Semplicemente mamma
di
Tia_santa
genere
incesti
Ciao a tutti i lettori di racconti sull’incesto. Io mi chiamo Mattia, ho trentadue anni, sono alto un metro e ottantatré, fisico nella norma, capelli e occhi castani. Abito in un piccolo borgo nella provincia di Varese, con mia madre Santa, mio padre e mia sorella. Quella che sto per raccontarvi è la storia realmente accaduta alcuni mersi orsono con mia madre. Sì avete proprio capito bene ho avuto ed ho tutt’oggi rapporti sessuali con mia madre.
Come già detto lei, si chiama Santa, ma posso assicurarvi che lo è solo nel nome, si è vero è un nome un po’ raro ma è il suo reale nome. Mamma ha cinquantatré anni, bionda, occhi azzurri, un metro e sessantacinque, una quarta di seno e nonostante l’età un corpo mozzafiato.
Non avevo mai visto mamma sotto l’aspetto sessuale, sì, confesso ogni tanto di essermi fatto qualche sega pensando a lei o spiandola sotto la doccia, ma non avrei mai pensato di andare oltre a quello, l’ho sempre vista come una donna tutta d’un pezzo, diciamo casa e chiesa, ma non quel giorno, quel giorno l’ho vista come una donna che voleva essere amata in tutti i modi.
Era il 10 Maggio, il giorno del mio compleanno e l’ho ricordo come se fosse ieri. Mia sorella e mio padre erano partiti per lavoro e non ci sarebbero stati per un paio di giorni, la sera precedente decisi assieme alla mia mamma di festeggiare solamente con lei, una cena tranquilla e nulla di più.
Mi svegliai all’incirca verso le sette, mi lavai e preparai e mi accorsi che mamma era già uscita per andare al lavoro quindi feci colazione e mi recai anch’io in ufficio.
Quel giorno in ufficio avevo poco da fare quindi giacché era il mio compleanno decisi di uscire prima.
Erano all’incirca le due quando arrivai a casa, di solito non torno prima dell’orario di cena.
Entrai in casa, era tutto spento, mamma non era ancora rientrata, andai in cucina e dopo aver mangiato un panino, mi recai al piano superiore. Una volta salite le scale mi accorsi che in stanza da letto dei miei genitori era accesa la luce, mi avvicinai, più mi avvicinavo più sentivo dei gemiti. La porta non era completamente aperta, ma solo per metà. La aprii un po’ di più. Mia madre era in camera, sdraiata sul letto, indossava solo dei collant neri, i piedi appoggiati sul letto e le gambe leggermente allargate. Con la mano si accarezzava tra le cosce. Riuscivo a vederla bene, sentirla gemere e ancor più riuscivo ad ascoltare il porno che proveniva dal pc appoggiato anch’esso sul letto. Il porno era sicuramente sull’incesto perché sentivo chiaramente che l’uomo diceva si figlia mia succhia il cazzo di papà. La cosa mi eccitò ancora di più, il cazzo mi andò subito in tiro. L’eccitazione era tanta, abbassai leggermente i pantaloni e iniziai a farmi una sega guardando mamma masturbarsi. Avevo talmente tanta foga che ho sbattuto il gomito contro la porta.
Mamma si fermò subito e guardò verso di me. Anch’io mi fermai e cercai di ricompormi il più veloce possibile, però oramai era troppo tardi, la mia mamma mi aveva visto con il pene in mano.
- Mattia, ma cosa stai facendo?
Io non sapevo cosa rispondere, rimasi in silenzio.
Mamma chiuse il coperchio del pc, si alzò dal letto, si avvicinò alla porta e la chiuse sbattendola.
Mi rivestii e scesi al piano di sotto sedendomi sul divano in sala da pranzo.
Ero impaurito di una sua reazione, mi vergognavo di me stesso ma allo stesso tempo ancora molto eccitato.
Passarono poco più di venti minuti e mamma mi raggiunse in sala. Si era rivestita, indossava una maglietta di color azzurro con dei fiori, una gonna di jeans e stavolta i collant erano di colore bianco. Credo che si fosse fatta anche una doccia perché i capelli erano ancora un po’ bagnati.
Per alcuni istanti non disse nulla, poi:
- Mattia, mi devi una risposta. Mi dici cosa stavi facendo?
Stavolta risposi.
- Facevo quello che stavi facendo anche tu.
Mamma arrossì.
