a… a parecchi…”. Io: “Cosa vuoi dire? Gli vanno appresso anche i maschi?”. Lei: “Carlo, dai, siamo adulti e vaccinati, credo che Marco non passi inosservato anche alle persone di sesso maschile, magari suscita in loro sentimenti comprensibili di invidia. Non dirmi che tu rimani indifferente quando il tuo sguardo cade lì, cioè molto spesso”. Che troiona! Gioca al rilancio, vuole mettermi sotto! Mai avrei immaginato che mi sfidasse così. Prosegue, ghignando: “Ti do anche un consiglio. Non stare troppo a… insomma, a leccarglielo con gli occhi, ché prima o poi se ne accorge, se non se ne è già accorto”. Io: “Ma Carla! Come ti permetti?! Cosa dici?! Come parli?! Sono basito. Mi hai preso per un frocetto?!”. Lei, ora seria: “Carlo, so benissimo che sei eterosessuale ma a volte accade, può accadere che certi esemplari di bellezza virile risveglino la parte femminile che è in quasi ogni maschio. Ci sono maschi dominanti (i cosiddetti maschi alfa) e maschi più insicuri, forse deriva anche dall’educazione o dalla potenza sessuale. Non saprei. Forse la tua è solo invidia, per la questione evidente delle dimensioni, dico. Fatto sta che i tuoi occhi sono incollati al suo coso molto più dei miei che sono donna e avrei legittimamente diritto di essere curiosa, magari anche di provare qualcosa per quello di bello che il ragazzo esibisce, senza sua colpa naturalmente, restando come unico impedimento ad una mia esplicita ammirazione l’età e la parentela. Forse lo ammiri soltanto, come ad una bella statua, ma a me pare che ogni volta che il tuo sguardo incrocia il suo pacco si illanguidisca. Ecco, te l’ho detto”. Ora basta, la puttana è andata oltre! Lei prende dappertutto il grosso serpente di Marco e io devo difendermi! Trattato da ricchione, no! Pazzesco! La prendo di petto, con tono anche un po’ isterico: “Ah, stronza! L’hai detto che godi nel vedergli il cazzone! L’hai detto! Solo che non puoi esternarglielo, questo il tuo solo rammarico. Hai detto proprio così! Quanto a me, sta tranquilla, sono contento di come sono e delle mie misure, per nulla da disprezzare, mi pare che tu fino ad oggi non abbia avuto mai nulla da ridire!”. Sandra mi guarda con sguardo da vecchia succhiacazzi, quasi non la riconosco più per come si è imputtanita questa donna in pochi giorni: “Carlo, si, ne ammiro il fisico, gli addominali, le cosce, il largo torace, la freschezza, la virilità e, si, non lo nego, ogni tanto anch’io, come farebbe ogni donna, butto un occhio e anche due sulla sua protuberanza, non lo faccio apposta, viene spontaneo, sono femmina. Oppure è curiosità, non avendo mai visto qualcosa del genere, ammetto. Ma non devi essere geloso di lui, per me è sempre tuo nipote, nostro nipote. Non potrebbe mai accadere nulla tra noi. Devi stare tranquillo da questo punto di vista. E devi stare sereno anche per quanto riguarda te, ripeto che è del tutto normale che tu soffra un pochino il confronto con lui. Però devi fartene una ragione, anche perché hai me che penso, modestamente, di essere ancora una donna attraente, non è così? Hai avuto fortuna, sono tua e di nessun altro!”. Ora ride come una zoccola di basso rango. Prosegue, tornando seria: “Ti chiedo solo di evitare di fare commenti sul suo coso, come hai fatto prima, e di non tenere incollati gli occhi lì. Ti ridicolizzi da solo e questo non mi piace… Magari se hai qualche fantasia su di lui puoi raccontarla a me, sono una donna moderna e di ampie vedute, capisco che ci sono parti di noi nascoste che vengono fuori dopo anni, magari si, sei un po’ checca, o solo guardone, ma non te ne devi vergognare, ognuno di noi ha la sua parte perversa, tenuta repressa dalla cultura cattolica che abbiamo ricevuto.” Ora mi accarezza il volto, come ad un bambino, mi tiene in pugno: “Dai, non fare così, quando vuoi ne parliamo. Io capisco tutto.”