Essere dominati
di
Linda
genere
dominazione
Essere dominati, cosa strana e assurda, si può essere dominati da una donna, o se si è donna da un uomo, mai avrei pensato di essere dominato come uomo, da uomini.
Forse è meglio cominciare dall'inizio, io sono all'anagrafe un maschio, ma la natura ha pensato di fare di testa sua, e così, mi ritrovo ad essere quello che la gente considera un frocio.
Non dico no a priori alle donne, ma di gran lunga prediligo le sorelline e i maschi.
Essendo così sin da piccola giocoforza che ero la più debole di tutti i miei compagni, che crescendo notarono la differenza tra mè e loro, i più intraprendenti al liceo mi diciamo, utilizzavano per i loro bisogni, e io non mi sono mai rifiutata, ben presto però capii che ero molto attratta dalla dominazione.
Comunque passarono alcuni anni, l'università, la consapevolezza di cosa e chi ero, il tempo, il lavoro, affievolirono questa mia tendenza.
Capiamoci, sono sempre gay, sposato per convenienza , per che non si sapesse cosa fossi veramente, quei matrimoni costruiti a doc, dove poi chiaramente ognuno ha la sua vita, diciamo una copertura, ma ottima devo dire.
Ora arriviamo a noi, non sono più una ragazzina, ho 40 anni, carina, ben tenuta depilata, truccata e peso sono Linda anche di giorno, o per intere settimane, comunque tutto è cominciato l'anno scorso in vacanza.
Io ero via sola, chiaramente come Linda, ero in meridione, in un grazioso albergo, e tutti i giorni mi recavo in spiaggia, dove prendevo il sole in bikhini, e raramente in toples, amo vedere il segno del costume sulle mie tettine, seconda misura, e poi non avendo una dotazione esagerata, nascondo bene il mio cosino.
Una mattina, vicino a mè, si posizionano una famigliola del luogo, padre, un bel maschio, circa 50 anni, baffone, ben piazzato, non un bronzo di Riace, ma classico uomo del sud, deciso e spavaldo, figli e nipotini, e poi la moglie, classica donna meridionale, carina, piccola, bel seno generoso, occhi bassi, al servizio del marito insomma.
Gentili salutano, ma chiaramente in un attimo diventano registi di tutto lo spazio accanto, tanto che un poco indispettita me ne sono andata a fare due passi, non accorgendomi che lui mi aveva seguita.
Me lo ritrovo accanto, e gentilmente si presenta, piacere Antonio, e ci scusi per poco fa, ma sa, siamo una famiglia numerosa e molto casinista, io rispondo che non è nulla, e continuiamo a passeggiare e a chiacchierare, mi racconta un po' di lui e inevitabilmente cominciamo a parlare di mè, io cerco di essere molto vaga, chiaramente non dico chi sono, accidenti sono in riva al mare in due pezzi, in compagnia di un marcantonio, e fatico a trattenere la mia erezione, cosa che invece lui non nasconde, anzi, dal suo costume si vede bene un pene turgido.
Arriviamo al limite della spiaggia comune, passate le dune, ci troviamo in un angolo di paradiso, allora con un'intraprendenza possibile solo a lui, si toglie il costume e mostrando il suo pene duro, enorme, mi dice, dai che facciamo il bagno nudi, forza, mica avrai vergogna?, io rimango di stucco, ma lui insiste e mi prende per le braccia, mi gira e mi slaccia la parte superiore, escono le mie tettine, bianche, capezzoli rosa, d'istinto copro il seno, e lui sfila le mutandine, sino a terra, e chiaramente, il mio pene fino lì trattenuto, svetta duro in mezzo alle gambe.