- Non è la stessa cosa, tu ti stavi masturbando guardando me. Non è una cosa normale io sono tua madre.
- Mamma, anche tu però stavi guardando un porno non proprio normale.
A quella frase non rispose, si alzò e andò in cucina.
Non so cosa mi prese, forse ero ancora troppo eccitato, la raggiunsi e mi misi dietro di lei. Iniziai ad accarezzarle il culo. Si voltò d’impeto e mi fermò.
Mi avvicinai ancora di più a lei, oramai le nostre labbra si sfioravano.
- Che cosa stai facendo?
Non le risposi e la baciai.
All’inizio fece un po’ di resistenza ma pian piano si lasciò andare. Fu un bacio bellissimo, appassionato e molto lungo, dopo di che iniziai a baciarle il collo e allungai una mano sul suo seno. Mi rifermò.
- Mattia smettila, non possiamo. Sei mio figlio e non possiamo.
- Mamma invece possiamo. Su dai lasciati andare.
Ripresi a baciarle il collo e a palparle il seno. Stavolta mi lasciò fare.
Le tolsi la maglietta, e abbassai il reggipetto. Mi chinai e iniziai a leccarle un capezzolo per poi prendere tutta la tetta in bocca, succhiando e mordicchiando con veemenza.
Smisi.
Mi slacciai i pantaloni. Li abbassai assieme alle mutande e il mio pene si drizzò all’istante.
Mamma abbassò lo sguardo, lo rialzò e mi fisso negli occhi, poi s’inginocchiò davanti a me. Con una mano prese il cazzo per portarselo alla bocca, alzò di nuovo lo sguardo, diede una leggera leccata e poi lo prese interamente in bocca.
Era il pompino più fantastico che avessi mai provato. Il mio cazzo entrava e usciva dalla sua bocca in continuazione, per poterlo leccare partendo dalle palle. Mentre lo faceva, mi fissava come per avere la mia approvazione.
Si fermò.
Si alzò e spogliò completamente rimanendo in collant. Mi accorsi che sotto di essi non portava le mutande. Si girò, appoggiò le mani sulla cucina, chinandosi un pochino. Mi abbassai dietro di lei e incominciai a baciarle il sedere da sopra i collant bianchi. Poco dopo li abbassai e la bacia sulla pelle. Allargai le natiche leggermente con le mani per poter riuscire con la lingua ad arrivare alla sua meravigliosa figa. Presi a leccarla con veemenza e la mia mamma iniziò a gemere, più facevo forte più le gemeva di più.
Non resistevo più, dovevo penetrarla, il mio cazzo stava scoppiando.
La afferrai per mano e andammo in sala da pranzo. Ci baciammo nuovamente. Si sedette sul divano, davanti ad esso vi era un piccolo tavolino, vi appoggiò i piedi sopra e allargò le gambe. Mi misi davanti a lei le sue gambe mi giravano attorno. Mi guardò. Con una mano prese il mio pene e lo appoggiò sulla figa. Con un colpo secco la penetrai. Non feci per nulla fatica era tutta bagnata. Un calore enorme avvolse il mio cazzo. Mi piegai verso di lei e la baciai ancora una volta, poi presi a penetrarla sempre più forti, i miei movimenti erano fermi e decisi, e lei urlava, e come urlava. Avevo quasi paura che i vicini ci sentissero e le misi una mano davanti alla bocca. Lei prese a succhiarmi le dita. Dio il suo volto era cosi raggiante, pieno di eccitazione, più mi muovevo forte e più mi pregava di andare avanti. All’inizio mi chiamava per nome.
- Si Mattia scopami.
Fu quando iniziò a dire.
- Si figlio mio, fai godere la tua mamma.
Fu lì che l’eccitazione arrivò al massimo.
La girai e la feci mettere a pecorina sul divano e iniziai a prenderla da dietro. Voleva urlare più forte tanto che prese in bocca il cuscino e lo stringeva tra i denti.
Io abbassai lo sguardo, vedevo il mio cazzo entrare e uscire dalla figa, (che ora mai grondava di umori) di mia madre e godevo sempre di più.
Stavo quasi per venire.
Mi fermai. La feci inginocchiare davanti a me. Mamma capì che volevo venirgli in bocca e prese a segarmi e spompinarmi fino a farmi venire.
Le venni copiosamente in bocca, non credevo di poter far uscire cosi tanta sborra, e lei? Lei non ne perse una goccia, la bevve tutta. Delle gocce erano ancora sul suo viso, le prese con le dita e poi le ripulì con la lingua. Dopo di che ripulì con la lingua per alcuni lunghi secondi, la mia cappella e fu meraviglioso.
