Dopo 9 mesi (2° ep.)
di
LIntrigante
genere
etero
Erano le 14 e non si vedevano. Dopo essere stati al parco, avevamo raggiunto la trattoria e preso posto al tavolo prenotato. Ormai seduti da mezzora, aspettando che arrivassero, ma nessuna traccia. Avevamo anche chiamato sul cellulare, ma niente. Prima sorpresi poi spazientiti, avevamo intanto ordinato l’acqua, poi data la pappa al piccolo. Ed eccoli ad un certo punto sorridenti fare capolino dalla porta: mia moglie e mio genero.
Lei aveva messo un bel vestito color indaco, generosamente scollato, aveva un seno stupendo, alcune volte ero geloso degli sguardi istintivi che gli uomini le regalavano, ma io la adoravo ed averla al mio lato ancora così bella sopra i cinquanta era una cosa che mi gratificava. Si scusarono del ritardo, mio genero disse che doveva passare a fare bancomat, ma aveva dimenticato tutto a casa, quindi era dovuto tornare indietro, prendere il portafogli, tornare in banca e, in tutto questo trambusto, aveva lasciato la suoneria del cellulare in modalità silenziosa.
Finalmente ci ritrovammo tutti insieme, dopo qualche rimbrotto di mia figlia la calma era tornata, lei ed io da un lato, di fronte a me mia moglie con a lato mio genero. Il bimbo ormai sonnecchiava dentro la sua navetta accanto al tavolo. Ordinammo i primi, per me cacio e pepe: era semplice ma introvabile in Sudamerica. Aspettando chiacchieravamo allegri, era una bella giornata di sole, sarà per la primavera ma mia moglie aveva messo quel suo rossetto rosso fuoco che non le vedevo da tempo. Sulla sua carnagione scura splendeva passionalmente.
Il pranzo andò avanti tranquillo, dopo il primo, assaggiai dell’abbacchio e chiudemmo con un bel tiramisù. Restammo nel locale fino alle 16, alzandoci un paio di volte per andare in bagno. Prima io, poi mio genero, seguito a ruota da mia moglie.
Dopo il ristorante una bella passeggiatina per digerire, un po’ di acquisti al vicino centro commerciale e poi di nuovo a casa. C’era la partita della Roma, con mio genero la guardammo mangiando qualche arachide, mentre mia moglie e mia figlia si occupavano del bimbo. Alle 22.30 tutti pronti per andare a nanna.
Il piccolo preso il suo latte si era di nuovo addormentato, spesso le ore precedenti la mezzanotte erano tranquille, si scatenava dopo. Così ci congedammo e ognuno andò nella propria stanza.
Entrando trovai mia moglie di spalle che si cambiava, aveva tolto il bel vestito color indaco, indossava solo gli slip e di profilo potevo vedere il suo seno grande che scendeva nudo. Approfittando dell’attimo di tranquillità mi avvicinai a lei che subito recepì: era da un po’ che non ci appartavamo, anche lei quella sera aveva voglia, prese la mia mano ed iniziò a passarsela sulla tetta, voleva gliela stringessi forte. Era calda, soda, il capezzolo scuro e turgido, chiuse gli occhi e si abbandonò a me eccitata con gli occhi chiusi, la schiena contro il mio petto, mentre la accarezzavo da dietro. La baciavo sul collo appassionatamente e con una mano andai a cercarla tra le gambe: era bagnatissima. Aveva tanta voglia come non accadeva ormai da tempo. Le feci sentire il mio membro sul sedere e lei iniziò a strusciarsi sempre più eccitata. Tirate giù le sue mutandine glielo feci sentire a pelle, in mezzo alle natiche, lei si muoveva godereccia all’idea di sentirlo premere lì.