Antonio ride e mi dice, lo sapevo me ne ero accorto che eri un femminiello, e mi prende in braccio e mi scaraventa in mare, poi mi abbraccia, e mi bacia, e afferra il mio cazzo, e velocemente mi masturba, mi guarda negli occhi e afferra con l'altra mano i testicoli e comincia a stringere, ha passato la mano dietro, quindi mi tira verso l'ano i miei testicoli sempre più forte e intanto accellera il ritmo della sega, il dolore è forte sempre più forte, ma il godimento che si avvicina è pazzesco, ormai le palline sembrano staccarsi, sono all'altezza del culetto, la pelle della cappella per effetto del tiraggio dei testicoli è sparita la sua mano mi stà distruggendo il pene, un attimo, è bastato un attimo, e un dolore lancinante mi prende il basso ventre, mi ha infilato con due dita un testicolo nel culo, urlo, un attimo e godo, sborro, come una pazza il dolo affievolisce e sborro come una vacca, mi bacia, lo bacio, e poi mi toglie il testicolo dall'ano.
Torniamo in spiaggia, mi riprendo, il dolore è passato, ma non avrei mai creduto possibile cose simili, lo guardo e chiedo spiegazioni, lui senza degnarsi di rispondermi, mi afferra la testa e infila il suo cazzo nella mia bocca, e comincio un pompino bestiale, passano pochi attimo, che mi gira, e appoggiato il suo cazzo al mio forellino, comincia a spingere, mio dio, è favoloso, duro grosso e lungo, si fa spazio in mè, entra e mi devasta, entra non si ferma, spinge e entra, prendo fiato ogni volta che riesco, ma è pazzesco non finisce mai, entra, entra, poi si attacca al mio seno e comincia a pomparmi, mi pompa per un tempo interminabile, e poi gode, sento un fiume di sperma innondarmi, è pazzesco, mi ha uccisa con il suo cazzo, ma era fantastico.
Dopo interminabili attimi si sfila da mè, corriamo i mare a risciacquarci e per mè, a fare impacchi di acqua salata, mi brucia, e molto, e poi le palline mi dolgono.
ci rivestiamo e ritorniamo alle nostre postazioni, arrivata la moglie, che aveva ben capito, mi chiede come stò, e scambiamo quattro chiacchiere, passiamo così il resto della giornata, verso le tre, Antonio, mi prende per un braccio e mi dice di seguirlo, la moglie mi guarda e sorride, io lo seguo, e dopo una decina di minuti ci troviamo in una slargo sotto gli alberi, dove ci sono delle panche, mi mette nuda, e a sua volta si spoglia, mi mette comoda a pecora, e con decisione ripete l'operazione della mattina, mi masturba energicamente, mentre con decisione mi rigira i testicoli, io ho un pene normale, e le sacche dei testicoli un poco distaccate dal cazzo, e quindi, Antonio comincia a tirarle, ricomincia il dolore, e il piacere, ad un tratto, sento la solita fitta, meno pungente, ed ecco che questa volta Antonio mi ha infilato tutte e due i testicoli nel mio culo, è pazzesco, il dolore piano piano si affievolisce, e comincio a godere, ma che stupida che sono, a non accrgermi di cosa stà succedendo, Antonio, avvicina la sua bocca al mio orecchio, e con una voce diabolica dice, ora troia, assaggerai il vero godimento, o ti stacco i coglioni, o godi, e così dicendo, appoggia il suo cazzo e mi incula.
Entra e schiaccia i miei doloranti testicoli, il suo pene è enorme, non si ferma, io grido, urlo, mi matte una mano alla bocca e continua, sento staccarsi i testicoli, svengo.
Antonio incurante continua, mi stupra, io mi riprendo, piango, lui mi scopa non si ferma, continua, sono in preda a dolori pazzeschi, ma stranamente comincio a sborrare certo esce anche del sangue e molto, scoprirò poi che mi aveva lesionato i condotti, ma nulla di importante, godo, e lui sborra, mi riempie per la seconda volta.
Devo dire che questa pratica, appena ripresami, l'abbiamo praticata molte volte, tanto che ritornata a casa era prassi tenere i testicoli nel culo tutto il giorno, ma durante il mese passato al mare, Antonio ha fatto di mè un giocattolo, e devo dire che preso di mira il mio pene, non è più stato quello di prima, vi racconterò quando per il divertimento di lei, o meglio per ordine di lui, Gianna, la moglie, partecipava alle mie inculate, infilando per tutto il tempo il suo indice, nel mio uretere, si infilava tutti il dito con tanto di unghia nel buco del mio cazzo, ma questo sarà il prossimo racconto.