Eravamo talmente distrutti e appagati che ci sdraiammo sul divano, ci abbracciammo e ci addormentammo.
Continua.
Come già detto lei, si chiama Santa, ma posso assicurarvi che lo è solo nel nome, si è vero è un nome un po’ raro ma è il suo reale nome. Mamma ha cinquantatré anni, bionda, occhi azzurri, un metro e sessantacinque, una quarta di seno e nonostante l’età un corpo mozzafiato.
Non avevo mai visto mamma sotto l’aspetto sessuale, sì, confesso ogni tanto di essermi fatto qualche sega pensando a lei o spiandola sotto la doccia, ma non avrei mai pensato di andare oltre a quello, l’ho sempre vista come una donna tutta d’un pezzo, diciamo casa e chiesa, ma non quel giorno, quel giorno l’ho vista come una donna che voleva essere amata in tutti i modi.
Era il 10 Maggio, il giorno del mio compleanno e l’ho ricordo come se fosse ieri. Mia sorella e mio padre erano partiti per lavoro e non ci sarebbero stati per un paio di giorni, la sera precedente decisi assieme alla mia mamma di festeggiare solamente con lei, una cena tranquilla e nulla di più.
Mi svegliai all’incirca verso le sette, mi lavai e preparai e mi accorsi che mamma era già uscita per andare al lavoro quindi feci colazione e mi recai anch’io in ufficio.
Quel giorno in ufficio avevo poco da fare quindi giacché era il mio compleanno decisi di uscire prima.
Erano all’incirca le due quando arrivai a casa, di solito non torno prima dell’orario di cena.
Entrai in casa, era tutto spento, mamma non era ancora rientrata, andai in cucina e dopo aver mangiato un panino, mi recai al piano superiore. Una volta salite le scale mi accorsi che in stanza da letto dei miei genitori era accesa la luce, mi avvicinai, più mi avvicinavo più sentivo dei gemiti. La porta non era completamente aperta, ma solo per metà. La aprii un po’ di più. Mia madre era in camera, sdraiata sul letto, indossava solo dei collant neri, i piedi appoggiati sul letto e le gambe leggermente allargate. Con la mano si accarezzava tra le cosce. Riuscivo a vederla bene, sentirla gemere e ancor più riuscivo ad ascoltare il porno che proveniva dal pc appoggiato anch’esso sul letto. Il porno era sicuramente sull’incesto perché sentivo chiaramente che l’uomo diceva si figlia mia succhia il cazzo di papà. La cosa mi eccitò ancora di più, il cazzo mi andò subito in tiro. L’eccitazione era tanta, abbassai leggermente i pantaloni e iniziai a farmi una sega guardando mamma masturbarsi. Avevo talmente tanta foga che ho sbattuto il gomito contro la porta.
Mamma si fermò subito e guardò verso di me. Anch’io mi fermai e cercai di ricompormi il più veloce possibile, però oramai era troppo tardi, la mia mamma mi aveva visto con il pene in mano.
- Mattia, ma cosa stai facendo?
Io non sapevo cosa rispondere, rimasi in silenzio.
Mamma chiuse il coperchio del pc, si alzò dal letto, si avvicinò alla porta e la chiuse sbattendola.
Mi rivestii e scesi al piano di sotto sedendomi sul divano in sala da pranzo.
Ero impaurito di una sua reazione, mi vergognavo di me stesso ma allo stesso tempo ancora molto eccitato.
Passarono poco più di venti minuti e mamma mi raggiunse in sala. Si era rivestita, indossava una maglietta di color azzurro con dei fiori, una gonna di jeans e stavolta i collant erano di colore bianco. Credo che si fosse fatta anche una doccia perché i capelli erano ancora un po’ bagnati.
Per alcuni istanti non disse nulla, poi:
- Mattia, mi devi una risposta. Mi dici cosa stavi facendo?
Stavolta risposi.
- Facevo quello che stavi facendo anche tu.
Mamma arrossì.
- Non è la stessa cosa, tu ti stavi masturbando guardando me. Non è una cosa normale io sono tua madre.
- Mamma, anche tu però stavi guardando un porno non proprio normale.
A quella frase non rispose, si alzò e andò in cucina.
