Luca, seconda parte
di
LiberPass
genere
gay
Nuovo messaggio da Luca:
"ciao carissimo, questa mattina sono in città, ti andrebbe di vederci a casa mia?"
Risposta:
"ciao caro, sono solo a casa tutto il giorno, vienimi a trovare, ti aspetto"
Così inizio il secondo incontro che ebbi con Luca, l'uomo che mi aveva fatto letteralmente impazzire in macchina qualche sera prima.
Effettivamente erano passate quasi due settimane, la voglia di rivederlo era quindi moltissima. Decisi di cambiarmi subito, d'altronde era l'occasione perfetta per mettermi in mostra come piace a me.
Alle 11.00 del mattino Luca arrivò a casa mia. Aprii la porta e lo accolsi solo con una maglietta e il perizoma; una volta salutato con un bacio, feci strada verso la mia stanza mostrandogli il mio bel culetto in primo piano.
Arrivati in stanza parlammo davvero poco, giusto il tempo di offrigli un bicchiere di succo di arancia e di fare un paio di commenti sulla mia stanza (molto eclettica, stupisce molti!); la voglia era tantissima e non passò molto tempo prima che mi trovassi seduto sul letto con Luca in piedi davanti a me e con il suo pacco che puntava verso la mia faccia. "Ti sei svegliato con la voglia?" chiesi, "ancora non sono del tutto "sveglio", vediamo se riesci a svegliarmi tu" rispose.
Tolse la maglietta, io avevo già le mani che accarezzavano un po' il suo corpo, un po' il suo pacco. Non ebbi neanche il tempo di slacciargli i jeans che lui mi fece alzare, si bagnò le dita e mi prese in braccio infilandomi con forza un dito in culo. Fu un esplosione di virilità inaspettata, mentre ero in aria mi aggrappai a lui e iniziai a baciarlo e leccarlo ovunque, collo, petto, braccia, tutto il ben di dio che avevo davanti, insomma.
Il momento era davvero frenetico e lui era molto carico, mi sbatté sul letto e tolse jeans e mutande facendo uscire un cazzo durissimo; guardandolo in faccia sembrava proprio indemoniato. Salì con le ginocchia sul letto e i mi fiondai sull'oggetto del desiderio prendendolo in bocca. Cercavo nel frattempo di allargarmi un po' con le dita, perché sapevo che quella mattina Luca mi avrebbe voluto scopare ma, appena se ne rese conto, tolse la mia mano e cominciò a scoparmi il culo con le sue di dita. Capii che non avrei avuto tregua per l'intera mattinata; l'immagine era stupenda: io a pecorina sul letto, lui in ginocchio davanti a me con una mano a spingermi la testa verso il suo sesso e l'altra a sfondarmi il buchetto, una composizione fantastica (dovrei pensare più spesso a fotografare quello faccio!).
Sentivo il suo calore ovunque, sul membro, sul corpo, sulle mani, il suo atteggiamento era incredibile, in certi momenti era quasi troppo per me, ma per fortuna mi abituo presto alle nuove situazioni.
Mi disse di girarmi, prese un preservativo dai jeans e se lo infilò. Era chiaro, data la frenesia della situazione, che avrebbe provato ad entrarmi subito dentro, ma per fortuna riuscii ad usare il microsecondo che divideva il suo cazzo dal mio culo per spostarmi e dire "aspetta, prendo il lubrificante". "Pericolo scampato" pensai, "almeno per ora" rettificai nella mia mente. In ogni caso il lubrificante funzionò. Luca appoggiò la cappella sul mio buco, cominciò a spingere piano, ma fu solo un'illusione: fece entrare i suoi 20 cm dentro di me con forza, un gemito di dolore uscì dalla mia bocca, lui rispose con una sculacciata. Era ufficialmente iniziata la mia "monta".
Stare a pecorina ha un non so che di gratificante, è quasi un gesto rivoluzionario: mentre l'ipocrisia della società avanza pretese verso gli omosessuali, costringendoli al buon costume e a nascondere quel piccolo punto nascosto tra le chiappe, noi lo mostriamo nella sua massima estensione!