Forse è meglio cominciare dall'inizio, io sono all'anagrafe un maschio, ma la natura ha pensato di fare di testa sua, e così, mi ritrovo ad essere quello che la gente considera un frocio.
Non dico no a priori alle donne, ma di gran lunga prediligo le sorelline e i maschi.
Essendo così sin da piccola giocoforza che ero la più debole di tutti i miei compagni, che crescendo notarono la differenza tra mè e loro, i più intraprendenti al liceo mi diciamo, utilizzavano per i loro bisogni, e io non mi sono mai rifiutata, ben presto però capii che ero molto attratta dalla dominazione.
Comunque passarono alcuni anni, l'università, la consapevolezza di cosa e chi ero, il tempo, il lavoro, affievolirono questa mia tendenza.
Capiamoci, sono sempre gay, sposato per convenienza , per che non si sapesse cosa fossi veramente, quei matrimoni costruiti a doc, dove poi chiaramente ognuno ha la sua vita, diciamo una copertura, ma ottima devo dire.
Ora arriviamo a noi, non sono più una ragazzina, ho 40 anni, carina, ben tenuta depilata, truccata e peso sono Linda anche di giorno, o per intere settimane, comunque tutto è cominciato l'anno scorso in vacanza.
Io ero via sola, chiaramente come Linda, ero in meridione, in un grazioso albergo, e tutti i giorni mi recavo in spiaggia, dove prendevo il sole in bikhini, e raramente in toples, amo vedere il segno del costume sulle mie tettine, seconda misura, e poi non avendo una dotazione esagerata, nascondo bene il mio cosino.
Una mattina, vicino a mè, si posizionano una famigliola del luogo, padre, un bel maschio, circa 50 anni, baffone, ben piazzato, non un bronzo di Riace, ma classico uomo del sud, deciso e spavaldo, figli e nipotini, e poi la moglie, classica donna meridionale, carina, piccola, bel seno generoso, occhi bassi, al servizio del marito insomma.
Gentili salutano, ma chiaramente in un attimo diventano registi di tutto lo spazio accanto, tanto che un poco indispettita me ne sono andata a fare due passi, non accorgendomi che lui mi aveva seguita.
Me lo ritrovo accanto, e gentilmente si presenta, piacere Antonio, e ci scusi per poco fa, ma sa, siamo una famiglia numerosa e molto casinista, io rispondo che non è nulla, e continuiamo a passeggiare e a chiacchierare, mi racconta un po' di lui e inevitabilmente cominciamo a parlare di mè, io cerco di essere molto vaga, chiaramente non dico chi sono, accidenti sono in riva al mare in due pezzi, in compagnia di un marcantonio, e fatico a trattenere la mia erezione, cosa che invece lui non nasconde, anzi, dal suo costume si vede bene un pene turgido.
Arriviamo al limite della spiaggia comune, passate le dune, ci troviamo in un angolo di paradiso, allora con un'intraprendenza possibile solo a lui, si toglie il costume e mostrando il suo pene duro, enorme, mi dice, dai che facciamo il bagno nudi, forza, mica avrai vergogna?, io rimango di stucco, ma lui insiste e mi prende per le braccia, mi gira e mi slaccia la parte superiore, escono le mie tettine, bianche, capezzoli rosa, d'istinto copro il seno, e lui sfila le mutandine, sino a terra, e chiaramente, il mio pene fino lì trattenuto, svetta duro in mezzo alle gambe.
Antonio ride e mi dice, lo sapevo me ne ero accorto che eri un femminiello, e mi prende in braccio e mi scaraventa in mare, poi mi abbraccia, e mi bacia, e afferra il mio cazzo, e velocemente mi masturba, mi guarda negli occhi e afferra con l'altra mano i testicoli e comincia a stringere, ha passato la mano dietro, quindi mi tira verso l'ano i miei testicoli sempre più forte e intanto accellera il ritmo della sega, il dolore è forte sempre più forte, ma il godimento che si avvicina è pazzesco, ormai le palline sembrano staccarsi, sono all'altezza del culetto, la pelle della cappella per effetto del tiraggio dei testicoli è sparita la sua mano mi stà distruggendo il pene, un attimo, è bastato un attimo, e un dolore lancinante mi prende il basso ventre, mi ha infilato con due dita un testicolo nel culo, urlo, un attimo e godo, sborro, come una pazza il dolo affievolisce e sborro come una vacca, mi bacia, lo bacio, e poi mi toglie il testicolo dall'ano.