. Ora avvicina la bocca al mio orecchio, mi ha in pugno, in pugno, non so perché ma vuole umiliarmi (anche se l’effetto mi eccita): “Se è il caso, posso svuotarti le palline e accarezzarti il pisellino mentre pensi al bel cazzone”. Sono senza parole e divento davvero un bambino indifeso vicino alla sua mamma, sotto la sua gonna, mi accucciolo a lei, al suo seno, e timidamente, a bassa voce le dico: “Si, amore. Sono molto confuso, ma forse hai ragione. In tutto. Saresti davvero disposta a fare quello che hai detto? Per me?” Lei, materna ma nel contempo ancora puttanissima: “Amore, lo sai, ti amo e ti amerò sempre. Non mi costa nulla farlo. Se poi hai bisogno di … insomma di sentire anche qualcosa dietro, potrei usare le dita.” Mi da un bacio sulla fronte mentre mi coccola con le mani e addirittura mi accarezza il pisello, ora durissimo e quasi pronto ad eiaculare. Sono sconvolto, mille pensieri e sensazioni si scontrano dentro di me, il cuore è all’aria. Starà confrontando senz’altro il mio uccelletto con quel mostruoso affare del Maschio che fino a pochi minuti fa ha gustato da cagna in calore. Cosa penserà di me? Ormai mi ha degradato a mezz’uomo, pervertito, frocetto da consolare (ed anche inculare) che gode nel guardare l’uccellone, non sono più un essere di sesso maschile per lei, il Maschio è lui. Parla di me dicendo “pisellino”, di lui facendo riferimento ad un “bel cazzo”. Vorrei ribellarmi, per un attimo, ma non ho forze, è la verità, Marco, un ragazzo poco più che maggiorenne, mi è superiore, sicuramente anche per resistenza oltre che evidentemente per misure, è il Maschio che lei vuole dentro di se, che la riempie, che staffila la sua foia con un’indecente verga d’acciaio, io sono uno che le fa pena, si sente anche ora, non prova nulla, nulla, nulla, toccandomi il cazzetto, cosa che non sarebbe accaduta solo qualche settimana fa. Mentre sto tra le sue braccia come un infante metto una mano sulla sua figa, non è calda, non è minimamente bagnata, eppure sta toccando un pisello: secca, secca, secca! Sento di morire, penso al suo viso provato di pochi minuti fa, agli orgasmi che Marco le avrà provocato. Penso alla chiavata sullo scoglio di qualche giorno prima, a come si muoveva nell’acqua la troia mentre era a lui avvinghiata, mai vista così! Così depravata, così vogliosa, così femmina! Ma penso di nuovo e soprattutto al bastone di lui quando l’ho visto sul pedalò e lo mostrava orgoglioso alla femmina, semieretto era intorno ai 25 cm, dieci più del mio, senza contare il volume stupefacente. Poi, l’oscenità del suo glande scoperto. Le due albicocche al posto dei testicoli. Non mi controllo, vengo. Sandra ritrae la mano disgustata appena sente che mi bagno. Ormai ha capito che mi sono del tutto femminilizzato.
Il pomeriggio a casa sembra quasi pentita, mi tratta come si tratta un marito, con tutte le attenzioni, ha capito il degrado in cui stiamo sprofondando. Probabile sia scattata la molla della compassione. Ma basta una telefonata di Marco che si annuncia (mi dice che sarà a casa a cena per le 20,00), ed eccola dimenticarsi di nuovo di me, svolazzare per casa, cucinare come dovesse arrivare il principe, farsi una doccia e presentarsi in salotto, dove sto vedendo la tv, vestita da… troia.
Purtroppo, Marco cambia idea, richiama e dice che va a mangiare una pizza con una ragazza conosciuta nel pomeriggio. E’ chiaro che vuol far impazzire Sandra dalla gelosia, il che puntualmente accade. Mia moglie diventa isterica, non riesce nemmeno più a dissimulare, fa bruciare le patate nel forno e poi me le mette davanti a tavola! Dopo cena mi stendo sul divano, lei resta in cucina. Riceve un sms sul telefono, la osservo a distanza, ora è furiosa. Fingo di essere crollato per il sonno. Si guarda attorno, appura che io sia andato, fugge in bagno. Ma lascia in cucina il telefonino, mi alzo e vado a leggere. E’ Marco che le scrive: “Zietta, verso l’una torno con una milf cinquantenne che ho rimorchiato in spiaggia, mi faccio spompinare davanti a te e poi la inculo. Voglio che tu ci sia. Aspettami”.
Credo che la situazione ci stia sfuggendo dalle mani. Abbiamo a che fare con un criminale, un assatanato di sesso che non guarda in faccia a nessuno, uno che pur di soddisfare le sue voglie e sottomettere le donne che cadono nella trappola del suo cazzone farebbe di tutto. Un sadico, tra l’altro. Torno sul divano. Cosa accadrà? Che reazione avrà Sandra? Credo che il suo Maschio abbia tirato troppo la corda…
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scritto il
2016-07-18
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