A parte questa piccola divagazione, la cosa importante è che io, in quel momento, avevo un toro dietro che non ne voleva saperne di fermarsi, e che non mi dava ascolto quando lo pregavo di fare più piano. I suoi colpi erano forti, tenevano sempre lo stesso ritmo e creavano in me quel mix di emozioni discordanti (dolore/piacere) che solo chi ha praticato sesso anale può capire.
Mi staccai da lui a un certo punto e lo feci sedere sul letto, poggiato con la schiena al muro, avevo voglia di ballargli addosso. Mi sedetti letteralmente sul suo cazzo e iniziai a farlo entrare e a muovermi piano, lui nel frattempo mi teneva per la gola e mi faceva leccare le sue dita, mentre con l'altra mano accompagnava il mio movimento tenendola sulla natica. Iniziai poi ad aumentare il ritmo, fino ad impalarmi quasi del tutto su di lui. Godevo tantissimo e lui gemeva, mi toccava, mi sculacciava. La cosa andò avanti fino a quando dalla stessa posizione scivolammo sul letto e, appoggiandoci su un lato, continuammo a scopare in una nuova posizione. Da lì fu facile per lui mettermi a pancia sotto e scoparmi il culo prendendo di nuovo le redini. La goduria aumentò, in proporzione alla sua foga, e mi era impossibile divincolarmi, e per lui era impossibile fermarsi.
Finimmo in quella posizione, non del tutto ovviamente, finimmo per lo memo l'anale, perché la dominazione ha sempre bisogno di finire con un'umiliazione. Per questo Luca sfilò il preservativo, si mise sopra la mia faccia, mi fece girare verso di lui e mi inondò con il suo caldo nettare. Il mio orgasmo arrivò quasi in concomitanza con il suo, e la sensazione che ne scaturì fu di soddisfazione, grande soddisfazione, per aver goduto di un uomo del genere.
Luca andò via, ma con lui non se ne andarono le mie voglie nei suoi confronti..
"ciao carissimo, questa mattina sono in città, ti andrebbe di vederci a casa mia?"
Risposta:
"ciao caro, sono solo a casa tutto il giorno, vienimi a trovare, ti aspetto"
Così inizio il secondo incontro che ebbi con Luca, l'uomo che mi aveva fatto letteralmente impazzire in macchina qualche sera prima.
Effettivamente erano passate quasi due settimane, la voglia di rivederlo era quindi moltissima. Decisi di cambiarmi subito, d'altronde era l'occasione perfetta per mettermi in mostra come piace a me.
Alle 11.00 del mattino Luca arrivò a casa mia. Aprii la porta e lo accolsi solo con una maglietta e il perizoma; una volta salutato con un bacio, feci strada verso la mia stanza mostrandogli il mio bel culetto in primo piano.
Arrivati in stanza parlammo davvero poco, giusto il tempo di offrigli un bicchiere di succo di arancia e di fare un paio di commenti sulla mia stanza (molto eclettica, stupisce molti!); la voglia era tantissima e non passò molto tempo prima che mi trovassi seduto sul letto con Luca in piedi davanti a me e con il suo pacco che puntava verso la mia faccia. "Ti sei svegliato con la voglia?" chiesi, "ancora non sono del tutto "sveglio", vediamo se riesci a svegliarmi tu" rispose.
Tolse la maglietta, io avevo già le mani che accarezzavano un po' il suo corpo, un po' il suo pacco. Non ebbi neanche il tempo di slacciargli i jeans che lui mi fece alzare, si bagnò le dita e mi prese in braccio infilandomi con forza un dito in culo. Fu un esplosione di virilità inaspettata, mentre ero in aria mi aggrappai a lui e iniziai a baciarlo e leccarlo ovunque, collo, petto, braccia, tutto il ben di dio che avevo davanti, insomma.
