Un finale già preannunciato

di
genere
tradimenti

Racconto tratto da una storia realmente accaduta.
John era il classico ragazzo "stronzo", che passava da una storia all'altra incurante di tutto ciò che lasciava sul suo percorso.
Sin dai tempi delle superiori mi aveva sempre fatto la corte in svariati e svariati modi, ma io l'avevo sempre puntualmente respinto perché non avevo mai ambito ad essere la sua ennesima conquista temporanea.
Con Marco però le cose iniziavano ad andare male, il nostro fidanzamento di 5 anni stava andando un po' a farsi benedire: iniziavamo ad essere distanti, a litigare sempre per qualsiasi cosa, ad avere sempre pareri discordanti su tutto.
Da qualche mese aveva anche smesso di venire con me in discoteca al sabato sera, alle serate mondane, perché troppo preso dal suo lavoro che lo portava a trascurarmi ancora più del solito.
Ed è stato proprio in uno di questi sabati sera che è successo l'inevitabile.
Mi ero recata in disco con le solite amiche e dopo un paio di drink e qualche azione da vere "pazze scatenate" in pista, mi ero seduta a prendere fiato su uno dei divanetti del locale. Ed eccolo arrivare con passo sicuro e deciso: Era John, che mi aveva notata lì seduta da sola emi stava raggiungendo.
Dopo esserci salutati e aver chiacchierato piacevolmente del più e del meno davanti a un altro paio di drink (ci eravamo persi di vista da qualche annetto), mi invita a spostarci sui divanetti della saletta più appartata, in modo da poter parlare più tranquillamente senza il fastidio della musica alta. Stavolta non ho rifiutato un suo invito, e così decido di seguirlo per poter continuare la nostra chiacchierata. Ben presto la chiacchierata si trasforma in altro: contatti ravvicinati tra le nostre teste, le nostre mani, respiri che si fanno sempre più pesanti, lingue che iniziano a intrecciarsi sempre di più, le sue mani che iniziano a dirigersi verso il basso e a toccare le mie gambe. Mi sentivo bene, non mi succedeva da tempo. Finalmente arriva la goccia che fa traboccare il vaso: la mia mano durante un bacio appassionato passa sul suo cazzo già eretto ma contenuto ancora dagli slip e dai pantaloni. Lo sentivo pulsare. Notai casualmente che in erezione puntava proprio verso di me, sul suo inguine destro.
Di colpo lui si alza, mi prende in braccio e si dirige verso le camere private della discoteca, al piano di sopra. Ormai la frittata era fatta. Sapevo benissimo da li a breve cosa sarebbe successo, ma lo volevo anche io.
John aveva con se le chiavi per aprire la camera, come se già sapesse che la sua serata sarebbe andata così. Una volta dentro, mi spinge con decisione sul letto e, mentre si accinge a chiudere la porta mi sussurra che per anni ha sognato quel momento, dai tempi delle superiori.
Iniziamo a baciarci con molta foga e a spogliarci a vicenda. E Mentre continuavo ad avere la sua lingua in bocca prende in mano il suo cazzo ormai turgido e lo infila nella mia vagina. Mi sono sentita di colpo "piena, sazia".
Mi ha scopata senza sosta, incurante dei miei ripetuti orgasmi; Avevo capito che lui aveva un solo obiettivo: RIEMPIRMI. Dopo avermi sistemata a pecorina inizia ad alternare penetrazioni anali e vaginali. E ad ogni penetrazione la mia sensazione era sempre quella: mi sentivo colma. John mi ha provocato una serie infinita di orgasmi quel sabato sera, e io ero contenta; Non venivo così da tempo, da quando Marco mi trascurava. Ero felice di essere quello che per anni avevo rifiutato: Una sua conquista.
Quando finalmente mi ha fatto capire di essere pronto a eiaculare, gli ho chiesto di farlo nella mia bocca: il suo sperma era caldissimo, denso, corposo, cremoso; 2 3 4 5 spruzzi tutti dentro quello che per lui era solo l'ennesimo "buco": Non ho potuto fare a meno di ingoiarlo per poi ripulire il suo glande ancora vibrante con la mia lingua.
Me ne sono tornata sul divanetto di sotto, dopo esserci salutati. Le mie amiche ancora ballavano come pazze, e io presi un altro drink; Stavolta nel berlo mi veniva da ridere nel pensare che ero stata scopata da colui che per anni e anni avevo respinto. Proprio strana la vita. . . . .
di
scritto il
2016-08-14
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