La spinsi sul letto, di fronte allo specchio, in posizione pecorina. Iniziai a stantuffarla prima lentamente e poi sempre più forte, mentre le accarezzavo la schiena. Poi decisi di fare una cosa che mi eccitava tanto e anche a lei piaceva. Lei ficcai un dito in bocca e lei iniziò a succhiarlo con gli occhi chiusi, in una maniera così eccitante e vigorosa come mai aveva fatto prima. Così penetrata davanti e di dietro. La sentii venire e mentre lo faceva non mollava il mio dito, le arrivava quasi in gola, me lo consumava di piacere, di un piacere intenso, nuovo. (continua…)
Lei aveva messo un bel vestito color indaco, generosamente scollato, aveva un seno stupendo, alcune volte ero geloso degli sguardi istintivi che gli uomini le regalavano, ma io la adoravo ed averla al mio lato ancora così bella sopra i cinquanta era una cosa che mi gratificava. Si scusarono del ritardo, mio genero disse che doveva passare a fare bancomat, ma aveva dimenticato tutto a casa, quindi era dovuto tornare indietro, prendere il portafogli, tornare in banca e, in tutto questo trambusto, aveva lasciato la suoneria del cellulare in modalità silenziosa.
Finalmente ci ritrovammo tutti insieme, dopo qualche rimbrotto di mia figlia la calma era tornata, lei ed io da un lato, di fronte a me mia moglie con a lato mio genero. Il bimbo ormai sonnecchiava dentro la sua navetta accanto al tavolo. Ordinammo i primi, per me cacio e pepe: era semplice ma introvabile in Sudamerica. Aspettando chiacchieravamo allegri, era una bella giornata di sole, sarà per la primavera ma mia moglie aveva messo quel suo rossetto rosso fuoco che non le vedevo da tempo. Sulla sua carnagione scura splendeva passionalmente.
Il pranzo andò avanti tranquillo, dopo il primo, assaggiai dell’abbacchio e chiudemmo con un bel tiramisù. Restammo nel locale fino alle 16, alzandoci un paio di volte per andare in bagno. Prima io, poi mio genero, seguito a ruota da mia moglie.
Dopo il ristorante una bella passeggiatina per digerire, un po’ di acquisti al vicino centro commerciale e poi di nuovo a casa. C’era la partita della Roma, con mio genero la guardammo mangiando qualche arachide, mentre mia moglie e mia figlia si occupavano del bimbo. Alle 22.30 tutti pronti per andare a nanna.
Il piccolo preso il suo latte si era di nuovo addormentato, spesso le ore precedenti la mezzanotte erano tranquille, si scatenava dopo. Così ci congedammo e ognuno andò nella propria stanza.
Entrando trovai mia moglie di spalle che si cambiava, aveva tolto il bel vestito color indaco, indossava solo gli slip e di profilo potevo vedere il suo seno grande che scendeva nudo. Approfittando dell’attimo di tranquillità mi avvicinai a lei che subito recepì: era da un po’ che non ci appartavamo, anche lei quella sera aveva voglia, prese la mia mano ed iniziò a passarsela sulla tetta, voleva gliela stringessi forte. Era calda, soda, il capezzolo scuro e turgido, chiuse gli occhi e si abbandonò a me eccitata con gli occhi chiusi, la schiena contro il mio petto, mentre la accarezzavo da dietro. La baciavo sul collo appassionatamente e con una mano andai a cercarla tra le gambe: era bagnatissima. Aveva tanta voglia come non accadeva ormai da tempo. Le feci sentire il mio membro sul sedere e lei iniziò a strusciarsi sempre più eccitata. Tirate giù le sue mutandine glielo feci sentire a pelle, in mezzo alle natiche, lei si muoveva godereccia all’idea di sentirlo premere lì.
La spinsi sul letto, di fronte allo specchio, in posizione pecorina. Iniziai a stantuffarla prima lentamente e poi sempre più forte, mentre le accarezzavo la schiena. Poi decisi di fare una cosa che mi eccitava tanto e anche a lei piaceva. Lei ficcai un dito in bocca e lei iniziò a succhiarlo con gli occhi chiusi, in una maniera così eccitante e vigorosa come mai aveva fatto prima. Così penetrata davanti e di dietro. La sentii venire e mentre lo faceva non mollava il mio dito, le arrivava quasi in gola, me lo consumava di piacere, di un piacere intenso, nuovo. (continua…)
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