Il momento era davvero frenetico e lui era molto carico, mi sbatté sul letto e tolse jeans e mutande facendo uscire un cazzo durissimo; guardandolo in faccia sembrava proprio indemoniato. Salì con le ginocchia sul letto e i mi fiondai sull'oggetto del desiderio prendendolo in bocca. Cercavo nel frattempo di allargarmi un po' con le dita, perché sapevo che quella mattina Luca mi avrebbe voluto scopare ma, appena se ne rese conto, tolse la mia mano e cominciò a scoparmi il culo con le sue di dita. Capii che non avrei avuto tregua per l'intera mattinata; l'immagine era stupenda: io a pecorina sul letto, lui in ginocchio davanti a me con una mano a spingermi la testa verso il suo sesso e l'altra a sfondarmi il buchetto, una composizione fantastica (dovrei pensare più spesso a fotografare quello faccio!).
Sentivo il suo calore ovunque, sul membro, sul corpo, sulle mani, il suo atteggiamento era incredibile, in certi momenti era quasi troppo per me, ma per fortuna mi abituo presto alle nuove situazioni.
Mi disse di girarmi, prese un preservativo dai jeans e se lo infilò. Era chiaro, data la frenesia della situazione, che avrebbe provato ad entrarmi subito dentro, ma per fortuna riuscii ad usare il microsecondo che divideva il suo cazzo dal mio culo per spostarmi e dire "aspetta, prendo il lubrificante". "Pericolo scampato" pensai, "almeno per ora" rettificai nella mia mente. In ogni caso il lubrificante funzionò. Luca appoggiò la cappella sul mio buco, cominciò a spingere piano, ma fu solo un'illusione: fece entrare i suoi 20 cm dentro di me con forza, un gemito di dolore uscì dalla mia bocca, lui rispose con una sculacciata. Era ufficialmente iniziata la mia "monta".
Stare a pecorina ha un non so che di gratificante, è quasi un gesto rivoluzionario: mentre l'ipocrisia della società avanza pretese verso gli omosessuali, costringendoli al buon costume e a nascondere quel piccolo punto nascosto tra le chiappe, noi lo mostriamo nella sua massima estensione!
A parte questa piccola divagazione, la cosa importante è che io, in quel momento, avevo un toro dietro che non ne voleva saperne di fermarsi, e che non mi dava ascolto quando lo pregavo di fare più piano. I suoi colpi erano forti, tenevano sempre lo stesso ritmo e creavano in me quel mix di emozioni discordanti (dolore/piacere) che solo chi ha praticato sesso anale può capire.
Mi staccai da lui a un certo punto e lo feci sedere sul letto, poggiato con la schiena al muro, avevo voglia di ballargli addosso. Mi sedetti letteralmente sul suo cazzo e iniziai a farlo entrare e a muovermi piano, lui nel frattempo mi teneva per la gola e mi faceva leccare le sue dita, mentre con l'altra mano accompagnava il mio movimento tenendola sulla natica. Iniziai poi ad aumentare il ritmo, fino ad impalarmi quasi del tutto su di lui. Godevo tantissimo e lui gemeva, mi toccava, mi sculacciava. La cosa andò avanti fino a quando dalla stessa posizione scivolammo sul letto e, appoggiandoci su un lato, continuammo a scopare in una nuova posizione. Da lì fu facile per lui mettermi a pancia sotto e scoparmi il culo prendendo di nuovo le redini. La goduria aumentò, in proporzione alla sua foga, e mi era impossibile divincolarmi, e per lui era impossibile fermarsi.
Finimmo in quella posizione, non del tutto ovviamente, finimmo per lo memo l'anale, perché la dominazione ha sempre bisogno di finire con un'umiliazione. Per questo Luca sfilò il preservativo, si mise sopra la mia faccia, mi fece girare verso di lui e mi inondò con il suo caldo nettare. Il mio orgasmo arrivò quasi in concomitanza con il suo, e la sensazione che ne scaturì fu di soddisfazione, grande soddisfazione, per aver goduto di un uomo del genere.
Luca andò via, ma con lui non se ne andarono le mie voglie nei suoi confronti..
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