Torniamo in spiaggia, mi riprendo, il dolore è passato, ma non avrei mai creduto possibile cose simili, lo guardo e chiedo spiegazioni, lui senza degnarsi di rispondermi, mi afferra la testa e infila il suo cazzo nella mia bocca, e comincio un pompino bestiale, passano pochi attimo, che mi gira, e appoggiato il suo cazzo al mio forellino, comincia a spingere, mio dio, è favoloso, duro grosso e lungo, si fa spazio in mè, entra e mi devasta, entra non si ferma, spinge e entra, prendo fiato ogni volta che riesco, ma è pazzesco non finisce mai, entra, entra, poi si attacca al mio seno e comincia a pomparmi, mi pompa per un tempo interminabile, e poi gode, sento un fiume di sperma innondarmi, è pazzesco, mi ha uccisa con il suo cazzo, ma era fantastico.
Dopo interminabili attimi si sfila da mè, corriamo i mare a risciacquarci e per mè, a fare impacchi di acqua salata, mi brucia, e molto, e poi le palline mi dolgono.
ci rivestiamo e ritorniamo alle nostre postazioni, arrivata la moglie, che aveva ben capito, mi chiede come stò, e scambiamo quattro chiacchiere, passiamo così il resto della giornata, verso le tre, Antonio, mi prende per un braccio e mi dice di seguirlo, la moglie mi guarda e sorride, io lo seguo, e dopo una decina di minuti ci troviamo in una slargo sotto gli alberi, dove ci sono delle panche, mi mette nuda, e a sua volta si spoglia, mi mette comoda a pecora, e con decisione ripete l'operazione della mattina, mi masturba energicamente, mentre con decisione mi rigira i testicoli, io ho un pene normale, e le sacche dei testicoli un poco distaccate dal cazzo, e quindi, Antonio comincia a tirarle, ricomincia il dolore, e il piacere, ad un tratto, sento la solita fitta, meno pungente, ed ecco che questa volta Antonio mi ha infilato tutte e due i testicoli nel mio culo, è pazzesco, il dolore piano piano si affievolisce, e comincio a godere, ma che stupida che sono, a non accrgermi di cosa stà succedendo, Antonio, avvicina la sua bocca al mio orecchio, e con una voce diabolica dice, ora troia, assaggerai il vero godimento, o ti stacco i coglioni, o godi, e così dicendo, appoggia il suo cazzo e mi incula.
Entra e schiaccia i miei doloranti testicoli, il suo pene è enorme, non si ferma, io grido, urlo, mi matte una mano alla bocca e continua, sento staccarsi i testicoli, svengo.
Antonio incurante continua, mi stupra, io mi riprendo, piango, lui mi scopa non si ferma, continua, sono in preda a dolori pazzeschi, ma stranamente comincio a sborrare certo esce anche del sangue e molto, scoprirò poi che mi aveva lesionato i condotti, ma nulla di importante, godo, e lui sborra, mi riempie per la seconda volta.
Devo dire che questa pratica, appena ripresami, l'abbiamo praticata molte volte, tanto che ritornata a casa era prassi tenere i testicoli nel culo tutto il giorno, ma durante il mese passato al mare, Antonio ha fatto di mè un giocattolo, e devo dire che preso di mira il mio pene, non è più stato quello di prima, vi racconterò quando per il divertimento di lei, o meglio per ordine di lui, Gianna, la moglie, partecipava alle mie inculate, infilando per tutto il tempo il suo indice, nel mio uretere, si infilava tutti il dito con tanto di unghia nel buco del mio cazzo, ma questo sarà il prossimo racconto.
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