La chiesa sconsacrata (il continuo delle catacombe)

di
genere
bondage

Spensi la sigaretta e lo guardai vogliosa.
-Vuoi entrare?- gli chiesi, indicandogli la chiesa semi diroccata e ormai non usata, sconsacrata.
Il tetto era semi distrutto e alcuni punti del muro in pietra erano pieni di buchi.
-Certo- sorrise di rimando, sorridendo e spengendo il sigaro.
-Lei dove sta?- chiesi aprendo la porta e richiudendola dietro di noi.
-Al lavoro, torna tardi ha detto, dopo le undici di stasera- mi spiegò ed io nel mentre accendevo delle candele che mi ero portata dietro.
Era sera, inverno, buio e quel luogo era tenebroso ed eccitante al tempo stesso.
Non era un cimitero, ma mi piaceva.
Lui mi abbracciò da dietro e mi bendò, quindi mi fece camminare e mi piegò, poggiandomi su quello che doveva essere l'altare.
Legò le mie mani al petto.
Sentivo le sue mani massaggiare il mio sedere ed il mio cuore battere forte.
Non apevo se era amore, forse no. Ma mi piaceva. Molto.
Sentii il suo mrmbro entrare senza preavviso e senza crema, aveva solo allargato il buco con le dita.
Non fu docile, ma violento e questo mi fece gemere, urlare di piacere.
Si muoveva e mi teneva le mani sui seni, stringendomeli con forza.
La forza che usava per muoversi era enorme e mi faceva godere da impazzire.
Mi prese di forza e mi fece sedere sull'altare, quindi mi aprii le gambe e me le legò agli estremi del sacro altare, anche se ormai in disuso e iniziò a leccarmela, a baciarmi le grandi labbra epoi le picocle e infilare la sua lingua dentro di me con una voglia che cresceva di minuto in minuto.
Le sue mani sulle mie coscie, il mio cuore in tomulto, io che gemevo.
Si alzò, prese e mi imbavagliò, non so come o con cosa, non ci vedevo, so solo che salì sull'altare e mi spostò, così da poter posare il suo membro all'entrata della mia intimità.
Volevo urlargli di scoparmi ancora, di non smettere e lui, inftati, prese a giocare con i miei capezzoli e poi entrò a me, mentre mi succhiava e mordeva i seni e i capezzoli.
Mi sdraiò e contiò a muoversi, a cavalcarmi e afarmi godere mentre io rimanevo in completo silenzio. Ero obbligata.
Quando mi tolse il bavaglio non compresi, finchè non sentii il suo membro sulle mie labbra e lo leccai, avida.
Me lo infilò tutto quanto dentro, venendo poco dopo, mentre io glielo leccavo.
Finito tutto ci rivestimmo e uscimmo di lì senza dirci una sola parola.
Il nostro era un rapporto strano, ma il sesso con lui era ottimo ed era un mio desiderio sin da quando ero una ragazzina.

E il continuo del mio primo racconto postato qui, se non si intuiva.
scritto il
2016-07-31
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