Non so cosa mi prese, forse ero ancora troppo eccitato, la raggiunsi e mi misi dietro di lei. Iniziai ad accarezzarle il culo. Si voltò d’impeto e mi fermò.
Mi avvicinai ancora di più a lei, oramai le nostre labbra si sfioravano.
- Che cosa stai facendo?
Non le risposi e la baciai.
All’inizio fece un po’ di resistenza ma pian piano si lasciò andare. Fu un bacio bellissimo, appassionato e molto lungo, dopo di che iniziai a baciarle il collo e allungai una mano sul suo seno. Mi rifermò.
- Mattia smettila, non possiamo. Sei mio figlio e non possiamo.
- Mamma invece possiamo. Su dai lasciati andare.
Ripresi a baciarle il collo e a palparle il seno. Stavolta mi lasciò fare.
Le tolsi la maglietta, e abbassai il reggipetto. Mi chinai e iniziai a leccarle un capezzolo per poi prendere tutta la tetta in bocca, succhiando e mordicchiando con veemenza.
Smisi.
Mi slacciai i pantaloni. Li abbassai assieme alle mutande e il mio pene si drizzò all’istante.
Mamma abbassò lo sguardo, lo rialzò e mi fisso negli occhi, poi s’inginocchiò davanti a me. Con una mano prese il cazzo per portarselo alla bocca, alzò di nuovo lo sguardo, diede una leggera leccata e poi lo prese interamente in bocca.
Era il pompino più fantastico che avessi mai provato. Il mio cazzo entrava e usciva dalla sua bocca in continuazione, per poterlo leccare partendo dalle palle. Mentre lo faceva, mi fissava come per avere la mia approvazione.
Si fermò.
Si alzò e spogliò completamente rimanendo in collant. Mi accorsi che sotto di essi non portava le mutande. Si girò, appoggiò le mani sulla cucina, chinandosi un pochino. Mi abbassai dietro di lei e incominciai a baciarle il sedere da sopra i collant bianchi. Poco dopo li abbassai e la bacia sulla pelle. Allargai le natiche leggermente con le mani per poter riuscire con la lingua ad arrivare alla sua meravigliosa figa. Presi a leccarla con veemenza e la mia mamma iniziò a gemere, più facevo forte più le gemeva di più.
Non resistevo più, dovevo penetrarla, il mio cazzo stava scoppiando.
La afferrai per mano e andammo in sala da pranzo. Ci baciammo nuovamente. Si sedette sul divano, davanti ad esso vi era un piccolo tavolino, vi appoggiò i piedi sopra e allargò le gambe. Mi misi davanti a lei le sue gambe mi giravano attorno. Mi guardò. Con una mano prese il mio pene e lo appoggiò sulla figa. Con un colpo secco la penetrai. Non feci per nulla fatica era tutta bagnata. Un calore enorme avvolse il mio cazzo. Mi piegai verso di lei e la baciai ancora una volta, poi presi a penetrarla sempre più forti, i miei movimenti erano fermi e decisi, e lei urlava, e come urlava. Avevo quasi paura che i vicini ci sentissero e le misi una mano davanti alla bocca. Lei prese a succhiarmi le dita. Dio il suo volto era cosi raggiante, pieno di eccitazione, più mi muovevo forte e più mi pregava di andare avanti. All’inizio mi chiamava per nome.
- Si Mattia scopami.
Fu quando iniziò a dire.
- Si figlio mio, fai godere la tua mamma.
Fu lì che l’eccitazione arrivò al massimo.
La girai e la feci mettere a pecorina sul divano e iniziai a prenderla da dietro. Voleva urlare più forte tanto che prese in bocca il cuscino e lo stringeva tra i denti.
Io abbassai lo sguardo, vedevo il mio cazzo entrare e uscire dalla figa, (che ora mai grondava di umori) di mia madre e godevo sempre di più.
Stavo quasi per venire.
Mi fermai. La feci inginocchiare davanti a me. Mamma capì che volevo venirgli in bocca e prese a segarmi e spompinarmi fino a farmi venire.
Le venni copiosamente in bocca, non credevo di poter far uscire cosi tanta sborra, e lei? Lei non ne perse una goccia, la bevve tutta. Delle gocce erano ancora sul suo viso, le prese con le dita e poi le ripulì con la lingua. Dopo di che ripulì con la lingua per alcuni lunghi secondi, la mia cappella e fu meraviglioso.
Eravamo talmente distrutti e appagati che ci sdraiammo sul divano, ci abbracciammo e ci addormentammo.
Continua.
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